...
Show More
Parafrasando Bolaño, non puoi ignorare la violenza se sei nato in America Latina negli anni ‘50. Figuriamoci se puoi farlo quando ti chiami Ernesto Sàbato e sei nato nel 1911 in Argentina (e sei pure un Cancro quindi enfatizzi tutto). Ecco allora che scrivi un capolavoro come questo libro, che parte con una storia d’amore un po’ tragicamente shakespeariana, passa per un racconto dell’orrore paranoico scritto da un Dostoevskij appassionato di Lovecraft e finisce per essere la storia dell’Argentina da metà ottocento a metà novecento attraverso la decadenza di una famiglia aristocratica. Il tutto in modo assolutamente non lineare ma labirintico, stratificato, esagerato, politico, faticoso. Devi strisciare sporcandoti nei sotterranei delle fogne di Buenos Aires per riuscire a uscire alla luce. Che sia quella della ragione o il fuoco della pazzia. O quella lieve delle milioni di stelle nel cielo della pampa.
Immenso.
Immenso.