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April 26,2025
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L’opera intitolata “Lezioni Americane” può considerarsi il Testamento letterario di Calvino. Lo scrittore suggellò la sua straordinaria carriera di scrittore versatile, cerebrale, realista, onirico e adamantino scrivendo una serie di lezioni che egli avrebbe dovuto tenere ad Harvard. La morte lo colse prima e l’occasione di parlare alla Harvard University svanì, ma i suoi appunti furono prontamente raccolti in un libro. Si può dire come in quest’opera l’architetto di mirabili opere letterarie sia riuscito a denudare se stesso. Nella sua opera Calvino tratta cinque caratteristiche che non dovrebbero mancare ad un testo che aspiri ad essere “letterario”: la leggerezza, la rapidità, l’esattezza, la visibilità e la molteplicità. Un’ultima caratteristica, la sesta, fu solo progettata ma mai portata a termine. Le caratteristiche di Calvino hanno dei nomi accattivanti e svelano la sua idea di letteratura, apportandovi anche prestigiosi exempla letterari classici e moderni. La leggerezza è imprescindibile in un testo letterario, ma non ha a che fare con visioni fantastiche totalmente disancorate dalla realtà; si tratta piuttosto di un esercizio di stile capace di trarre dal mondo circostante ciò che vi è di essenziale. La scrittura dovrebbe essere in grado di descrivere la realtà, di comprenderla ma al contempo di “proteggersi” da essa; ogni scrittura che si lasci condurre incondizionatamente dalla realtà è destinata a diventare opaca, pesante, poco brillante. Una scrittura così imbruttita dalla realtà quotidiana non sarebbe in grado di effettuare quei voli pindarici che conferiscono alla letteratura la sua particolarità. Calvino ci tiene a precisare come la sua idea di leggerezza non abbia nulla a che fare con un totale disinteresse per la realtà, e nel fare ciò apporta l’esempio di Milan Kundera, autore de ”L’ insostenibile leggerezza dell’essere”. Come lo scrittore ceco insegna nel suo romanzo, la leggerezza non tarda a svelare la pesantezza delle cose. La scrittura deve essere intrisa di realtà ma al tempo stesso deve rivendicare la sua autonomia, la sua anima raminga, evasiva e cerebrale. Per conferire leggerezza alla sua scrittura, Calvino confessa di averle tolto quel peso mondano e di averla ridotta all’essenziale, ad una chiarezza adamantina, geometrica e squadrata, ma non per questo meno affamata di “realtà”. La rapidità invece ha a che fare con l’agilità narrativa. La scrittura deve essere in grado di sfruttare una base narrativa solida e degli espedienti in grado di garantire una certa scorrevolezza al testo. L’esattezza invece ha a che fare con la capacità di descrivere in maniera dettagliata e precisa immagini, visioni e dettagli. Ora la quarta caratteristica: la visibilità. Bisogna fare in modo che, almeno nella fase iniziale, la scrittura funga da “traduttrice di immagini”. Prima che lo scrittore costruisca un racconto, è necessario che nella sua mente si sia creato una mappa di immagini vivide. L’autore sapiente è colui che, avendo già presente il nucleo visivo-concettuale principale, è capace di tradurlo adeguatamente tramite la tecnologia scrittoria. Solo quando l’autore è riuscito a tradurre le prime immagini in parole, la scrittura si trasforma in un potente veicolo di creazione. Inizialmente la scrittura si presenta come un semplice veicolo di idee e solo in un secondo momento è in grado di dispiegare il suo enorme potenziale creativo. La scrittura diventa padrona della pagina ed ora è essa a richiamare le immagini. Chiude l’opera l’ultima caratteristica: la molteplicità. Essa, invece, ha a che fare con un ingrediente che sembra accomunare tutte le grandi opere del passato e in particolar modo quelle moderne. Comprendere il mondo e ripudiarlo, accarezzarlo e aggredirlo, soggettivizzarlo in maniera esasperata e sovvertirlo comicamente sono alcuni degli atteggiamenti che contraddistinguono lo scrittore molteplice e poliedrico. La realtà è mutevole, così come lo scrittore che intende raffigurarla, perciò la scrittura “letteraria” non può che essere tormentata e nevrotica, cerebrale e schizofrenica, onirica e vertiginosa. Questa mia recensione anche su https://trattodipenna.wordpress.com/ :)
April 26,2025
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ما کیستیم، هر یک از ما کیست، مگر آمیزه‌ای از تجربه ها، دانسته ها، کتاب هایی که خوانده‌ایم، خیالاتی که داشته‌ایم؟



شش یادداشت(که در اصل پنج یادداشته) مجموعه یادداشت ها و سخنرانی‌هاییه که کالوینوی عزیزم برای سخنرانی در دانشگاه هاروارد آماده کرده بوده. و خب، شب قبل از پرواز سکته می‌کنه و اون سخنرانی رو هاروارد هیچ‌وقت به خودش نمی‌بینه :(
همیشه دوست داشتم بدونم پشت این قلم جادویی، این قلمی که از اساطیر و افسانه ها و در عین حال از مدرن ترین مسائل برات می‌گه چطوری این قلم شده. کالوینو توی این کتاب توضیح می‌ده. درباره‌ی "سبکی"، "سرعت"، "دقت"، "وضوح" و "چندگانگی".
توضیح می‌ده که چطور کالوینو شده. چی باعث شده شهرهای شیشه ای، اگر یکی از شب های زمستان مسافری و آقای پالومار رو بنویسه. در خلال این ها از ادبیات قرن بیستم، سرشناس هاشون و مخصوصا ایتالیایی هاشون یاد میگیرین. و اگر مثل من همیشه مسحور قلم کالوینو می‌شده‌ید؛ براتون تجربه‌ی جالبی خواهد بود. هر چند که این مجموعه مقاله ها تفریحی نیستن و باید با دقت و یک ماژیک شبرنگی خونده بشن! :)
April 26,2025
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n  INTERVIEWER: What place, if any at all, does delirium have in your working life?n

tttt
n  ITALO CALVINO: Delirium? . . . Let’s assume I answer, I am always rational. Whatever I say or write, everything is subject to reason, clarity, and logic. What would you think of me? You’d think I’m completely blind when it comes to myself, a sort of paranoiac. If on the other hand I were to answer, Oh, yes, I am really delirious; I always write as if I were in a trance, I don’t know how I write such crazy things, you’d think me a fake, playing a not-too-credible character. Maybe the question we should start from is what of myself do I put into what I write. My answer—I put my reason, my will, my taste, the culture I belong to, but at the same time I cannot control, shall we say, my neurosis or what we could call delirium.n


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Italo Calvino is a literary philosopher. He has always strived to provide an alternative view to see through this world and to decipher its beauty and secrets through the mode of imagination and fantasy. His mind is few of those which fascinates and asks me to question the very possibilities of human intelligence. When I finished reading, "If on a winter's night a traveller" and "Invisible Cities", I was intrigued and thrilled, and had a nagging curiosity to understand the working; the underlying formula; the quest which must have lead the author to write them. "Six Memos for the next millennium" provides me a window to understand the methodology and motivation of Calvino's art and magic.

Reading Calvino is an experience in itself. He has the marvelous gift to create at the juxtaposition of science and art, the man who wants to combine both. This particular book under discussion is a loose speech prepared to be delivered in Charles Eliot Norton Lectures, in 1984. "They became an obsession, and one day he announced to me that he had ideas and material for eight lectures", writes his wife Esther. And further continues to say that the eighth lecture, had it been presented, would have been, "On the beginning and the ending[of novels]". But this collection has five lectures, sixth one unwritten, and provides the dissection of Calvino's own works and also an idea of the enormous range of his inspirations.

Heads up, Calvino places 'Lightness' as the first value to be discussed. As someone whose writings makes the reader to fly, it is no surprise that Calvino places this value on top. He is quick to make it clear that he is proposing to talk of the lightness which one derives from intelligence/ thoughtfulness, and not the lightness of frivolity. "Lightness for me goes with precision and determination, not with vagueness and the haphazard", and aptly quotes Paul Valery,"One should be light like a bird, and not like a feather". Of all the passages which he writes to espouse his first value, the one that stood close to my heart is his tribute to Milan Khundera's novel "The unbearable Lightness of Being". When I finished Kundera's novel, I had the feeling of jubilant joy and freshness as if I stood beside a waterfall with patchy greenery surrounding it. I never fully understood the reason behind the 'light' feeling I had then, for the novel is an excruciatingly painful one to read. But, Calvino explains beautifully:

n  "His novel shows how everything we choose and value in life for its lightness soon reveals its true, unbearable weight. Perhaps only the liveliness and mobility of the intelligence escape this sentence - the very qualities with which this novel is written, and which belong to a world quite different from the one we live in"n


With 'Quickness' as his second lecture, he brings open the secret of a story which is its economy, the form and structure, rhythm and underlying logic. His love for fairytales and folklore, and his varied reading of classics have peppered the whole book, and he quotes them laboriously to show the agility of thought and expression. Like a tangent that strikes an arc and flow on its own, he touches Galileo, Leopardi and mythology, and he turns himself into a thread that connects the parallels. He also predicts the sure raise of mass media (and social media), and had the foresight to suggest that Conciseness will be the virtue of the new millennia.

n  "I will confine myself to telling you that I dream of immense cosmologies, sagas, and epics all reduced to the dimensions of an epigram"n


In 'Exactitude' and 'Visibility', Calvino explores the calculated and well-defined symmetry of a work, and the beauty and nature of visual imagination, respectively. Julian Barnes has said, “Everything you invent is true: you can be sure of that. Poetry is a subject as precise as geometry.”  It is the same kind of obsession which Calvino exudes. His search is to create an art as perfect as a mathematical equation or a geometry. To create an orderliness using literature as his medium.

n   Literature - and I mean the literature that matches up these requirements - is the Promised Land in which language becomes what it really ought to be.

A work of literature is one of these minimal portions in which the existent crystallizes into a form, acquires a meaning - not fixed, not definitive, not hardened into a mineral immobility, but alive as an organism. Poetry is the great enemy of chance, in spite of also being a daughter of chance and knowing
that in the last resort, chance will win the battle
n


Both 'Exactitude' and 'Visibility' are also the values which could easily be expected in other arts and most importantly in painting, drawing etc., Perhaps, is it because of the fact that Calvino himself was trained in the art of drawing when he was an adolescent and his extraordinary love for movies as a youngster that must have led him to the love of forms and colors?

Next to 'Lightness' and 'Quickness', my favorite lecture is on 'Multiplicity'. No wonder Calvino is inspired by technical-engineer background writers like Gadda and Musil, and he is also enamored by their capacity of excruciating detail. He quotes Gadda, Musil and Proust, all of those authors who never had an ending for their works as a denouement or struggled to have a one, something a game which Calvino would like to play in his literary works. Isn't it ironic and looks like a divine comedy that this book which stands as his final legacy must itself remain unfinished, although each of the chapters is surrealistically complete and conclusive on its own?

n   But perhaps the answer that stands closest to my heart is something else: Think what it would be to have a work conceived from outside the self,a work that would let us escape the limited perspective of the individual ego, not only to enter into selves like our own but to give speech to that which has no language, to the bird perching on the edge of the gutter,
To the tree in spring and the tree in fall, to stone, to cement, to place….
n


Somewhere else, Calvino wrote almost emphatically, "the less one understands the more posterity will appreciate my profundity of thought. In fact, let me say:

n  
n    POSTERITY IS STUPIDn  
n


Think how annoyed they’ll be when they read that!"

Perhaps, Calvino might have treated Posterity with less glory and empathy. But, time, the sure hands of which determines the best, will always treasure Calvino as an original writer, with a voice which movingly spoke for all that is wonderful in human beings, for all the ages to come and even beyond eternity.


References:

1. http://www.theparisreview.org/intervi...
2. http://www.theparisreview.org/blog/20...
April 26,2025
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Ogni volta che leggo Calvino mi deprimo perché non riuscirò mai a scrivere in una maniera così concisa e limpida né riuscirò mai ad avere una cultura sconfinata come la sua.
April 26,2025
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LETTERATURA NEL TERZO MILLENNIO

Che Italo Calvino sia un grandissimo della letteratura italiana (non abbastanza riconosciuto, secondo me) trova ulteriore dimostrazione nel fatto che sia stato l'unico italiano ad essere stato invitato a tenere le Norton Poetry Lectures all'università di Harvard.
Proprio da queste conferenze nascono le “Lezioni Americane" qui contenute, e purtroppo pubblicate postume. In queste lezioni troviamo quella che, in fondo, è la visione che Calvino aveva della letteratura e degli adattamenti che avrebbe dovuto attuare per fronteggiare il millennio in cui siamo, ma che a quel tempo stava ancora approssimandosi (si era nel 1985). Cosa ancor più importante, Calvino si concentra su quel che della letteratura doveva assolutamente salvarsi.
Diversi sono gli spunti di riflessione datici dall’autore, ancor più sorprendenti se si pensa che molto di quel che viviamo lo aveva previsto con spaventosa esattezza: parlo ad esempio della supremazia del "software" sull'"hardware"; della società che ci bombarda di immagini che mano a mano si svuotano di significato e soffocano l'immaginazione figurativa degli uomini, travolgendo la produzione letteraria contemporanea con uno tsunami di vacuità. Oltre a considerazioni molto utili a chi aspira a scrivere, traspare anche il Calvino autore: le lezioni sono infatti un modo per analizzare meglio la sua opera, conoscere le idee e le intenzioni che hanno fatto da motore ai suoi lavori.
Seppure il caro Italo tenda a divagare e a perdersi nella sua grande cultura letteraria, a volte portando anche il lettore a non capire dove voglia andare a parare, ci sono pensieri illuminanti che credo siano utili, se non imprescindibili per l'autore "consapevole". Cosa intendo per autore consapevole? Intendo un autore come lo era lo stesso Calvino: un autore che non vuole semplicemente raccontare una storiella, ma che di una storia fa un mezzo per indagare il mondo in modi mai visti prima; che vede nella letteratura qualcosa che può arrivare dove nient'altro può farlo: oltre i limiti della realtà conoscibile. Solo fino a quando la letteratura continuerà ad avere questo obiettivo potrà dirsi veramente tale, secondo Calvino, ma anche secondo il mio modestissimo parere. Ora la domanda è: com'è la situazione per noi che questo millennio lo stiamo vivendo? Posso rispondere solo per me stesso e dirò che in alcuni scrittori tutto questo è ancora vivo, seppur attenuato; ma è riguardo alla mole e al "palato" dei lettori che ho qualche riserva. Sarebbe davvero interessante sapere cosa ne penserebbe Calvino, o qualcuno quantomeno accostabile alla sua caratura. Ma purtroppo figure di questo genere nel mondo scarseggiano, e dopo la dipartita di Umberto Eco (e forse anche Camilleri) mi sento di dire che che in Italia non ce ne siano davvero più.

“[…] tutte le «realtà» e le «fantasie» possono prendere forma solo attraverso la scrittura, nella quale esteriorità e interiorità, mondo e io, esperienza e fantasia appaiono composte della stessa materia verbale; le visioni polimorfe degli occhi e dell’anima si trovano contenute in righe uniformi di caratteri minuscoli o maiuscoli, di punti, di virgole, di parentesi; pagine di segni allineati fitti fitti come granelli di sabbia rappresentano lo spettacolo variopinto del mondo in una superficie sempre uguale e sempre diversa, come le dune spinte dal vento del deserto.”
April 26,2025
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Calvino, convidado em 1984 pela Universidade de Harvard a realizar um ciclo de seis conferências (as Charles Elliot Norton Poetry Lectures) no decorrer de um ano lectivo 1985-86, oferece como produto acabado estas Seis Propostas Para o Próximo Milénio. Nelas, o autor aborda sobretudo a forma literária oferecendo paralelos entre a sabedoria dos escritos clássicos e as atuais exigências do panorama literário europeu.
E fá-lo de forma bastante inteligível, sem grandes pretensiosismos, sem se tornar hermético ou cansativo (penso em Umberto Eco que nunca resistia a fazer a exposição do seu intelecto até à exaustão dos leitores/ouvintes).
A validade das suas afirmações - para qualquer leitor, mesmo que leigo - reside nos valores que Calvino escolheu apontar como uma espécie de testemunho para as gerações (de escritores e não só) futuras.



LEVEZA
"Nas alturas em que o reino do humano me parece mais condenado ao peso, penso que como Perseu deveria voar para outro espaço. Não estou a falar de fugas para o sonho ou para o irracional. Quero dizer que tenho de mudar o meu ponto de vista, tenho de observar o mundo a partir de outra óptica, outra lógica, e outros métodos de conhecimento e de análise. As imagens de leveza que procuro não deverão deixar-se dissolver como sonhos pela realidade do presente e do futuro..."

"...temos de recordar-nos de que se nos impressiona a ideia do mundo constituído de átomos sem peso é porque temos experiência do peso das coisas; tal como não poderiamos admirar a leveza da linguagem se não soubéssemos admirar também a linguagem dotada de peso."


RAPIDEZ
"O século da motorização impôs a velocidade como um valor mensurável, cujos recordes marcam a história do progresso das máquinas e dos homens. Mas a velocidade mental não se pode medir e não permite comparações nem corridas, nem pode dispor os seus resultados numa perspectiva histórica. A velocidade mental vale por si, pelo prazer que provoca em quem for sensível a este prazer, e não pela utilidade prática que dela se possa obter. Um raciocínio rápido não é necessariamente melhor que um raciocínio ponderado; pelo contrário, mas comunica uma coisa especial que reside precisamente na sua prontidão.


EXATIDÃO
"Creio que os nossos mecanismos mentais elementares se repetem desde o Paleolítico dos nossos antepassados que caçavam e apanhavam frutos através de todas as culturas da história humana. A palavra liga a marca visível à coisa invisível, à coisa ausente, à coisa desejada ou temida, como uma frágil ponte improvisada sobre o abismo."


VISIBILIDADE
"...corremos [o risco] de perder uma faculdade humana fundamental: o poder de focar visões de olhos fechados, de fazer brotar cores e formas a partir de um alinhamento de caracteres alfabéticos negros numa página branca, de pensar por imagens. Penso numa possível pedagogia da imaginação que habitue cada um a controlar a sua própria visão interior sem a sufocar e por outro lado sem a deixar cair num confuso e passageiro fantasiar, mas permitindo que as imagens se cristalizem numa forma bem definida, memorável, auto-suficiente e "icástica"."


MULTIPLICIDADE
"Pode-se censurar a excessiva ambição de propósitos em muitos campos da actividade, mas não na literatura. A literatura só vive se se propuser objectivos desmedidos, mesmo para além de qualquer possibilidade de realização. Só se os poetas e escritores se propuserem empresas que mais ninguém ouse imaginar, é que a literatura continuará a ter uma função. Desde que a ciência desconfia das explicações gerais e das soluções que não sejam sectoriais e especializadas, o grande desafio para a literatura é o de saber tecer conjuntamente os diferentes saberes e os diferentes códigos numa visão plural e multifacetada do mundo."
April 26,2025
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It sounds weird and slightly retarded to say it, but Calvino was good with words.

Revisiting a great many themes he discussed in The Uses of Literature, he breaks down what he values in reading and writing, and shows examples of the qualities he admires. Throughout, he's an entirely witty, charming commentator. I mean, the categories for literature that he espouses sometimes seem a wee bit arbitrary, but I didn't really care. He makes his case and makes it well.
April 26,2025
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Calvino is just so effortlessly wonderful. He and literature have a very intimate relationship and she tells him secrets about herself that no one else gets to hear. Until now! Calvino spills the beans on what are the qualities he feels are most important to the literature of the future: lightness, quickness, exactitude, visibility, and multiplicity.

I think my favorites were lightness and multiplicity considering that quickness, exactitude, and visibility seem to be very self-evidently positive qualities of literature (who wants to read a slow, vague, abstract novel?) But the idea of lightness as a positive quality was fresh for me: not lightness as insubstantial but rather, "be light like the bird, not the feather." And the goal of literature as a connector of the wildly disparate knowledges of the modern world, the multiplicity of knowledge in every book, I think is a courageous call to arms, especially if coupled with quickness and lightness.

Calvino occasionally meanders a wee bit too far from his topics in the essays but his digressions are terrifically thought-provoking. His vast knowledge of world literature is also inspiring--he basically provides a list of great authors you should read (if they're good enough for Calvino...).

Although this has the potential to be a little bit too academic for some, I heartily recommend this as caviar for a hungry mind.
April 26,2025
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This is a series of lectures and in each of them Calvino takes it upon himself to recommend to the next millennium a particular literary value which he holds dear, and has tried to embody in his work. That way this book becomes not only a manifesto on how to write but also a guide to interpreting Calvino’s writings.

1) Lightness: not frivolity but a lightness of touch that allows the writer and reader to soar above the paralyzing heaviness of the world.
2) Quickness: the mental speed of the narrative — he takes the rapid trot of a folktale as his model here. The narrative should pull the reader along and not get mired up in questioning the non-essential parts.
3) Exactitude: the novel should be perfectly proportioned. Calvino says his guiding image when composing a literary work is the crystal — the magnificent complexity of it and the fact that it can be held in one hand and admired despite all that complexity. The only way to capture life might be to crystalize it with rigid rules?
4) Visibility: or the visual nature of the literary work is all important. For Calvino, every story begins as a visual cue, to which more and more images are added until he has to summon words to describe this profusion of images. He worries about what will happen to the originality of the visual imagination in a world supersaturated by external images.
5) Multiplicity: a literary work should try to encompass the whole known world. It should be ambitious beyond measure. Without unachievable ambition among its practitioners, literature cannot survive long. So Calvino exhorts us to soar beyond the most distant horizons we can conceive of and then to look down and see everything and then write everything. This section is a paean to the encyclopedic novel.
And lastly,
6) Incompleteness: a good novel would be incomplete, just like this list. No one could locate the last memo.
April 26,2025
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Parlare così di letteratura, con un rigore, una passione e una visione tali da lasciare affascinati, è davvero cosa rara. Ed è difficile sintetizzare o anche solo commentare un libro di questa portata, sia per quanto risulta moderno e attuale, sia per quanto queste proposte di nuova letteratura in realtà siano vere e proprie lezioni di vita, dove leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità non sono altro che chiavi di lettura non soltanto della letteratura ma della vita stessa. Perché, in fondo,
n  
…chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d'esperienze, d'informazioni, di letture, d'immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia, una biblioteca, un'inventario d'oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.
n
April 26,2025
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Nel giugno 1984 Italo Calvino fu invitato negli USA a tenere un ciclo di sei seminari presso Harvard: il tema doveva essere la letteratura, ma lo speaker avrebbe avuto piena libertà nel decidere gli argomenti specifici. Come racconta la vedova nella breve premessa, Calvino accettò con entusiasmo e accumulò molto materiale. Sfortunatamente, e non solo per gli studenti di Harvard, Calvino morì l’anno successivo, poco prima di partire per l’America, dopo aver preparato cinque delle sei lezioni. Sono quelle che possiamo leggere oggi, insieme agli appunti per un’altra lezione, dedicata al problema dell’incipit e del finale di un’opera letteraria.

Abituato da sempre a giocare con la lingua e con la letteratura, Calvino decise di dedicare ogni lezione a una singola parola, eletta a portavoce di valori letterari che il nostro riteneva tanto importanti ed essenziali da costituire una sorta di promemoria per il nuovo secolo, quello in cui viviamo ormai da quindici anni, tanti quanti quelli che separavano Calvino dal 2000: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità (più la consistenza che non fece in tempo a scrivere). Fin da piccolo ho letto i suoi libri, partendo ovviamente da Marcovaldo e crescendo li ho apprezzati sempre di più, per ragioni sempre nuove: la sua morte prematura ci ha privati di un vero intellettuale, di quelli che sono capaci di analizzare lucidamente la propria epoca e di cogliere in nuce le caratteristiche di quella successiva.

Leggendo queste pagine si compie un lunghissimo viaggio sulle ali di carta della letteratura, forse più sicure del secchio su cui viaggia l’omonimo cavaliere kafkiano, per non parlare della palla di cannone del barone di Münchhausen. Non troviamo citati soltanto i capolavori della letteratura e i “grandi libri” di ogni epoca (Lucrezio, Dante, Boccaccio, Cervantes, Ariosto etc.): ci sono anche i racconti, anche quelli più brevi, che affascinavano Calvino (da Perrault a Kafka agli scrittori ispano-americani); c’è la saggistica anche recente che testimonia l’attenzione di Calvino al dibattito culturale coevo; ci sono la poesia (Montale), il teatro (Shakespeare), il testo scientifico (Galilei, Zellini, Hofstadter), la diaristica (Petrarca, Valéry), la riflessione filosofica (l’amatissimo Leopardi), perfino il Codice Atlantico leonardesco.

Opere e autori sono interconnessi in una sorta di web letterario e Calvino stimola il lettore a trovare nuove e stimolanti correlazioni che permettano di apprezzare meglio un libro nel contesto culturale in cui è nato e di isolare appunto gli elementi portanti della vera letteratura, da imitare e sviluppare autonomamente. Il balzo dell’epicureo Guido Cavalcanti sopra una tomba ci rivela la leggerezza del suo pensiero filosofico, gli exempla che Dante descrive nel Purgatorio sono gli antesignani della civiltà dell’immagine odierna, la stringatezza delle antiche fiabe apre le porte a una concezione elastica della temporalità, il fallimentare scientismo di Bouvard e Pécuchet lacera la compiutezza del sapere antico e inaugura la stagione delle grandi opere novecentesche, aperte all’infinita molteplicità dell’essere umano, e così via. Calvino è consapevole che ogni valore che lui sceglie ha anche un opposto che non va ovviamente escluso: anzi, forse è proprio sottolineando la necessità della leggerezza (o della rapidità) che valutiamo correttamente l’importanza della gravità (o della lentezza). Sembra quasi che Calvino, come Colombo, voglia “buscar il levante per il ponente”!

Mi ha sempre colpito l’interesse di Calvino per i progressi tecnico-scientifici e non solo nelle Cosmicomiche: anche in queste lezioni non perde occasione per confrontare scienza e letteratura, cercando punti di contatto e analogie metodologiche e contenutistiche. Dice Calvino che se talvolta la letteratura non basta ad assicurare solidità alle sue visioni, egli si rivolge alla scienza per scoprire “stili e forme che possono cambiare la nostra immagine del mondo” (p. 12). Un ruolo importante viene riconosciuto alla cosmologia e all’astronomia, perché permettono di spaziare nell’infinito, e all’informatica per le sue connessioni con l’ars combinatoria (Lullo, Leibniz, Queneau…), con la linguistica e con la teoria della comunicazione. Ma Calvino non dimentica nemmeno la tecnologia: vedi, nella lezione sulla rapidità, la frenetica corsa del postale inglese raccontata da de Quincey – che, potenza delle connessioni, mi ha fatto tornare in mente la disavventura subita dal povero Horace Greeley e narrata da Mark Twain (In cerca di guai).

Stilisticamente non si potrebbe trovare, fra gli scrittori italiani, una prosa più levigata e nel contempo più solida di quella del nostro (forse Pontiggia ci si avvicina): le pagine sono densissime di citazioni, riferimenti, rimandi, impressioni e suggerimenti, eppure risultano al tempo stesso incredibilmente lievi, senza la minima sbavatura. Impossibile trovare una parola o un termine fuori posto. Se le guardiamo globalmente, sembra proprio che esprimano nella forma come nella sostanza l’importanza delle cinque parole che Calvino ha scelto: le sue lezioni sono infatti leggere, sintetiche, ricche di esempi eterogenei e di immagini nitide e suggestive, esatte nella loro analisi. Difficile dire qual è più bella. Forse, per i miei interessi e per le mie inclinazioni letterarie, sceglierei la lezione sull’esattezza, una qualità che penso sia la meno scontata fra tutte quelle proposte. Ma è solo prima inter pares, per così dire.

Non è facile sfuggire alla tentazione di considerare questo piccolo libro come una sorta di testamento dello scrittore, anche perché Calvino non esita a raccontarci la sua idea di letteratura, il suo impegno a realizzarla e anche le sue difficoltà, come pure l’insoddisfazione per non essere sempre riuscito (almeno a suo dire) a consegnare al lettore il libro che avrebbe voluto. Quando parla delle sue opere adotta una modestia critica che penso non abbia eguali tra gli scrittori nostrani: si avverte benissimo l’enorme attenzione posta nel costruire trame e veicolare le idee attraverso gli espedienti letterari più efficaci. Si veda, ad esempio, la discussione della tensione fra la razionalità geometrizzante e l’intricata complessità delle umane passioni esemplificata nel brano citato dal calviniano Le città invisibili, nella lezione sull’esattezza (pp. 80-82). Oppure quando ci dice (immagino con un sorriso pensoso) che preferisce scrivere anziché parlare, perché la parola scritta può essere più facilmente sottoposta a revisione per eliminare l’insoddisfazione che invece caratterizza quella parlata (p. 66).

Le lezioni sono e resteranno per lungo tempo attualissime. Lo sono effettivamente oggi, a trent’anni di distanza. Per capirlo bastano due citazioni. A p. 52 Calvino nota che per ridurre il rischio di un omogeneizzazione della comunicazione per effetto dei nuovi media globali (e ancora non aveva visto Internet!), la letteratura può costituire un salutare farmaco in quanto “è la comunicazione tra ciò che è diverso in quanto è diverso, non ottundendone bensì esaltandone la differenza, secondo la vocazione propria del linguaggio scritto”. In un altro passo lamenta “la perdita di forza conoscitiva e di immediatezza” del linguaggio odierno, che tende a diluirsi, a smorzarsi, “a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze”. Di chi la colpa? Più che un responsabile, Calvino cerca una cura e pensa di averla trovata nella letteratura, che fornirà gli anticorpi necessari a combattere “la peste del linguaggio” (pp. 66-67).

Oltre a farmi capire meglio alcuni elementi caratterizzanti di alcuni fra i miei autori preferiti, come Gadda o Borges (i motivi per apprezzare lo scrittore argentino non si potevano esprimere meglio, pp. 129-30), Calvino mi ha anche comunicato una terribile curiosità per quei capolavori che non ho ancora letto, primo fra tutti L'uomo senza qualità (ma anche Balzac e Perec). Per orientarmi un poco ho deciso di compilare una listopia con i testi citati in questo libro. Spero che faccia comodo anche ad altri lettori.

Ringrazio anche gli altri partecipanti al GdL Saggistica del primo bimestre 2015 del Gruppo GRI.

Consigliato a chi voglia diventare uno scrittore.

Sconsigliato ai lettori distratti.
April 26,2025
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Lezioni americane: sei proposte per il prossimo millennio = Six Memos for the Next Millennium, Italo Calvino

Six Memos for the Next Millennium is a book based on a series of lectures written by Italo Calvino for the Charles Eliot Norton Lectures at Harvard, but never delivered as Calvino died before leaving Italy.

The lectures were originally written in Italian and translated by Patrick Creagh. The lectures were to be given in the fall of 1985, and Memos was published in 1988. The memos are lectures on the values of literature that Calvino felt were important for the coming millennium. At the time of his death Calvino had finished all but the last lecture.

The Memos: The values which Calvino highlights are: 1 - Lightness; 2 - Quickness; 3 - Exactitude; 4 - Visibility; 5 - Multiplicity; All that is known of the sixth lecture is that it was to be on consistency.

تاریخ نخستین خوانش: روز بیست و پنجم ماه آوریل سال 2009 میلادی

عنوان: شش یادداشت برای هزاره ی بعدی؛ نویسنده: ایتالو کالوینو؛ مترجم لیلی گلستان؛ تهران، ماهی، 1387؛ در 160ص؛ شابک 9789642090139؛ چاپ دیگر: تهران، نشر مرکز، 1394؛ در شش و 140ص؛ شابک 9789642132683؛ موضوع تاریخ و نقد ادبیات از نویسندگان ایتالیائی - سده 20م

عناوین یادداشتها: سبکی، سرعت، دقت، وضوح، چندگانگی، و ششمین گفتار «سازگاری» نام داشته، «ایتالو کالوینو» گویا یادداشتها را برای ایراد سخنرانی در دانشگاه «هاروارد» آماده کرده بودند، اما درست شب پیش از پرواز برای سخنرانی، بر اثر سكته از درب این دنیا بگذشتند

تاریخ بهنگام رسانی 13/05/1399هجری خورشیدی؛ ا. شربیانی
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