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Che bellissima immagine che Calvino rappresenta nel cercare di descrivere la leggerezza (ma che accompagna tutte e sei le lezioni). Lui nel suo studio, che immagino disordinato e con lo scrittore che da le spalle a una libreria foltissima. Si alza e tutt’a un tratto la libreria è la sua biblioteca, cerca i volumi da cui trarre gli esempi un po’ come se cercasse le parole in un dizionario. Un processo che non mi è sconosciuto, se penso a quel momento di puro istinto che mi prendo quando finisco un libro e mi lascio attrarre dai titoli mai letti sulla mia, di libreria.
Dio, quanto avrei voluto essere una mosca a quelle lezioni per poter vedere la faccia degli studenti di Harvard quando C. fa un paragone tra Dante, Cavalcanti, Guinizzelli per poi parlare di Gadda, Svevo, Leopardi, Boccaccio.
Dio, quanto avrei voluto essere una mosca a quelle lezioni per poter vedere la faccia degli studenti di Harvard quando C. fa un paragone tra Dante, Cavalcanti, Guinizzelli per poi parlare di Gadda, Svevo, Leopardi, Boccaccio.