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April 26,2025
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Book blurb: Twenty Years After (1845), the sequel to The Three Musketeers, is a supreme creation of suspense and heroic adventure.

'At this game, whoever does not kill is killed.'

As usual I'm struggling with how to best review this book. This always happens to me when I love a book as I'm filled with emotions that I don't have the skills to convey.

It's fantastic. See what I mean? What do I say next? OK here goes. In this installment we pick up 20 years after the events at the end of The Three Musketeers. The quartet is back in action, and are once more called onto the world stage to protect, defend, and make their fortunes. Civil war is in the French winds, while across the sea in England Cromwell threatens to send Charles I to the scaffold. The Musketeers find themselves split along political and geographical lines, and might very well be called upon to kill each other!

The writing is marvelous, the plot impeccably paced, the dialog fun, and in this installment, Dumas wonderfully fleshes out these characters so that I was totally engaged with their travails. For students of history, what happens to the real world characters is not a surprise, but getting to that point is where all the drama and fun is. I do have a quibble with how the women are portrayed, especially Anne of Austria, but this was originally published in 1845 and is still a wonderful read today, albeit not a particularly feminist one. Was I the only one who missed Milady?

I listened to the audiobook which is superbly narrated by Frederick Davidson, and I look forward to the rest of the books in this series. Bravo Dumas!
April 26,2025
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I can only say: "The Three Musketeers - 20 Years Later" has also impressed me and is a successful sequel to the first part. The story is still fascinating and full of adventure. I was particularly impressed by the loyal friendship between d'Artagnan and his fellow musketeers. I thought it was really wonderful to see how the relationships have developed over the years and how they stick together despite all the challenges. I especially liked the fact that the characters became more complex, but still kept their charm, humour and courage.
I also found the political moments very interesting. The many intrigues and twists surprised me over and over - and that's what I liked.

All in all, it was a good mix of action, emotion and historical themes.⚔️

4/5 ⭐️
April 26,2025
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If he's not the greatest writer that ever lived, he's in the top five. I've read 3 of his books in the past year and all 3, The Three Musketeers, The Count of Monte Cristo and now, Twenty Years After, are 3 of my favorite of all time (The Count is in my top 3, if not the top). Twenty Years After takes place 20 years after the end of The Three Musketeers. Our 4 heroes are a bit older, but just as heroic, faithful and downright fun to follow!!! Pick this up and I guarantee you won't put it down quickly...
April 26,2025
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4,5/5 ⭐️

~ […] non aveva più la fiducia della giovinezza, e l’esperienza gli aveva fatto comprendere tutta la gravità degli avvenimenti passati. Sapeva cosa fossero la nobiltà dei principi e la maestà dei re, si era abituato a classificare la sua mediocrità dopo i lustri della ricchezza e della nascita.~

Ho amato la scrittura del personaggio di D’Artagnan che a mio parere ha fatto un salto di qualità dal primo libro, i vent’anni passati sono tangibili nella lettura. Ho trovato un po’ più fiacchi gli altri tre ex Moschettieri: forse una scelta per esaltare di più lo spirito eccezionale di D’Artagnan. Rimane comunque bello il carattere ben delineato di ciascuno che messi tutti e quattro insieme formano un quadro di azione inarrestabile. La maturità si fa comunque sentire in ognuno e talvolta le scelte che prendono portano verso strade diverse tanto da farli dubitare l’uno dell’altro. L’amicizia però vince sempre.
Ottimo l’intreccio storico più presente rispetto al primo libro e perfetto il contesto storico scelto in cui far muovere i personaggi vecchi e nuovi. Sempre esaltanti i colpi di scena, le scene di suspance, gli “ester egg” in cui compaiono personaggi già noti sotto un’altra veste.

«In verità, voi siete uomini meravigliosi!», disse il re. «E se mi avessero raccontato simili cose, non vi avrei creduto».
April 26,2025
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Seguito delle avventure de "I tre moschettieri" ambientato -come suggerisce sottilmente il titolo- vent'anni dopo, questo romanzo mi ha riportato nella narrazione leggera e divertente di Dumas, tra duelli fisici e di strategia, scene degne di Beautiful (non ho ancora metabolizzato la storia del concepimento di Raoul) e un numero incalcolabile, per mera pigrizia della scrivente, di refusi che hanno reso l'edizione Rizzoli la nemesi per più di una settimana.
Molto è cambiato in Francia da quando i nostri eroi baccagliavano un giorno sì e l'altro pure con il cardinale Richelieu: d'Artagnan è l'unico rimasto all'interno del corpo dei moschettieri, ancora in attesa che la riconoscenza di Anna d'Austria gli permetta di far carriera; proprio con questa speranza, l'uomo viene avvicinato dal nuovo ministro, l'italiano Mazarino, che gli promette il titolo di capitano in cambio del suo aiuto. Per buona parte del romanzo vediamo infatti la Corte del giovanissimo Luigi XIV contrapposta al movimento della Fronda, composto da popolani, borghesi e nobili riuniti dal disprezzo verso il cardinale e le sue tasse sempre più gravose.

Nella prima parte del libro seguiamo d'Artagnan impegnato nella ricerca e nel (tentato) reclutamento dei suoi vecchi amici, persi di vista con il passare degli anni; nella seconda ci si focalizza principalmente su una missione in Inghilterra, dove le forze di Carlo I e i ribelli al seguito di Oliver Cromwell si danno battaglia.
Mi è impossibile non fare un confronto tra questo e il primo libro, soprattutto perché ci sono tanti elementi in comune come lo stile, il genere e gli stessi personaggi, principali e secondari, che ritornano in scena. Seppure il voto assegnato ai due volumi sia alla fine lo stesso, i punti a favore e contro sono quasi opposti: "Vent'anni dopo" è caratterizzato infatti da una omogeneità della trama del tutto assente nel precedente titolo. Anche qui abbiamo tante avventure, provocate dagli ostacoli che i personaggi si trovano a dover affrontare, ma la narrazione segue un intreccio generale strutturato con più cura, come si evince anche dalla presenza di alcuni ottimi colpi di scena. Per contro i personaggi, in particolare gli antagonisti che ritenevo il punto di forza dell'altro volume, qui si dimostrano notevolmente più deboli tanto che il testo stesso ci dice chiaramente come Mazarino non sia all'altezza di Richelieu o Mordaunt a quella di Milady.
È anche vero che altri personaggi guadagnano molto da questo salto in avanti nel tempo, in special modo d'Artagnan che perde in parte la sua strafottenza giovanile per sfoderare un'attitudine molto più razionale; di conseguenza, leggere dei piani da lui ideati risulta una delle parti più godibili del testo. Per apprezzare davvero i quattro protagonisti credo sia però necessario liberarsi dell'ideale comune nato nel tempo attorno alla figura dei moschettieri: dopo tanti adattamenti sul grande e il piccolo schermo i personaggi di Dumas si sono ridotti a degli stereotipati cavalieri pronti a difendere i deboli e lottare contro gli oppressori; chi si approccia all'opera cartacea potrebbe essere alquanto confuso trovandosi di fronte dei caratteri molto più sfaccettati e non sempre votati al bene incondizionato. A parte Athos che è un santo, o un semidio nel caso chiedeste a d'Artagnan.

Ebbene, se le storie vi piacciono e vi affascinano ancora, come da bambini, quando al calar della sera attendevate con bramosia il racconto delle gesta dei vostri eroi e degli intrighi dei malvagi nemici… Signori, lasciate che sia Alexandre Dumas il vostro narratore, perché pochi altri potranno tessere con altrettanta maestria gli arazzi che riempiono le segrete stanze dell’immaginario.

“Vent’anni dopo” è un racconto di una prodigiosa longevità, che contro ogni diffidente aspettativa, dà fiato alle ceneri di un romanzo affascinante destandone vivaci fiamme che riscaldano i cuori sempre avidi d’avventura.

Carichi d’emozione nel ritrovare i prodi D’Artagnan, Athos, Porthos ed Aramis, il cui commiato ci aveva lasciato una leggera amarezza, torniamo ad immergerci senza possibilità d’appello nelle avvincenti vicende che seguono di vent’anni l’epilogo del fortunatissimo incipit della storia.
Il temibile ed altero Richelieu lascia il rosso talare al gretto Mazarino, la Regina accudisce il piccolo Re Luigi XIV già avvezzo alla maestà che gli è di ruolo, grandi eventi scompigliano le carte sulla tavola che ci si era tanto minuziosamente ordinata: solide amicizie sono messe alla prova da schieramenti per fazioni opposte, vecchi dissidi fanno spazio a sincere amicizie, fantasmi del passato tornano ad aleggiare, radiose albe rischiarano profonde oscurità.

Benché sia la narrazione ad essere sovrana di questo romanzo, costellato di dialoghi e dotato di un ritmo sostenuto, Dumas non è mai superficiale, perciò non mancano alcune brevi riflessioni a inframezzare l’azione di tanto in tanto. “Il mondo esteriore è come collegato da un misterioso filo conduttore alle fibre della memoria, e talvolta le risveglia nostro malgrado; una volta messo in azione, quel filo come il filo d’Arianna, conduce in un labirinto di pensieri dove ci si smarrisce a seguire quell’ombra del passato che si chiama ricordo.”

I personaggi, sia quelli ben noti dall’antecedente capitolo che quelli di nuova conoscenza, sono abbastanza tipizzati e non è nell’interesse principale dell’autore quello di fornire un percorso formativo in cui le figure mutino drasticamente sotto gli effetti dell’evolvere degli eventi. Frequenti e ben curate sono le presentazioni dirette dei caratteri, mentre i Moschettieri, nelle loro condotte così come nei pensieri, tengono fede ai loro ritratti ben delineati fin dal primo romanzo.

Inoltre, pregevole è l’intreccio, fatto di alternanze e incastri che rendono ancor più magnetico il dipanarsi della trama. Lo stile, agile, elegante ed al contempo brioso e vibrante, in pochi sapienti tratti restituisce luci e colori vividi alle forme, alle atmosfere ed agli stati d’animo, come nelle opere dei migliori impressionisti, senza mai sottrarre il tempo né la scena all’azione.

Non senza storcere appena il naso, lungo il testo, si incontra una relativa uniformità di registro linguistico (non nuova) che pare poco naturale al passare dalla bocca di una regina a quella di un carceriere, da quella di un moschettiere a quella di un cardinale, da quella di un nobile a quella di un garzone. A titolo d’esempio, nulla a che vedere con i vertiginosi salti carpiati del collettivo Wu Ming ne “L’armata degli Incredibili”, magistrale nel dar voci diverse ai personaggi in accordo con l’estrazione sociale e non solo. Sorvolando però su questa piccola inezia, che mi azzardo a sottolineare per trovare una pecca ad un lavoro altrimenti fin troppo grandioso, oltre 800 pagine di racconto scorrono sorprendentemente senza alcuna fatica: di questi moschettieri nonostante gli anni trascorsi non se ne ha mai abbastanza!
April 26,2025
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Vento di Fronda

Vent'anni dopo esce a un solo anno di distanza da I tre moschettieri, eppure si presenta come un romanzo molto diverso. Il primo volume della trilogia è un romanzo di cappa e spada allo stato puro, il migliore che sia mai stato scritto. La storia naturalmente è presente, il racconto ne è imbevuto, ma il fulcro sono le avventure, le disavventure e le divertentissime spacconate di un gruppo di quattro amici impegnati a cercare la propria strada nel mondo e a spassarsela il più possibile nel frattempo. L'aspetto più curato e riuscito del romanzo non è tanto la resa dello sfondo storico, quanto il rapporto tra Athos, Porthos, Aramis e D'Artagnan: farebbero tutto l'uno per l'altro, anche a scapito di se stessi, e questa è l'incarnazione più pura, assoluta e perfetta dell'amicizia.
Vent'anni dopo appare al confronto un'opera più profonda e matura, meditata con cura, perfettamente articolata e gestita in ogni sua parte. Nei Tre moschettieri c'è, di tanto in tanto, una fase di stallo della narrazione o si salta un po' bruscamente da una parte all'altra. A volte si ha la sensazione che l'autore e le altre mani che lavorano alla storia facciano un po' fatica a mantenere ben salde le redini del suo svolgimento. Inoltre le continue buffonate dei protagonisti dopo un po' diventano eccessive, sebbene alcune siano assolutamente geniali.
In Vent'anni dopo questi problemi scompaiono. Il racconto e l'azione, la tensione e le pause, l'avventura e la Storia sono bilanciate tra loro con l'elegante equilibrio che solo un grande maestro della scrittura è in grado di raggiungere. Lo sfondo storico è così vivido e ricco di dettagli da sembrare un arazzo fiammingo e si intreccia con armonia a ciò che invece è frutto dell'invenzione di Dumas. Le pagine iniziali descrivono il clima della Fronda molto meglio di qualsiasi libro di storia. Soprattutto si tocca con mano il cambiamento tra l'epoca di Richelieu e quella di Mazzarino: ora l'atmosfera è cupa e fitta di malcontento, il braccio della repressione contiene a stento la rabbia del popolo, la politica si è ridotta a intrighi, corruzione e passaggi di denaro e non c'è più spazio per l'azione eroica che invece fioriva sotto Richelieu.

«Un vento di Fronda
S’è levato questo mattino
E infuria come un’onda
Contro il Mazzarino
Un vento di Fronda
S’è levato questo mattino».

Il viscido, ipocrita Mazzarino, che ricorda un po' l'Azzeccagarbugli di Manzoni, è ben rappresentato quanto i quattro protagonisti, ora cambiati e invecchiati e guidati da esigenze diverse rispetto al passato, quando l'unico obiettivo era racimolare qualche moneta per l'equipaggiamento o scroccare un pranzo gratis. Dumas riesce però a mantenere intatto il nucleo più profondo di ciascuno di loro: la spontaneità genuina di Porthos, l'eleganza snob di Aramis, lo slancio leonino di D'Artagnan, l'aristocratica purezza di Athos. È soprattutto su quest'ultimo che in particolare vale la pena di soffermarsi: in queste pagine infatti Athos si libera della cupezza che lo ingabbiava nei Tre moschettieri e tutta la bellezza e la nobiltà della sua anima splendono al massimo della luce. Non è per se stesso che compie una simile evoluzione, però. Lo fa per suo figlio, il suo piccolo Raoul, per dargli l'esempio migliore possibile e fare di lui l'uomo migliore possibile. La tenerezza dell'affetto che li unisce è così profonda da essere commovente. In questo romanzo Raoul appare piuttosto spesso, sebbene non sia uno dei protagonisti, ma si può già affermare con certezza che il progetto di Athos è riuscito: il quindicenne Raoul, con tutta la sua dolcezza, l'ingenuità, l'entusiasmo e la rettitudine, fa innamorare subito di sé. Insomma, fa venire una gran voglia di tuffarsi subito nel Visconte di Bragelonne.
April 26,2025
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Vinte anos se passaram desde o triunfo d’ Os Mosqueteiros sobre o Cardeal Richelieu e Milady.
O tempo foi enfraquecendo as suas lealdades e a determinação pela qual eram conhecidos, mas as traições e estratégias continuam a clamar por justiça: a França está às portas de uma guerra civil, enquanto que em Inglaterra Cromwell ameaça mandar Carlos I para a forca. A juntar a isto tudo há ainda que lidar com aquele que é a face do mal, o filho de Milady.

A trama em si é bastante complicada, cheia de gente desleal a fazer coisas desonestas. Mas o rei dos vilões é Mordaunt; filho de Milady e decidido a vingar-se pela sua morte. Isto, claro, coloca-o em rota de colisão com os nossos quatro amigos, e a luta é feroz. Ele mais malvado e solitário do que a sua vil mãe.

Um grande romance de capa e espada e que não fica nada atrás d’ Os Mosqueteiros.

**********n  Um por todos, e todos por um.n **********
April 26,2025
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Libro letto molti anni fa, di cui avevo un ricordo pressoché nullo, se non che rispetto al primo mi sembrava molto più "molle". Niente di più sbagliato, probabilmente l'avevo letto in un momento sbagliato, o non avevo ancora l'età giusta per apprezzare questi protagonisti più maturi, ma sempre avventurosi e scaltri, a 40 come a 20 anni. Dumas ci sa davvero fare, con le parole e con le storie, riuscendo a tenerti incollato alle pagine per ore senza stancarti. Già non vedo l'ora di proseguire con l'ultimo capitolo della saga, questo totalmente nuovo per me.
April 26,2025
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Che dire ho ritrovato quella adrenalina che mi era piaciuta ne I tre moschettieri. Devo dire che ti tiene incollato nonostante la mole e che mi è sembrato di ritrovare davvero dei vecchi amici con cui avevo perso i contatti ma a cui volevo un gran bene! Lo ammetto, libro permeato di "bene che vince sul male", "l'amicizia è la cosa più bella del mondo" "solidarietà a go-go"...però...che vi devo dire....ogni tanto c'è bisogno anche di quello!
April 26,2025
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The second and unfortunately often neglected story in the d'Artagnon cycle from Dumas is 20 Year Later. This takes place during the regency of Louis XIV (when the king is too young to take the throne - and here Louis is 5 when Louis XIII dies in 1643 and Richelieu rules in place of Queen Anne until Louis takes over in 1661) and with the background of Le Fronde (a failed coup d'état that haunted Louis XIV all his life and was one of the reasons for his paranoia and his concentration of power in the palace of Versailles). Against this backdrop, our four heroes who are split over political differences and alliances have to eventually come together and save the kingdom. It is a far more mature book than Three Musketeers and the character studies are absolutely stupendous. From being little more than cardboard cutouts, Dumas breathes life and realism and ambition and spirit into d'Artagnon, Porthos, Athos and Aramis and they become - for me - his most unforgettable characters (and some of the best ones ever in French literature IMHO). A must read.
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