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April 25,2025
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Il grande capolavoro di Huxley, Il mondo nuovo affronta il difficile tema della mutazione genetica, degli strumenti di distrazione di massa e del profondo significato della vita.
In una società futuristica proiettata al mero profitto, dove ogni aspetto della vita viene pianificato al razionalismo produttivistico e il piacere materiale diventa uno strumento di oppressione non può esserci spazio per i sentimenti e l'espressione individuale.
Le cose si complicano quando un ragazzo, un indigeno, un Selvaggio, si ritrova suo malgrado a osservare questa società e a individuarne immediatamente il terribile, doloroso limite.
Ritorno al mondo nuovo è, invece, una raccolta di saggi riguardanti la persuasione subconscia, la libertà e l'espressione individuale.
Certamente una lettura irrinunciabile per tutti coloro che vogliono affinare il proprio senso critico.
April 25,2025
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This was an OK book. First off I enjoyed the futuristic feel of the book even though it was written back in the Thirties. The idea of humans being mass produced is pretty wild. The thing that I didn't like about it was the dryness of the book. I did not see a plot buildup nor a very "high" climax in the plot. In some sections the book is really dense and I would have to use Sparknotes on it to try and decipher its meaning. In some other cases it was a good read that I could follow. I am the type of person that if I feel like reading a book, I would want to just sit down and read it. I dont want to use my brain to try and get a small message out of it, but that's just me. The book has a lot of input on politics. I am not into politics so this book was sort of a bust for me. The characters in the book were probably more interesting than the actual book. You have a sex addict (Lenina), a socially awkward penquin (Bernard), a noob (John), and a hypocrite (The Dirsctor). I dont regret reading this book, but I wish that it was a little more entertaining and less prophetic.
April 25,2025
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Ufff!!! Ciężka lektura i naprawdę dołująca.
Wbrew pozorom, nie jest to kontynuacja losów bohaterów "Nowego wspaniałego świata". Jest to esej na temat tego, co zmieniło się do roku 1958, czyli po 27 latach od napisania powieści. A rzeczywistość, którą obserwuje autor, nie daje nadziei.
Choć książka niezbyt obszerna, to jednak porusza mnóstwo tematów i ciężko jest ją streścić. Warto zagłębić się w rozważania autora. Pisze on np. o eugenice i dysgenice. Z tym drugim terminem spotkałam się po raz pierwszy. Jest to po prostu przeciwieństwo eugeniki. Jak działa w praktyce? A tak, że jeśli pozwalamy rodzić się i rozmnażać osobom, które bez interwencji człowieka zostałyby naturalnie wyeliminowane, to w efekcie tworzy się społeczeństwo słabe, ułomne, mniej inteligentne i mniej sprawne fizycznie. Patrząc na to racjonalnie i porównując ze światem zwierząt, pewnie tak jest. Ale jeśli się weźmie pod uwagę choćby własne doświadczenia, to już widzimy problem z innej strony. Mój syn urodził się w wyniku cięcia cesarskiego. Gdyby nie taka możliwość medycyny, pewnie nie byłoby na tym świecie ani mnie, ani jego.
Autor wydaje się być przerażony zwiększającą się liczbą ludzi na świecie i pisze, że należy podjąć środki, aby temu zapobiec. Porusza też inne, drażliwe tematy, jak konflikty między władzą a ludem, dostosowaniu się jednostek do ogółu, rola mediów w manipulowaniu społeczeństwem, o tym, że intelektualiści są niewygodni dla władzy, o praniu mózgu, o tym, jak silne emocje mogą być wykorzystane do trwałej zmiany poglądów człowieka. W wielu miejscach nawiązuje do "Roku 1984" Orwella. Jedno ze stwierdzeń szczególnie utkwiło mi w pamięci: aby ograniczyć populację należy zastosować środki takie jak głód, epidemia, wojna i antykoncepcja (w tym ukryta, np. środkami chemicznymi)...
O ile "Nowy, wspaniały świat" może wydawać się dość nudny, to przy lekturze tej swoistej recenzji, napisanej przez samego autora po latach, wielu czytelnikom krew się zagotuje.
April 25,2025
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Due libri in uno, uno la conseguenza dell'altro e al tempo stesso assai diversi.
Scritto nel 1931, "il mondo nuovo" è con "noi" e "1984" la santa trinità del romanzo distopico, ma che differenza con i due colleghi: qui l'oppressione passa attraverso la continua costruzione di bisogni, con l'umanità pacificata a botte di droghe (il mitologico soma, sorta di prozac - o mdma? - all'ennesima potenza), manipolazione genetica, propaganda diffusa sin dalla più tenera età in via ipnotica, intrattenimenti sempre più sofisticati e una versione distorta del sesso libero, il tutto in nome della pace sociale e della produzione continua.
Se gli altri due romanzi vivevano ancora all'ombra delle figure di Hitler e Stalin, qui Huxley guarda decisamente più lontano, e non è casuale che più di vent'anni dopo si sia ritrovato a riflettere su quali delle sue invenzioni siano divenute realtà: nel 1958 infatti "ritorno al mondo nuovo" l'autore sceglie di scrivere un saggio sul mondo attuale alla luce del suo vecchio romanzo.
Riflessioni di un liberale vecchia scuola contro un mondo che vedeva pericolosamente lanciato verso l'autoritarismo poteva suonare allarmato all'epoca, superato nei decenni successivi (quando la società, per lo meno in occidente, sembrava più consapevole) e tremendamente attuale oggi: se lo reintitolassero "Huxley contro il populismo" e lo sfoltissero di qualche passaggio superato dagli eventi potrebbe ancora essere d'interesse per molti...
April 25,2025
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Un classico della distopia, e che classico!
Impossibile da poggiare durante le cinquanta pagine iniziali, quando Huxley presenta la Londra Fordiana senza preoccuparsi di spiegare ogni singolo dettaglio: il lettore potrà dare un senso alle note stonate con il procedere della trama, attraverso l'incessante martello linguistico delle massime ipnopediche che regolano la società distopica. Come i protagonisti le imparano durante i propri sonni, così il lettore le assorbe pagina dopo pagina, si immerge nell'orizzonte narrativo, tanto da non accorgersi - magari - che il nome di John si annulla nella sua definizione di "Selvaggio".
Inaspettato in alcuni suoi sviluppi e sempre godibile, "Il mondo nuovo" svela sul finale il principio fondamentale che lo guida, e che si lasciava intuire già prima: "Dio in cassaforte e Ford negli scaffali!".
April 25,2025
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Il mondo nuovo è insieme a 1984 e a Noi di Zamjatin uno dei grandi romanzi distopici del '900. Aldous Huxley è un grande intellettuale che proviene da una famiglia di intellettuali, accademico, filosofo, investigatore lisergico, musicologo, romanziere... Non c'è ambito del sapere che questo autore non abbia toccato. Mente curiosa e vivace ci consegna con quest'opera un grande romanzo e una seria riflessione sociologica in un'epoca in cui il concetto di distopia ancora non esisteva. Il romanzo ci trasporta in un Mondo Nuovo, per l'appunto. Un mondo fondato sulla stabilità sociale, sul controllo delle nascite e delle morti. Un mondo ordinato, classificato in rigide gerarchie predisposte dal "travaso" (la nascita è considerata pratica oscena ed obsoleta), un mondo nel quale ogni individuo è costruito in modo tale da essere soddisfatto di ciò che è, in cui il desiderio è visto come fonte di possibile instabilità sociale. Voglio ciò che sono quindi non devo combattere per avere di più. Grazie ad un'attenta programmazione e all'uso costante di droghe. Le leggi della forma romanzo impongono anche la presenza di "selvaggi" contenuti dentro riserve assolutamente separate, ovvero individui dediti ancora a pratiche antisociali come la riproduzione vivipara, la monogamia, il culto di dei. L'incontro tra le diverse culture porterà il lettore e i personaggi alla riflessione su un possibile modello sociale.
Il romanzo è oggi più attuale che mai. La de-personalizzazione, la sovrappopolazione, il concetto di una società che concede ai propri membri tutti quegli svaghi che sono funzionali al mantenimento di un ordine... Sono aspetti assolutamente presenti nella nostra quotidianità, ma ancora non presenti nel tempo in cui il romanzo fu scritto. Questo ci dà la misura di quanto il pensiero di Huxley fosse a fuoco e lungimirante.
Non entrerò nel merito della questione non avendo gli strumenti intellettuali necessari. Vorrei però, per un attimo, abbandonare l'impulso manicheo che ci fa etichettare subito come "sbagliato" un mondo come quello ideato da Huxley. Mi viene in mente una famosa citazione da "Il terzo uomo": In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassini, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù.
La grandezza dell'uomo (per come la pensiamo noi) è frutto del disequilibrio, della violenza, della sopraffazione. Questo è giusto? Siamo sicuri che sia il tipo di vita che desideriamo? Perché l'uomo deve essere necessariamente imprevedibile e creativo? Perché deve tendere ad un fine ultimo? Perché è l'essere eletto da dio? La violenza e la sopraffazione sono leggi di natura, strumenti per la sopravvivenza della specie. E se non fossero più necessari?
Nel romanzo il vecchio soccombe, il nuovo sopravvive. Ma Huxley non ci da lezioni, non ci imbocca una verità predigerita. Si limita a fare un esperimento mentale. Ci offre un mondo nuovo, possibile (o probabile) e ci chiede di immaginarlo, di valutarlo, di prenderlo in considerazione, di metterci in discussione, mette sulla bilancia Shakespeare e Ford e ci lascia liberi di pesarli usando il nostro metro di giudizio. E in fin dei conti questo è tutto ciò che si può chiedere ad un'opera letteraria.
Voto:8
April 25,2025
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Questa recensione sarà puramente soggettiva perché non mi sento in grado di farne una oggettiva.
Questo libro credo sia il miglior distopico che abbia mai letto. La trama è piuttosto semplice, ma è ampiamente compensata dal futuro immaginato da Huxley: complesso ma mai incomprensibile, ha molteplici e infiniti livelli di lettura, niente è scontato e tutto ha un senso, una logica quasi inquietante da quanto è verosimile. Personalmente, ho apprezzato moltissimo la riflessione sulla libertà che questa storia riporta: mai banale, unisce sapientemente le varie correnti filosofiche al progresso dell'umanità (fittizio e non). Non smetterò mai di stupirmi di quanto sia attuale un libro scritto nel 1931.
April 25,2025
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I ran across a website that had some free books hosted online (legally) when I was bored, and saw Brave New World, so I decided to give it a try.

I read about half of it on my computer and then decided that it was absolutely worth going out and buying it.

There were some times where I found myself mixing up some of the characters- but I think a lot of that comes from starting it at 3am. I didn't find that it detracted from the story though, because the plot was straightforward enough that you could kind of sort things out after the fact. But really, that's the only reason I didn't give it 5 stars. I'm willing to bet that it was probbly due to being sleepless- but still, looking back- it seems as though it was just too easy to confuse the characters while reading. (but again- easy enough to sort out after the fact)




Some books just pop up at the right time. I mean, in a societal sense, it's a great time to revist the message of Brave New World, but even on a personal level- I found myself really challenged by some of the ideas examined by Huxley.

Is an easy path- the path of least resistence, really worth the benefits of hard work that you're giving up along the way? I've been presented with some decisions that are based solely on that exact thought- so hitting these ideas in the book, granted at an exaggerated level, but still- it's been a really good reminder.


I watched Gattaca in my 9th grade Biology class, and I've been somewhat interested in these strange utopian societies ever since...and I've got to say- Huxley's Brave New World only amped up that interest! It's disturbingly creepy, tragic, and absolutely fascinating all at once!


Passion is worth the struggle and the pain. Pain and passion go hand in hand.
April 25,2025
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Won't be reading Brave New World Revisited, as I've heard it's a waste of time. Great book overall.
April 25,2025
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La storia in sé e per sé non è niente di che. Anzi, come scrittura sopratutto nei primi capitoli non mi è piaciuta per niente.
Troppo caotica e confusionaria.
Quando poi, finalmente, comincia a comparire un minimo di trama le cose migliorano, ma mai oltre un certo livello.

No, a livello di storia non mi è piaciuto.

In compenso ci sono le idee che stanno dietro al libro. Idee partorite negli anni trenta, e sulle quali Huxley ha tirato un bel fermino una ventina di anni dopo, quando ha tirato fuori Ritorno al Mondo Nuovo.
Che non è un romanzo, non è il seguito di Mondo Nuovo, ma è una lunga riflessione dell'autore che analizza la società dispotica che aveva immaginato nel suo libro, notando con preoccupazione i suoi semi già nel mondo in cui viveva lui.

Ora, non ho apprezzato troppo l'intera riflessione -troppo basata sulla psicologia, per la quale ho sempre avuto una sana dose di avversione... al limite a volte mi faceva pensare al dr. Bishop di Fringe, per certi esperimenti o certi risultati attesi- e diverse delle sue previsioni si sono fortunatamente rivelate errate.

Ma.

Ma siamo sicuri che siano state errate?
Il mondo distopico di Huxley vede gli esseri umani generati in laboratorio, selezionati e processati adeguatamente: condizioni migliori per chi diventerà un Alfa e si occuperà delle mansioni più importanti e influenti, venendo così dotato di intelligenza e di una minima parte di individualità; mentre gli Epsilon sono ridotti a uno stato quasi bestiale, con un'intelligenza poco più che animale, con doti fisiche adatte al lavoro che faranno, prodotti in serie da pochi embrioni.
E dopo la nascita, per anni subiscono indottrinamenti a forza di messaggi subliminali, frasi ripetute mentre dormono, esperimenti atti a fargli amare o odiare determinati oggetti, colori, suoni. Vengono portati ad amare la vita che faranno, a biasimare la vita delle altre caste, a non desiderare altro che ciò che hanno, ciò che sono.

E per tenerli completamente sotto controllo, ecco il panem et circensem. Il cinema odoroso, il soma per evadere grazie alle droghe quando qualche strana emozione minaccia di minare l'equilibrio mentale dell'individuo, il sesso sempre e comunque dato che tutto è di tutti, e non sono ammesse relazioni permanenti che possano portare a emozioni intense e durature. Non sono proprio concepite.

Ecco, visto come funziona quella società, a dirla tutta non penso si possa dire "cavolate, pensava stesse arrivando già nel '50 e invece niente". A ben pensarci, potrebbe già essere stata realizzata e noi viviamo al suo interno, inconsapevoli, indottrinati a pensare ciò che stiamo pensando.
Un po' come quando ci si ferma a pensare a cose come "posso affermare di non essere in Matrix?", "posso affermare di non stare sognando?", "posso affermare di non essere solo il sogno di un'altra persona". Trip mentali dai quali non si esce.

Un libro che vale la pena di leggere non per la storia ma per il messaggio.
La dittatura distopica non è solo quella paventata da Orwell, con il Grande Fratello che tutto osserva, pronto a punire, o la sua evoluzione londinese di Dita, Occhi e Orecchie in V for Vendetta... una dittatura chiara, lampante, che prospera terrorizzando ma che così facendo lascia spazio a ribellioni.
C'è un altro tipo di possibile dittatura. Una invisibile, una che plagia le menti. Una dittatura non violenta, che promette di fare il bene delle persone, di farle stare meglio, di accudirle. Basta dargli un po' della tua libertà... un po' del tuo libero arbitrio... fin quando non ti ritrovi incatenato alla dittatura. E felice di esserlo, senza pensieri, senza preoccupazioni, senza libertà.

Francamente temo più il secondo tipo che il primo. Il primo bene o male collasserà sempre su se stesso, il secondo invece sarà già difficilissimo che venga smascherato.
Tanto è vero che potremmo già essere sotto un tale regime e nemmeno esserne consapevoli.



Quando un uccello impara a ingozzarsi a sufficienza senz'essere costretto a usare le ali, rinuncia al privilegio del volo e sene resta a terra, in eterno
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