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April 25,2025
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Libertà prossima ventura

Devo ad Edward Luce l'incontro con la distopia felice di Aldous Huxley, laddove la sua analisi dei nostri tempi di regressione demagogica ed in sostanza autoritaria (modello Trump, Putin, Erdogan o i politici italiani odierni) lo porta ad associarli non al modello esplicitamente repressivo della distopia '1984' di Orwell, ma più al modello di società scientificamente plagiata e pianificata dalla élite al potere ipotizzata ne 'Il mondo nuovo'. Un modello molto più subdolo ed efficace, un modello con cui probabilmente, e più o meno consciamente, già conviviamo.

D'altronde, son tempi in cui il modello di democrazia occidentale partecipativa è profondamente in crisi. Come Huxley accenna nella sua postfazione 'Ritorno al mondo nuovo' e condiviso da Luce, è vero che se il liberalismo fiorisce in prosperità, è nella mancata crescita che declina. Tempi in cui hanno successo tesi che si appellano agli istinti di sopravvivenza del gregge, avvelenato dalla propaganda dogmatica ove le cose sono o bianche o nere. Se i saggi si appellano al lettore singolo e al suo pensiero critico, il demagogo parla alle masse e ne induce il pensiero comune. I nostri tempi.

Come Hitler ieri applicò in modo scientifico e relativamente poco noto, così anche oggi i pubblicitari della ricerca motivazionale e i mercanti della politica non fanno appello alla nostra crescita morale e intellettuale, ma alle nostre debolezze e i candidati vendono sé stessi come fossero dei prodotti. Quando oggi compri un profumo, spesso lo fai perché un messaggio pubblicitario lo associa a concetti nobili come amore, libertà, successo che nulla hanno a che fare col prodotto. Così oggi i nuovi politici si associano a ideali bellissimi, che nulla hanno a che fare con la verità delle cose.

Ora, la funzione principale di una antiutopia o distopia è per lo scrittore quella della diagnosi precoce e dell'avvertimento di fronte alle possibilità nefaste per la nostra evoluzione. Per Huxley, queste possibilità non sono solo proprie di remote ed esotiche dittature. Già nel 1937 in Inghilterra fu creato un istituto per l'analisi della propaganda al fine di preparare gli studenti alla critica, ma furono gli stessi alleati a chiuderlo in prossimità della guerra, perché avevano deciso di approfittare degli stessi metodi propagandistici del nemico. E forse da allora non hanno mai smesso.

Oggi, come Huxley aveva ipotizzato, l'evoluzione della scienza e le tecniche e le tecnologie che ne sono derivate rendono ancora più drammatico e reale questo pericolo e ci stanno conducendo in un mondo in cui una élite non politica, ma economica gestisce lo status quo garantendosi la sopravvivenza. Lasciando i giovani alla tranquillità del loro consumismo, alle loro droghe perfette (ancora migliori delle religioni e dell'alcool di antica data), ai limiti ben circoscritti delle loro possibilità, alla rinuncia dell'autogoverno e della propria evoluzione. Liberi, in un mondo nuovo.
April 25,2025
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Took me a little while longer to read than I was hoping but I really really enjoyed this story and the writing to me was phenomenal. Its also a really interesting thought experiment to me
April 25,2025
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10/10

I struggled with whether I wanted to give this book 4 stars or 5 stars for a solid couple of hours. I think if I were to rate Brave New World on its own, I would probably go with 4 stars. The story is incredibly ambitious and has a lot going for it, but I really think the early chapters drag. I find Bernard to be an almost intolerable character to spend time with, and its not until John is introduced that I really become invested in the world and the story. John is, quite clearly, a twisted sort of stand-in for the reader, and it is through his perspective that I think the themes Huxley is exploring really pop off the page.
What really pushed me to give 5 stars here is the second half of this book, Brave New World Revisited. I can not stress enough how interesting and delightful it was to explore the mind of Huxley and his musings on the current state of the world in the '50s in regards to the totalitarian "utopia" he dreamed up back when Brave New World was originally published. If you have ever read Brave New World or if you ever plan on reading it I cannot stress enough how important I think it is to give Revisited a read through also, as it both enriches the experience of Brave New World as well as providing an incredibly engaging exploration of society and the problems we face.
April 25,2025
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“Tutti sono felici” nel Mondo Nuovo: due miliardi di automi inumani, prodotti e selezionati in laboratorio e condizionati con tecniche subliminali fin dalla nascita, sottoposti alla felice tirannia del benessere. Con l’ausilio di scienza e tecnologia, lo stato mondiale programma ciascuno di essi per un preciso compito da svolgere nella società e, tramite un corollario di divertimenti, distrazioni e droghe, riesce a far sì che nessuno possa prendere coscienza della propria assoluta mancanza di libertà.

Huxley immagina per l’umanità un futuro antiutopico in cui un’élite ristrettissima controlla agevolmente l’intera popolazione mondiale; nessun ricorso alla forza, né violenze né punizioni sono necessarie per sottomettere e mantenere l’ordine in una massa perennemente condizionata e gratificata dalla possibilità di soddisfare qualsiasi desiderio materiale.

Dopo i primi capitoli, nei quali viene illustrato l’inquietante Mondo Nuovo, la vicenda prende corpo. La trama però è piuttosto esile.
Uno dei momenti più riusciti (e il più divertente) è il tentativo di seduzione effettuato da Lenina Crowne nei confronti di John (chiamato “il Selvaggio” perché proveniente da una delle riserve dove vengono segregati i soggetti “difettosi” e quelli nati ancora fuori controllo): è la collisione definitiva, senza speranze di comprensione, tra l’umanità perfetta uscita dalle provette e quella sporca, antica e “vivipara”.
Il passaggio più forzato – e poco plausibile – è costituito dalla lunga dissertazione filosofica tra uno dei dieci governatori del mondo e John (cresciuto senza alcuna istruzione, “il Selvaggio” deve infatti tutta la sua preparazione scolastica alla sola lettura dell’opera completa di Shakespeare, libro trovato per caso nella Riserva messicana).

Ritorno al Mondo Nuovo è una raccolta di saggi scritta ventisei anni dopo l’uscita di Il Mondo Nuovo. Prendendo spunto dai temi contenuti nel romanzo, l’autore analizza l’evoluzione della società avvenuta nel frattempo e quella che si prepara nel futuro.
Sovrappopolazione, scarsità di riserve energetiche e alimentari come possibili cause di derive autoritarie; pubblicità e messaggi subliminali, metodi di propaganda politica importati da quella commerciale; medesime dinamiche di persuasione di massa utilizzate da regimi dittatoriali evoluti e da sistemi democratici, concentrazione dei poteri economici e finanziari e conseguente asservimento della politica, benessere in cambio della rinuncia alla libertà: sono gli argomenti che più preoccupavano Huxley nel 1958, tutte tematiche attuali ma cui i più influenti mezzi di comunicazione evitano accuratamente di accennare.

“I maggiori trionfi della propaganda sono stati compiuti non facendo qualcosa, ma astenendosi dal farlo. Importante è la verità, ma ancor più importante, da un punto di vista pratico, è il silenzio sulla verità”.
Aldous Huxley, 1958


* * *

Nota:
L’edizione Oscar Mondadori (ristampa 2014/2015) contiene anche l’inedita Prefazione all’edizione 1946 del Mondo Nuovo e il saggio conclusivo Il Mondo Nuovo e i suoi ritorni di Alessandro Maurini.
La traduzione di Lorenzo Gigli di Il Mondo Nuovo, risalente al 1933, è stata riveduta e corretta da Paola Levante (sono stati eliminati soprattutto l’arcaico utilizzo del “voi” come forma di cortesia, l’abuso dell’elisione e la reiterazione dei pronomi personali), mentre la revisione della traduzione di Luciano Bianciardi di Ritorno al Mondo Nuovo è opera della figlia Luciana.
April 25,2025
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Il primo letto quest’anno e anche il primo distopico dopo un po’ di assenza dal genere. Una lettura travagliata in un periodo travagliato. Arrivo con un bagaglio di altri libri del genere letti e con ormai anche un po’ di aspettative. Un modo diverso di raccontare alcune cose, che per tutta la sua stesura mi ha lasciato un senso di incompletezza. Tante idee interessanti a cui mancava sempre quel qualcosa per essere memorabili.
L’abbandono di valori e principi a favore del benessere fittizio dell’uomo, ma anche a che prezzo? La perdita stessa dell’essere uomo. La creazione del mondo utopico perfetto, senza malattie, senza guerre, ma senza la forza che valorizza l’essere umano, ciò che lo distingue, finzione e non sentimenti veri, false illusioni, in mondo voluto da qualcuno e non da tutti, dove si è persa le debolezze delle persone che nel loro lo rendono tanto unico e diverso l’uno dagli altri.
April 25,2025
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Brave New World is a classic in dystopian fiction. It shows the world circa 700 AF (After Ford). The world is seemingly ruled by one central authority, which can be looked at in two ways. In one way, the central authority is the Alphas, individuals raised to be the intellectuals and social organizers who keep society running peacefully and efficiently. Part of the efficiency managing the production of all classes of people--Alphas, Betas, Gammas, etc. They are grown in special "Hatchery and Conditioning Centres." Every person is conceived in a test tube. The lower classes's eggs are split as many times as possible (called "Bokanovsky's Process") typically resulting in 96 identical people. They all do the same grunt work, so why have them different? All these people are carefully conditioned as they grow to accept their state in life. The main condition is through "hypnopaedia," where a speaker is put under each child's pillow at night and a constant stream of jingoistic ideas are implanted in their minds. As adults, they are kept in line with "soma," a drug that puts the users in an ecstatic state, and with promiscuity, so people are constantly trying to sleep with each other and no one minds. Marriage has been abolished and part of the youthful conditioning is to take contraceptives regularly. The very idea of motherhood or fatherhood is offensive and embarrassing.

In a second, subtler way, the central authority is science. Science rules the development of new people, what class they are put into, how they develop, and what they do as adults. The society is carefully managed so everyone is happy and contented in their state in life. The main risk is with the Alphas, who are smart enough to think other ways of life might be possible if they can escape the distractions.

Enter Bernard, a physically scrawny Alpha who works for the propaganda machine but isn't too happy in life. He can't get the girls he wants and rumors float around that he was accidentally given some of the conditioning for a lower class during his youth. Since he's in the top tier of society, he can go on vacations. One destination is an Indian reservation in New Mexico, where people still live according to the old ways. People from the Brave New World go there like they are going on safari, to see wild life in its natural habitat. Bernard gets a girl to go with him. She is horrified by what she sees (it's all dirty and they practice religion and they have children the shocking old fashioned way!) but he is fascinated, especially when he discovers a woman who had been abandoned by one of his bosses. She's had a child by the boss, named the child John, and raised him on the reservation. John has some very different ideas about life and society because of his upbringing and the only book he's ever had--The Complete Works of Shakespeare (which is of course banned in the "civilized" world). Bernard brings John and his mother back to civilization to humiliate the boss and become a celebrity. Things don't work out too well for anyone.

The story is very interesting if very bleak. The scientifically-run society is fascinating and horrifying at the same time. The natural family is completely destroyed and all substantive bonds between people are so weakened that it is easy for the powers that be to run things smoothly and efficiently. The substitutes provided (soma and sex) stifle everyone's imaginations and creativity. Science isn't about discovering new things but about maintaining the status quo as much as possible. Many ideas are explored and satirized in the novel.

Brave New World Revisited was written by Huxley twenty-seven years later and is a philosophical and scientific exposition on the ideas in the novel. Huxley goes through the various predictions he has made and is quite discouraged to see that things are moving much more quickly towards a real Brave New World than he thought back in 1931. His analysis is thought-provoking but it's fairly clear that his pessimistic predictions haven't turned out true yet. The essay isn't as good as the novel but it is still worth reading. I'll probably reread the novel but not the essay.

4.5 stars for the novel, 3.5 for the essay.
April 25,2025
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There are so many layers to Brave New World. One aspect that is often overlooked is its exploration of what it means to be human, and how far humanity can be stretched and altered before basic humanness disappears. I think this is why the book still resonates today -- even though the methods have changed, we are still using technology to play with the idea of humanness, whether it be computers, genetic engineering or something else. The book raises questions about the interplay of science and technology with power and social engineering. Huxley both reveres and fears science, he welcomes its advances and comfort it brings, and fears the unintended consequences of its application, and science that has no reference to a system of ethics. Then there are the questions of sex and love and happiness and suffering and how a person can function both as an individual and a member of a society, and whether the two are even possible.

The novel itself is only half a novel -- it is really more a place to hang ideas on, and all the characters function as authorial ciphers. The plot is superficial, a mere way to explore the world Huxley has created and all its strange and terrifying consequences. But it's still compelling, funny and bizarre to read; I still wanted to keep turning the pages.

Brave New World Revisited is less interesting, but still fascinating as a piece of paleofuturism -- a forecast from the 1950s about what the world would look like today. It is interesting how much Huxley got right, and how much he got wrong. Many of the issues he was concerned with no longer trouble us, but others are just as relevant today as they were when he wrote it.

I was unimpressed with the introduction in this edition, written by Christopher Hitchens. His ideas were confused, he was clearly pushing his own agenda rather than introducing us to the work, and ultimately I feel he just didn't understand Huxley or his novel. Disappointing.
April 25,2025
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Nel mondo nuovo non ci sono più nazioni e non ci sono più guerre, la Storia sembra finita in una stasi perenne in cui uno Stato Mondiale, il cui motto è “Comunità, Identità, Stabilità”, ha l'obiettivo di mantenere lo status quo. Nel mondo nuovo il progresso scientifico ha portato benessere e ricchezza materiale, tutto è ordinato, pulito e asettico. Nel mondo nuovo non c'è più sofferenza fisica, non c'è più malattia e non c'è più fame. Nel mondo nuovo non c'è più vecchiaia, che con la morte è un nuovo tabù, si vive da eterni giovani, e prima che si possa invecchiare eccessivamente si pratica l'eutanasia. Nel mondo nuovo non esiste più la famiglia, figure come quella del padre e della madre sono diventate tabù, si vive in un'unica grande comunità scientificamente organizzata in caste, in un immenso organismo sociale dove ognuno appartiene a tutti gli altri.

Nel mondo nuovo non esiste più cultura, non ci sono più libri (non perché siano proibiti, come nell'altra famosa distopia di Ray Bradbury, “Farenheit 451”, ma perché gli esseri umani sono condizionati sin dalla nascita ad odiarli), considerati inutili e noiosi, ma anche segretamente tenuti sotto chiave dai governatori perché potenzialmente destabilizzanti. Nel mondo nuovo non c'è più religione, l'unico culto è quello di Henry Ford, a tal punto che il crocifisso è stato sostituito dalla T del famoso modello automobilistico, il segno della croce è rimpiazzato da un segno della T, e anche il calendario cristiano viene sostituito dal calendario fordiano, i cui anni si iniziano a contare dal 1908, cioè proprio dalla commercializzazione del modello T.

Nel mondo nuovo non si può essere infelici, la felicità non è più un diritto ma un dovere, un obbligo morale. Nel mondo nuovo non si può essere soli, ma si è obbligati a vivere ogni istante della propria vita in comunità. Nel mondo nuovo vige l'etica del consumismo, tutti sono obbligati e condizionati a consumare, e sono proprio produttività e consumo le uniche ragioni d'essere dell'uomo: chi non è più in grado di produrre e consumare al massimo delle possibilità per motivi anagrafici è fatto fuori. Nel mondo nuovo non si può pensare in modo critico e autonomo, non perché il pensiero libero sia vietato, ma perché gli esseri umani vengono condizionati a non farlo. Nel mondo nuovo non c'è libero arbitrio. Nel mondo nuovo non è concepito l'ozio, si lavora e si produce e quando non si produce bisogna consumare, consumare carburante per uscire di casa, consumare vestiti facendo sport, consumare prodotti altamente distraenti come il cinema odoroso, consumare una droga, il soma, che inebetisce e rende euforici, che non fa pensare e che crea una felicità artificiale, uno stato di benessere apparente che rende apatici e indifferenti. Valvole di sfogo sono le esperienze surrogate. Anche il cibo non è più assunto per piacere, ma è esclusivamente funzionale alla sopravvivenza e alla salute fisica. Nel mondo nuovo l'essere umano è invitato ad essere promiscuo, a cimentarsi in giochi erotici sin dalla più tenera età, ad avere molti partner sessuali anche contemporaneamente, ma non può in alcun modo sviluppare sentimenti, affetti, amori, emozioni; l'individuo stesso è portato a concepirsi come sola carne, come un ingranaggio di una macchina, votato soltanto a soddisfare i propri istinti animali. Nel mondo nuovo non c'è memoria storica (la Storia è tutta una sciocchezza, ha insegnato Ford), non si sa niente del passato, se non che si viveva in modo disumano.

Nel mondo nuovo vige un'ingegneria sociale ed emotiva che permette il condizionamento e la predestinazione di ogni individuo. Il condizionamento è ottenuto sia nelle fasi di sviluppo in provetta, aggiungendo o togliendo determinate sostanze nutrienti o dannose, ma anche dopo la nascita, durante lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, tramite l'ipnopedia, cioè l'educazione sotto ipnosi, una sorta di lavaggio del cervello che consiste nel ripetere fino allo sfinimento slogan come: “ognuno appartiene a tutti gli altri”, “è meglio buttar via che aggiustare”, “chi più cuce meno ha”, “quando l'individuo sente, la comunità è in pericolo”. Il condizionamento si esplica anche attraverso metodi pavloviani, che ad esempio determinano l'odio istintivo per fiori e libri.

Nel mondo nuovo la riproduzione vivipara è abolita e aborrita, evitata con metodi malthusiani dalle donne in età fertile. Gli esseri umani sono creati in vitro, in appositi centri di incubazione e condizionatura, secondo un metodo scientifico noto come processo Bokanovsky, che mediante ectogenesi (riproduzione extrauterina) mira alla produzione seriale, il più efficiente possibile, di individui tutti uguali, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico e comportamentale, all'interno di ogni singola casta, dal momento che vengono condizionati in modo da essere funzionali ai compiti cui vengono predestinati. Il sistema di predestinazione sociale prevede una casta dirigente, quella degli Alfa, pochi e intelligenti, quella dei Beta, in maggior numero, meno intelligenti e più mansueti, e così via con i Gamma, i Delta e gli Epsilon, sempre più proni ad eseguire gli ordini e a svolgere i lavori più alienanti e logoranti. Ogni casta ha una divisa di un determinato colore e il cognome di ogni individuo non indica più alcuna appartenenza famigliare. All'interno di ogni casta, poi, ci sono membri che sono stati creati intenzionalmente più o meno dotati, e dunque privilegiati: i Plus e i Minus.

Bernardo Marx è un Alfa-Plus che vive nel 632 A.F. (After Ford, corrispondente al nostro 2540), gode dei suoi privilegi ed è felice di vivere nel mondo nuovo, ma è abbastanza intelligente da iniziare a dubitare della società in cui vive: questo preoccuperà molto le persone che lo frequentano, tra cui Mustafà Mond, uno dei dieci governatori mondiali, residente per l'Europa Occidentale a Londra, e la sua attuale partner, Lenina, una Beta-Minus bellissima e inevitabilmente ottimista, ingenua, naif. Il dilemma morale di Bernardo è dunque questo: contestare il sistema e cercare di cambiarlo, anche se consapevole di intraprendere una battaglia persa, o accettarlo per conquistare progressivamente importanza e prestigio, dall'alto della sua condizione sociale?

Uno sviluppo fondamentale della storia si ha quando Bernardo e Lenina visitano una delle poche riserve di Selvaggi rimaste nel mondo, un luogo nel Nuovo Messico dove la popolazione autoctona vive ancora in modo arretrato, organizzandosi in famiglie, praticando la monogamia e credendo alla religione e alle altre superstizioni, ma anche coltivando i buoni sentimenti, patendo la fame e la violenza fisica ma anche avendo accesso alla cultura. Un esempio di tali Selvaggi è John, che in verità è figlio di una donna del mondo nuovo che lo ha partorito e non ha pertanto potuto fare ritorno alla civiltà progredita. John cresce tra i Selvaggi e legge Shakespeare, grazie ad un libro sopravvissuto al passato che ne raccoglie l'opera completa, e lo cita molto spesso (anche il titolo dell'opera di Huxley, in lingua originale “Brave New World”, è una citazione tratta da “La tempesta”). Come Bernardo, anche John è a suo modo solo e diverso, viene emarginato da tutti, perché ama la cultura, ama il pensiero critico ed ama la libertà, inconcepibili per un uomo del mondo nuovo. John è attratto da Lenina, con quest'ultima che inizia a sviluppare qualcosa di mai provato prima, qualcosa che somiglia ad un sentimento di affetto, di amore per John, che sarà combattuto ma che avrà poi modo di uscire dalla riserva e di conoscere il mondo nuovo. Scoprirà che le concezioni del mondo dei selvaggi e del mondo nuovo sono tra loro inconciliabili: in uno dei capitoli finali, il dialogo tra Mond e John sarà la sublimazione dello scontro di opinioni, delle diverse visioni del mondo.

Scritto nel 1932, dopo “Noi” di Zamjatin ma prima di “1984” di Orwell e “Farenheit 451” di Bradbury, “Il mondo nuovo” è un classico della distopia, un'opera seminale che, non sorprende, ha fortemente influenzato molti scrittori successivi ed ispirato diversi romanzi dello stesso genere. Quello descritto da Huxley ne “Il mondo nuovo” è forse un totalitarismo più subdolo rispetto a quello di “1984” di Orwell, forse per questo molti lo considerano più facilmente realizzabile (e Huxley stesso nei suoi saggi successivi sostenne tale tesi). Un regime basato sulla distrazione di massa, sul libero sfogo degli impulsi materiali e sulla soddisfazione dei piaceri fisici, sulla felicità a buon mercato (mediante il raggiungimento, ottenuto senza alcuna fatica o sofferenza, di uno stato di appagamento artificiale, con il soma, salutato come “il Cristianesimo senza lacrime”).

Agli occhi del lettore di oggi, dal punto di vista letterario, ne “Il mondo nuovo” Huxley pecca forse di una trama prevedibile e troppo lineare, di una caratterizzazione poco riuscita dei personaggi, troppo piatti, monodimensionali e scontati, di una costruzione del dialogo artefatta e poco realistica e di uno stile di scrittura un po' grezzo, posticcio. A rendere tuttavia necessario questo romanzo sono l'ambientazione visionaria, la descrizione di un mondo straniante, alienante ed aberrante, che Huxley dipinge ironicamente come una mancata utopia, ma che al lettore appare inequivocabilmente una distopia, l'analisi profetica di una società che sta per costruirsi e che oggi sembra molto più vicina a realizzarsi rispetto a ieri, quando solo Huxley la immaginava. La descrizione del mondo nuovo deve pertanto agire da monito, per evitare di scivolare sempre più nell'apatia e nell'indifferenza, che sono i più grandi nemici della democrazia.

La descrizione di Huxley del mondo nuovo è potente, visionaria, altamente suggestiva e inquietante: un mondo che, purtroppo, col passare del tempo tende ad assomigliare sempre più al nostro, un mondo di uomini anestetizzati e omologati, dove regnano i grandi demagoghi e dove il pensiero dominante è quello della distrazione, del divertimento (nel senso più letterale del termine), dell'ottenimento del piacere a tutti i costi e del consumo sfrenato. La civiltà del mondo nuovo si fonda sul concetto di stabilità. Libertà individuale, arte, religione e persino scienza sono sacrificate in nome della stabilità e della felicità. Il mondo nuovo è stabile e la sua gente è felice perché ottiene ciò che vuole e non vuole mai ciò che non può ottenere. Ne deriva una rinuncia al libero arbitrio e a tutto ciò che ci rende umani, per la soddisfazione di un piacere facilmente accessibile, per il godimento istantaneo e continuo, per una vita facile e confortevole, senza problemi e senza pensieri. Il mito del progresso viene strumentalizzato in modo tale da sacrificare paradossalmente anche la scienza: curiosità e propensione alla conoscenza vengono soffocate, giudicate destabilizzanti, il sapere tenuto nascosto: i membri della comunità vengono resi incapaci di giudizio critico, sviluppano una mentalità gregaria, sono mansueti e non sanno far altro che eseguire gli ordini e farsi comandare. Da qui la ribellione di John, il suo reclamare un diritto all'infelicità che è una rivendicazione di tutto ciò che ci rende umani, un preferire la libertà di piuttosto che la libertà da. Huxley utilizza qui l'elogio del “buon selvaggio” e il mito del “ritorno alla natura” per contestare le derive della società moderna.

Il minor successo rispetto a “1984” è forse dato dal fatto che Huxley non ha intenti prettamente politici nella sua denuncia, ma sembra soffermarsi maggiormente sull'analisi scientifico-sociologica. Tuttavia, lo scrittore inglese non si risparmia dal criticare sia il sistema capitalista, sia il sistema marxista, mostrando i potenziali effetti dannosi sia del liberismo economico, che se non regolato tende a concentrare denaro e potere nelle mani di pochi (Grande Impresa), sia dello statalismo superorganizzato, che porta alla soppressione della libertà individuale e dell'iniziativa del singolo in nome della stabilità (Grande Governo). I nomi stessi che Huxley utilizza per i suoi personaggi, mai giudicabili in modo totalmente positivo, attingono alle personalità politiche e intellettuali di entrambi gli schieramenti: da una parte Marx, Engels, Lenin, Bakunin, dall'altra Mussolini, Hoover e gli stessi Ford, Darwin e Napoleone Bonaparte. Alla sua pubblicazione, l'opera fu stroncata da diversi intellettuali, da Orwell ad Adorno, con quest'ultimo che contestò ad Huxley il fatto di criticare la nuova era industriale non tanto per la disumanità, quanto per la decadenza dei costumi. Ma quella di Huxley potrebbe interpretarsi piuttosto come una critica ai tanti positivisti e utopisti che vedevano nel mito del progresso la realizzazione di una società migliore.

Se Huxley può essere contestato in qualità di romanziere, sarà maggiormente apprezzato nei panni del saggista: nel 1958, lo scrittore inglese analizza in modo molto approfondito la società moderna a quasi trent'anni dal suo romanzo più famoso, riprendendone le tematiche alla luce degli ultimi importanti avvenimenti storici (l'ascesa dei totalitarismi e l'avvento della Seconda Guerra Mondiale) e dell'avanzamento tecnico-scientifico, in una serie di saggi che vengono raccolti in un'opera dal titolo “Ritorno al mondo nuovo”. Il pessimismo di Huxley è, nel frattempo, aumentato: “Quando scrivevo Il mondo nuovo, ero convinto che ci fosse ancora tempo. La società totalmente organizzata, il sistema scientifico delle caste, l'abolizione del libero arbitrio mediante il condizionamento metodico, la soggezione resa accettabile grazie alla felicità indotta chimicamente, a dosi regolari, l'ortodossia martellata in capo alla gente coi corsi notturni di insegnamento ipnopedico: tutte cose a venire, certo, ma non nei tempi miei, e nemmeno nei tempi dei miei nipotini. Ventisette anni più tardi, io sono molto meno ottimista di quel che non fossi quando scrivevo Il mondo nuovo. Le mie profezie si avverano assai più presto di quel che pensassi”.

Le tematiche analizzate in questi saggi sono la sovrappopolazione, l'aumento dell'organizzazione del lavoro e della complessità della società, l'accentramento della ricchezza e del potere nelle mani di pochi, l'utilizzo della propaganda e delle tecniche di marketing, la psicologia della folla, la perdita dell'individualità, la ricerca del consenso di massa, l'indebolimento della democrazia e l'avvento di dittature sempre più subdole, gli esperimenti totalitari hitleriani e stalinisti e le loro possibili ripetizioni, l'uso di droghe e di psicofarmaci per il controllo politico della popolazione, la persuasione subliminale come tecnica di manipolazione psicologica, l'utilizzo dell'ipnosi e del lavaggio del cervello. La vena pessimistica dell'autore riguardo il futuro della nostra società non chiude totalmente alla speranza di poter opporsi all'avvento del mondo nuovo, un auspicio che può realizzarsi solo con l'educazione alla libertà individuale e con la difesa degli ideali democratici.
April 25,2025
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This one just didn't live up to the hype I had built up about it. I feel bad giving it 3 stars but I just didn't enjoy it that much. I'm sure I should have read it long ago.
April 25,2025
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Overall: disappointed. I wanted to like this book, as it had such an interesting futuristic concept, but it fell short in so many ways.
First of all, I realize this book was written in 1931 and society as a whole was much different... however, Huxley, in my opinion, should have had the foresight when writing a futuristic novel to realize that black people would gain equal rights, and would not remain servants until the end of time. Science has progressed so far as to make test-tube babies, but social justice hasn't advanced -- at all?? Ok. Another problem I found was that Brave New World focused way too much on sexuality. Just about every chapter mentioned some people "having" each other, and it got stale real fast.
There are sooo many aspects of futuristic life that Huxley could have focused on and explored in this groundbreaking novel, but he focused on the same few aspects throughout the novel, and kept mentioning them over and over, without any new information being added. (See, groups of twins, sexuality, conditioning). Don't get me wrong: these topics were interesting and though-provoking, but there are countless things that a novel of this size could have explored, but were simply ignored. Also, the ending sucked; predictable, lazy.
Despite the shortcomings, the story was, for the most part, interesting, and I very much enjoyed the character of the Savage.
I did not read Brave New World Revisited, as I didn't particularly enjoy BNW.

Favorite quote:
"He would have liked to speak; but there were no words. Not even in Shakespeare."
April 25,2025
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La frase attribuita al padre del comportamentismo John Watson riassume bene il principio su cui si basa Il mondo nuovo: "Datemi una dozzina di bambini normali, ben fatti, e un ambiente opportuno per allevarli e vi garantisco di prenderne qualcuno a caso e di farlo diventare qualsiasi tipo di specialista, che io volessi selezionare: dottore, avvocato, artista, commerciante e perfino accattone e ladro, indipendentemente dalle sue attitudini, simpatie, tendenze, capacità, vocazioni". Huxley, come altri autori distopici, attinge a idee di scienziati e filosofi del suo tempo, richiamandoli sia esplicitamente sia velatamente, ad esempio attraverso i nomi dei personaggi (impossibile leggere "Lenina" senza pensare ad un Lenin con la parrucca, per quanto il romanzo la descriva come attraente e "pneumatica").
Tuttavia, la densità di riferimenti esterni, a mio parere, penalizza la trama. Huxley si concentra sulla critica sociale ma lascia i personaggi poco sviluppati: Lenina stessa sparisce quasi del tutto nell'arco finale del libro, nonostante la sua iniziale centralità. I personaggi sembrano più strumenti per inoculare il messaggio dell’autore che figure credibili, tanto che alcune situazioni risultano forzate (come John, che comprende la prosa e il simbolismo di Shakespeare anche se nessuno ha gli strumenti per comprendere un libro del genere, né i 'selvaggi' del villaggio in cui è cresciuto, né i 'moderni' londinesi, a cui è vietato avere conoscenze sul passato).
Ovviamente, le previsioni di Huxley vanno contestualizzate alla sua epoca, e lui stesso le ha riviste in Ritorno al mondo nuovo, scritto 27 anni dopo. Interessante notare anche il suo velato fastidio per il successo di 1984!

In definitiva, avrei dato 5 stelle al libro se i personaggi e le loro vicende fossero stati approfonditi meglio. Ma il suo obiettivo era un altro: costruire un mondo distopico credibile, e in questo riesce benissimo.

Ora non mi resta che leggere Noi di Zamyatin e Piano meccanico di Vonnegut per completare la “trilogia del plagio distopico” :)
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