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April 25,2025
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Le parole possono essere paragonate ai raggi X; se si usano a dovere, attraversano ogni cosa. Leggi, e ti trapassano.

Ho dovuto leggere questo libro per un progetto che odio e che avrei preferito non fare, ma mi sento quasi obbligata a ringraziare la mia insegnante per avermici costretto, perché di certo altrimenti non avrei mai conosciuto questo fantastico romanzo.

Tornando al libro, leggetelo.
Non importa dove o quando, io l'ho fatto mentre controllavo le melanzane nel forno, ma fatelo, perché è illuminante.
Il futuro che dipinge è, sebbene non vicino, più che plausibile.
La soddisfazione del piacere fisico è la chiave di questa società distopica dove la riproduzione non esiste più e i bambini vengono fabbricati in provetta e, fin dal primo giorno, condizionati a diventare ciò che serve alla società, divisa in cinque classi.
Tutto scorre tranquillo perché non ci sono guerre né stati e qualsiasi sentimento anche di minima frustrazione viene lavato via dalla soma, una droga potente senza effetti collaterali.

La trama è strutturata come quella di una tragedia: il protagonista giunge verso il capitolo VII, quindi immaginate che tutti quelli prima servono a preparare il terreno, per abituare le nostre menti, per farci provare in anticipo e farci superare la sorpresa, lo sdegno che John il selvaggio proverà quando entrerà in questo nuovo mondo.

John è un ragazzo cresciuto in una Riserva, un luogo dove ci sono degli uomini in stato semi primitivo senza nessuna tecnologia moderna, la cui madre, Linda, appartiene al Mondo Nuovo, ma, per essere persa durante la sua visita al luogo e non essere riuscita a prendere i suoi anticoncezionali, per la vergogna ha deciso di rimanere lì.
Entrambi vengono portati alla civiltà da Bernard e Lenina, venuti anche loro in visita.
John all'inizio è entusiasta, ma ben presto scopre che lui e questo mondo sono inconciliabili, poiché mentre il primo vive di sentimenti, in modo quasi morboso, il secondo li vieta perché minano la stabilità necessaria per mantenere quello stesso stato di tranquillità.
Prova per Lenina, che lo desidera, dei forti sentimenti che si trasformeranno in odio e rabbia, quando scopre che lei non è pura quanto pensava, che non può provare il suo stesso ardore assoluto, che ciò che lei vuole è solo sesso.
Disgustato da tutto a causa anche della morte di Linda indotta da un'overdose di soma, cerca scampo rifugiandosi in un faro, che verrà assaltato da tutti i curiosi e i giornalisti possibili.
Dopo aver preso parte a un'orgia, decide di suicidarsi, perché capisce che non può continuare a vivere lì senza rinunciare ai suoi valori e non può tornare al suo villaggio perché è sempre stato un outsider.

April 25,2025
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I wish more people read this book, and not just Orwell's 1984.
This was an amazing, eye-opening read. It definitely isn't a book you read to have a fun, lighthearted time. It really makes you think about a world that Huxley had already imagined in 1932 and that's very close to what we are living now and to what our future might end up looking like. It's dark, scary and unsettling and it's something we all need more of. I was already a hater of radio and TV, but after reading this, I can't stand to have them around me even more than before. Read this. For real.
The book has definitely sparked my interest for other works of Huxley, too. I feel the need to read some of his more philosophical pieces, now, and his books about drugs and hallucinations.
This could definitely be a life-changing book for someone who has never looked at the world in a certain way. Personally, I was already one to have the same view on things as Huxley, so reading this was like finding someone who understands me pretty well.
April 25,2025
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Oh mirabile mondo nuovo..., 17/07/2017


Far crescere novantasei esseri umani dove prima ne cresceva uno solo. Progresso.


Care amiche, cari amici,

Scommetto che molti di voi avranno letto 1984 di George Orwell. Bene. È già un’ottima base. Non c’è insegnante che non vi abbia obbligato a leggerlo o che non ve lo abbia almeno nominato come il romanzo distopico per eccellenza. Al contrario, non sono altrettanto sicura che abbiate letto Il mondo nuovo di Aldous Huxley. Non preoccupatevi: è più che comprensibile. Io stessa lessi il primo alcuni anni fa. Solo assai recentemente mi sono lanciata con il secondo.

Può sembrare banale sostenere che Il mondo nuovo sia stato letteralmente sovrastato, limitatamente alla fama, da 1984 (e in parte, forse, anche da Fahrenheit 451 di Ray Bradbury), ma d’altronde sono piuttosto convinta che le cose stiano così. Correggetemi se sbaglio. Mentre mi accingo a scrivere le mie considerazioni, mi rendo conto che sarà praticamente impossibile per me non confrontare tra loro queste opere.

Prima di tutto, ritengo sia d’obbligo un’osservazione puramente linguistico-letteraria. L’aggettivo brave che compare nel titolo originale del romanzo (Brave New World), ma omesso in quello italiano, richiama esplicitamente una battuta di Miranda ne La tempesta di Shakespeare. Dal momento che Huxley si rifà alla tradizione letteraria dello stesso Bardo, questo aggettivo può essere tradotto come mirabile o eccellente.

How beauteous mankind is! O brave new world that has such people in’t!


Tale citazione (solo un esempio del leitmotiv shakespeariano che martella l’intera narrazione) è ben più di un’allusione dotta: è la frase cardine su cui il racconto prende forma. Alla luce del contesto sociale dipinto nel libro, essa assume una connotazione tragicamente grottesca.

Visionario e profetico, questo romanzo presenta il tipo di società verso il quale, con ogni probabilità, ci stiamo avvicinando a passi da gigante: il sistema capitalistico portato alle sue estreme conseguenze. Un mondo che ha fatto propri i principi della produzione in serie, rendendoli veri e propri modelli su cui forgiare la società.

Un mondo in cui l'individualità non esiste: esiste solo una grande comunità di "ingranaggi" biologici, prodotti industrialmente in provetta nei Centri di Incubazione. Questi “ingranaggi” non sono tutti uguali: ci sono gli Alfa, pochi ma intelligenti, che occupano posizioni dirigenziali; poi, in ordine decrescente di capacità intellettuali, i Beta, i Gamma, i Delta e gli Epsilon, i numerosissimi semiaborti destinati a svolgere i lavori più pesanti. Questa struttura gerarchica piramidale, molto simile a quella delle colonie di api o di formiche, è frutto dell’incessante condizionamento psicofisico a cui gli embrioni (e in seguito i bambini e gli adolescenti) vengono sottoposti. Con la somministrazione di determinati preparati, con i metodi "neo-pavloviani" (tecniche basate sui celebri studi di Ivan Petrovič Pavlov sul riflesso condizionato) e con l'ipnopedia (condizionamento psichico che avviene attraverso la ripetizione di slogan durante il sonno), vengono prodotti membri della società estremamente docili agli ordini e amanti del proprio lavoro, qualunque esso sia.

Un mondo in cui «tutti sono felici». Tutti lavorano poco e con piacere. Basta una razione di soma (droga miracolosa che apporta solo benefici) per sfuggire ai problemi che, di tanto in tanto, possono affacciarsi. Tutti sono liberi di inseguire il proprio piacere, senza restrizioni. Degne di nota sono le parole di Mustafa Mond, uno dei dieci Governatori mondiali:

Sette ore e mezzo di lavoro leggero e non estenuante, e poi la razione di soma e le copulazioni senza restrizioni e il cinema odoroso. Che cosa potrebbero chiedere di più?


È, invece, giudicato inaccettabile restare da soli, essere monogami, fare a meno del soma o esprimere pareri critici sulla società.

E cosa dire del complesso rapporto della felicità con la verità e con la bellezza? Secondo Mustafa Mond:

La felicità universale mantiene in ordine gli ingranaggi; la verità e la bellezza non lo possono.


La verità non è che sia scomparsa o censurata (come riteneva Orwell). La verità c’è, ma si vede a fatica, affogata in una marea di banalità e di divertimenti (nel senso latino del termine, de-vertere, “distogliere” o anche “deviare”). Fenomeno che sta già accadendo sotto i nostri occhi.

Questo mondo non è razionale, ma non esiste una divinità come la intendiamo noi: viene semplicemente sostituita da un'altra forma di divinità, ossia Ford (vedi la frequente esclamazione dei personaggi «Oh, Ford!» in luogo di «Oddio!»). Una "religione capitalistica" che condivide con i culti a noi familiari la componente irrazionale e la necessità di istituire un sistema di datazione e pratiche rituali («orgy porgy»). L'anno 0 da cui comincia tale misurazione del tempo è il 1908, quando la Ford Motor Company iniziò la produzione della famosissima automobile "Modello T". Il romanzo, infatti, è ambientato a Londra nell'anno 632 dell'era di Ford (2540 della nostra era).

Un altro particolare significativo: le stazioni ferroviarie londinesi cambiano nome. Per esempio, Charing Cross diventa Charing-T.

La T: una nuova croce che sostituisce quella cristiana.

Tuttavia, la “teologia di Ford” non ha in realtà nulla di teologico, metafisico o spirituale. Non prova né a rispondere ai grandi quesiti esistenziali dell’uomo, né a prospettargli una vita ultraterrena. La morte stessa è vista soltanto come un fenomeno naturale e, soprattutto, la cremazione è un ottimo metodo per ottenere fosforo a buon mercato per concimare i terreni.

Nel mondo nuovo i libri non esistono. O meglio, ci sono, ma solo nelle casseforti dei Governatori mondiali. O nella riserva di nativi americani in cui nasce colui che vuole sovvertire l’ordine costituito, John il Selvaggio, cresciuto leggendo uno sgualcito volume di opere complete di Shakespeare venuto chissà da dove. La differenza principale con Fahrenheit 451 è che non c’è un esplicito divieto di leggere libri. Non si trovano in giro perché sono oggetti anacronistici, propri di un’oscura epoca precedente, ancora non illuminata dalla luce del progresso. E poi, le menti inebetite dal soma potrebbero capirli? Potrebbero, i libri, reggere il confronto con il cinema odoroso o i campi da golf magnetico?

John il Selvaggio è nato “per sbaglio” da una Beta, Linda, e dal capo del principale Centro di Incubazione di Londra, Thomas Tomakin, durante una loro vacanza nella riserva. In una società in cui non esiste più il concetto di “famiglia”, giudicato non solo anacronistico ma addirittura tabù, non si possono udire le parole “madre”, “padre”, “figlio” senza provare un enorme imbarazzo. John ha modo di conoscere il mondo “civilizzato” grazie a Bernard Marx, un Alfa anomalo (si dice che, quando ancora era un embrione, fosse stato introdotto per errore dell’alcol nel suo surrogato sanguigno) recatosi in vacanza nella riserva con la sua compagna del momento, la Beta Lenina Crowne. Lenina può essere considerata, sotto un certo punto di vista, come un’incarnazione dello stesso mondo nuovo, verso il quale John prova contemporaneamente attrazione e repulsione. Invece, la vecchiaia di Linda è rifiutata energicamente dalla (apparentemente almeno) giovane donna. Infatti, anche la senilità è stata abolita dalla “civiltà”: la gente vive a lungo e mantiene fino alla morte un aspetto giovanile assumendo determinate sostanze.

Riuscirà John a intaccare l’equilibrio di questa società “perfetta”? Non vi faccio spoiler. Lo scoprirete voi…

Per chi, invece, l’ha letto: cosa ne pensate? Sono curiosa di conoscere le vostre opinioni!

Per chi vuole approfondire, consiglio la visione di questo video, basato su un testo critico, che mostra le differenze tra 1984 e Il mondo nuovo:

https://www.youtube.com/watch?v=9eeHu...
April 25,2025
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Il mondo distopico creato da Huxley e che fa da sfondo al romanzo mi è piaciuto molto. È stata una parte che mi ha incuriosito, interessato e anche sorpreso (nell'orrore di quello che viene descritto).
Ma i personaggi e come il tutto viene raccontato non mi ha entusiasmato molto. È stato come se mancasse pathos. Qualcosa che mi facesse provare delle emozioni.
E mi dispiace, perché l'ambientazione mi aveva davvero conquistata.
April 25,2025
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Una delle prime distopie della storia, anche se era nata più come utopia, un mondo che funziona alla perfezione, in cui gli uomini non provano emozioni di alcun genere e sono condizionati fin dall'infanzia tramite l'ipnopedia (la ripetizione nel sonno di informazioni). Un mondo in cui Dio è sostituito da Ford e dalla sua catena di montaggio, tanto che la croce è stata tagliata come una T, come la Model T, la prima vettura costruita in serie tramite catena di montaggio.
E per non provare emozioni gli uomini - e soprattutto le donne - possono prendere a volontà il “soma”, uno psicofarmaco che attenua ogni emozione.
L'ho trovato profetico e forse un po' di ispirazione per personaggi malvagi e oscuri come il dottor Mengele, con i suoi studi sui gemelli identici e una primitiva ingegneria genetica, tanto che più di una volta ho pensato a I ragazzi venuti dal Brasile di Ira Levin (un romanzo che penso di rileggere presto).
Forse avrei preferito che il protagonista rimanesse Bernardo Marx, che sembra essere diverso dagli altri Alfa più come lui perché, a quanto pare, quando era ancora nel flacone; credettero che fosse un Gamma e gli misero dell’alcool nel surrogato sanguigno. [...] Il fisico di Bernardo era di poco superiore a quello di un Gamma medio. Egli misurava otto centimetri meno dell’altezza normale degli Alfa ed era snello in proporzione. Il contatto coi membri delle caste inferiori gli ricordava sempre penosamente la sua insufficienza fisica. ‘Io sono io, e vorrei non esserlo.’ La coscienza di sé era in lui acuta e dolorosa.
Invece, quando va a visitare assieme a Lenina Crowne la riserva in cui vivono i selvaggi (coloro che vivono al di fuori del mondo nuovo e continuano a essere madri e padri, riproducendosi in modo viviparo), viene soppiantato nel ruolo principale da John, il selvaggio e addirittura da sua madre, Linda, una ex Beta-minus che è stata esclusa dalla società perché ha avuto l'ardire di rimanere incinta. [Notare che gli Alfa sono tutti uomini, mentre le donne possono aspirare al massimo a essere Beta-minus].
Il mondo creato da Huxley è davvero innovativo, se si pensa che questo romanzo è stato scritto vent'anni prima che Rosalind Franklin scoprisse la struttura del DNA, e dunque prima che esistesse addirittura il concetto di ingegneria genetica e di cloni.
Alla fine del romanzo, Huxley aggiunse nel 1958 un saggio, Ritorno al Mondo Nuovo in cui sembra quasi compiaciuto di essere stato profetico, pur sapendo che il suo mondo distopico era tutt'altro che positivo, e in cui compara le sue predizioni con quelle del 1984 di Orwell, cercando di fare una gara a chi ha azzeccato più cose. Interessante, invece, quando nell'ultima parte parla del condizionamento della pubblicità, con una sorta di introduzione alla finanza comportamentale.
April 25,2025
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Dopo i saggi, i distopici sono i libri che preferisco! Mi proiettano in un futuro che può essere catastrofico, mostrando quello che potrebbe accadere se non si presta attenzione al progresso e alla scienza (in questo caso si è innescata l'illusione del piacere e della felicità)... oppure, più raramente, in un futuro migliore e rigoglioso.
Questo testo, inoltre, ci ricorda che l'efficienza perfetta non lascia spazio alla libertà e all'iniziativa personale. Huxley ha intuito, nel 1932, come oggi questa autonomia o addirittura il desiderio di essa sia in disastroso declino... in alcune parti del mondo è già palesemente scomparsa. L'incubo, la crisi permanente, è dietro l'angolo che ci attende, ma il governo della manipolazione è già in atto. Interessante, infatti, il discorso sulla sovrappopolazione: la nostra rimarrà una specie vivipara che si riproduce a casaccio, stremando la terra; perché il problema del rapporto fra rapido accrescimento della popolazione e risorse naturali, stabilità sociale e benessere dei singoli, è un gran problema, direi per uno sregolato capriccio. E il tempo è contro di noi.
C'è bisogno di un'educazione alla libertà - libertà valore supremo - basata anzitutto sui fatti e sui valori.
Riassumo l'ultima parte del libro con queste parole: lavaggio dei cervelli; persuasione; propaganda tossica; falsa istruzione. E questo mi rimanda a:
"La dittatura perfetta avrà la sembianza di una democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù".
L'anno inizia bene, stelle 5-
April 25,2025
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I will be marking this as is Read. I haven't finished the Revisited portion and I plan on reading it but right now this needs to have closure on my Reading list. So many quotes I will update when I have the chance.
April 25,2025
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Ognuno appartiene a tutti gli altri.

La letteratura ci ha abituati a una visione ben precisa delle società distopiche: mondi da incubo, perennemente in guerra, amministrati da despoti crudeli che esercitano il proprio potere attraverso l’intimidazione, la repressione e il castigo.

Ma il mondo creato da Huxley è molto più infimo e ingannevole: in questa utopia apparente, il governo induce negli abitanti i comportamenti desiderati con un tipo di manipolazione non-violenta e per questo, forse, ancora più pericolosa.
Nel mondo nuovo tutto è razionalizzato e pianificato fin dal concepimento dell’individuo, che avviene in vitro, in una provetta da laboratorio, successivamente sottoposta a test e trattamenti che determinano i tratti fisici dell’embrione, il suo ruolo e il grado di importanza che avrà all’interno della società. Ma sia agli Alfa che agli Epsilon è garantita la massima libertà sessuale, un lavoro e una dose giornaliera di soma, la droga che rende più felici e spigliati senza alcun effetto collaterale.
Tutti vivono in pace e accettano senza remore di essere indottrinati attraverso un processo, quello dell’ipnopedia, che per i primi anni di vita si occupa di trasmettere i basilari concetti morali attraverso il sonno.
E alla fine, che cosa importa se per raggiungere la stabilità e la pace si è sacrificato l’amore, la diversità culturale, l’arte, la religione e perfino l’idea della famiglia?

Visionario e sì, anche profetico, Il mondo nuovo è un romanzo di fantascienza, ma neanche troppo inverosimile, che inquieta con la sua patina di apparente idillio, coinvolge per le vicende incalzanti ma soprattutto fa riflettere molto, complici i saggi Ritorno al mondo nuovo scritti dall’autore circa trent’anni dopo (anche se alcuni pensieri risentono del peso degli anni e non sono più così attuali).
Tra i distopici originari continuerò sempre a preferire 1984, che ha per me un immenso valore sentimentale e ha stravolto il mio modo di leggere e capire i libri, ma questa storia, che rispetto al romanzo di Orwell costituisce per svariati motivi l’altra faccia della medaglia, mi ha piacevolmente stupita. Anche se da uno scrittore-scienziato come Huxley non mi aspettavo niente di meno.
Di una bellezza affascinante e terrificante, come tutti i grandi romanzi che si rispettino.
April 25,2025
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Riletto dopo 11 anni, trama e "esperienza di lettura" hanno avuto su di me un impatto meno forte della prima volta, ma sono stata doppiamente colpita dal fatto che questo romanzo fu scritto nel 1932.
Huxley ipotizza ed elabora concetti scientifici e sociologici che ai tempi erano appena nati o addirittura inesistenti, e li incastra tra loro in modo tale da creare una società perfettamente coerente e credibile, e che per determinati aspetti sembra più possibile di altre società distopiche immaginate e scritte nei decenni successivi. Se si volesse approfondire ognuno degli inquietanti aspetti del Mondo Nuovo, e riflettere sulla loro genesi, evoluzione e possibilità che si realizzino in futuro, ci sarebbe da scrivere e discutere per ore e ore, dunque non lo farò.
Mi limito a dire che l'aspetto che più continua a colpirmi di questa distopia è che lì fuori, da qualche parte, potrebbe esserci qualcuno che la ritenga un'utopia: nel Mondo Nuovo non sono forse tutti felici? Non ci sono malattie, né vecchiaia, né guerre né conflitti, non bisogna lottare per ottenere alcunché e quando proprio le cose vanno male basta prendere una compressina (senza alcun effetto collaterale!) per tornare sereni... Ma qual è il prezzo di questa "felicità"? L'assoluta e totale perdita di individualità non sarà mai, per me, un prezzo accettabile, qualunque sia il "premio". Mi trovo, insomma, completamente d'accordo col Selvaggio quando nel capitolo 17 (che citerei per intero tanti spunti offre), reclama il suo "diritto all'infelicità", perché questa infelicità significa avere il diritto di essere se stessi e di fare le proprie, personali scelte. Eppure tante delle dinamiche osservabili nella società odierna mi portano a pensare che probabilmente ne esistano (e pure parecchie!) di persone, al mondo, che sarebbero pronte a firmare subito il contratto che chieda di uniformarsi al volere e al sentire stabiliti dall'alto pur di non doversi più preoccupare di nulla. E il pensiero mi mette addosso una tristezza infinita.

Approfondimenti sugli aspetti trattati nel romanzo ce li offre Huxley stesso, nel saggio conclusivo di questo volume (Ritorno al mondo nuovo), scritto nel 1958 ma ancora così inquietantemente attuale, e che senza dubbio aggiunge molto all'esperienza di lettura del romanzo. E' piuttosto fastidioso l'autocompiacimento che permea queste pagine finali, ma senza dubbio colpisce il modo in cui l'autore si dimostri due volte profetico, e colpisce anche (e dolorosamente) constatare quanto poco si sia fatto, a 60 anni di distanza, di ciò che servirebbe per evitare di trasformare il nostro mondo nel Mondo Nuovo.

"[...] bisognerà intervenire con qualcosa di più positivo; con l'enunciazione di una serie di valori generalmente accettabili, basati saldamente sui fatti. Il valore, anzitutto, della libertà individuale, basato sul fatto della diversità umana e della unicità genetiva; il valore della carità e della compazzione, basato su di un fatto notissimo, che la psichiatria moderna ha riscoperto di recente: il fatto che, per quanto diversi in senso mentale e fisico, agli uomini occorre l'amore, come il cibo e un alloggio; e infine il valore dell'intelligenza, senza la quale l'amore è impotente e la libertà irraggiungibile."

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Recensione scritta il: 28/10/2010, a seguito della prima lettura del romanzo.

Mi spiace non aver avuto tempo di scriverne una recensione a caldo, appena terminato, però mi va di spenderci adesso due parole: meravigliosamente inquietante. Come solo un'utopia negativa sa esserlo. Affascina e dà i brividi, coinvolge e repelle. Un capolavoro.
April 25,2025
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Reread 2022: Summer reread pile pick. Still a favourite.

BNW was a favorite of mine the first time I read it as a teen. I received this edition of BNW & BNWR from my parents. I must have gone on about this one a lot. :)

April 25,2025
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Aunque acabo de leer otra traducción de 'Un mundo feliz' me decidí a abordar esta tan pronto debido a un artículo sobre las diferentes traducciones existentes en español que me dejó muy inquieta. La verdad es que la anterior —hecha por Ramón Hernández— me dejó algo desinflada al ir cotejándola con el original inglés y descubrir con estupor que el artículo tenía razón y que estaba censurada, de forma sutil, pero censurada al fin y al cabo. Debo decir que esta versión de Luys Santa Marina me gustó muchísimo más que la del citado Hernández. Y que le daba a algunas escenas otro sentido del que la primera carecía por completo.

Dicho esto, he de decir que esta segunda lectura de la obra de Huxley no me impactó tan negativamente al comienzo como la otra —reseña aquí—, ya no me perturbó tanto porque por la familiaridad ya lo había asumido. Me gustaron mucho más las formas de traducción y que no se dejase nada en el tintero por ñoñerías influidas por cuestiones religiosas o sociales.

En cuanto al contenido de este libro, además de la maravillosa novela, incluye como propina el ensayo 'Retorno a un mundo feliz' en el que el mismo Huxley interpreta la novela, sus motivaciones y sus miedos a un futuro en el que se cumplan todas esas premisas de las que partió en su día para crearla, así como un atisbo de esperanza en cuanto a lo que se debería de hacer para solucionar o minimizar sus 'predicciones'.

Los temas tratados son peliagudos: el exceso de población, el control psicológico y la falta de libertad. Todos ellos temas tratados en la novela hasta llevarlos al límite como método satírico. Lo que más inquieta es que ese futuro que Huxley preveía ya lo tenemos encima y sus premisas también. Creo que este autor no era un simple visionario, sino alguien con muchísima información, bien relacionado y mejor formado. Y que supo plantear los problemas que acechaban a ese futuro que ya es presente y que en gran parte es tal como él lo pensó. ¿Podremos solucionarlo? Esa es la gran cuestión.
April 25,2025
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lettura in GdL con Edicola & Libreria: le nostre passioni...
https://www.goodreads.com/topic/show/...
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