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April 17,2025
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Una felicità universalmente riconosciuta, ma artificiale è preferibile ad un'esistenza dove sentimenti e aspirazioni sono repressi, la libertà individuale è preclusa e il concetto di bellezza e di famiglia - affinché non venga meno la stabilità della popolazione - viene sacrificato assumendo una connotazione "obsoleta"? Questa la domanda che riecheggia per l'intero romanzo... Huxley ci scaraventa in una società distopica certamente più soft e meno brutale rispetto a quella orwelliana, ma comunque d'effetto poichè la quotidianità delle persone è scandita dalle nozioni con cui sono state plagiate durante la fase dell'ipnopedia e, alla minima difficoltà, obnubilate e intontite dagli effetti allucinogeni e antidepressivi del "soma". Eppure è il saggio critico n  "Ritorno al mondo nuovo"n la vera perla, infatti, l'autore sviscera con minuzia le tematiche che ha trattato, ricollegandosi alle successive scoperte scientifiche e non che si sono verificate dalla pubblicazione del romanzo. Una monografia, questa, punteggiata da un cinismo e pessimismo di fondo, se si pensa che questo libro è datato 1931 è davvero stupefacente quanto sia stato lungimirante e visionario l'autore.
April 17,2025
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Quando ti trovi davanti un romanzo che, nonostante siano passati quasi 100 anni da quando fu scritto, è di un'attualità incredibile, allora hai in mano un capolavoro letterario. E questo è il caso de Il mondo nuovo, romanzo distopico che potrebbe ricordarti 1984 di George Orwell e Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. In realtà questo romanzo è nato prima di entrambi i celebri distopici che ho appena citato, quindi potremmo benissimo affermare che ha acquisito la paternità del genere distopico.

La vita dell'umanità di un vicino futuro che ci narra Huxley sembra essere perfetta: tutti nascono in provette, quindi tramite la fecondazione artificiale, e viene venerato un unico "dio": Ford, colui che ha creato il Mondo Nuovo. Non esistono guerre né malattie, e si è liberi ad ogni tipo di piacere (non solo culinario). L'unica regola è: consumare, anzi sono due: consumare e non amare!

"E questo," aggiunse il Direttore sentenziosamente "questo è il segreto della felicità e della virtù: amare ciò che si deve amare. Ogni condizionamento mira a ciò: fare in modo che la gente ami la sua inevitabile destinazione sociale."


Fin da piccoli si viene sottoposti all'ipnopedia: vengono fatti ascoltare dei suggerimenti all'infinito registrati su nastro durante il sonno, di modo che si possano imprimere in maniera inconscia nel cervello dei bambini e, presto, giovani adulti e infine adulti. Una vera e propria manipolazione dei cervelli in modo non violento e raffinato. Un altro tipo di persuasione viene donata a queste persone, quella chimica: il soma. Infatti in questo Stato totalitario non si fuma né ci si alcolizza, e quando ci si sente giù (può capitare!) basta assumere alcune compresse di soma e si cade in uno stato di beatitudine, se viene preso in dosi maggiori provoca anche visioni, e a differenza delle droghe del nostro presente, non danneggia minimamente il cervello e non ha conseguenze nefaste nel nostro corpo.

In questa società utopica dunque, non si conoscono i sentimenti, ed è tutto superorganizzato: nulla è fuori posto, è tutto calcolato al millesimo. Ma una domanda resta: cosa significa essere felici? E questo stato idilliaco di vita verrà presto a scontrarsi con un incidente: un selvaggio, cresciuto in un'isola a parte, entra in questa società e riflette così: ”Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato.»
«Insomma» disse Mustafà Mond «voi reclamate il diritto di essere infelice.»
«Ebbene, sì» disse il Selvaggio in tono di sfida «io reclamo il diritto d'essere infelice.»
«Senza parlare del diritto di diventar vecchio e brutto e impotente; il diritto d'avere la sifilide e il cancro; il diritto d'avere poco da mangiare; il diritto d'essere pidocchioso; il diritto di vivere nell'apprensione costante di ciò che potrà accadere domani; il diritto di prendere il tifo; il diritto di essere torturato da indicibili dolori d'ogni specie.»
Ci fu un lungo silenzio.
«Io li reclamo tutti» disse il Selvaggio finalmente.”

Quando la società idilliaca, utopica, si scontra con la sua vera natura, con la vera realtà, tutto va a pezzi: e si capisce che si stava vivendo non in un paradiso, ma in una dittatura mascherata da utopia.

Ahimè, ci siamo scordata la sorte del tacchino. Quando un uccello impara a ingozzarsi a sufficienza senz'essere costretto a usare le ali, rinuncia al privilegio del volo e se ne resta a terra, in eterno.


In Huxley è chiara l'ispirazione alla teoria di Pareto: ogni società è divisa in governanti e governati, perché è sempre un'elite a governare.

Potrei ancora esporre tantissimi altri argomenti e tematiche, ma non vorrei dilungarmi troppo. Anzi, vorrei caldamente invitarvi a leggere questo capolavoro.

In questa versione che ho letto vi è un altro testo dello stesso autore, Ritorno al mondo nuovo, che non è assolutamente il seguito ma una raccolta di pensieri riguardanti le tematiche che sono state affrontate nel suo romanzo, alcune di un'attualità sconcertante. Ammirevole la preparazione scientifica e sociologica di Huxley. Vi consiglio di soffermarvi sulla parte in cui parla dei dittatori, inclusa la strategia usata da Hitler.

Il messaggio che Huxley, per concludere, ci vuole lasciare è certamente questo: educhiamoci alla libertà, e teniamo gli occhi aperti perché ci sarà sempre qualcuno che avrà la tentazione di volerci sottomettere.
April 17,2025
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Questa recensione sarà puramente soggettiva perché non mi sento in grado di farne una oggettiva.
Questo libro credo sia il miglior distopico che abbia mai letto. La trama è piuttosto semplice, ma è ampiamente compensata dal futuro immaginato da Huxley: complesso ma mai incomprensibile, ha molteplici e infiniti livelli di lettura, niente è scontato e tutto ha un senso, una logica quasi inquietante da quanto è verosimile. Personalmente, ho apprezzato moltissimo la riflessione sulla libertà che questa storia riporta: mai banale, unisce sapientemente le varie correnti filosofiche al progresso dell'umanità (fittizio e non). Non smetterò mai di stupirmi di quanto sia attuale un libro scritto nel 1931.
April 17,2025
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Won't be reading Brave New World Revisited, as I've heard it's a waste of time. Great book overall.
April 17,2025
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Tres estrellas para "Un mundo feliz" y cuatro para "Nueva visita a un mundo feliz"
April 17,2025
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Oh mirabile mondo nuovo..., 17/07/2017


Far crescere novantasei esseri umani dove prima ne cresceva uno solo. Progresso.


Care amiche, cari amici,

Scommetto che molti di voi avranno letto 1984 di George Orwell. Bene. È già un’ottima base. Non c’è insegnante che non vi abbia obbligato a leggerlo o che non ve lo abbia almeno nominato come il romanzo distopico per eccellenza. Al contrario, non sono altrettanto sicura che abbiate letto Il mondo nuovo di Aldous Huxley. Non preoccupatevi: è più che comprensibile. Io stessa lessi il primo alcuni anni fa. Solo assai recentemente mi sono lanciata con il secondo.

Può sembrare banale sostenere che Il mondo nuovo sia stato letteralmente sovrastato, limitatamente alla fama, da 1984 (e in parte, forse, anche da Fahrenheit 451 di Ray Bradbury), ma d’altronde sono piuttosto convinta che le cose stiano così. Correggetemi se sbaglio. Mentre mi accingo a scrivere le mie considerazioni, mi rendo conto che sarà praticamente impossibile per me non confrontare tra loro queste opere.

Prima di tutto, ritengo sia d’obbligo un’osservazione puramente linguistico-letteraria. L’aggettivo brave che compare nel titolo originale del romanzo (Brave New World), ma omesso in quello italiano, richiama esplicitamente una battuta di Miranda ne La tempesta di Shakespeare. Dal momento che Huxley si rifà alla tradizione letteraria dello stesso Bardo, questo aggettivo può essere tradotto come mirabile o eccellente.

How beauteous mankind is! O brave new world that has such people in’t!


Tale citazione (solo un esempio del leitmotiv shakespeariano che martella l’intera narrazione) è ben più di un’allusione dotta: è la frase cardine su cui il racconto prende forma. Alla luce del contesto sociale dipinto nel libro, essa assume una connotazione tragicamente grottesca.

Visionario e profetico, questo romanzo presenta il tipo di società verso il quale, con ogni probabilità, ci stiamo avvicinando a passi da gigante: il sistema capitalistico portato alle sue estreme conseguenze. Un mondo che ha fatto propri i principi della produzione in serie, rendendoli veri e propri modelli su cui forgiare la società.

Un mondo in cui l'individualità non esiste: esiste solo una grande comunità di "ingranaggi" biologici, prodotti industrialmente in provetta nei Centri di Incubazione. Questi “ingranaggi” non sono tutti uguali: ci sono gli Alfa, pochi ma intelligenti, che occupano posizioni dirigenziali; poi, in ordine decrescente di capacità intellettuali, i Beta, i Gamma, i Delta e gli Epsilon, i numerosissimi semiaborti destinati a svolgere i lavori più pesanti. Questa struttura gerarchica piramidale, molto simile a quella delle colonie di api o di formiche, è frutto dell’incessante condizionamento psicofisico a cui gli embrioni (e in seguito i bambini e gli adolescenti) vengono sottoposti. Con la somministrazione di determinati preparati, con i metodi "neo-pavloviani" (tecniche basate sui celebri studi di Ivan Petrovič Pavlov sul riflesso condizionato) e con l'ipnopedia (condizionamento psichico che avviene attraverso la ripetizione di slogan durante il sonno), vengono prodotti membri della società estremamente docili agli ordini e amanti del proprio lavoro, qualunque esso sia.

Un mondo in cui «tutti sono felici». Tutti lavorano poco e con piacere. Basta una razione di soma (droga miracolosa che apporta solo benefici) per sfuggire ai problemi che, di tanto in tanto, possono affacciarsi. Tutti sono liberi di inseguire il proprio piacere, senza restrizioni. Degne di nota sono le parole di Mustafa Mond, uno dei dieci Governatori mondiali:

Sette ore e mezzo di lavoro leggero e non estenuante, e poi la razione di soma e le copulazioni senza restrizioni e il cinema odoroso. Che cosa potrebbero chiedere di più?


È, invece, giudicato inaccettabile restare da soli, essere monogami, fare a meno del soma o esprimere pareri critici sulla società.

E cosa dire del complesso rapporto della felicità con la verità e con la bellezza? Secondo Mustafa Mond:

La felicità universale mantiene in ordine gli ingranaggi; la verità e la bellezza non lo possono.


La verità non è che sia scomparsa o censurata (come riteneva Orwell). La verità c’è, ma si vede a fatica, affogata in una marea di banalità e di divertimenti (nel senso latino del termine, de-vertere, “distogliere” o anche “deviare”). Fenomeno che sta già accadendo sotto i nostri occhi.

Questo mondo non è razionale, ma non esiste una divinità come la intendiamo noi: viene semplicemente sostituita da un'altra forma di divinità, ossia Ford (vedi la frequente esclamazione dei personaggi «Oh, Ford!» in luogo di «Oddio!»). Una "religione capitalistica" che condivide con i culti a noi familiari la componente irrazionale e la necessità di istituire un sistema di datazione e pratiche rituali («orgy porgy»). L'anno 0 da cui comincia tale misurazione del tempo è il 1908, quando la Ford Motor Company iniziò la produzione della famosissima automobile "Modello T". Il romanzo, infatti, è ambientato a Londra nell'anno 632 dell'era di Ford (2540 della nostra era).

Un altro particolare significativo: le stazioni ferroviarie londinesi cambiano nome. Per esempio, Charing Cross diventa Charing-T.

La T: una nuova croce che sostituisce quella cristiana.

Tuttavia, la “teologia di Ford” non ha in realtà nulla di teologico, metafisico o spirituale. Non prova né a rispondere ai grandi quesiti esistenziali dell’uomo, né a prospettargli una vita ultraterrena. La morte stessa è vista soltanto come un fenomeno naturale e, soprattutto, la cremazione è un ottimo metodo per ottenere fosforo a buon mercato per concimare i terreni.

Nel mondo nuovo i libri non esistono. O meglio, ci sono, ma solo nelle casseforti dei Governatori mondiali. O nella riserva di nativi americani in cui nasce colui che vuole sovvertire l’ordine costituito, John il Selvaggio, cresciuto leggendo uno sgualcito volume di opere complete di Shakespeare venuto chissà da dove. La differenza principale con Fahrenheit 451 è che non c’è un esplicito divieto di leggere libri. Non si trovano in giro perché sono oggetti anacronistici, propri di un’oscura epoca precedente, ancora non illuminata dalla luce del progresso. E poi, le menti inebetite dal soma potrebbero capirli? Potrebbero, i libri, reggere il confronto con il cinema odoroso o i campi da golf magnetico?

John il Selvaggio è nato “per sbaglio” da una Beta, Linda, e dal capo del principale Centro di Incubazione di Londra, Thomas Tomakin, durante una loro vacanza nella riserva. In una società in cui non esiste più il concetto di “famiglia”, giudicato non solo anacronistico ma addirittura tabù, non si possono udire le parole “madre”, “padre”, “figlio” senza provare un enorme imbarazzo. John ha modo di conoscere il mondo “civilizzato” grazie a Bernard Marx, un Alfa anomalo (si dice che, quando ancora era un embrione, fosse stato introdotto per errore dell’alcol nel suo surrogato sanguigno) recatosi in vacanza nella riserva con la sua compagna del momento, la Beta Lenina Crowne. Lenina può essere considerata, sotto un certo punto di vista, come un’incarnazione dello stesso mondo nuovo, verso il quale John prova contemporaneamente attrazione e repulsione. Invece, la vecchiaia di Linda è rifiutata energicamente dalla (apparentemente almeno) giovane donna. Infatti, anche la senilità è stata abolita dalla “civiltà”: la gente vive a lungo e mantiene fino alla morte un aspetto giovanile assumendo determinate sostanze.

Riuscirà John a intaccare l’equilibrio di questa società “perfetta”? Non vi faccio spoiler. Lo scoprirete voi…

Per chi, invece, l’ha letto: cosa ne pensate? Sono curiosa di conoscere le vostre opinioni!

Per chi vuole approfondire, consiglio la visione di questo video, basato su un testo critico, che mostra le differenze tra 1984 e Il mondo nuovo:

https://www.youtube.com/watch?v=9eeHu...
April 17,2025
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Una delle prime distopie della storia, anche se era nata più come utopia, un mondo che funziona alla perfezione, in cui gli uomini non provano emozioni di alcun genere e sono condizionati fin dall'infanzia tramite l'ipnopedia (la ripetizione nel sonno di informazioni). Un mondo in cui Dio è sostituito da Ford e dalla sua catena di montaggio, tanto che la croce è stata tagliata come una T, come la Model T, la prima vettura costruita in serie tramite catena di montaggio.
E per non provare emozioni gli uomini - e soprattutto le donne - possono prendere a volontà il “soma”, uno psicofarmaco che attenua ogni emozione.
L'ho trovato profetico e forse un po' di ispirazione per personaggi malvagi e oscuri come il dottor Mengele, con i suoi studi sui gemelli identici e una primitiva ingegneria genetica, tanto che più di una volta ho pensato a I ragazzi venuti dal Brasile di Ira Levin (un romanzo che penso di rileggere presto).
Forse avrei preferito che il protagonista rimanesse Bernardo Marx, che sembra essere diverso dagli altri Alfa più come lui perché, a quanto pare, quando era ancora nel flacone; credettero che fosse un Gamma e gli misero dell’alcool nel surrogato sanguigno. [...] Il fisico di Bernardo era di poco superiore a quello di un Gamma medio. Egli misurava otto centimetri meno dell’altezza normale degli Alfa ed era snello in proporzione. Il contatto coi membri delle caste inferiori gli ricordava sempre penosamente la sua insufficienza fisica. ‘Io sono io, e vorrei non esserlo.’ La coscienza di sé era in lui acuta e dolorosa.
Invece, quando va a visitare assieme a Lenina Crowne la riserva in cui vivono i selvaggi (coloro che vivono al di fuori del mondo nuovo e continuano a essere madri e padri, riproducendosi in modo viviparo), viene soppiantato nel ruolo principale da John, il selvaggio e addirittura da sua madre, Linda, una ex Beta-minus che è stata esclusa dalla società perché ha avuto l'ardire di rimanere incinta. [Notare che gli Alfa sono tutti uomini, mentre le donne possono aspirare al massimo a essere Beta-minus].
Il mondo creato da Huxley è davvero innovativo, se si pensa che questo romanzo è stato scritto vent'anni prima che Rosalind Franklin scoprisse la struttura del DNA, e dunque prima che esistesse addirittura il concetto di ingegneria genetica e di cloni.
Alla fine del romanzo, Huxley aggiunse nel 1958 un saggio, Ritorno al Mondo Nuovo in cui sembra quasi compiaciuto di essere stato profetico, pur sapendo che il suo mondo distopico era tutt'altro che positivo, e in cui compara le sue predizioni con quelle del 1984 di Orwell, cercando di fare una gara a chi ha azzeccato più cose. Interessante, invece, quando nell'ultima parte parla del condizionamento della pubblicità, con una sorta di introduzione alla finanza comportamentale.
April 17,2025
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I found the story interesting, but definitely dated, and it took me a good 50-75 pages to get into the novel/start finding it entertaining. The characters are definitely one-dimensional and not terribly interesting, but the book IS interesting in the ways in which the author, Aldous Huxley, forsees many modern-day issues/social ills. I would definitely recommend that anyone interested in the novel read the version with the "Brave New World Revisited" included. It allows a reader to get inside Huxley's head and better understand the issues he raises in the novel itself and how/why he was analyzing them. I didn't find myself marking anything when reading the novel, but did mark many "aha moments" or interesting thoughts in the Revisited section of the book.

Comments I noted in the Revisited section:

"No people that passes abruptly from a state of subservience under the rule of a despot to the completely unfamiliar state of political independence can be said to have a fair chance of making democratic institutions work. [I can't help by thinking of much of the Arab Spring when reading this line, and find Huxley's understanding of such issues as early as 1958 fascinating] Again, no people in a precarious economic condition has a fair chance of being able to govern itself democratically. Liberalism flourishes in an atmosphere of prosperity and declines as declining prosperity makes it necessary for the government to intervene ever more frequently and drastically in the affairs of its subjects." [Making me think of the 9-11 attacks in the US, the resulting Patriot Act, and a resulting restriction on civil rights] Huxley then goes on to say, "There are certain historical, economic, demographic and technological conditions which make it very hard for Jefferson's rational animals, endowed by nature with alienable rights and an innate sense of justice, to exercise their reason, claim their rights and act justly within a democratically organized society."

"Propaganda in favor of action that is consonant with enlightened self-interest appeals to reason by means of logical arguments based on the best available evidence fully and honestly set forth. Propaganda in favor of action dictated by the impulses that are below self-interest offers false, garbled or incomplete evidence, avoids logical argument and seeks to influence its victims by there mere repetition of catchwords, by the furious denunciation of foreign or domestic scapegoats, and by continually associating the lowest passions with the highest ideals, so that atrocities come to be perpetrated in the name of God and the most cynical kind of Realpolitik is treated as a matter of religious principle and patriotic duty." [Bring me to mind Fox News, Donald Trump's current presidential campaign, and even such movies as "American Sniper" as the ways in which it attempts to inaccurately re-write historical fact]

Huxley notes on the same topic later, "In their propaganda today's dictators rely for the most part on repetition, suppression and rationalization -the repetition of catchwords which they wish to be accepted as true, the suppression of facts which they wish to be ignored, the arousal and rationalization of passions which may be used in the interests of the Party or the State. As the art and science of manipulation comes to be better understood, the dictators of the future [democratic leaders as well?] will doubtless learn to combine these techniques with the non-stop distractions which, in the West, are now threatening to drown in a sea of irrelevance the rational propaganda essential to the maintenance of individual liberty and the survival of democratic institutions." [Reminds me of the differing ways in which the Republican versus Democratic parties "appeal" to their voter bases in today's media]

"The survival of democracy depends on the ability of large numbers of people to make realistic choices in the light of adequate information. A dictatorship, on the other hand, maintains itself by censorship or distorting the facts, and by appealing,, not to reason, not to enlightened self-interest, but to passion and prejudice, to the powerful "hidden forces," as Hitler called them, present in the unconscious depths of every human mind."

"In Brave New World non-stop distractions of the most fascinating nature (the feelies, orgy-porgy, centrifugal bumble-puppy) are deliberately used as instruments of policy, for the purpose of preventing people from paying too much attention to the realities of the political and social situation." [Little did Huxley realize that modern governments would not need to make such "distractions" (tv, entertainment, modern music) a deliberate tool of policy, but that instead people would seek such diversions on their own... although it IS possible that such things ARE being used deliberately by others in an effort to keep people from focusing on socio-political realities that are unpleasant in their time.]
April 17,2025
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I had just finished Orwell's 1984 and was on a dystopian reading bender when I picked up Brave New World (Zamiatin's 'We' is next on the list). Maybe because I am comparing the two novels side-by-side, having read one then the other, Brave New World fell far short of expectations. Huxley's dystopia is a much less terrible place than Orwell's. In fact, it doesn't seem all that bad! Although it is the 'World State', there are tiny pockets of escape. There are the Reservations, where "primitives" live and practice a quite different lifestyle; there are also islands, to which awkward members of society can be sent if necessary. Mustapha Mond points out that Bernard Marx is in fact privileged to be sent to such a place. And although the effect of such a society is to dehumanise human beings, removing their need to strive, and keeping them emotionally immature all their lives, it is at least (apparently) done for a benign purpose. The difficulties of twentieth-century life have been smoothed over in order to keep the members of society happy—and by and large, they do seem to be happy, at least in a trivial sense.
BNW had no endearing character, no one I cared about or who was central to the story. Bernard was a whiny douche. John Savage was bizarre. I liked Lenina and Mustapha Mond but they were peripheral characters.
I know Aldous Huxly intended on depicting Brave New world as some kind of dystopia. However after reading that book, Brave New World seemed more like a paradise. There was no war, no diseases, no famine, and no unemployment. Not only is everybody employed in Brave New world, everyone has (the pre-programmed) the job of their dreams. To top it off, there was hardly any crime, everybody knew each other well, and there are wild parties everywhere. Who cares if that society stifled philosophic inquiry. With problems in the world such as war, unemployment, increasing food prices, increasing health care costs, Brave New World seems like a more promising place. If you want a real dystopia, real horror, read Orwell's 1984. Now that's a world I would not want to live in.
April 17,2025
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"Avete mangiato qualcosa che v'ha fatto male?" indagò Bernardo.
Il Selvaggio fece cenno di sì. "Ho mangiato la civiltà."


Non so perché abbia aspettato così tanto a leggere questo testo. E dire che è praticamente universalmente considerato il terzo legittimo membro di quel trittico distopico che include 1984 e Fahrenheit 451.
Il mondo nuovo è esattamente il rovescio del capolavoro orwelliano, come rivendicato dallo stesso autore: lì il controllo forzato attraverso un sistema di punizioni, qui un controllo più morbido attraverso un sistema di premi. Alla gente viene dato esattamente ciò che vuole: e questo basta a mantenerla inerme e inerte, persino si riesce a disinnescare qualunque conflitto. Con l'aiuto di qualche trovata eugenetica (per niente buona, in realtà) e l'applicazione rigorosissima del condizionamento psicologico ed ipnagogico. In una società ormai mondiale, che ha annullato il gioco politico nell'apoteosi legittimata di una classe dirigente-casta; che è stata preventivamente indotta ad accettare una classificazione in caste di uomini superiori o inferiori, super intelligenti o malformati, ma tutti messi nelle condizioni di poter raggiungere la propria felicità (illusoria); che si riconosce unicamente nel rispetto dei suoi tre principi di Comunità, Identità, Stabilità; che ha sdoganato la libertà sessuale, rinunciando per sempre, tuttavia, alla genitorialità e all'istituzione familiare (al punto che il concetto stesso di genitore suscita orrore e ribrezzo!) - in questa società si consuma il dramma esistenziale di John, il Selvaggio, uno dei pochi esseri umani a vivere in una realtà ancestrale e ancora naturale, lasciata ai margini dalla totalizzante società di questo brave new world, che, una volta entrato in contatto con essa, rimane letteralmente intossicato dalla civiltà. Nello scontro tra il Selvaggio, figlio di genitori naturali, esponente di una umanità ancora naturale, e che ama declamare versi di Shakespeare, e la vasta gamma di personaggi che incontra, l'autore fa rivivere lo scontro tra la civiltà umana e la natura, tra l'era delle macchine e del progresso e l'età innocente, quella contrapposizione tra natura e società tanto cara a Rousseau. E se, da un lato, Huxley propende esplicitamente per l'esaltazione della sua utopia naturale (che, trent'anni più tardi, dipingerà nel suo ultimo romanzo, L'isola), d'altra parte la lotta non può che terminare a favore del più forte.
Se pure la storia è costituita da ingredienti semplici, un intreccio minimo ed uno stile piuttosto pallido e insapore, il romanzo è ben sorretto da una grandissima visionarietà, da un elevato spirito critico e da un ricchissimo complesso di conoscenze nei campi più disparati, dalla genetica alla psicologia, dalla clonazione al condizionamento. Ai giorni nostri ormai si perde, eppure va sentito l'ardore della sua immaginazione, che negli anni Trenta riusciva a parlare di clonazione, procreazione artificiale e condizionamento in un modo che ancora oggi risulterebbe abbastanza inquietante. Fondamentale, dunque, la seconda parte del libro, Ritorno al mondo nuovo, un'appendice scritta decenni dopo che raccoglie tutte le considerazioni di Huxley, dalla politica alla psicologia. Se anche risultano ormai accettate le visioni da incubo del progresso tecnologico di Huxley, nondimeno restano amaramente attuali i problemi sollevati, il conflitto tra società ed individuo, il problema sociale delle droghe, l'illusione della felicità, il compromesso, soprattutto, tra realizzazione personale e progresso della società. E resta ancora, pesante come un macigno, l'interrogativo senza risposta: fino a quanto siamo disposti a rinunciare alla nostra libertà per perseguire la realizzazione di una felicità illusoria?
April 17,2025
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Yes, I read this a long time ago. No, I didn't remember anything.

I came to the book thinking it was a mirror image of 1984, with the political violence and control. But Huxley is much more subtle, and ironic. The control evident in THIS Brave New World has been willingly given over...relationships, emotions, drive, ambition. Individualism...none of this matters, and no one cares.

I had forgotten the tongue-in-cheek humor in the observations...until John Savage appears. Then the tone shifts and the book moves to its conclusion.

This book was published in 1932 -- 15 years before his student, Orwell, published his dystopia. Huxley's predictions of technology and the intent of technology are uncanny.

The visit to the Indian Pueblo in New Mexico makes me wonder if he traveled...that area of the country is a favorite for us, and his portrayal of the village and the area were fascinating.

John, and his unconscious references to Shakespeare, added that outsider view of the culture, and reminds us how alien it really is. "Oh, brave new world, that has such people in it." Indeed. Indeed.

John's philosophical discussion with Mond (world?) lets us know Mond also can throw out Shakespearan lines at will...he understands the ridiculousness of the world he supports...and he supports it anyway.

The essays Huxley wrote in 1958, revisiting his novel were so interesting. He seemed very defensive that his book never reached the heights that his student, Orwell reached. His letter to Orwell after the younger man sent him a copy of 1984 seems touchy...

He revisted in his essays the issues he felt were important in his novel...overpopulation, over-organization, propaganda, the arts of selling, brainwashing, chemical persuasion, hypnopaedia (sleep learning), and education for freedom. He explains that his book is a blueprint for 'a new kind of nonviolent totalitarianism.' He believed, and I see evidence, that humans will participate willingly in the stripping of their rights and responsibilities. That's the tragedy of Brave New World...people have lost their responsibilities, their individuality, their ability and willingness to do right, to make decisions.

April 17,2025
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This book struck home with me once John was introduced. I read this book in 3 days and when I wasn't reading it I was thinking about it and how it would end. I will re-read this book one day.
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