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April 17,2025
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Everybody is horny for everybody. John is the exception. John is horny for Shakespeare.
April 17,2025
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GDL Società Alternative GRItalia
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GDL Edicola & Libreria: le nostre passioni
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Utopia camuffata da Distopia o Distopia camuffata da Utopia?

[...] un quadro fantasioso, a tratti irrispettoso, di una società nella quale il tentativo di ricreare gli essere umani a somiglianza delle termiti si è spinto fino ai limiti del possibile.

Queste le parole di Huxley nel Ritorno al mondo nuovo.

Mi pare ovvio che ci stiamo spingendo nella direzione del mondo nuovo.

Un mondo fatto di libertà, quelle libertà a basso costo che tutti vorremmo (o che avremmo voluto): un lavoro sicuro, un uso legalizzato di droga, la possibilità di praticare amore promiscuo, un mondo senza guerre.
Tutto questo però a quale (caro) prezzo?
Alla negazione dell'individuo, all'assenza di confronto impedendo ad ogni costo qualsiasi tensione, all'abolizione della famiglia, al condizionamento dell'infanzia fino a sviluppare una condizione di servitù verso lo stato sociale.

Alla fine che cos'è la libertà?

E' un cinema odoroso, un Orgy Porgy cantato assieme, una palla centrifuga tra amici? (Strumenti che alla fine sono ben assestati per impedire alla gente di badare troppo alla realtà della situazione socio-politica).

Oppure è un Selvaggio, che rinuncia di proposito ad essere un "cane di Pavlov" e preferisce scegliere come vivere e come morire?

«Ebbene, sì,» disse il Selvaggio in tono di sfida «io reclamo il diritto d’essere infelice.»

Se non avete letto 1984, non leggete Ritorno al mondo nuovo.
April 17,2025
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«Oh Ford!»

Una sovrabbondanza di riflessioni mi sta impedendo di scrivere un commento a questa mia rilettura.
Ci provo con la consapevolezza di rimanere in superficie.

Penso sia immutato il valore letterario di quest’opera anche dopo ben 88 anni dalla sua prima pubblicazione.
Penso che gli sia stata, giustamente, attribuita la paternità del genere distopico.
Poi sorrido perché nel Mondo Nuovo “Padre” è un vocabolo vietato e ancor di più lo è Madre: una vergognosa ingiuria...
Nella società immaginata da Huxley, infatti, si nasce in provette.
Una fecondazione artificiale che cancella la funzione generatrice dell’essere umano.
I laboratori sono le nursery del 632 A.F. che sta per After Ford.
Harry Ford, colui che ideò la catena di montaggio nell’industria automobilistica, è oggetto di culto nel Nuovo Mondo. Adorato e venerato come propulsore del Nuovo: la produzione in serie di macchine si trasferisce nei laboratori di genetica e diventa produzione in serie di essere umani.

Questo mondo è ripulito da ogni sporcizia e bruttura.
Nessuna guerra, nessuna malattia, nessuna tensione sociale.
Tutto è calcolato al millesimo dal momento della nascita che si basa sulla predestinazione in una specifica classe sociale e che attraverso un’educazione condizionante di stile pavloviano vincola ogni essere al proprio ruolo.

Ognuno è una particella immolata al funzionamento generale dell’organismo statale.
La felicità è un dovere; l’individualità una bestemmia e i momenti di debolezza hanno un rimedio disponibile a tutti: il Soma, ossia una droga di stato che annienta le coscienze.

E’ l’anestetico della sfera emotiva considerata potenzialmente sovversiva:

”E se mai, per mala sorte, avvenisse in un modo o nell'altro qualche cosa di sgradevole, ebbene, c'è sempre il "soma" che vi permette una vacanza, lontano dai fatti reali. E c'è sempre il "soma" per calmare la vostra collera, per riconciliarvi coi vostri nemici, per rendervi paziente e tollerante. Nel passato non si potevano compiere queste cose che facendo grandi sforzi e dopo anni di penoso allenamento morale. Adesso si mandano giù due o tre compresse di mezzo grammo, e tutto è a posto. Tutti possono essere virtuosi, adesso. Si può portare indosso almeno la metà della propria moralità in bottiglia. Il Cristianesimo senza lacrime, ecco che cos'è il "soma"

Una vita preconfezionata che mira ad una stabilità demografica e sociale possibile solo se ognuno rimane fermo al posto assegnato.

Ho letto qualche commento che giudicava “Il Mondo Nuovo” un’utopia per l’immagine di felicità prospettata: un mondo senza armi, senza guerre, senza odio...
Ma è evidente che si tratti di una rappresentazione ingannevole.
Non un’utopia ma vera e propria distopia dal momento in cui l’essere umano è semplice strumento.
L’incontro- scontro con una società selvaggia è l’espediente che Huxley adotta per mostrare gli opposti dove, da un lato, c’è un’asettica società sterilizzata, dall’altro, ci sono individui che mantengono vivo il passato, conservano le proprie individualità ma anche sporcizia, malattia e vecchiaia.

Chi è veramente felice?
Se la scomparsa di ogni mostruosità chiede in cambio la nostra personalità possiamo dirci veramente felici?
Bastano le parole di John, il giovane cresciuto nelle tribù selvagge, a farci capire cosa manca perché sia un mondo felice:


”Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato.»
«Insomma» disse Mustafà Mond «voi reclamate il diritto di essere infelice.»
«Ebbene, sì» disse il Selvaggio in tono di sfida «io reclamo il diritto d'essere infelice.»
«Senza parlare del diritto di diventar vecchio e brutto e impotente; il diritto d'avere la sifilide e il cancro; il diritto d'avere poco da mangiare; il diritto d'essere pidocchioso; il diritto di vivere nell'apprensione costante di ciò che potrà accadere domani; il diritto di prendere il tifo; il diritto di essere torturato da indicibili dolori d'ogni specie.»
Ci fu un lungo silenzio.
«Io li reclamo tutti» disse il Selvaggio finalmente.”


E non a caso, John, il Selvaggio ha imparato a parlare leggendo Shakespeare...
Cos'è un mondo senza poesia?


La seconda parte del testo (”Ritorno al mondo nuovo) non è un seguito del romanzo, bensì un saggio pubblicato nel 1958.
Ventisei anni dopo la pubblicazione de “Il mondo nuovo” Huxley sostiene che il mondo da lui prospettato si è già realizzato (o è sulla buona strada per farlo) in molti ambiti.
Apro parentesi: della prima lettura fatta circa 15 anni fa, non ricordavo che in questa trattazione ci fosse un’analisi parallela tra “Il mondo nuovo” e “1984”. Rileggendo non ho apprezzato il fatto che H. ne facesse quasi una competizione su chi fosse arrivato più vicino alla realtà futuro. Chi è più profetico?
Ovviamente H. difende la sua opera e si autocelebra... Chiudo parentesi.
Le riflessioni fatte nel saggio si basano poi sulla prospettiva di possibili nuovi totalitarismi.
H. analizza il mondo di fine anni ’50 e partendo dalla sovrappopolazione, passando dall’accelerazione del progresso tecnologico e dell’organizzazione sociale arriva a riflettere a le modalità di manipolazione e le varie forme di controllo che minano l’individualità umana.
Che fare? si chiede. Educare alla libertà, prendere coscienza di quanto ognuno di noi sia prezioso ed unico.
April 17,2025
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Reread 2022: Summer reread pile pick. Still a favourite.

BNW was a favorite of mine the first time I read it as a teen. I received this edition of BNW & BNWR from my parents. I must have gone on about this one a lot. :)

April 17,2025
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Aunque acabo de leer otra traducción de 'Un mundo feliz' me decidí a abordar esta tan pronto debido a un artículo sobre las diferentes traducciones existentes en español que me dejó muy inquieta. La verdad es que la anterior —hecha por Ramón Hernández— me dejó algo desinflada al ir cotejándola con el original inglés y descubrir con estupor que el artículo tenía razón y que estaba censurada, de forma sutil, pero censurada al fin y al cabo. Debo decir que esta versión de Luys Santa Marina me gustó muchísimo más que la del citado Hernández. Y que le daba a algunas escenas otro sentido del que la primera carecía por completo.

Dicho esto, he de decir que esta segunda lectura de la obra de Huxley no me impactó tan negativamente al comienzo como la otra —reseña aquí—, ya no me perturbó tanto porque por la familiaridad ya lo había asumido. Me gustaron mucho más las formas de traducción y que no se dejase nada en el tintero por ñoñerías influidas por cuestiones religiosas o sociales.

En cuanto al contenido de este libro, además de la maravillosa novela, incluye como propina el ensayo 'Retorno a un mundo feliz' en el que el mismo Huxley interpreta la novela, sus motivaciones y sus miedos a un futuro en el que se cumplan todas esas premisas de las que partió en su día para crearla, así como un atisbo de esperanza en cuanto a lo que se debería de hacer para solucionar o minimizar sus 'predicciones'.

Los temas tratados son peliagudos: el exceso de población, el control psicológico y la falta de libertad. Todos ellos temas tratados en la novela hasta llevarlos al límite como método satírico. Lo que más inquieta es que ese futuro que Huxley preveía ya lo tenemos encima y sus premisas también. Creo que este autor no era un simple visionario, sino alguien con muchísima información, bien relacionado y mejor formado. Y que supo plantear los problemas que acechaban a ese futuro que ya es presente y que en gran parte es tal como él lo pensó. ¿Podremos solucionarlo? Esa es la gran cuestión.
April 17,2025
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«How beauteous mankind is! O brave new world that has such people in't!»
-W. Shakespeare, 'La tempesta'

Nel mondo nuovo ogni singola persona è felice. Ogni singola persona è bella, intelligente, benestante. Be', per essere sinceri circa una metà della popolazione è stata sottoposta ad un arresto della crescita quand'era ancora allo stato embrionale o giù di lì, e adesso è qualcosa come una razza subumana sottomessa agli individui normali. Però fa niente, sono felici anche loro, e sapete perché?
La verità è che nel mondo nuovo l'individuo singolo non esiste. Esso vive solo ed esclusivamente in quanto membro della società (ognuno appartiene a tutti), ed in quanto membro della società deve essere uguale agli altri membri della società.
Se nasci nel mondo nuovo, non hai scelta. Più correttamente, se nasci nel mondo nuovo non sai neppure cosa voglia dire, avere scelta. Da piccolissimo, inizieranno ad inculcarti in testa cosa dovrà piacerti e cosa dovrai odiare, quali saranno gli ideali che dovrai sostenere e i tabù che non oserai violare. Prima addirittura che tu sia nato, il che equivale a dire 'prima che tu sia uscito dalla provetta', Loro -quegli stessi Loro di cui tu un giorno sarai parte- decideranno l'impiego che dovrai avere ed il lavoro che dovrai fare. Ti verrà insegnato a non lasciarti andare alle passioni, dentro di te non nascerà mai nulla di spontaneo. E tu vivrai per tutta la vita così come prefissato, perché la società lo esige.

La cosa agghiacciante è che non lo saprai mai. Morirai con la convinzione di aver vissuto una vita felice, ma in verità non hai mai amato, non ti sei disperato, non hai mai avuto fede in qualcosa e non hai mai conosciuto la libertà (libertà: che concetto sfuggente! Chi può dire che noi siamo liberi?).

Ma l'uomo, come Huxley stesso dice nei suoi saggi raccolti col titolo Ritorno al mondo nuovo, non è come la formica, o l'ape; l'uomo è come il lupo o l'elefante, un animale di branco, sì, ma solo in certi frangenti. Vedremo infatti, verso la metà del romanzo, un uomo non condizionato, un Selvaggio, venire brutalmente introdotto in questo ambiente e venire sbranato dalla realtà che lo circonda.
«Noi preferiamo fare le cose con ogni comodità.»
«Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato.»
«Insomma» disse Mustafà Mond «voi reclamate il diritto di essere infelice.»
«Ebbene, sì» disse il Selvaggio in tono di sfida «io reclamo il diritto di essere infelice.»
«Senza parlare del diritto di diventar vecchio e brutto e impotente; il diritto di avere la sifilide e il cancro; il diritto d'avere poco da mangiare; il diritto d'essere pidocchioso; il diritto di vivere nell'apprensione costante di ciò che potrà accadere domani; il diritto di prendere il tifo; il diritto di essere torturato da indicibile dolori d'ogni specie.»
Ci fu un lungo silenzio.
«Io li reclamo tutti» disse il Selvaggio finalmente.
Di solito si pensa ai romanzi Il mondo nuovo, 1984 e Fahrenheit 451 come i membri di una trilogia, in quanto tutti e tre romanzi distopici. Con questo li ho letti tutti, e con questo mi sono resa davvero conto della forza della letteratura distopica. Una forza che racchiude la capacità di emozionare, interessare, e far funzionare il cervello di chi legge.
April 17,2025
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Yeah, I enjoyed this 10000000000x better than 1984.

AND WHAT WAS THAT ENDING????
April 17,2025
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I will be marking this as is Read. I haven't finished the Revisited portion and I plan on reading it but right now this needs to have closure on my Reading list. So many quotes I will update when I have the chance.
April 17,2025
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Riletto dopo 11 anni, trama e "esperienza di lettura" hanno avuto su di me un impatto meno forte della prima volta, ma sono stata doppiamente colpita dal fatto che questo romanzo fu scritto nel 1932.
Huxley ipotizza ed elabora concetti scientifici e sociologici che ai tempi erano appena nati o addirittura inesistenti, e li incastra tra loro in modo tale da creare una società perfettamente coerente e credibile, e che per determinati aspetti sembra più possibile di altre società distopiche immaginate e scritte nei decenni successivi. Se si volesse approfondire ognuno degli inquietanti aspetti del Mondo Nuovo, e riflettere sulla loro genesi, evoluzione e possibilità che si realizzino in futuro, ci sarebbe da scrivere e discutere per ore e ore, dunque non lo farò.
Mi limito a dire che l'aspetto che più continua a colpirmi di questa distopia è che lì fuori, da qualche parte, potrebbe esserci qualcuno che la ritenga un'utopia: nel Mondo Nuovo non sono forse tutti felici? Non ci sono malattie, né vecchiaia, né guerre né conflitti, non bisogna lottare per ottenere alcunché e quando proprio le cose vanno male basta prendere una compressina (senza alcun effetto collaterale!) per tornare sereni... Ma qual è il prezzo di questa "felicità"? L'assoluta e totale perdita di individualità non sarà mai, per me, un prezzo accettabile, qualunque sia il "premio". Mi trovo, insomma, completamente d'accordo col Selvaggio quando nel capitolo 17 (che citerei per intero tanti spunti offre), reclama il suo "diritto all'infelicità", perché questa infelicità significa avere il diritto di essere se stessi e di fare le proprie, personali scelte. Eppure tante delle dinamiche osservabili nella società odierna mi portano a pensare che probabilmente ne esistano (e pure parecchie!) di persone, al mondo, che sarebbero pronte a firmare subito il contratto che chieda di uniformarsi al volere e al sentire stabiliti dall'alto pur di non doversi più preoccupare di nulla. E il pensiero mi mette addosso una tristezza infinita.

Approfondimenti sugli aspetti trattati nel romanzo ce li offre Huxley stesso, nel saggio conclusivo di questo volume (Ritorno al mondo nuovo), scritto nel 1958 ma ancora così inquietantemente attuale, e che senza dubbio aggiunge molto all'esperienza di lettura del romanzo. E' piuttosto fastidioso l'autocompiacimento che permea queste pagine finali, ma senza dubbio colpisce il modo in cui l'autore si dimostri due volte profetico, e colpisce anche (e dolorosamente) constatare quanto poco si sia fatto, a 60 anni di distanza, di ciò che servirebbe per evitare di trasformare il nostro mondo nel Mondo Nuovo.

"[...] bisognerà intervenire con qualcosa di più positivo; con l'enunciazione di una serie di valori generalmente accettabili, basati saldamente sui fatti. Il valore, anzitutto, della libertà individuale, basato sul fatto della diversità umana e della unicità genetiva; il valore della carità e della compazzione, basato su di un fatto notissimo, che la psichiatria moderna ha riscoperto di recente: il fatto che, per quanto diversi in senso mentale e fisico, agli uomini occorre l'amore, come il cibo e un alloggio; e infine il valore dell'intelligenza, senza la quale l'amore è impotente e la libertà irraggiungibile."

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Recensione scritta il: 28/10/2010, a seguito della prima lettura del romanzo.

Mi spiace non aver avuto tempo di scriverne una recensione a caldo, appena terminato, però mi va di spenderci adesso due parole: meravigliosamente inquietante. Come solo un'utopia negativa sa esserlo. Affascina e dà i brividi, coinvolge e repelle. Un capolavoro.
April 17,2025
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Definitely became an all time favorite. Though it’s a pretty grim dystopian (totalitarian society comprised by a genetically engineered caste system) the takeaways are sort of feel-good, including the Giver-esque “we can’t enjoy the Good without enduring the Bad,” and the relenting value of the human individual and assertion that standardizing humans and their experiences isnt worth anything, even total social efficiency.

It’s also interesting that the book’s warnings can be extrapolated into present (Revisited looks at themes against a backdrop of WWII). For instance the critique of endless distraction and holidays from troubled reality: “Soma” could be alcohol or opium, or rather it could be social media, TV or other tools of instant gratification. Additionally the way people regurgitate propaganda one-liners in support of the existing order, ingrained in their minds through hypnosis, feels similar to how today people repeat phrases they’ve heard on hot-button issues supporting kind of any political ideology without administering any critical thinking. The most interesting aspect to me is the book’s critique (I think?) of over-organization as a solution to over-population and I wonder how and I guess whether this is exhibited today.
April 17,2025
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After reading page 71 had to close the book for good because I couldn't tolerate the never ending changes in the scenes where I ended up totally lost inside the environment in the story. Completely lost sight of the space where we were in because it was like watching a movie where somebody is constantly pressing the fast forward every minute? :(
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