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April 17,2025
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Prophetic.

Well, Aldous Huxley (1894-1963) tried to predict what would happen probably during our time now up to the 26th century or 632 A.F. (Anno Ford with Year 0 being 1908 when Model T was introduced). He wrote this novel, Brave New World in 1931 and first published in 1932. Fifteen years after, in 1949 George Orwell did a similar thing when he published his social science fiction, 1984. Both Huxley and Orwell were like Nostradamus but without the dreams or visions. Huxley came from the famous Huxley family with outstanding scientific, medical, artistic and literary talent. Orwell, on the other hand, was said to possess a keen intelligence and wit, a profound awareness of social injustice, an intense, revolutionary opposition to totalitarianism, a passion for clarity in language and a belief in democratic socialism.

IMO, let's see what happened so far after almost 80 years. At least with some semblance:

Huxley's prophesy: Babies are mass-produced in laboratories. Take note that Watson and Crick only discovered the DNA helix structure in 1953. So, this was a good guess by Huxley.
Reality: Dolly, the cloned sheep (1996-2003).

Huxley's prophesy: Soma, readily available all-around upper that make you feel better
Reality: Ecstasy etc - although they are not readily available and expensive

Huxley's prophesy: Overpopulation
Reality: Correct! (But that should be easy)

Huxley's prophesy: Free sex
Reality: Marry your wife, get sex free! :)

Huxley's prophesy: No religion, no God, no concept of the family, no mama, no papa
Reality: 'think that this has not changed so much

Seriously, this is a well-written dystopian novel and is now top of my list of favorite sci-fi novels relegating 1984 to second place. Reason: this came before that Orwell's book and this is written in a funny way that I think even children can appreciate. John the Savage, for example, seems like Tarzan the first time he sees the World State (aka The Brave New World) and also his eloquence and mastery of Shakespeare's verses is just so funny. Why Shakespeare? Because Huxley and The Bard were both British? Well, I should have added that. In a way, Huxley also indirectly prophesized that children of the 21st century would still study Shakespeare in school.

Huxley and Shakespeare are both genius anyway. So let their books live forever.

Thanks to my reading buddies: Bea, Angus and Tintin for reading this book with me. Whoever thought of suggesting this book for us to read should have some potential to be a future genius too. Excellent choice for a book!
April 17,2025
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.."il rimorso cronico, su questo concordano tutti i moralisti, è un sentimenti assai indesiderabile. Se vi siete comportati male, pentitevi, rimediate come meglio potete e prefiggetevi di comportarvi meglio la prossima volta. Non rimuginate mai sulle vostre malefatte. Rotolare nel letame non è il modo migliore per ripulirsi"
April 17,2025
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“Tutti sono felici” nel Mondo Nuovo: due miliardi di automi inumani, prodotti e selezionati in laboratorio e condizionati con tecniche subliminali fin dalla nascita, sottoposti alla felice tirannia del benessere. Con l’ausilio di scienza e tecnologia, lo stato mondiale programma ciascuno di essi per un preciso compito da svolgere nella società e, tramite un corollario di divertimenti, distrazioni e droghe, riesce a far sì che nessuno possa prendere coscienza della propria assoluta mancanza di libertà.

Huxley immagina per l’umanità un futuro antiutopico in cui un’élite ristrettissima controlla agevolmente l’intera popolazione mondiale; nessun ricorso alla forza, né violenze né punizioni sono necessarie per sottomettere e mantenere l’ordine in una massa perennemente condizionata e gratificata dalla possibilità di soddisfare qualsiasi desiderio materiale.

Dopo i primi capitoli, nei quali viene illustrato l’inquietante Mondo Nuovo, la vicenda prende corpo. La trama però è piuttosto esile.
Uno dei momenti più riusciti (e il più divertente) è il tentativo di seduzione effettuato da Lenina Crowne nei confronti di John (chiamato “il Selvaggio” perché proveniente da una delle riserve dove vengono segregati i soggetti “difettosi” e quelli nati ancora fuori controllo): è la collisione definitiva, senza speranze di comprensione, tra l’umanità perfetta uscita dalle provette e quella sporca, antica e “vivipara”.
Il passaggio più forzato – e poco plausibile – è costituito dalla lunga dissertazione filosofica tra uno dei dieci governatori del mondo e John (cresciuto senza alcuna istruzione, “il Selvaggio” deve infatti tutta la sua preparazione scolastica alla sola lettura dell’opera completa di Shakespeare, libro trovato per caso nella Riserva messicana).

Ritorno al Mondo Nuovo è una raccolta di saggi scritta ventisei anni dopo l’uscita di Il Mondo Nuovo. Prendendo spunto dai temi contenuti nel romanzo, l’autore analizza l’evoluzione della società avvenuta nel frattempo e quella che si prepara nel futuro.
Sovrappopolazione, scarsità di riserve energetiche e alimentari come possibili cause di derive autoritarie; pubblicità e messaggi subliminali, metodi di propaganda politica importati da quella commerciale; medesime dinamiche di persuasione di massa utilizzate da regimi dittatoriali evoluti e da sistemi democratici, concentrazione dei poteri economici e finanziari e conseguente asservimento della politica, benessere in cambio della rinuncia alla libertà: sono gli argomenti che più preoccupavano Huxley nel 1958, tutte tematiche attuali ma cui i più influenti mezzi di comunicazione evitano accuratamente di accennare.

“I maggiori trionfi della propaganda sono stati compiuti non facendo qualcosa, ma astenendosi dal farlo. Importante è la verità, ma ancor più importante, da un punto di vista pratico, è il silenzio sulla verità”.
Aldous Huxley, 1958


* * *

Nota:
L’edizione Oscar Mondadori (ristampa 2014/2015) contiene anche l’inedita Prefazione all’edizione 1946 del Mondo Nuovo e il saggio conclusivo Il Mondo Nuovo e i suoi ritorni di Alessandro Maurini.
La traduzione di Lorenzo Gigli di Il Mondo Nuovo, risalente al 1933, è stata riveduta e corretta da Paola Levante (sono stati eliminati soprattutto l’arcaico utilizzo del “voi” come forma di cortesia, l’abuso dell’elisione e la reiterazione dei pronomi personali), mentre la revisione della traduzione di Luciano Bianciardi di Ritorno al Mondo Nuovo è opera della figlia Luciana.
April 17,2025
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L'UTOPIA DEL CONSUMISMO

Tra i maestri della distopia novecentesca, Huxley è stato di certo uno dei più visionari e lungimiranti: romanzi come “1984” nascono dall’esperienza drammatica della Seconda Guerra Mondiale e ne sono quasi una trasposizione su carta, mentre “Il mondo nuovo” già agli inizi degli anni ’30 delineava un governo totalitario in grado di plagiare le menti delle masse per mutarle in un mero strumento da utilizzare per i propri fini.
Di base, la realtà creata da Huxley ha tutti i presupporti per essere un’utopia anziché una distopia; infatti l’intero pianeta è unito in un solo Stato sovrano e ciò ha portato alla fine di ogni conflitto. La perfezione di questo mondo non si limita all’assenza della guerra, ma si basa soprattutto sul benessere personale dei singoli individui, che qui vivono seguendo con rigore il dogma del “carpe diem” e, senza pensare con rimorso al passato o con aspettativa al futuro, si godono al massimo un presente in cui lo Stato da un lato incoraggia la promiscuità sessuale e dall’altro fornisce gratuitamente una droga innocua che permette di sopportare la vita quotidiana.
Partendo da siffatte premesse, il mondo nuovo sembra in fondo perfettamente vivibile, ma subito al lettore viene presentato l’altro lato di questa società idilliaca: gli individui non vengono più partoriti e cresciuti nelle famiglie, bensì creati nei laboratori governativi (addirittura clonati, al fine di ottenere un domani gruppi di lavoratori perfettamente sincronizzati) e poi condizionati per tutta l’infanzia per farne adulti pronti a svolgere il loro ruolo nel mondo, sia come manodopera già predisposta ad una certa attività sia come consumatori. Lo Stato si trova così a governare degli individui dei quali, sulla carta, soddisfa ogni desiderio, ma che in realtà desiderano soltanto ciò che possono ottenere o a cui sono destinati.
Oltre agli evidenti intenti di critica e riflessione, il romanzo possiede anche una trama strutturata, seppur messa in secondo piano; si tratta di una vicenda narrata in modo corale, scelta che rende quasi tutti i personaggi dei (potenziali) protagonisti. Il filone principale riguarda il Selvaggio John che, dalla riserva in cui lo Stato permette la sopravvivenza di alcune persone che ancora vivono “alla vecchia maniera”, giunge nella futuristica Inghilterra; forse è proprio nel confronto con i selvaggi che la meccanicità dei nuovi mondani si evidenzia in modo più accentuato, specie quanto questi ultimi ripetono in modo robotico delle frasi apprese grazie all’ipnopedia.
Tra i personaggi, Linda è di certo quella che più colpisce il lettore per la sua storia tragica e per il modo in cui ne parla, tanto da provare il suo stesso senso di angoscia al pensiero di trovarsi soli e completamente isolati dall'unica e confortante realtà conosciuta. Decisamente più arduo è empatizzare con Bernard: se da un lato è inevitabile provare pena per chi è vittima della sfortuna, dall’altro il suo carattere strafottente e al contempo pavido lo rende odioso.
Uno degli aspetti più peculiari del mondo nuovo è sicuramente il ribaltamento riguardo al senso del pudore: ad esempio, i bambini sono spinti alla pratica del cosiddetti giochi erotici mentre è considerato molto imbarazzante parlare delle figure dei genitori.
Lo stile dell’autore è scorrevole e dinamico, e tale si mantiene anche nei saggi che compongono “Ritorno al mondo nuovo”.
Ad alcuni anni di distanza infatti, Huxley riprende quanto narrato nel suo romanzo e lo confronta con la sua realtà contemporanea, trovandovi ben più somiglianze di quante se ne attendesse all’epoca della stesura. Da questo paragone nasce una serie di saggi brevi e semplificati, ma non per questo incapaci di far riflettere e validi ancor oggi, specie quando toccano il tema del condizionamento causato dai mass-media, capaci come e meglio dell’ipnopedia di persuadere l’individuo ad un determinato acquisto.
Essendo stati scritti dopo il conflitto mondiale, i saggi risultano in gran parte pessimistici sul futuro dell’umanità, e non mancano parecchie stoccate all’indirizzo di Orwell e del suo “1984”, a detta di Huxley meno vicino alla realtà della sua opera.
A mio avviso, con i suoi saggi, lo scrittore intendeva comunicare un forte appello affinché la libertà di pensiero venga concessa a tutti.
April 17,2025
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Not sure how I made it through high school and college without ever having read this book, but I don't remember it ever being assigned. I'm glad I read it, even though it wasn't exactly a pleasant reading experience. It's fascinating to see through Huxley's eyes as he is writing in the 1930's I think, and imagining what the future could hold. Babies being created in labs and jars, (long before anyone ever invented IVF or anything), lots of social conditioning starting from the time a person is born (recordings of certain sayings being played over and over in children's nurseries while they sleep), etc.

Of course I couldn't help but compare it to George Orwell's 1984, which is similar but also really different. (it was interesting to find out this was written almost 15 years before Orwell). Whereas Orwell's dystopian vision imagined these powerful dictators who can see everything you do, in this case Huxley imagines that people are so created and conditioned that there doesn't even need to be a dictator because people will just be like sheep following along with how they've been programmed.

Unfortunately some of these very characteristics of the society that he imagined made it difficult to really care or feel interested in any of the characters. For example, in this imagined future there is no such thing as family - no mother, no father, no siblings, no family structure at all, no marriage. No permanent bonds of any kind are encouraged (or even allowed). This gives the characters a flat feeling, and it feels like nothing really matters, because there are no real connections between people. So it was hard to really care what happened to these people.
April 17,2025
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n  
O wonder!
How many godly creatures are there here!
How beauteous mankind is! O brave new world,
That has such people in't.
—William Shakespeare, The Tempest
n

This was a reread for me (why did everyone who saw me with this book say, "Haven't you read that before?") and I suppose since everyone has read it, everyone knows the basic premise of Brave New World: About 600 years from now, after a devastating Nine Years War full of terror and anthrax bombs, a world government is put into place. Through genetic manipulation, the population is engineered to fulfill the tasks of their preordained castes, and through hypnopaedia, the population is conditioned to accept the imposed values of their society. As adults, people are discouraged from solitary pursuits, and as a result of their conditioning, spend leisure time devoted to consumerism, group sport, free sex (including mandatory orgies), 4-D movies called "feelies", and the consumption of soma -- a drug that brightens mood, aids sleep, or enables a mental holiday, depending on dosage. When a "savage" from a New Mexico Indian Reservation is introduced to the totalitarian society, both he and the people that he meets are innately repulsed by the other.

Now, I reread Brave New World at this time because in Liberal Fascism, author Jonah Goldberg warned that this is the future that we're blindly marching towards. And as Goldberg also stated each time he invoked Aldous Huxley, many people read this book and wonder, "What would be so wrong with that?"

n  
The world's stable now. People are happy; they get what they want; and they never want what they can't get. They're well-off; they're safe; they're never ill; they're not afraid of death; they're blissfully ignorant of passion and old age; they're plagued with no mothers or fathers; they've got no wives, or children, or lovers to feel strong about; they're so conditioned that they practically can't help behaving as they ought to behave. And if anything should go wrong, there's soma.
n

That doesn't actually sound so bad, but even Huxley himself makes it clear that his vision of the future here is a dystopia, not a utopia, and in Brave New World Revisited -- which he wrote in 1958 and which was included in the edition that I read -- he despaired that his vision was coming true even quicker than he foresaw and hoped to warn society against sleepwalking towards a future of conformity, loss of freedom, and the mindless pursuit of the trivial and degenerate. Huxley's warnings about imminent overpopulation (and, in particular, his predictions about the overbreeding of the wrong sorts of people) -- which is the lynchpin of his argument -- now seems quaintly outdated in the same way that Marx wasn't right about the imminent revolt of the working class, so it's tempting to dismiss all of his fears out of hand.

For contrasting views about what modern writers think of the vision of Brave New World, here's a dissenting viewpoint from n  The New York Timesn in 2013 (but it is interesting to read in the comments section that most readers think that this article is off the mark) and an article from n  The New York Postn in 2012 that thinks Huxley was a visionary. To me, putting Brave New World into context like this is far more interesting than simply reading the novel on its own, and insofar as Huxley was considered a great thinker of his time, I think that was his intent (and forgives the less than perfectly literary constructions of his book). Even if Huxley didn't impeccably envision the near future (although Jonah Goldberg and Kyle Smith of The Post might make compelling parallels), Brave New World certainly extrapolates a logical progression from what Huxley identified as the problems of his time, and if they have any resonance with modern readers, we would do well to sit up and take notice.
April 17,2025
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Le parole possono essere paragonate ai raggi X; se si usano a dovere, attraversano ogni cosa. Leggi, e ti trapassano.

Ho dovuto leggere questo libro per un progetto che odio e che avrei preferito non fare, ma mi sento quasi obbligata a ringraziare la mia insegnante per avermici costretto, perché di certo altrimenti non avrei mai conosciuto questo fantastico romanzo.

Tornando al libro, leggetelo.
Non importa dove o quando, io l'ho fatto mentre controllavo le melanzane nel forno, ma fatelo, perché è illuminante.
Il futuro che dipinge è, sebbene non vicino, più che plausibile.
La soddisfazione del piacere fisico è la chiave di questa società distopica dove la riproduzione non esiste più e i bambini vengono fabbricati in provetta e, fin dal primo giorno, condizionati a diventare ciò che serve alla società, divisa in cinque classi.
Tutto scorre tranquillo perché non ci sono guerre né stati e qualsiasi sentimento anche di minima frustrazione viene lavato via dalla soma, una droga potente senza effetti collaterali.

La trama è strutturata come quella di una tragedia: il protagonista giunge verso il capitolo VII, quindi immaginate che tutti quelli prima servono a preparare il terreno, per abituare le nostre menti, per farci provare in anticipo e farci superare la sorpresa, lo sdegno che John il selvaggio proverà quando entrerà in questo nuovo mondo.

John è un ragazzo cresciuto in una Riserva, un luogo dove ci sono degli uomini in stato semi primitivo senza nessuna tecnologia moderna, la cui madre, Linda, appartiene al Mondo Nuovo, ma, per essere persa durante la sua visita al luogo e non essere riuscita a prendere i suoi anticoncezionali, per la vergogna ha deciso di rimanere lì.
Entrambi vengono portati alla civiltà da Bernard e Lenina, venuti anche loro in visita.
John all'inizio è entusiasta, ma ben presto scopre che lui e questo mondo sono inconciliabili, poiché mentre il primo vive di sentimenti, in modo quasi morboso, il secondo li vieta perché minano la stabilità necessaria per mantenere quello stesso stato di tranquillità.
Prova per Lenina, che lo desidera, dei forti sentimenti che si trasformeranno in odio e rabbia, quando scopre che lei non è pura quanto pensava, che non può provare il suo stesso ardore assoluto, che ciò che lei vuole è solo sesso.
Disgustato da tutto a causa anche della morte di Linda indotta da un'overdose di soma, cerca scampo rifugiandosi in un faro, che verrà assaltato da tutti i curiosi e i giornalisti possibili.
Dopo aver preso parte a un'orgia, decide di suicidarsi, perché capisce che non può continuare a vivere lì senza rinunciare ai suoi valori e non può tornare al suo villaggio perché è sempre stato un outsider.

April 17,2025
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Si supponga per assurdo che...

... in un futuro imprecisato si costituisca una società in cui:

- sia deprecato avere rapporti monogami
- l'uomo si riproduca attraverso la manipolazione genetica, e sempre per il tramite di essa si decida a priori la classe di appartenenza dell'essere così generato
- non esistano i sentimenti, i legami, ma uno stato di tranquillità perenne indotto dalla soddisfazione degli istinti primari
- si faccia uso legale di una droga, 'soma', per il cui tramite la tristezza o l'inquietudine non siano più stati d'animo contemplati
- non si educhi, si condizioni.
- il condizionamento sia non solo lecito, ma la modalità accettata e condivisa, ciò che consente alle persone di vivere con serenità in quanto "questo è il segreto della felicità e della virtù: amare ciò che si deve amare."
- la solitudine sia abolita
- la vecchiaia sia abolita
- la morte avvenga tra l'indifferenza più totale in quanto nessuno è legato a nessuno
- tutto profumi, anche nello scarico del water scenda acqua di colonia
- il progresso scientifico venga indirizzato al controllo della società
- la lettura dei classici sia abolita, anzi in realtà la lettura sia abolita
- Dio sia soppiantato da un certo signor Ford, mente ideatrice del modello sociologico applicato

Ehm... ma siam sicuri di ragionare così tanto per assurdo?

"La gente è felice; ottiene ciò che vuole, e non vuole mai ciò che non può ottenere. Sta bene; è al sicuro; non è mai malata; non ha paura della morte; è serenamente ignorante della passione e della vecchiaia; non è ingombrata né da padri né da madri; non ha spose, figli o amanti che procurino loro emozioni violente; è condizionata in tal modo che praticamente non può fare a meno di condursi come si deve. E se per caso qualche cosa non va, c'è il "soma"... "

Ed voilà. ...ecco la stabilità!
Come dire... inquietante!

E Se, in questo mondo agghiacciante, all'interno di una riserva, esistesse anche solo un uomo non condizionato e non condizionabile? E se quest'unico uomo non omologato reclamasse a gran voce: "Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato"?

Vien da chiedersi quanto distiamo da quel modello.
Vien da rimanere stupefatti e ammirati da un visione così lungimirante e profetica. Questa favola, come la chiama Huxley, è stata scritta nel 1931.

Ammazza se fa riflettere.
April 17,2025
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«Oh Ford!»

Una sovrabbondanza di riflessioni mi sta impedendo di scrivere un commento a questa mia rilettura.
Ci provo con la consapevolezza di rimanere in superficie.

Penso sia immutato il valore letterario di quest’opera anche dopo ben 88 anni dalla sua prima pubblicazione.
Penso che gli sia stata, giustamente, attribuita la paternità del genere distopico.
Poi sorrido perché nel Mondo Nuovo “Padre” è un vocabolo vietato e ancor di più lo è Madre. Una vergognosa ingiuria...
Nella società immaginata da Huxley, infatti, si nasce in provette.
Una fecondazione artificiale che cancella la funzione generatrice dell’essere umano.
I laboratori sono le nursery del 632 A.F. che sta per After Ford.
Harry Ford, colui che ideò la catena di montaggio nell’industria automobilistica, è oggetto di culto nel Nuovo Mondo. Adorato e venerato come propulsore del Nuovo: la produzione in serie di macchine si trasferisce nei laboratori di genetica e diventa produzione in serie di essere umani.
Questo mondo è ripulito da ogni sporcizia e bruttura.
Nessuna guerra, nessuna malattia, nessuna tensione sociale.
Tutto è calcolato al millesimo dal momento della nascita che si basa sulla predestinazione in una specifica classe sociale e che attraverso un’educazione condizionante di stile pavloviano vincola ogni essere al proprio ruolo.
Ognuno è una particella immolata al funzionamento generale dell’organismo statale.
La felicità è un dovere; l’individualità una bestemmia e i momenti di debolezza hanno un rimedio disponibile a tutti: il Soma, ossia una droga di stato che annienta le coscienze.
E’ l’anestetico della sfera emotiva considerata potenzialmente sovversiva:

”E se mai, per mala sorte, avvenisse in un modo o nell'altro qualche cosa di sgradevole, ebbene, c'è sempre il "soma" che vi permette una vacanza, lontano dai fatti reali. E c'è sempre il "soma" per calmare la vostra collera, per riconciliarvi coi vostri nemici, per rendervi paziente e tollerante. Nel passato non si potevano compiere queste cose che facendo grandi sforzi e dopo anni di penoso allenamento morale. Adesso si mandano giù due o tre compresse di mezzo grammo, e tutto è a posto. Tutti possono essere virtuosi, adesso. Si può portare indosso almeno la metà della propria moralità in bottiglia. Il Cristianesimo senza lacrime, ecco che cos'è il "soma"

Una vita preconfezionata che mira ad una stabilità demografica e sociale possibile solo se ognuno rimane fermo al posto assegnato.

Ho letto qualche commento che giudicava “Il Mondo Nuovo” un’utopia per l’immagine di felicità prospettata: un mondo senza armi, senza guerre, senza odio...
Ma è evidente che si tratti di una rappresentazione ingannevole.
Non un’utopia ma vera e propria distopia dal momento in cui l’essere umano è semplice strumento.
L’incontro- scontro con una società selvaggia è l’espediente che Huxley adotta per mostrare gli opposti dove, da un lato, c’è un’asettica società sterilizzata, dall’altro, ci sono individui che mantengono vivo il passato, conservano le proprie individualità ma anche sporcizia, malattia e vecchiaia.
Chi è veramente felice?
Se la scomparsa di ogni mostruosità chiede in cambio la nostra personalità possiamo dirci veramente felici?
Bastano le parole di John, il giovane cresciuto nelle tribù selvagge, a farci capire cosa manca perché sia un mondo felice:


”Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato.»
«Insomma» disse Mustafà Mond «voi reclamate il diritto di essere infelice.»
«Ebbene, sì» disse il Selvaggio in tono di sfida «io reclamo il diritto d'essere infelice.»
«Senza parlare del diritto di diventar vecchio e brutto e impotente; il diritto d'avere la sifilide e il cancro; il diritto d'avere poco da mangiare; il diritto d'essere pidocchioso; il diritto di vivere nell'apprensione costante di ciò che potrà accadere domani; il diritto di prendere il tifo; il diritto di essere torturato da indicibili dolori d'ogni specie.»
Ci fu un lungo silenzio.
«Io li reclamo tutti» disse il Selvaggio finalmente.”


E non a caso, John, il Selvaggio ha imparato a parlare leggendo Shakespeare...
Cos’è un mondo senza poesia?


La seconda parte del testo (”Ritorno al mondo nuovo) non è un seguito del romanzo, bensì un saggio pubblicato nel 1958.
Ventisei anni dopo la pubblicazione de “Il mondo nuovo” Huxley sostiene che il mondo da lui prospettato si è già realizzato (o è sulla buona strada per farlo) in molti ambiti.
Apro parentesi: della prima lettura fatta circa 15 anni fa, non ricordavo che in questa trattazione ci fosse un’analisi parallela tra “Il mondo nuovo” e “1984”. Rileggendo non ho apprezzato il fatto che H. ne facesse quasi una competizione su chi fosse arrivato più vicino alla realtà futuro. Chi è più profetico?
Ovviamente H. difende la sua opera e si autocelebra... Chiudo parentesi.
Le riflessioni fatte nel saggio si basano poi sulla prospettiva di possibili nuovi totalitarismi.
H. analizza il mondo di fine anni ’50 e partendo dalla sovrappopolazione, passando dall’accelerazione del progresso tecnologico e dell’organizzazione sociale arriva a riflettere a le modalità di manipolazione e le varie forme di controllo che minano l’individualità umana.
Che fare? si chiede. Educare alla libertà, prendere coscienza di quanto ognuno di noi sia prezioso ed unico.
April 17,2025
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Questo è un volume che non dimenticherò facilmente. Sembra impossibile che Huxley abbia visto così chiaramente il 2024 già nel 1932 con Il mondo nuovo e poi ancora meglio nel 1958 con Ritorno al mondo nuovo

La mia edizione si compone dei due testi. Il primo è un romanzo distopico, il secondo un insieme di saggi che approfondisce le tematiche suggerite nel romanzo e si interroga su come i fenomeni ipotizzati nel '32 siano diventati o stiano gradualmente diventando realtà nel '58

Il romanzo è ambientato in un immaginario totalitarismo mondiale del futuro nel quale i cittadini non conoscono più la guerra, le malattie, la povertà, il dolore, i sentimenti negativi, la paura o il disagio.

Il prezzo da pagare, però, è altissimo ed è la propria individualità. Infatti, per la perfetta gestione di tutto, i cittadini sono creati tramite l'ingegneria genetica in numero consono ad evitare la sovrappopolazione. Inoltre, sono creati per caste, alle quali vengono assegnati livelli biologici di sviluppo fisico e di intelligenza diversi, in base al ruolo sociale che sono stati creati per ricoprire.
Oltre a questo, ricevono un condizionamento continuo dalla nascita e per l'intera vita. Così predisposti biologicamente e indottrinati, tutti amano quello che devono e sono soddisfatti del proprio posto nella grande macchina sociale.

Tutti i desideri vengono subito appagati per evitare tensioni emotive. La famiglia non esiste, sia per l'esigenza di uniformità genetica degli individui, sia per, ancora una volta, evitare sentimenti profondi e complessi che potrebbero turbare la persona o permetterle di accorgersi della propria individualità ed insostituibilità per qualcuno. Per lo stesso motivo, i cittadini sono incoraggiati alla promiscuità sessuale fin dalla prima adolescenza e sono condizionati a considerare i legami stabili come inappropriati. Come da slogan, tutti appartengono a tutti e ciascuno è sostituibile. Il corpo sociale continua ad esistere, mentre le cellule componenti possono cambiare.

Per questo, sono scoraggiate le attività da svolgersi individualmente e anche quelle che non implicano il consumo, unico pilastro economico e sociale. Niente arte o letteratura, forme di individualismo. Niente domande, niente religione. La verità e la bellezza sono state sacrificate con gioia per la comodità e la felicità. La religione per l'equilibrio emotivo offerto dal soma, una sostanza psicoattiva senza effetti collaterali, che permette un istantaneo ritorno al benessere psicologico.

L'equilibrio è turbato quando entrano in scena tre individui che, per motivi diversi, sono costretti a rendersi conto della propria unicità: l'anomalia del primo è una spiccata intelligenza, quella del secondo è un errore di laboratorio che ne provoca una leggera disabilità fisica rispetto al resto degli individui della propria casta, il terzo è un "selvaggio". Infatti, esistono al mondo poche aree che le condizioni geografiche e la scarsità di risorse hanno reso poco appetibili alla civilizzazione. In queste aree limitate e sorvegliate, le cose funzionano come in passato. L'impatto dei tre sulla società "civile" scatena le vicende del romanzo.

Nel Ritorno al mondo nuovo, Huxley approfondisce alcuni temi che nota nel suo presente e che gli ricordano alcune delle teorie formulate nel suo romanzo distopico. Gli effetti della sovrappopolazione e della superorganizzazione, l'accentramento del potere politico e produttivo nelle mani di pochi, la massificazione della società, la mediocrità dilagante che svaluta la qualità, il disagio psicologico sempre più diffuso, il sorgere del populismo, la religione della produttività, lo svuotamento delle istituzioni democratiche, la crisi climatica, l'incessante flusso di distrazioni e la distruzione dei livelli di attenzione dei cittadini... tutto questo e tanto altro è descritto con una nitidezza francamente inquietante.

Esiste una resistenza possibile?
La nostra malattia, dice Huxley, è complessa e la sua cura dovrà esserlo altrettanto, tenendo presenti tutti i fattori in gioco e non uno soltanto. Questo la rende di difficile attuazione. Forse, però, si può cominciare da una pratica costante di educazione alla libertà, all'analisi della propagada, al pensiero critico, alla diversità e alla tolleranza reciproca. Forse l'educazione potrà scongiurare il sorgere di una nuova generazione di cittadini innamorati della servitù e disposti a sacrificare la comodità e la semplicità in favore dell'identità e della libertà.

E io aggiungo nel 2024: tutto questo, naturalmente, a patto di capire come sopravvivere su un pianeta al collasso climatico.
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