Community Reviews

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April 17,2025
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"Il mondo nuovo" è uno di quei romanzi che compare in tutte le liste di libri da leggere almeno una volta nella vita, quindi sono contenta di averlo recuperato.
Dal punto di vista puramente narrativo non mi è piaciuto moltissimo, ho invece apprezzato le riflessioni sulla società moderna presentate attraverso questo mondo distopico che in alcuni tratti fa paura per quanto sia simile ad alcuni aspetti della nostra società.
April 17,2025
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La distopia nell'utopia.

Huxley ne Il mondo nuovo dipinge un futuro apparentemente impeccabile, dove non esiste il concetto di infelicità, dove ogni individuo, come i componenti di una macchina, hanno un proprio posto e ruolo da svolgere. Come un bullone non sogna di essere un pistone, allo stesso modo un Epsilon non sogna di essere un Alfa. Tutti sono condizionati fin dallo stato embrionale ad essere esattamente ciò che sono: individui di un mondo perfetto.
Ma è anche un mondo dove nessuno è libero di essere semplicemente se stesso, in quanto è un pensiero che gli è impossibile concepire.

Una potente idea distopica che Huxley però racchiude, quasi nasconde, in una storia che dopo un inizio spumeggiante non decolla mai. Né nella trama né nello sviluppo dei personaggi.
Manca la scintilla, quel guizzo presente in 1984 di Orwell o Fahrenheit 451 di Bradbury, opere che a distanza di anni dalla prima lettura mi trasmettono ancora sentimenti d'angoscia e fascino.

Il breve saggio a fine libro Ritorno al mondo nuovo, scritto 27 anni dopo, è decisamente la parte più interessante, nonostante l'autore dedichi la metà del tempo a gareggiare con Orwell su chi ne abbia azzeccate di più invece di approfondire la sua stessa opera.

Mi aspettavo di più da uno degli autori della santa trinità distopica.
April 17,2025
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Za pierwszym razem oszałamiająca, za drugim młodzieńczy zachwyt już nieco słabszy: interesujące było szukanie paraleli pomiędzy różnymi pomysłami na inżynierię społeczną w książce i w rzeczywistości, ale spora część powieści to "gadające głowy". Książka ma prawie 100 lat, więc trudno czynić z tego zarzut, ale dopiero za drugim razem dostrzegłem bardzo oklepany wybieg fabularny: do aresztowanych przychodzi moralnie niejednoznaczny szwarckarakter, który wyjaśnia całą misterność zbrodniczego planu – w tym wypadku mówimy o jakiejś jednej piątej książki prawie.

April 17,2025
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I needed something to read on the plane from San Antonio so I picked this book up at an airport bookstore. It was a good choice because I have been interested in dystopian literature for some time.

I found Brave New World both prescient and engaging. I thought Huxley did a good job not only describing his view of the future, but also supplying a decent plot and good character development. The interplay between the rebellious intellectual Bernard Marx, the beautiful and shallow, fully acclimated Lenina Crowne, and the "Savage" John from New Mexico was interesting. I also appreciated the contrast between hyper-modern London and the Indian reservation in New Mexico, where old traditions persisted. Huxley described the setting in both places convincingly, although they represented opposite extremes of human behavior.

I do see some signs that Huxley's depressing vision of the future has been realized. For example, the stratification of society according to cognitive skills is very evident today. One might even suggest that today's surveillance state and military-industrial complex leave little room for individuality. A powerful media is capable of transmitting government propaganda. Our popular culture is extremely low-brow and decadent. Perhaps it is difficult to have authentic, unmediated experiences and shape one's own destiny. Those who try to live off the grid in order to escape the confining norms and conventions of a post-industrial society may relate to Huxley's dystopian vision.
April 17,2025
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Brave New World beat out 1984 as the tyranny of choice. Consider smartphone addiction, people love to be enslaved 2,ooo times a day and beg for the privilege. I don't believe most people make independent decisions anymore, they just act out their programming.

The first step to overcoming brainwashing is to realize you've been brainwashed. Do you fail to one star your DNF's? To do so is to cheat the reading community of their time.

Is it because you are lazy or because you want to be nice? If you are doing it in order to get more likes, are you certain that strategy is effective? Or is it because your handlers have taught you to never question authority? Is three question marks in a row bad style?

If you can't embody this level of skepticism you may no longer have a choice in the matter. Why do people self-censor? Is it training or the path of least resistance?

If you are still reading this I highly recommend Brave New World Revisited. It's a checklist of how we got to where we are now.
April 17,2025
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In questa distopia il Governo esercita un controllo più subdolo: le persone vengono "persuase" ad attuare i comportamenti desiderati, vengono offerte continue distrazioni per non permettere loro di pensare, vengono premiati con una pillola magica che permette di scacciare qualsiasi emozione negativa e senza effetti collaterali.
E tutto questo in cambio della "sola" libertà.

Ma il mondo nuovo sarà destinato a scontrarsi con il mondo vecchio attraverso la figura di John il Selvaggio:

"Non si possono fare delle macchine senza acciaio, e non si possono fare delle tragedie senza instabilità sociale. Adesso il mondo è stabile. La gente è felice; ottiene ciò che vuole, e non vuole mai ciò che non può ottenere. Sta bene; è al sicuro; non è mai malata; non ha paura della morte; è serenamente ignorante della passione e della vecchiaia; non è ingombrata né da padri né da madri; non ha spose, figli o amanti che procurino loro emozioni violente; è condizionata in tal modo che praticamente non può fare a meno di comportarsi come si deve. E se per caso qualche cosa non va, c’è il soma… che lei getta via, fuori dalle finestre, in nome della libertà, signor Selvaggio. Libertà!”

« Ma io amo gli inconvenienti. »
« Noi no » disse il Governatore. « Noi preferiamo fare le cose con ogni comodità. »
« Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato. »
« Insomma » disse Mustafà Mond « voi reclamate il diritto d’essere infelice. »
« Senza parlare del diritto di diventare vecchio e brutto e impotente; il diritto d’avere la sifilide e il cancro; il diritto d’avere poco da mangiare; il diritto d’essere pidocchioso; il diritto di vivere nell’apprensione costante di ciò che potrà accadere domani; il diritto di prendere il tifo; il diritto di essere torturato da indicibili dolori d’ogni specie. »
Ci fu un lungo silenzio.
«Io li reclamo tutti » disse il Selvaggio finalmente.


Piccolo gioiellino è Ritorno al mondo nuovo, una raccolta di scritti dove Huxley analizza i temi principali del romanzo, ventisette anni dopo la stesura, alla luce dei nuovi avvenimenti intercorsi, in particolar modo i totalitarismi.
(E non mancano i dissing a 1984 di Orwell.)

"Date all'uomo pane abbondante e regolare tre volte al giorno, e in parecchi casi egli sarà contentissimo di vivere di pane solo, o almeno di pane e circensi."
April 17,2025
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Il mondo nuovo è insieme a 1984 e a Noi di Zamjatin uno dei grandi romanzi distopici del '900. Aldous Huxley è un grande intellettuale che proviene da una famiglia di intellettuali, accademico, filosofo, investigatore lisergico, musicologo, romanziere... Non c'è ambito del sapere che questo autore non abbia toccato. Mente curiosa e vivace ci consegna con quest'opera un grande romanzo e una seria riflessione sociologica in un'epoca in cui il concetto di distopia ancora non esisteva. Il romanzo ci trasporta in un Mondo Nuovo, per l'appunto. Un mondo fondato sulla stabilità sociale, sul controllo delle nascite e delle morti. Un mondo ordinato, classificato in rigide gerarchie predisposte dal "travaso" (la nascita è considerata pratica oscena ed obsoleta), un mondo nel quale ogni individuo è costruito in modo tale da essere soddisfatto di ciò che è, in cui il desiderio è visto come fonte di possibile instabilità sociale. Voglio ciò che sono quindi non devo combattere per avere di più. Grazie ad un'attenta programmazione e all'uso costante di droghe. Le leggi della forma romanzo impongono anche la presenza di "selvaggi" contenuti dentro riserve assolutamente separate, ovvero individui dediti ancora a pratiche antisociali come la riproduzione vivipara, la monogamia, il culto di dei. L'incontro tra le diverse culture porterà il lettore e i personaggi alla riflessione su un possibile modello sociale.
Il romanzo è oggi più attuale che mai. La de-personalizzazione, la sovrappopolazione, il concetto di una società che concede ai propri membri tutti quegli svaghi che sono funzionali al mantenimento di un ordine... Sono aspetti assolutamente presenti nella nostra quotidianità, ma ancora non presenti nel tempo in cui il romanzo fu scritto. Questo ci dà la misura di quanto il pensiero di Huxley fosse a fuoco e lungimirante.
Non entrerò nel merito della questione non avendo gli strumenti intellettuali necessari. Vorrei però, per un attimo, abbandonare l'impulso manicheo che ci fa etichettare subito come "sbagliato" un mondo come quello ideato da Huxley. Mi viene in mente una famosa citazione da "Il terzo uomo": In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassini, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù.
La grandezza dell'uomo (per come la pensiamo noi) è frutto del disequilibrio, della violenza, della sopraffazione. Questo è giusto? Siamo sicuri che sia il tipo di vita che desideriamo? Perché l'uomo deve essere necessariamente imprevedibile e creativo? Perché deve tendere ad un fine ultimo? Perché è l'essere eletto da dio? La violenza e la sopraffazione sono leggi di natura, strumenti per la sopravvivenza della specie. E se non fossero più necessari?
Nel romanzo il vecchio soccombe, il nuovo sopravvive. Ma Huxley non ci da lezioni, non ci imbocca una verità predigerita. Si limita a fare un esperimento mentale. Ci offre un mondo nuovo, possibile (o probabile) e ci chiede di immaginarlo, di valutarlo, di prenderlo in considerazione, di metterci in discussione, mette sulla bilancia Shakespeare e Ford e ci lascia liberi di pesarli usando il nostro metro di giudizio. E in fin dei conti questo è tutto ciò che si può chiedere ad un'opera letteraria.
Voto:8
April 17,2025
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Nel mondo nuovo non ci sono più nazioni e non ci sono più guerre, la Storia sembra finita in una stasi perenne in cui uno Stato Mondiale, il cui motto è “Comunità, Identità, Stabilità”, ha l'obiettivo di mantenere lo status quo. Nel mondo nuovo il progresso scientifico ha portato benessere e ricchezza materiale, tutto è ordinato, pulito e asettico. Nel mondo nuovo non c'è più sofferenza fisica, non c'è più malattia e non c'è più fame. Nel mondo nuovo non c'è più vecchiaia, che con la morte è un nuovo tabù, si vive da eterni giovani, e prima che si possa invecchiare eccessivamente si pratica l'eutanasia. Nel mondo nuovo non esiste più la famiglia, figure come quella del padre e della madre sono diventate tabù, si vive in un'unica grande comunità scientificamente organizzata in caste, in un immenso organismo sociale dove ognuno appartiene a tutti gli altri.

Nel mondo nuovo non esiste più cultura, non ci sono più libri (non perché siano proibiti, come nell'altra famosa distopia di Ray Bradbury, “Farenheit 451”, ma perché gli esseri umani sono condizionati sin dalla nascita ad odiarli), considerati inutili e noiosi, ma anche segretamente tenuti sotto chiave dai governatori perché potenzialmente destabilizzanti. Nel mondo nuovo non c'è più religione, l'unico culto è quello di Henry Ford, a tal punto che il crocifisso è stato sostituito dalla T del famoso modello automobilistico, il segno della croce è rimpiazzato da un segno della T, e anche il calendario cristiano viene sostituito dal calendario fordiano, i cui anni si iniziano a contare dal 1908, cioè proprio dalla commercializzazione del modello T.

Nel mondo nuovo non si può essere infelici, la felicità non è più un diritto ma un dovere, un obbligo morale. Nel mondo nuovo non si può essere soli, ma si è obbligati a vivere ogni istante della propria vita in comunità. Nel mondo nuovo vige l'etica del consumismo, tutti sono obbligati e condizionati a consumare, e sono proprio produttività e consumo le uniche ragioni d'essere dell'uomo: chi non è più in grado di produrre e consumare al massimo delle possibilità per motivi anagrafici è fatto fuori. Nel mondo nuovo non si può pensare in modo critico e autonomo, non perché il pensiero libero sia vietato, ma perché gli esseri umani vengono condizionati a non farlo. Nel mondo nuovo non c'è libero arbitrio. Nel mondo nuovo non è concepito l'ozio, si lavora e si produce e quando non si produce bisogna consumare, consumare carburante per uscire di casa, consumare vestiti facendo sport, consumare prodotti altamente distraenti come il cinema odoroso, consumare una droga, il soma, che inebetisce e rende euforici, che non fa pensare e che crea una felicità artificiale, uno stato di benessere apparente che rende apatici e indifferenti. Valvole di sfogo sono le esperienze surrogate. Anche il cibo non è più assunto per piacere, ma è esclusivamente funzionale alla sopravvivenza e alla salute fisica. Nel mondo nuovo l'essere umano è invitato ad essere promiscuo, a cimentarsi in giochi erotici sin dalla più tenera età, ad avere molti partner sessuali anche contemporaneamente, ma non può in alcun modo sviluppare sentimenti, affetti, amori, emozioni; l'individuo stesso è portato a concepirsi come sola carne, come un ingranaggio di una macchina, votato soltanto a soddisfare i propri istinti animali. Nel mondo nuovo non c'è memoria storica (la Storia è tutta una sciocchezza, ha insegnato Ford), non si sa niente del passato, se non che si viveva in modo disumano.

Nel mondo nuovo vige un'ingegneria sociale ed emotiva che permette il condizionamento e la predestinazione di ogni individuo. Il condizionamento è ottenuto sia nelle fasi di sviluppo in provetta, aggiungendo o togliendo determinate sostanze nutrienti o dannose, ma anche dopo la nascita, durante lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, tramite l'ipnopedia, cioè l'educazione sotto ipnosi, una sorta di lavaggio del cervello che consiste nel ripetere fino allo sfinimento slogan come: “ognuno appartiene a tutti gli altri”, “è meglio buttar via che aggiustare”, “chi più cuce meno ha”, “quando l'individuo sente, la comunità è in pericolo”. Il condizionamento si esplica anche attraverso metodi pavloviani, che ad esempio determinano l'odio istintivo per fiori e libri.

Nel mondo nuovo la riproduzione vivipara è abolita e aborrita, evitata con metodi malthusiani dalle donne in età fertile. Gli esseri umani sono creati in vitro, in appositi centri di incubazione e condizionatura, secondo un metodo scientifico noto come processo Bokanovsky, che mediante ectogenesi (riproduzione extrauterina) mira alla produzione seriale, il più efficiente possibile, di individui tutti uguali, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico e comportamentale, all'interno di ogni singola casta, dal momento che vengono condizionati in modo da essere funzionali ai compiti cui vengono predestinati. Il sistema di predestinazione sociale prevede una casta dirigente, quella degli Alfa, pochi e intelligenti, quella dei Beta, in maggior numero, meno intelligenti e più mansueti, e così via con i Gamma, i Delta e gli Epsilon, sempre più proni ad eseguire gli ordini e a svolgere i lavori più alienanti e logoranti. Ogni casta ha una divisa di un determinato colore e il cognome di ogni individuo non indica più alcuna appartenenza famigliare. All'interno di ogni casta, poi, ci sono membri che sono stati creati intenzionalmente più o meno dotati, e dunque privilegiati: i Plus e i Minus.

Bernardo Marx è un Alfa-Plus che vive nel 632 A.F. (After Ford, corrispondente al nostro 2540), gode dei suoi privilegi ed è felice di vivere nel mondo nuovo, ma è abbastanza intelligente da iniziare a dubitare della società in cui vive: questo preoccuperà molto le persone che lo frequentano, tra cui Mustafà Mond, uno dei dieci governatori mondiali, residente per l'Europa Occidentale a Londra, e la sua attuale partner, Lenina, una Beta-Minus bellissima e inevitabilmente ottimista, ingenua, naif. Il dilemma morale di Bernardo è dunque questo: contestare il sistema e cercare di cambiarlo, anche se consapevole di intraprendere una battaglia persa, o accettarlo per conquistare progressivamente importanza e prestigio, dall'alto della sua condizione sociale?

Uno sviluppo fondamentale della storia si ha quando Bernardo e Lenina visitano una delle poche riserve di Selvaggi rimaste nel mondo, un luogo nel Nuovo Messico dove la popolazione autoctona vive ancora in modo arretrato, organizzandosi in famiglie, praticando la monogamia e credendo alla religione e alle altre superstizioni, ma anche coltivando i buoni sentimenti, patendo la fame e la violenza fisica ma anche avendo accesso alla cultura. Un esempio di tali Selvaggi è John, che in verità è figlio di una donna del mondo nuovo che lo ha partorito e non ha pertanto potuto fare ritorno alla civiltà progredita. John cresce tra i Selvaggi e legge Shakespeare, grazie ad un libro sopravvissuto al passato che ne raccoglie l'opera completa, e lo cita molto spesso (anche il titolo dell'opera di Huxley, in lingua originale “Brave New World”, è una citazione tratta da “La tempesta”). Come Bernardo, anche John è a suo modo solo e diverso, viene emarginato da tutti, perché ama la cultura, ama il pensiero critico ed ama la libertà, inconcepibili per un uomo del mondo nuovo. John è attratto da Lenina, con quest'ultima che inizia a sviluppare qualcosa di mai provato prima, qualcosa che somiglia ad un sentimento di affetto, di amore per John, che sarà combattuto ma che avrà poi modo di uscire dalla riserva e di conoscere il mondo nuovo. Scoprirà che le concezioni del mondo dei selvaggi e del mondo nuovo sono tra loro inconciliabili: in uno dei capitoli finali, il dialogo tra Mond e John sarà la sublimazione dello scontro di opinioni, delle diverse visioni del mondo.

Scritto nel 1932, dopo “Noi” di Zamjatin ma prima di “1984” di Orwell e “Farenheit 451” di Bradbury, “Il mondo nuovo” è un classico della distopia, un'opera seminale che, non sorprende, ha fortemente influenzato molti scrittori successivi ed ispirato diversi romanzi dello stesso genere. Quello descritto da Huxley ne “Il mondo nuovo” è forse un totalitarismo più subdolo rispetto a quello di “1984” di Orwell, forse per questo molti lo considerano più facilmente realizzabile (e Huxley stesso nei suoi saggi successivi sostenne tale tesi). Un regime basato sulla distrazione di massa, sul libero sfogo degli impulsi materiali e sulla soddisfazione dei piaceri fisici, sulla felicità a buon mercato (mediante il raggiungimento, ottenuto senza alcuna fatica o sofferenza, di uno stato di appagamento artificiale, con il soma, salutato come “il Cristianesimo senza lacrime”).

Agli occhi del lettore di oggi, dal punto di vista letterario, ne “Il mondo nuovo” Huxley pecca forse di una trama prevedibile e troppo lineare, di una caratterizzazione poco riuscita dei personaggi, troppo piatti, monodimensionali e scontati, di una costruzione del dialogo artefatta e poco realistica e di uno stile di scrittura un po' grezzo, posticcio. A rendere tuttavia necessario questo romanzo sono l'ambientazione visionaria, la descrizione di un mondo straniante, alienante ed aberrante, che Huxley dipinge ironicamente come una mancata utopia, ma che al lettore appare inequivocabilmente una distopia, l'analisi profetica di una società che sta per costruirsi e che oggi sembra molto più vicina a realizzarsi rispetto a ieri, quando solo Huxley la immaginava. La descrizione del mondo nuovo deve pertanto agire da monito, per evitare di scivolare sempre più nell'apatia e nell'indifferenza, che sono i più grandi nemici della democrazia.

La descrizione di Huxley del mondo nuovo è potente, visionaria, altamente suggestiva e inquietante: un mondo che, purtroppo, col passare del tempo tende ad assomigliare sempre più al nostro, un mondo di uomini anestetizzati e omologati, dove regnano i grandi demagoghi e dove il pensiero dominante è quello della distrazione, del divertimento (nel senso più letterale del termine), dell'ottenimento del piacere a tutti i costi e del consumo sfrenato. La civiltà del mondo nuovo si fonda sul concetto di stabilità. Libertà individuale, arte, religione e persino scienza sono sacrificate in nome della stabilità e della felicità. Il mondo nuovo è stabile e la sua gente è felice perché ottiene ciò che vuole e non vuole mai ciò che non può ottenere. Ne deriva una rinuncia al libero arbitrio e a tutto ciò che ci rende umani, per la soddisfazione di un piacere facilmente accessibile, per il godimento istantaneo e continuo, per una vita facile e confortevole, senza problemi e senza pensieri. Il mito del progresso viene strumentalizzato in modo tale da sacrificare paradossalmente anche la scienza: curiosità e propensione alla conoscenza vengono soffocate, giudicate destabilizzanti, il sapere tenuto nascosto: i membri della comunità vengono resi incapaci di giudizio critico, sviluppano una mentalità gregaria, sono mansueti e non sanno far altro che eseguire gli ordini e farsi comandare. Da qui la ribellione di John, il suo reclamare un diritto all'infelicità che è una rivendicazione di tutto ciò che ci rende umani, un preferire la libertà di piuttosto che la libertà da. Huxley utilizza qui l'elogio del “buon selvaggio” e il mito del “ritorno alla natura” per contestare le derive della società moderna.

Il minor successo rispetto a “1984” è forse dato dal fatto che Huxley non ha intenti prettamente politici nella sua denuncia, ma sembra soffermarsi maggiormente sull'analisi scientifico-sociologica. Tuttavia, lo scrittore inglese non si risparmia dal criticare sia il sistema capitalista, sia il sistema marxista, mostrando i potenziali effetti dannosi sia del liberismo economico, che se non regolato tende a concentrare denaro e potere nelle mani di pochi (Grande Impresa), sia dello statalismo superorganizzato, che porta alla soppressione della libertà individuale e dell'iniziativa del singolo in nome della stabilità (Grande Governo). I nomi stessi che Huxley utilizza per i suoi personaggi, mai giudicabili in modo totalmente positivo, attingono alle personalità politiche e intellettuali di entrambi gli schieramenti: da una parte Marx, Engels, Lenin, Bakunin, dall'altra Mussolini, Hoover e gli stessi Ford, Darwin e Napoleone Bonaparte. Alla sua pubblicazione, l'opera fu stroncata da diversi intellettuali, da Orwell ad Adorno, con quest'ultimo che contestò ad Huxley il fatto di criticare la nuova era industriale non tanto per la disumanità, quanto per la decadenza dei costumi. Ma quella di Huxley potrebbe interpretarsi piuttosto come una critica ai tanti positivisti e utopisti che vedevano nel mito del progresso la realizzazione di una società migliore.

Se Huxley può essere contestato in qualità di romanziere, sarà maggiormente apprezzato nei panni del saggista: nel 1958, lo scrittore inglese analizza in modo molto approfondito la società moderna a quasi trent'anni dal suo romanzo più famoso, riprendendone le tematiche alla luce degli ultimi importanti avvenimenti storici (l'ascesa dei totalitarismi e l'avvento della Seconda Guerra Mondiale) e dell'avanzamento tecnico-scientifico, in una serie di saggi che vengono raccolti in un'opera dal titolo “Ritorno al mondo nuovo”. Il pessimismo di Huxley è, nel frattempo, aumentato: “Quando scrivevo Il mondo nuovo, ero convinto che ci fosse ancora tempo. La società totalmente organizzata, il sistema scientifico delle caste, l'abolizione del libero arbitrio mediante il condizionamento metodico, la soggezione resa accettabile grazie alla felicità indotta chimicamente, a dosi regolari, l'ortodossia martellata in capo alla gente coi corsi notturni di insegnamento ipnopedico: tutte cose a venire, certo, ma non nei tempi miei, e nemmeno nei tempi dei miei nipotini. Ventisette anni più tardi, io sono molto meno ottimista di quel che non fossi quando scrivevo Il mondo nuovo. Le mie profezie si avverano assai più presto di quel che pensassi”.

Le tematiche analizzate in questi saggi sono la sovrappopolazione, l'aumento dell'organizzazione del lavoro e della complessità della società, l'accentramento della ricchezza e del potere nelle mani di pochi, l'utilizzo della propaganda e delle tecniche di marketing, la psicologia della folla, la perdita dell'individualità, la ricerca del consenso di massa, l'indebolimento della democrazia e l'avvento di dittature sempre più subdole, gli esperimenti totalitari hitleriani e stalinisti e le loro possibili ripetizioni, l'uso di droghe e di psicofarmaci per il controllo politico della popolazione, la persuasione subliminale come tecnica di manipolazione psicologica, l'utilizzo dell'ipnosi e del lavaggio del cervello. La vena pessimistica dell'autore riguardo il futuro della nostra società non chiude totalmente alla speranza di poter opporsi all'avvento del mondo nuovo, un auspicio che può realizzarsi solo con l'educazione alla libertà individuale e con la difesa degli ideali democratici.
April 17,2025
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,, […] Część z nich przewidziałem, a co do niektórych zabrakło mi wyobraźni, ale sądzę, że obecnie potencjalni dyktatorzy mają do dyspozycji cały arsenał.”

przerażająca książka, której nie można zlekceważyć, bardzo interesujący dodatek - myślę, że must have po przeczytaniu bnw
huxley zestawia jego proroctwa: problem przeludnienia, propagandy, hipnopedii czy podświadomej perswazji z tym jak świat funkcjonuje (dla niego) aktualnie
duży przytyk - każdy aspekt mógł być znacznie bardziej rozbudowany!

śmiejmy się z własnej bezsilności
April 17,2025
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Took me a little while longer to read than I was hoping but I really really enjoyed this story and the writing to me was phenomenal. Its also a really interesting thought experiment to me
April 17,2025
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lettura in GdL con Edicola & Libreria: le nostre passioni...
https://www.goodreads.com/topic/show/...
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