Community Reviews

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April 1,2025
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Credo mi manchi il tipo di sensibilità che occorre per apprezzare questo tipo di narrazione. O forse mi sono persa nel non comprendere molti dei riferimenti storici, culturali e geografici. Finito il libro ancora mi chiedo 'ma cosa ho letto?' L'unica parte che ho 'digerito' fino in fondo è la postfazione dell'autore, forse sarebbe stato utile iniziare da quella.
April 1,2025
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"La memoria è vuota, perché ci si dimentica sempre della lingua nella quale si sono impressi i ricordi".
Anni fa, quando ancora frequentavo corsi di scrittura in qualche libreria dopo l'ora di chiusura, in una stanza sul retro del foyer di un teatro o in uno scantinato, una sera Ferruccio Parazzoli, oggi scrittore ottantacinquenne, ci disse, a me e ai miei radi compagni, che nella lettura di un romanzo ad un certo punto può capitare di trovarsi sopra a una botola che all'improvviso si schiude sotto ai nostri piedi e ci fa precipitare - o risalire o spostare lateralmente - in un luogo e in un tempo senza riferimenti, che scatenano in noi cento domande e mille inquietudini, spesso senza risposta perché aperte a più di una interpretazione, qualcosa di segreto e un poco sinistro che si mette in moto e ci muove da dove stiamo.
E' quello che mi è successo con la frase appesa all'incipit di questo pezzo, che si trova a circa due terzi di un romanzo frammentario e incongruo come poteva scriverne Ricardo Piglia, attento alla tradizione quanto alla modernità. Non per niente i due riferimenti letterari a cui non nasconde affatto di ispirarsi per oltrepassarli mischiandoli tra loro sono Macedonio Fernandez e James Joyce, il primo ammirato da Borges come il maggiore scrittore argentino, al quale però non interessava minimamente essere pubblicato, il secondo il capostipite della postmodernità quando nemmeno il termine era stato ancora pensato.
Ma quella frase sulla memoria, sulla lingua e sul senso del racconto permea, per non dire buca, trafigge e sconfina, l'essere uomo oggi (come nell'albore degli anni '90 del secolo scorso quando il romanzo fu scritto), la sostanza di un divenire continuo e sempre mutabile, inafferrabile, in cui ci perdiamo per ritrovarci sempre differenti, una perdita di identità che spaventa e al tempo stesso emoziona e avvince, continua rinascita che fa a pugni con il tempo che accumuliamo alle - e sulle - nostre spalle, secondi come parole che compongono una lingua sempre più articolata e sfuggente, ricordata ma impossibile da rivivere tal quale. Siamo mutabili come le storie che originano da pochi nuclei fondamentali, che si contano con le dita di una mano, e attraverso piccole variazioni insignificanti si moltiplicano all'infinito, una moltitudine di varianti borgesiane dentro alla quale ci confondiamo, sostituendo di volta in volta una tessera di realtà nel tentativo inesausto di comporre una verità impossibile. Ma in qualche modo, con qualche occupazione, bisognerà pur trascorrere il tempo e la vita.
Piglia è scrittore filosofico e formale, un architetto della costruzione letteraria che supera l'importanza del senso più classico di ciò che intendiamo per trama. Una macchina che inventa storie in continuazione, chiusa in un museo dopo essere passata per un manicomio, che è stata la donna amata dallo scrittore padre della letteratura argentina del novecento, e che ora è il controcanto infinito e inesausto del potere dello Stato colpevole di narrazioni paralizzanti, tra complotti, scienziati tedeschi esuli, affascinazioni nucleari, nazismo, noir e Babele. Un'indagine che si scioglie nelle acque del delta rioplatense, che scintilla nelle pianure dei gauchos, pensata nei tentativi rivoluzionari delle Ande. Qualcosa tra la fuga di Neruda e l'affondamento di un sottomarino carico di segreti.
Piglia è stato appassionato di storie poliziesche dalle quali ha imparato a difendersi dal denaro e dai totalitarismi, intellettuale vero e universale, innovativo e coraggioso: si spera, almeno il sottoscritto lo spera, che i suoi "Diari", l'opera a cui ha lavorato per una vita, vengano presto tradotti in italiano e pubblicati.
Questo è il romanzo della città e delle sue strade intese come bivi, biforcazioni che piegano le vicende, fanno prendere alla storia sempre una nuova e imprevista direzione, attraverso l'intrico di tunnel e anfratti espanso sotto al centro di Buenos Aires, nel tentativo di raccontarci la nostra essenza, qualcosa di primordiale che non potremmo riconoscere neppure se lo avessimo di fronte. Un istante sempre diverso dal precedente, come il susseguirsi di articoli letti da un giornale gratuito mentre siamo scomodamente assiepati in metropolitana, o l'aggiornamento riordinante di una pagina web, della messaggistica dei nostri smartphone: troppo veloce ci fa perdere, dimenticare qualcosa nella graduatoria dei nostri interessi, dei nostri pensieri, qualcosa di più importante rispetto a quello a cui abbiamo appena dato risposta.
E' una forma che racchiude la sostanza sotto sembianze evanescenti. Si può volere di più? O è quello che più ci attrae?

"Dì la tua frase, dì la tua frase, racconta, e l'uomo ha difficoltà a raccontare e dire la sua frase, la sua tragedia".
April 1,2025
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La Ciudad Ausente foi uma leitura com algumas surpresas. Pensava, muito sinceramente, que seria uma leitura relativamente rápida e apesar de já estar alertada para o facto de não ser um livro leve, não pensei que fosse tão complexo.

Com base na premissa, pensei que o livro seria uma mistura de policial com investigação jornalística, mas depois de lê-lo vejo que tal consideração acaba por ser algo redutora e que de forma alguma caracteriza o livro na sua plenitude. La Ciudad Ausente é muito mais do que isso. É uma história complexa que nos fala da relevância da linguagem e dos seus efeitos, que lida com a perda de alguém querido, abordando ainda a política e a forma como os governantes tentam passar a sua ideologia.

Para além disso, não é livro que se encontre orientado para o desenvolvimento das suas personagens. Estas são meros veículos através dos quais a história é contada, encontrando-se assim relegadas para um segundo plano. Aliás, tal é particularmente evidente na própria forma como são introduzidas e desenvolvidas na história. Junior, apesar de ser a personagem principal, acaba por ter pouco protagonismo e facilmente cede a sua posição a outras personagens ou a outras histórias. E mesmo quanto às outras personagens que vamos conhecendo ao longo do livro, ficamos sempre com a sensação que sabemos muito pouco sobre elas e que os que nos é dado a conhecer parece quase baseado em lendas ou que são meras teorias que procuram preencher as lacunas das suas biografias. Tudo isto acaba por criar um certo mistério à sua volta e leva-nos, inclusivamente, a questionar o que poderá ser real ou uma mera ilusão.

Finalmente, o próprio facto de no livro haver um grande cruzamento entre várias histórias levou-me a questionar, em certos momentos, o que era real e o que era fruto de uma divagação ou de um delírio de uma das personagens. Por um lado era interessante, na medida em que mesmo os momentos mais delirantes contribuíam para o desenvolvimento da história, mas por outro também fez com que o livro se tornasse um pouco confuso ... No entanto, gostei da inclusão de algumas das histórias criadas pela máquina de Macedonio, especialmente porque a mensagem inerente a cada uma delas era bastante forte.

Em suma, uma leitura interessante mas densa e apesar de ser um livro interessante e de reconhecer a sua qualidade, dou-lhe apenas 3 estrelas. Achei-o demasiado confuso em alguns momentos e pouco conclusivo. Fiquei com a sensação que pouco se resolveu quanto ao mistério da máquina de Macedonio e que toda a história parecia quase uma lenda ...

Reviews disponível também aqui: http://thechroniclesofabookaholic.blo...
April 1,2025
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Policial en la que las pistas están en la literatura. Para detectives que gusten de investigar
No es una lectura fácil. La estructura de la prosa es deliberadamente complicada, con una enorme cantidad de alusiones a la historia y literatura argentinas, no se priva tampoco de traer referencias de otras literaturas, mayormente de habla inglesa, a veces directas, a veces reinterpretadas de manera de hacer su reconocimiento menos obvio, sumado a referencias a la teoría literaria, que hacen que sea una novela para iniciados (no es mi caso).

Sin las referencias, puede leerse como una historia compleja donde lo onírico supera a lo real, y es disfrutable, pero pierde buena parte de su atractivo.
Comienza con una impronta de policial negro y va derivando y derivando...
Es como un policial, pero de la misma novela. Va volviendo sobre si misma, y explicando pistas que fue dejando caer a lo largo del texto, hasta que las repeticiones con variaciones se pueden interpretar cuando alguna referencia literaria permite entender lo que está ocurriendo y ver cada una de las variaciones de la historia como parte de un conjunto, en una especie de trama entreverada de variaciones sobre más de un tema.
April 1,2025
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Un libro di storie. Storie simili ad automobili che percorrono le strade di una città: ce ne sono di grandi e di piccole, di nuove e di vecchie. Storie che corrono parallele per un po’ e poi si separano, storie che si incrociano, che si superano, che si fermano. Storie che a volte sfrecciano nella notte così veloci da non riuscirle a vedere, ma solo a intuirne il passaggio.
Sono le storie create dalla macchina di Macedonio Fernandez, che teorizza il racconto come base della realtà. Il potere della parola, simile a quello del soffio divino, è uno dei topoi della letteratura latino-americana (e non solo) che qui innesca una meta-narrazione elevata all’ennesima potenza, che sfugge però al facile luogo comune del gioco letterario grazie all’estremo rigore che caratterizza la narrazione.
Dopo Respirazione artificiale, ancora una bella prova di quel grande scrittore e raffinato intellettuale che è stato Ricardo Piglia.
April 1,2025
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La ciudad ausente es, probablemente, una de las mejores novelas que haya leído. No es apta para personas ansiosas, ni para quienes necesitan historias cerradas. Esta novela habla de muchas cosas, pero por sobre todas las cosas cuenta sobre el arte de contar. Elige a su vez un lector muy específico, y puedo llegar a entender a quienes no la hayan disfrutado, pero qué mejor que una novela que nos obliga a frenar la lectura, salir del libro, e investigar. Definitivamente se ganó un lugar en mi podio personal.
April 1,2025
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Por mucho que me guste la obra de Piglia tengo que ser honesto con esta review y aceptar que no me ha gustado. La propuesta es audaz y valoro la experimentación, pero la historia no me ha entretenido y por momentos me ha resultado lisa y llanamente aburrida. La novela es demasiado fragmentada y cuesta seguir el hilo la mayor parte del tiempo. Entiendo la propuesta de "lector detective" que propone Piglia, pero creo que se ha realizado mejor en otras obras, como La casa verde de Vargas Llosa, aquí no logró engancharme lo suficiente con la historia y los personajes como para invertir tiempo en la investigación, y cuando lo he hecho no me sentí premiado por ello. Tampoco la lingüística es un tema que me llame la atención particularmente, que aquí se aborda continuamente. Sí me gustó la cantidad de referencias literarias a Borges, Joyce, Dostoievski y Macedonio Fernandez, entre otros. En definitiva, no pretendo hacer una valoración objetiva, esto no es más que mi experiencia de lector y por supuesto que seguiré leyendo al autor.
April 1,2025
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一个关于故事的故事,一则糅合了爱情故事和侦探小说的政治寓言。缺席的才是最重要的,机器讲述出无数故事,文本交错叠加中潜藏着真相。解密皮格利亚埋下的线索确实有趣,最喜欢其中的“女孩”,父亲重复讲给女儿听的故事,竟跟之前读的梅里美短篇共享一个原型,也是缘分。
April 1,2025
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Piglia es Piglia...
Libro complejo donde los haya
Toma dos géneros considerados populares y los explota para poder transmitir lo que quiere transmitir
Historia fragmentaria, difícil, pero preciosa
April 1,2025
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Hay que leerla y releerla y así siempre se te van a escapar referencias que vuelan por toda la novela. Piglia es una mente brillante y siempre temo no estar a la altura del lector al que le escribe, aunque por ser brillante también es generoso y esta novela encierra múltiples niveles de lectura. Tal vez eso la convierta en un clásico.
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