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April 1,2025
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Done, I've finished my reading of everything by Aeschylus! I read Delphi's anthology containing all 7 existing plays (plus fragments) alongside my other editions for individual plays for comparison as well as for those plays I didn't have but in this edition.

The score for all plays goes like this:

Agamemnon = 3.5 stars.
The Libation Bearers = 4 stars.
Eumenides = 5 stars.
The Persians = 3 stars.
Seven Against Thebes = 4 stars.
The Suppliants = 3.5 stars.
Prometheus Bound = 5 stars.

I was most partial to the Orestiad and Prometheus Bound, and The Persians was my least favourite drama. Wish Prometheus Unbound had survived, for the few lines that exist showed it was going to be quite good.
April 1,2025
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Šioje knygoje sudėti Eschilo, Sofoklio ir Euripido kūriniai, kurie neabejotinai sudaro pasaulio literatūros lobyną, o jų kūrinių personažai yra plačiai žinomi šiuolaikiniame pasaulyje. Ma no mėgstamiausi - Eschilo "Prikaltasis Prometėjas" ir Euripido "Medėja".
"Lengvai galės tasai ir vargstančius pamokyt,
Ir kenčiantiems patart, kurs skausmo nepažino. (Prikaltasis Prometėjas)
April 1,2025
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"Spensi all'uomo la vista della morte. [...] Seminai la speranza, che non vede." (Prometeo incatenato)

Una delle letture preferite del mio "periodo classico", tra liceo e università. Sebbene il teatro drammatico greco raggiunga il suo apice con Euripide, le opere di Eschilo conservano un fascino particolare e una forza espressiva di prim'ordine con i loro personaggi che, a dispetto di un fato addirittura al di sopra degli dei, compiono scelte consapevoli nel bene o nel male.
Peccato siano sopravvissute soltanto sette tragedie.
Tra esse, quelle che preferisco sono "Prometeo incatenato" e la trilogia dell'Orestea. Splendido il personaggio di Clitemnestra: la scena in cui lei si scopre il seno prima di morire per mano del figlio è una di quelle che restano impresse.
April 1,2025
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me había olvidado que maratonee este libro para parciales, clitemnestra is the real girlboss that’s it.
April 1,2025
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Aunque son arduas, me gustan mucho... Sobre todo Los siete contra Tebas y Prometeo Encadenado <3 Excelente lectura y excelente edición con buen aparato crítico.
April 1,2025
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Sette tragedie, una sola, a carattere storico "I Persiani", una " Prometeo incatenato " non direttamente attribuibile al primo fra i grandi tragici greci, all'interno la grandiosa "Orestea".

C'è tutto: Prometeo, Io, Hermes, la genealogia di Esiodo, Zeus, Apollo e Dioniso, Achille, Agamennone, Ifigenia, Clitemestra, Egisto, Oreste, Cassandra, Elena, le Danai di, Argo, Paride...

Violenza, tracotanza, guerra, dolore e insieme catarsi.

Infinito...
April 1,2025
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Ispirato da Omero e dalla mitologia greca, precursore del teatro attico (Sofocle e Aristofane) e della storiografia greca (Erodoto), Eschilo rimane il padre del teatro antico, ma anche del verso poetico racchiuso in esso e della narrazione storica che ne pervade le rappresentazioni. In questo volume sono raccolte le uniche sette tragedie risalenti alla prima metà del V secolo avanti Cristo, che sono arrivate fino ai nostri giorni, di cui solo tre (Agamennone, Coefore e Eumenidi) rappresentano una trilogia completa (Orestea).
La prima opera in ordine cronologico è i Persiani, quella che più delle altre ha carattere storico. Qui si narra della regina Atossa, vedova del re dei persiani Dario e madre dell’attuale re Serse. La regina madre vive nell’attesa angosciante di notizie riguardo alla spedizione militare del figlio alla conquista del territorio ellenico; e presto arriveranno messaggi drammatici della disfatta militare:
“La tracotanza fiorisce, e poi dà come frutto spighe di rovina, da cui si raccoglie messe di pianto. Guardate il prezzo di quest’impresa e ricordatevi di Atene e della Grecia!” (pag. 64).
Le parole del fantasma di Dario sono la chiave della sconfitta. Dove la superbia dell’uomo diventa offesa alle divinità stesse, la punizione non si fa attendere. Ma Eschilo nelle righe non manca di elogiare l’innata sete di libertà dei greci e la personale riluttanza a condannare un nemico, ma di rendergli clemenza nella sconfitta.
Nei Sette contro Tebe è la maledizione su Labdaco ricaduta poi su suo figlio Laio e suo nipote Edipo a generare lo stato attuale della vicenda. Lo scontro tra i loro discendendi ovvero Eteocle sovrano di Tebe e suo fratello Polinice, esiliato dal primo ma ora pronto a sostituirsi con la forza ad esso. Ed è così che Polinice con altri sei valorosi condottieri muovono all’attacco delle sette porte di Tebe dove altrettanti eroi tebani guidati da Eteocle si preparano alla difesa:
“Di questo sono certo, e lo affronterò io stesso: chi, più di me, potrebbe farlo secondo giustizia? Re contro re, fratello contro fratello, nemico contro nemico, mi ergerò contro di lui!” (pag. 93).
Inevitabile lo scontro e altrettanto ineluttabile la drammatica conclusione che rinnova la maledizione della famiglia e dei propri discendenti.
La tragedia Supplici oltre a permettere l’elogio all’ospitalità greca e al loro senso di giustizia, è soprattutto lo spunto per ripercorrere le vicedente mitologiche di Iò, sacedotessa di Argo, amata da Zeus e contrastata dalla gelosia di Era che la mutò in giovenca e la perseguitò nella sua fuga fino in Africa. Proprio da questo continente prende avvio la fuga delle danaidi (figlie di Danao) promesse in spose ai loro cugini (figli di Egitto, fratello di Danao):
“Guardami: supplice, esule, errante, come giovenca braccata dal lupo arranco su rupi scoscese, dove confido di trovare riparo, e muggendo racconto al mandriano il mio strazio.” (pag. 118).
La fuga le porta con il padre sulle rive vicino ad Argo dove verrà in loro aiuto il re argivo Pelasgo che si opporrà alle richieste delle schiere egiziane.
La Oresta si sviluppa su tre tragedie: Agamennone, Coefore e Eumenidi.
In Agamennone, l’attesa del ritorno di Agamennone, re di Argo, dalla lunga guerra dei greci alla conquista di Troia, consente una riflessione sulla battaglia epica che ha coivolto le due popolazioni e che ha visto alla fine gli eroi greci prevalere su quelli iliaci, anche grazie al favore degli dei. L’annuncio del ritorno in patria di Agamennone scuote il senso di vendetta della moglie Clitemestra che non perdona al marito il sacrificio della loro figlia Ifigenia per propiziarsi i favori degli dei. Le parole di Cassandra (sacerdotessa di Troia ed ora schiava-amante di Agamennone) rivelerà i piani della regina argiva:
“E mentre affila la lama contro lo sposo, si vanta di fargli scontare la pena per avermi condotta con sé. [...] Altri verrà, che a sua volta farà vendetta di noi, germoglio che uccide sua madre, vendicatore del padre.” (pag. 177).
Nella Coefore, allo strazio di Elettra, figlia di Agamennone e Clitemestra, sola davanti alle spoglie del padre si aggiunge l’odio verso la madre e il compagno di quet’ultima Egisto, si unisce la tristezza del non poter avere a suo fianco il fratello esiliato Oreste:
“E io vivo alla stregua di una schiava, e Oreste è bandito dai suoi averi, e l’arroganza di questi due va fiera del frutto delle tue fatiche. Di questo ti prego: che Oreste ritorni, con buona fortuna! E tu ascoltami, o padre! E concedimi di essere molto più casta di mia madre, e che le mie mani siano molto più pure. Per noi queste suppliche. Ma per i nemici io prego che giunga, o padre, il tuo vendicatore, e chi uccise perisca a sua volta, come vuole giustizia.” (pag. 195).
Ma il momento della vendetta arriva e Oreste raggiunge la sorella per trovare soddisfazione alla loro sete di sangue.
Nell’ultima opera della trilogia, le Eumenidi, è il giudizio divino ad essere chiamato a giudicare la colpevolezza o l’innocenza di Oreste e quindi a fermare l’ulteriore brama di vendetta delle Erinni risvegliate dal fantasma di Clitemestra:
“Soffrii strazio terribile da chi avevo più caro, ma nessuno dei divini si sdegna a difesa di me, sgozzata da mani matricide! [...] E tutto questo voi ve lo mettete sotto i piedi, ed egli è fuggito” (pag. 228).
Gli dei divengono personaggi recitanti della stessa opera, prima Apollo e poi Atena, ergendosi ad entità di giustizia non giudicabili dagli uomini e a farsi portatori del messaggio di Zeus a cui neanche le Erinni possono sfilarsi.
Anche nel Prometeo incatenato, le divinità svolgono un ruolo da protagonisti. In questa opera Zeus impone a Efesto di incatenare su una rupe Prometeo, lasciato in balia di supplizi continui, per aver rubato la folgore ed averla donata agli uomini:
“Egli rubò il tuo fiore, il fulgore del fuoco artefice di tutte le cose, e lo offrì ai mortali: di questo deve pagare la pena agli dei, e imparare a rendere onore alla tirannide di Zeus, a cessare di aiutare gli umani.” (pag. 257).
Prometeo, sicuro della vendetta che un giorno riuscirà ad ottenere, nella sua solitudine e sofferenza dialogherà con il coro delle oceanine verso cui non rinnegherà la sua scelta di voler aiutare l’uomo anche contro la volontà divina, e annuncia la caduta futura di Zeus. A queste parole Hermes cerca di carpire come Prometeo pensa di poter sconfiggere il padre degli dei ma Prometeo rimane fermo nella sua sopportazione del dolore con a fianco altre divinità che hanno dovuto subire a loro volta la rabbia di Zeus.
In queste opere ritroviamo la storia greca, Argo, Tebe, la guerra con Troia; ma vediamo nitida anche la sfera mitologica degli dei, la rabbia di Zeus, la giustizia di Apollo e Atena, le gelosia di Era; e tra essi Eschilo racconta anche l’uomo, il suo senso di equità, la sua capacità di amare e di odiare, di aiutare e di uccidere, e lo fa creando quella struttura teatrale che diventerà un classico nei secoli a seguire, con monologhi dei protagonisti che si alternano a dialoghi fitti e veloci, con poesia e canti del coro che sempre più manifesta l’espressione dell’animo umano.
April 1,2025
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Available for free legal download on Wikisource and the gallica.bnf.fr

While Aeschylus is somewhat dry in comparison to Aristophanes's or Racine's work, the three unities - time, space, action - give the three parts of the Oresteia and the other four a historical flavour. It can be long-winded and melodramatic, but easier to follow for an intermediate reader of French and the pictures are nice, so there's an extra star.
April 1,2025
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Todas están buenas pero la más genial de las escritas por el que murió de un tortugaso mortal arrojado por un águila no muy literata, es la trilogía de Orestes. Trata del final de la maldición sobre la casa de Atreo.

Genial remolino de pasiones, traiciones y venganzas. ¡Cómo me hubiera gustado verle la cara a Orestes cuando pasaba corriendo como un haz perseguido por las Erinias!
April 1,2025
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I know: An Eternal Classic about lost, pain and sorrow. But the translation was awful and painful to read.
April 1,2025
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Filosofía a través de cantos.

Me gustó. Mucho tiempo duró el librito en mi estantería antes de que le prestara atención. Y es que soy una burra para leer en este formato, tanto que muchas veces me perdí entre el coro, estrofas y antiestrofas. Para el final le tomé el hilo, pero puede que ya fuera demasiado tarde.

Con todas mis complicaciones cerebrales, las historias floreadas que se cuentan son atrapantes, adictivas y aleccionadoras.

Pienso que mucho me han servido aquellas lecturas previas y ese fanatismo amateur hacia la mitología porque acá se habla de mucho y se explica muy poco. Entonces cuando te mencionan "Las moiras", "Las Maldiciones" y el gremio de Dioses te encuentras a la altura de la lectura y no tienes que ir a investigar de qué o quién rayos se habla.

En fin. Una lectura no cómoda (por el estilo), pero muy informativa sobretodo para los entes traumados que necesitamos saber esto y aquello sobre lo que en otros cantos no se incluye. Considero cada Tragedia, como una secuela o consecuencia pues, de otros relatos , que en mi experiencia personal, ha rellenado huecos y contestado preguntas que me surgieron en otras lecturas, dejándome satisfecha.

Lo que más me gusta es la transmisión de ideas morales y filosóficas a través de las experiencias de los personajes, siempre dejando en claro que Los Dioses tienen la última palabra. PUES OKAY.
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