...
Show More
La bellezza nell'epica morte
"Potete immaginare cosa fu, poi, la mia vita? Ogni tanto sogno di polvere, armi, ricchezze e giovani eroi. È sempre lo stesso posto, in riva al mare. C'è odore di sangue e di uomini. Io vivo lì, e il re dei re butta al vento la sua vita e la sua gente, per me: per la mia bellezza e la mia grazia. Quando mi sveglio c'è mio padre, al mio fianco. Mi accarezza e mi dice: è tutto finito, figlia mia. Dormi. È tutto finito."
"La tristezza è il nostro destino: ma è per questo che le nostre vite saranno cantate per sempre, da tutti gli uomini che verranno."
La personale rivisitazione dell'Iliade da parte di Baricco permette di rendere accessibile un'opera non così immediata (pregio da non sottovalutare).
La vicenda viene chiaramente rimaneggiata e adattata per esigenze editoriali, ma tutto ciò non preclude gli ottimi spunti ereditati direttamente da Omero, i quali sopravvivono all'adattamento e si lasciano cogliere senza difficoltà dallo studente/lettore che tenta il primo approccio.
Degna di nota la postfazione di Baricco sulla guerra, realtà capace di esaltare le gesta guidate da ideali di chi si sottrae al grigiore di una quotidianità vuota e senza stimoli.
Il suo commento non è tanto un apprezzamento della guerra quanto l'ammirazione dell'anomala bellezza di un eroe senza nome che muore sul campo di battaglia.
Finché l'uomo non identificherà la bellezza all'interno del suo microcosmo, sarà irrimediabilmente costretto a cercarla altrove. Riflessione brillante, sul filo del rasoio.
"Potete immaginare cosa fu, poi, la mia vita? Ogni tanto sogno di polvere, armi, ricchezze e giovani eroi. È sempre lo stesso posto, in riva al mare. C'è odore di sangue e di uomini. Io vivo lì, e il re dei re butta al vento la sua vita e la sua gente, per me: per la mia bellezza e la mia grazia. Quando mi sveglio c'è mio padre, al mio fianco. Mi accarezza e mi dice: è tutto finito, figlia mia. Dormi. È tutto finito."
"La tristezza è il nostro destino: ma è per questo che le nostre vite saranno cantate per sempre, da tutti gli uomini che verranno."
La personale rivisitazione dell'Iliade da parte di Baricco permette di rendere accessibile un'opera non così immediata (pregio da non sottovalutare).
La vicenda viene chiaramente rimaneggiata e adattata per esigenze editoriali, ma tutto ciò non preclude gli ottimi spunti ereditati direttamente da Omero, i quali sopravvivono all'adattamento e si lasciano cogliere senza difficoltà dallo studente/lettore che tenta il primo approccio.
Degna di nota la postfazione di Baricco sulla guerra, realtà capace di esaltare le gesta guidate da ideali di chi si sottrae al grigiore di una quotidianità vuota e senza stimoli.
Il suo commento non è tanto un apprezzamento della guerra quanto l'ammirazione dell'anomala bellezza di un eroe senza nome che muore sul campo di battaglia.
Finché l'uomo non identificherà la bellezza all'interno del suo microcosmo, sarà irrimediabilmente costretto a cercarla altrove. Riflessione brillante, sul filo del rasoio.