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n "Sono nuovo ogni giorno.
Nasco quando mi alzo la mattina, durante il giorno invecchio e muoio alla notte quando vado a dormire. Non è mia la colpa."n
Leggo quest’opera- forse la più nota- a pochi mesi dalla scomparsa di Paul Auster.
“Trilogia di New York” è composto da tre romanzi pubblicati tra il 1985 ed il 1987:
“Città di vetro”
“Fantasmi”
“La stanza chiusa”.
Storie che solo apparentemente sono slegate e con una trama lineare del genere detective story stile anni ’40.
L’unica cosa che crediamo certa è l’ambientazione newyorchese ma il lettore incauto potrebbe ben presto trovarsi impantanato in vischiose sottotrame; veri e propri labirinti narrativi dove il reale e il surreale gareggiano per guadagnarsi la scena.
In “Città di vetro” uno scrittore, Daniel Quinn (che poi è stato uno pseudonimo di Auster stesso!), viene scambiato per un investigatore privato il cui nome è però quello di un altro scrittore: Paul Auster…
In “Fantasmi” un investigatore privato che si chiama Blue, 'addestrato' da Brown, indaga su un uomo di nome Black per un cliente di nome White...
Ne “La stanza chiusa” uno scrittore sostituisce Fanshawe (nome del romanzo fantasma di Nathaniel Hawthorne: Lo studente ) un amico d’infanzia scomparso nel nulla lasciando una mole di testi narrativi..
Solo poche righe di queste trame fanno intuire la dimensione di un vero e proprio meccanismo che movimenta le storie.
Auster, nelle mie esperienze di letture, offre sempre una miriade di materiale di vera e propria riflessione esistenziale.
Caso, coincidenze, destino ruotano attorno ai protagonisti che devono annullare l’esistenza del mondo reale per che questa sia riaffermata.
Ciò è possibile solo a New York: il contesto perfetto per perdersi nella sua immensità.
E se l’identità, ad esempio, è uno dei temi centrali di questi romanzi non sfugge tutto l’impianto metaletterario ed è l’ultimo narratore a dirlo esplicitamente:
” La conclusione, tuttavia, mi è chiara. Non l’ho dimenticata, ed è una fortuna che mi sia rimasta almeno quella. Tutta la storia si restringe al suo epilogo, e se ora quell’epilogo non l’avessi dentro di me, non avrei potuto iniziare questo libro. Lo stesso vale per i due che lo precedono, Città di vetro e Fantasmi. In sostanza, le tre storie sono una storia sola, ma ognuna rappresenta un diverso stadio della mia consapevolezza di essa. Non pretendo di avere risolto nessun problema.”
Soggetto ed oggetto si fondono e rendono speciale quest’opera sicuramente non di facile lettura ma affascinante per tutte le esche letterarie che Auster ci ha regalato in queste pagine..
Nasco quando mi alzo la mattina, durante il giorno invecchio e muoio alla notte quando vado a dormire. Non è mia la colpa."n
Leggo quest’opera- forse la più nota- a pochi mesi dalla scomparsa di Paul Auster.
“Trilogia di New York” è composto da tre romanzi pubblicati tra il 1985 ed il 1987:
“Città di vetro”
“Fantasmi”
“La stanza chiusa”.
Storie che solo apparentemente sono slegate e con una trama lineare del genere detective story stile anni ’40.
L’unica cosa che crediamo certa è l’ambientazione newyorchese ma il lettore incauto potrebbe ben presto trovarsi impantanato in vischiose sottotrame; veri e propri labirinti narrativi dove il reale e il surreale gareggiano per guadagnarsi la scena.
In “Città di vetro” uno scrittore, Daniel Quinn (che poi è stato uno pseudonimo di Auster stesso!), viene scambiato per un investigatore privato il cui nome è però quello di un altro scrittore: Paul Auster…
In “Fantasmi” un investigatore privato che si chiama Blue, 'addestrato' da Brown, indaga su un uomo di nome Black per un cliente di nome White...
Ne “La stanza chiusa” uno scrittore sostituisce Fanshawe (nome del romanzo fantasma di Nathaniel Hawthorne: Lo studente ) un amico d’infanzia scomparso nel nulla lasciando una mole di testi narrativi..
Solo poche righe di queste trame fanno intuire la dimensione di un vero e proprio meccanismo che movimenta le storie.
Auster, nelle mie esperienze di letture, offre sempre una miriade di materiale di vera e propria riflessione esistenziale.
Caso, coincidenze, destino ruotano attorno ai protagonisti che devono annullare l’esistenza del mondo reale per che questa sia riaffermata.
Ciò è possibile solo a New York: il contesto perfetto per perdersi nella sua immensità.
E se l’identità, ad esempio, è uno dei temi centrali di questi romanzi non sfugge tutto l’impianto metaletterario ed è l’ultimo narratore a dirlo esplicitamente:
” La conclusione, tuttavia, mi è chiara. Non l’ho dimenticata, ed è una fortuna che mi sia rimasta almeno quella. Tutta la storia si restringe al suo epilogo, e se ora quell’epilogo non l’avessi dentro di me, non avrei potuto iniziare questo libro. Lo stesso vale per i due che lo precedono, Città di vetro e Fantasmi. In sostanza, le tre storie sono una storia sola, ma ognuna rappresenta un diverso stadio della mia consapevolezza di essa. Non pretendo di avere risolto nessun problema.”
Soggetto ed oggetto si fondono e rendono speciale quest’opera sicuramente non di facile lettura ma affascinante per tutte le esche letterarie che Auster ci ha regalato in queste pagine..