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April 17,2025
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Questo breve romanzo mi è piaciuto più di quanto pensassi, viste le tematiche un po' lontane da ciò che leggo di solito. Tutto il racconto è in sostanza è la trascrizione di un lungo dialogo (ripreso in momenti diversi della narrazione) tra Faussone, un montatore di 35 anni, e il narratore del racconto che si identifica dichiaratamente con l'autore stesso. Faussone racconta alcune avventure che gli sono capitate durante le sue trasferte di lavoro all'estero o in Italia, mentre nella parte finale del romanzo è il narratore a ricambiare raccontando a sua volta una propria esperienza. Nonostante il grande spazio che viene dato a dettagli tecnici relativi al lavoro di montatura di gru o tralicci (tutti comunque comprensibilissimi anche ai non addetti ai lavori, grazie alla narrazione molto discorsiva, che ricalca perfettamente l'oralità, alle integrazioni di Levi e alle molte metafore o similitudini) ci sono anche momenti di riflessione di più ampio respiro, sulla letteratura (a cui il narratore/Levi decide di dedicarsi esclusivamente alla conclusione del suo ultimo lavoro come chimico), su tematiche esistenzialistiche, sul valore del lavoro, sulle differenze culturali nei vari paesi dove Faussone è mandato a lavorare, ecc. Insomma, a me è piaciuto molto ed è stato anche interessante perché mi ha permesso di approfondire alcuni aspetti della figura di Primo Levi che non conoscevo (finora avevo letto solo i """"romanzi""""" - ovviamente tra molte virgolette - dedicati ad Auschwitz e poco altro sapevo). La chiave a stella è infatti il primo vero romanzo di Levi e personalmente lo consiglio, soprattutto per chi studia letteratura è imprescindibile.
April 17,2025
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A charming character study, Faussone is a charming and wholly realized personality.
April 17,2025
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Tempo di lettura: una trasferta di lavoro
Cosa vi serve: un bullone

Vi siete mai chiesti chi costruisce i ponti? Chi mette su i grattacieli? Chi ha fatto la Torre Eiffel? Io si, fin dallo studio della costruzione delle Piramidi d’Egitto alle elementari, mi hanno sempre appassionata le storie degli uomini costruttori, più che le costruzioni in sè. Con questo libro ci siamo incontrati nel momento giusto, quando da qualche anno lavoro in Piemonte e mi occupo di sicurezza sul lavoro. Ho mangiato ogni singola parola assimilandola in ogni significato. Il narratore non è altro che un perfetto alter ego di Levi piemontese e chimico come lui, nel libro esperto in vernici. Si ritrova per un problema a dover fare una trasferta di lavoro lontano dall’Italia e qui incontra l’archetipo dell’operaio specializzato: Tino Faussone, piemontese, che gira il mondo con la sua chiave a stella e col suo sapere per tirar su ponti, tralicci e gru, che vive questa assurda e affascinante vita nomade da sempre. Come nel film “Big Fish” non sappiamo bene quanto sia vero il singolo racconto ma tutti ci affascinano, Alaska, Africa, India è stato ovunque e ovunque ci porta con quei modi di fare un po’ burberi del piemontese tipo. È il primo libro di Primo Levi ed è stato anche il primo suo che io abbia letto. Inoltre proprio nella mia vita vera, qualche giorno dopo aver finito il libro, ho conosciuto “operaio specializzato” dei nostri giorni: un esperto di economia che non passa più di un anno nella stessa nazione, sentendolo dire esattamente le stesse cose di Faussone su questo suo nomadismo per scelta.

Ho amato tantissimo queste pagine, la mia curiosità infantile per questi lavoratori è stata appagata, la scrittura è magistrale.
April 17,2025
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This is a book that WORKS, in more than one sense of the word. You can view it as either a loose novel or collection of short stories, as an engineer tells a chemist a series of job-related adventures at projects around the world.

It's a view of life expressed though one's vocation. The engineer's personality is revealed to us not only through the challenges he faces building large structures in remote places, but the way he relates these incidents to his one-man audience and the chemist's personal reflections on the cumulative effect these accounts have on him.

This sequence of technical achievements winds up becoming a deeply metaphorical presentation of life as one obstacle after another to be met and overcome, though our hero's psyche raises questions of a less pragmatic nature. You'll never cross a bridge the same way again!
April 17,2025
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indecisa tra 1,5 e 2. non che sia un cattivo libro, ma è sicuramente il meno interessante che abbia mai letto. non ho capito il motivo per cui levi lo abbia scritto, non ci ho davvero trovato alcun senso.
April 17,2025
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Romanzo del 1978, il primo "di fantasia" dell'autore.
È un libro sull'ascolto: I protagonisti si raccontano l'uno all'altro ed entrambi si ascoltano con rispettosa attenzione. Esperienze lavorative vissute, amore e attaccamento al proprio mestiere, successi, sconfitte, episodi bizzarri e usanze varie.

Il titolo rimanda all’utensile indispensabile di ogni montatore, praticamente un prolungamento della mano, ma allude anche alla stella a sei punte che simboleggia l’identità ebraica di Primo Levi: una chiave per leggere e interpretare il mondo, un utensile della mente.

I protagonisti si trovano in Russia, in un non meglio precisato stabilimento (è la Fiat di Togliattigrad) dove l'autore, protagonista narratore e ascoltatore, si trova per lavoro, incontra ogni sera Faussone alla mensa. Ascolta le storie del giovane montatore con lo scopo dichiarato di farne un libro.

Levi non lascia nulla al caso. Anche il cognome del protagonista contiene una serie di suggestioni: la parola “faussone” nella parlata piemontese suona simile a “faus” un aggettivo molto usato nel dialetto che equivale a “falso” o “finto”.
È un interessante escamotage linguistico che introduce il tema dell’impostura, caro a Levi.

Il "romanzo industriale" era molto in voga all'epoca, ad una lettura moderna può risultare a tratti ostico, per la dovizia di particolari "tecnici" e passaggi a volte monotoni, ma è una storia che fa riflettere anche sull'attaccamento ad un lavoro che piace e sul senso del dovere.

Da torinese, ho apprezzato i passaggi in cui si riconoscono scorci della mia città o della parlata locale.
April 17,2025
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Pagina 32/33
"Infatti, come c’è un’arte di raccontare, solidamente codificata attraverso mille prove ed errori, così c’è pure un’arte dell’ascoltare, altrettanto antica e nobile, a cui tuttavia, che io sappia, non è stata mai data norma. Eppure, ogni narratore sa per esperienza che ad ogni narrazione l’ascoltatore apporta un contributo decisivo: un pubblico distratto od ostile snerva qualsiasi conferenza o lezione, un pubblico amico la conforta; ma anche l’ascoltatore singolo porta una quota di responsabilità per quell'opera d’arte che è ogni narrazione: se ne accorge bene chi racconta al telefono, e si raggela, perché gli mancano le reazioni visibili dell’ascoltatore, che in questo caso è ridotto a manifestare il suo eventuale interesse con qualche monosillabo o grugnito saltuario. È anche questa la ragione principale per cui gli scrittori, ossia coloro che raccontano ad un pubblico incorporeo, sono pochi."

Pagina 37/38
"La più strana delle manie di quel caposervizio era questa, lui era uno di quelli che se hanno da voltare la pagina di un libro prima si berliccano un dito. Io mi ricordo che la mia maestra della scuola elementare, il primo giorno di scuola, ci aveva insegnato che non bisogna per via dei microbi: si vede che la sua non glielo aveva insegnato, perché lui invece se lo leccava sempre. Bene, io ho fatto caso che si leccava il dito tutte le volte che faceva il gesto di aprire qualunque cosa: il cassetto della scrivania, una finestra, la porta della cassaforte. Una volta l’ho visto che si leccava il dito prima di aprire il cofano della Fulvia."
April 17,2025
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Attualissimo sebbene sia stato scritto più di 30 anni fa, Levi ci presenta attraverso il personaggio di Faussone, eroe allo stesso tempo idealista e molto concreto, la sua personale visione del lavoro come fondamento della società. Quello che ti resta è l'importanza di amare quello che si fa, sempre, bellissime le digressioni sul mestiere dello scrittore e la nobilitazione del lavoro anche quello manuale. Ho apprezzato e colto le citazioni e gli omaggi a Torino e alla Val di Susa, per poi partire con Faussone in ogni nuovo ingaggio, anch'io vittima della sofferenza di chi non sa stare fermo troppo a lungo nello stesso posto.
April 17,2025
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Despite the middle story, Wine and Water, which - for me, anyway - was the least engrossing story of the book, the overall package was a fun, enjoyable read.

This book is more along the lines of The Periodic Table than If This Is a Man / The Truce or even The Drowned and the Saved. That is to say: it's easy to read and a welcome diversion from the 'heavier' books one comes across.
April 17,2025
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This is an ingenious novel in which the author pours life lessons from a mingling of (stories about) macro structures and micro structures. JM
April 17,2025
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In some ways, this book reminds me of Zorba the Greek - the narrator is so invested in the stories and opinions of a bold man he meets while traveling that his own personality fades into the background. Libertino Faussone is an interesting man, and I got to know him over the course of his stories. The chapters are short, and the stories (some of them) compelling, once you get past the highly technical descriptions of rigging. The book loses interest as the narrator starts telling stories. I didn't feel like the book was tied together by the narrator's turn at the center of the book. I preferred to approach this as a collection of short stories roughly tied together by a central character, rather than a novel about two men and their lives.
April 17,2025
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Sono veramente contenta che questo libro abbia incrociato la mia strada totalmente per caso, avendone trovato una recensione estremamente positiva non ricordo nemmeno dove.

Ogni racconto di Faussone presentato è stato, per un motivo o per un altro, davvero interessante da esplorare, e vedere il tutto tramite gli occhi di Primo Levi li ha resi ancora più affascinanti.

L’unica cosa che forse non mi ha convinto a pieno è stata che, essendo che non sono una fan delle lunghe descrizioni, le spiegazioni delle varie strutture prodotte da Faussone spesso mi hanno portato a distrarmi e a perdermi nel mezzo della lettura.
Nonostante questo però, l’interesse verso le sue avventure, le sue interazioni con gli sconosciuti e con le popolazioni straniere e le sue reazioni ai problemi che inevitabilmente continuavano a sorgere mi hanno affascinato come non mai e le sue storie, da oggi in poi, sicuramente almeno un pochino mi mancheranno.
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