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April 17,2025
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Faussoneron
Esempio anomalo di "letteratura del lavoro" (suppongo esista, come genere, ed esista un canone da cui Levi si discosta), una serie di esperienze narrate dall'epico Faussone, summa di personaggi realmente incontrati dall'Autore, a un alter ego dello stesso scrittore. Racconti principalmente incentrati su lavori effettuati in giro per il mondo, nello specifico montaggi di derrick, gru, piattaforme petrolifere, Mortinere... armati della spada del moderno cavaliere, la chiave a stella. L'epica dell'assemblaggio non mi fa impazzire, sarà per naturale rigetto verso il mondo-Ikea o forse per scarsa manualità (ma con i Lego me la cavavo): ciò che è interessante è la tipologia di lavoratore incarnata da Faussone. Non il lavoratore da linea di montaggio, e neppure l'artigiano che si assume i rischi d'impresa, ma il soggetto altamente specializzato, richiesto in ogni angolo del mondo, con possibilità di organizzare il suo lavoro entro determinati limiti. Soprattutto, il lavoratore sostanzialmente felice e realizzato grazie al suo lavoro, come sottolinea una riflessione dell'interlocutore/Levi (che probabilmente sarà stato oggetto di grandi contestazioni per queste parole):

n  Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.n


o anche

n  Nell'ascoltare Faussone, si andava coagulando dentro di me un abbozzo di ipotesi, che non ho ulteriormente elaborato e che sottopongo qui al lettore: il termine «libertà» ha notoriamente molti sensi, ma forse il tipo di libertà più accessibile, più goduto soggettivamente, e più utile al consorzio umano, coincide con l'essere competenti nel proprio lavoro, e quindi nel provare piacere a svolgerlo.n


Io, non godendo di questo privilegio, concordo appieno. Ma forse si tratta più di una speranza che di una certezza granitica.

[per qualche ragione, gli unici esempi di working-lit che mi vengono in mente al momento sono usciti dalla penna di Steinbeck - hai detto poco! -, come La battaglia, ma lì si trattava più che altro di difesa/conquista dei diritti dei lavoratori, in effetti]
April 17,2025
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Masterpiece is not a word throw around lightly, but I suspect I will be using it frequently in relation to Primo Levi. (I have just picked up "If This Is A Man" and in just the first few pages have already been swept up, blown away, stunned, and more...)

The Wrench may be a little hard to get into, as it gets cracking right away and doesn't let you warm up; there are few concessions to the reader, and the vignettes from Faussone, the rigger, seem initially disjointed. These stories from Faussone (a sort-of everyman, and yet a very particular everyman) and the scenes he depicts are all wonderful, however, and grist for the imaginative mill. As we progress, what was apparently a collection of short stories gradually takes shape, the "present-day" narrative imperceptibly intrudes, and the "Primo Levi" character himself takes over with his own delightful story of an observant homo faber, puzzling through a strange problem in a strange place.

Read it and weep. Read it and laugh. Read it and marvel.
April 17,2025
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In The Monkey Wrench, a rigger tells the stories of his projects to a chemist, the latter based on Levi, who was a chemist before giving up that profession for writing. In William Weaver's translation, the stories are strongly sane. They are strongly optimistic. And their strength comes from a deep fund of patience, humor, and delicacy. At least that is the impression conveyed to me. It makes me take to the author immediately. I wish I could meet Primo Levi and have a drink with him.


April 17,2025
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"Solo che a me i sogni mi piace farli venire veri, se no rimangono come una malattia che uno se la porta appresso per tutta la vita, o come la farlecca di un'operazione, che tutte le volte che viene umido torna a fare male"
Il libro è costituito da una serie di racconti, ogni capitolo custodisce in sé una piccola storiella autoconclusiva, narrata da il buffo personaggio di Faussone al nostro Primo Levi. È divertente vedere Faussone sbagliare le parole, storpiarle, introdurre dialettalismi... Levi ci si mostra quest'uomo in tutta la sua autenticità popolare, antiintellettualista, ma portatore anche lui di valori forti, di ideali e soprattutto di grandissima abilità tecnica ed enorme amore per il proprio lavoro. Il mondo dell'industria fa irruzione finalmente nella letteratura, chissà se Vittorini, che sulle pagine del Politecnico e del Menabò auspicava l'avvento di una letteratura in grado di adattarsi alla realtà contemporanea, avrebbe apprezzato questa prova di Levi!
April 17,2025
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Dignità nel lavoro.

“Tino” Faussone, operaio torinese specializzato nel montaggio di ponti sospesi, impianti petroliferi e altre strutture metalliche, è un vero cittadino del mondo: dall’India alla Russia, dall’Italia all’Africa, pone la sua conoscenza e professionalità al servizio degli altri.
Durante uno dei numerosi viaggi incrocia la strada di Primo Levi, chimico e scrittore, a cui racconta con evidente piacere alcune delle avventure più bizzarre che si è trovato a vivere nei vari posti di lavoro.

Come è facile intuire, il libro procede per episodi senza un apparente filo logico. Faussone non è certo il migliore degli oratori: un po’ rustico, poco elegante, un “so tutto io” che si perde continuamente in dettagli tecnici che alla lunga (almeno per quanto riguarda la mia esperienza) appesantiscono il racconto e lo rendono ripetitivo, quasi noioso.
Però l’orgoglio di Faussone è giustificato: non solo eccelle nel proprio lavoro, ma gli piace anche moltissimo. Con la chiave a stella appesa alla cintura come la spada di un cavaliere, si inerpica sui tralicci e sulla gru più alte, lavora sodo e si gode il risultato finale, l’unica cosa che, a suo parere, non potranno mai portargli via.

Per quanto io abbia rivalutato il libro solo alla fine, quando Levi ci sottopone anche aneddoti del proprio lavoro di chimico, confrontandolo con quello dello scrittore e movimentando la narrazione, non posso non riconoscere il valore e l’attualità del suo messaggio, che gli è valso anche il Premio Strega del 1979.
Negli anni delle catene di montaggio, che rendono gli uomini schiavi alienati e tolgono la voglia di lavorare, poter sviluppare una professionalità e saper cogliere la dignità di un lavoro che appaga è una grande libertà.
Forse Faussone era solo uno dei pochi fortunati a poter godere di questo privilegio, ma lasciando da parte la pedanteria, il suo entusiasmo e la sua moralità sono un piccolo faro di speranza e ottimismo.
April 17,2025
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La vita raccontata in un lungo dialogo tra due tecnici italiani, un montatore di gru ed un chimico, spersi nella pianura russa. Per i due uomini il lavoro è il senso della vita e fare un lavoro che si ama è la massima espressione della libertà.

Mi è piaciuta la passione con cui i due uomini parlano dei loro lavori, un po' meno le lunghe disquisizioni tecniche.
April 17,2025
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The majority of the book is a crane-builder monologue-ing to the author about building cranes. But for some reason it is really interesting, its like a whole bunch of short stories.
April 17,2025
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A strange little book that completely enraptured me. First, a friend sent this book to me through the post. How unlikely and cool is that?! When I called to thank him and ask him what it was about, he said that it reminded him of the recent Rachel Cusk Faye Trilogy, but more in narrative style than content. Now that I've read the book, I agree with him completely. I found Levi's writing to be far more uplifting than the urbane vignettes on life's mundanities that Cusk presents. In essence, The Monkey's Wrench is about two men working in remote Russia - one, the narrator, is a chemist; the other is a bridge-rigger named Faussone, a deft construction worker of sorts, whose story this really is - telling their tales of what amounts to the joy and frustration of work. Levi, a Holocaust survivor primarily know for Survival in Auschwitz, adopts a much lighter tone here, relating Faussone's anecdotes about his travels and singular pursuits to construct the best bridges possible. It is a testament to that feeling of wholeness after a good day's work. The conversations between the two men are discursive and tangential, meandering to food and family and political upheaval, but they focus mainly on the particulars of the workday: bosses, timelines, bureaucracy, pride. I liked it so much because it didn't aim for a grand scope or even an everyman ethos. There's no proletariat evangelism or (see Steinbeck) humanist propaganda. The novel is simply a collection of hard-won stories. I appreciated Levi's free-form style. There's joy in his writing, made all the more impressive considering his history. It's an odd but lovely work that stays with you for its no-frills, conversational attitude. Reading a novel devoid of pretense is refreshing indeed.
April 17,2025
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The book tells the story of two colleagues who have nothing to do but swap stories. As such, the narrative is wandering (and non-existent at times) as one of the story-tellers speaks of his experiences working as a rigger. The problem for me was that I didn't find the storytelling compelling, making the book uninteresting and wandering.
April 17,2025
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I don't remember much more than a gentleman named Libertini, a train ride, discussion of construction and chemistry. I do remember enjoying it.

Another reviewer wrote: "Makes me want a job where I work with my hands." I remember this as well.
April 17,2025
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Che predire sull'incontro di due esseri umani? O delle reazioni di un individuo davanti ad una situazione nuova? Nulla, nulla di sicuro, nulla di probabile, nulla di onesto. Meglio sbagliare per omissione che per commissione; meglio astenersi dal governare il destino degli altri, dal momento che é giá cosí difficile ed incerto pilotare il proprio.
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