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I “dizionari dei luoghi comuni” o i “prontuari delle frasi fatte” o “dei modi di dire” sono un po’ un genere letterario satirico a sé stante. Potrebbe darsi che l’antesignano sia stato proprio questo, compilato da Gustave Flaubert tra un capolavoro e l’altro, assieme a un suo amico e vicino di campagna, tale Edmond Laporte.
Certamente si tratta di un testo marginale nella produzione dello scrittore (e del suo amico, i cui contributi sono scritti in corsivo e paiono prevalenti su quelli di Flaubert), non è nemmeno troppo esteso e presenta il limite di non far capire quando i “luoghi comuni” siano veramente tali e quando non siano invece arguzie satiriche degli autorii. Comunque, un bello spaccato della vita e della mentalità francesi e borghesi del tardo Ottocento.
Il volumetto è integrato da altri due testi, l’Album della Marchesa, praticamente una serie di ricordi in memoria di un’anonima Marchesa rubati a molti scrittori all’epoca noti e certo non amati da Flaubert, con evidente intento satirico; un arguto lavoro di collage, in sostanza. E il Catalogo delle idee chic, solo due pagine di atteggiamenti e argomenti di moda con cui ben figurare in società.
Un piccolo testo (132 pagine a carattere grosso) utili soprattutto a chi studia l’autore e ne vuole trarre un quadro il più completo possibile.
Certamente si tratta di un testo marginale nella produzione dello scrittore (e del suo amico, i cui contributi sono scritti in corsivo e paiono prevalenti su quelli di Flaubert), non è nemmeno troppo esteso e presenta il limite di non far capire quando i “luoghi comuni” siano veramente tali e quando non siano invece arguzie satiriche degli autorii. Comunque, un bello spaccato della vita e della mentalità francesi e borghesi del tardo Ottocento.
Il volumetto è integrato da altri due testi, l’Album della Marchesa, praticamente una serie di ricordi in memoria di un’anonima Marchesa rubati a molti scrittori all’epoca noti e certo non amati da Flaubert, con evidente intento satirico; un arguto lavoro di collage, in sostanza. E il Catalogo delle idee chic, solo due pagine di atteggiamenti e argomenti di moda con cui ben figurare in società.
Un piccolo testo (132 pagine a carattere grosso) utili soprattutto a chi studia l’autore e ne vuole trarre un quadro il più completo possibile.