Community Reviews

Rating(3.9 / 5.0, 99 votes)
5 stars
25(25%)
4 stars
36(36%)
3 stars
38(38%)
2 stars
0(0%)
1 stars
0(0%)
99 reviews
March 31,2025
... Show More
Actually, is 3,5 stars..

I find the writer, to much for my taste. To be honest, I couldn't find the connection between all 3 stories...
March 31,2025
... Show More
+++
معلوم شد که جایگاه حقیقی من در دنیا، جایی فراتر از خودم است و اگر حتی فکر می کردم در درونم است نمی توانستم دقیقا بگویم که کجاست. این شکاف ظریفی بین من و عدم من بود و برای اولین بار در عمرم فهمیدم که این ناکجا همان مرکز دنیاست
+++
.
.
سه گانه نیویورک که شامل سه رمان از پل استر نویسنده پست مدرن آمریکایی است. سه داستان با ژانر پلیسی و درون مایه فلسفی که هر سه در شهر نیویورک رخ می دهد. اشارات و دیدگاه های فلسفی ماجراها، در هر سه داستان جالب توجه بود؛ احساس کردم قسمتی از افکار نویسنده بارها تکرار می شود و شاید خیلی تاکید! این تکرار یا تاکید خسته کننده بود و از هیجان خواندن کم می کرد.
این کتاب را با ترجمه شهرزاد لولاچی و خجسته کیهان که توسط نشر افق به چاپ رسیده خواندم
March 31,2025
... Show More
أعتقد أن الميزة السحرية في أوستر ، أنه يكتب ليكتشف ذاته ، يكتب وكأن أحدا لن يقرأه
March 31,2025
... Show More
це детектив, в якому є детектив, але не зовсім детектив, але потім таки стає детективом, хоч і не був він тим детективом. а потім інший детектив (а чи був він ним?) слідкує за наступним детективом (а чи цей детектив теж детектив?). ну і щоб з усім розібратися, то треба читати книгу. але яку книгу? книгу-детектив чи книгу, яку читає детектив, поки інший детектив читає ту саму книгу? зрештою, таки треба читати книгу.
March 31,2025
... Show More
Η Τριλογία της Νέας Υόρκης του Paul Auster μου άρεσε πάρα πολύ. Κυρίως βρήκα πολύ έξυπνο το τέχνασμα να χρησιμοποιεί την δομή και το εξωτερικό περίβλημα του αστυνομικού μυθιστορήματος για να απλώσει επάνω σε αυτόν τον έτοιμο καμβά το δικό του υπαρξιακό σύμπαν. Μου θύμισε λιγάκι Κάφκα κυρίως ως προς την αδυναμία των ηρώων του να σπάσουν τα δεσμά που τους επιβάλλονται.

Υπάρχει μια εξαιρετική ισορροπία ανάμεσα στην δράση και στο ξεδίπλωμα φιλοσοφικών στοχασμών που αναλύονται με την ίδια λογική μέθοδο που θα χρησιμοποιούσε κι ένας ντεντέκτιβ, μόνο που εδώ το πραγματικό μυστήριο έχει να κάνει με θέματα όπως η λειτουργία του ανθρώπινου μυαλού, η αναζήτηση της αιωνιότητας, το ζήτημα της σωτηρίας του κόσμου κα.

Επίσης για πρώτη φορά συνειδητοποίησα πόσο παλιός είναι ο Νέος Κόσμος. Ένας κόσμος που ορισμένως μοιάζει γερασμένος παρόλο που επιμένει να βιώνει μια υστερική και εντελώς παράταιρη νιότη.

Οι ήρωες στις ιστορίες του Auster σπάνε σταδιακά τους δεσμούς τους με τον κόσμο και την εποχή τους γίνονται αρχετυπικές μορφές που δεν μπορεί να τους χωρέσει καμιά διήγηση, δεν μπορεί να τους περιγράψει καμιά λέξη και στο τέλος εξαϋλωμένοι, σβήνουν, για να ανάψουν κάπου αλλού σε κάποιο απρόσιτο σε εμάς, ουράνιο στερέωμα, σαν μεταμορφωμένοι αστερισμοί.

Το διάβασα στα αγγλικά με μεγάλη ευκολία, η γραφή του είναι απλή, χωρίς γλωσσικές ακροβασίες, ρέουσα και μεστή.
March 31,2025
... Show More
(عالم الكتب تدب فيه الحياة , ويغلي بالاحتمالات و الأسرار والمتناقضات , ولمّا كان أي شئ يقال أو يُرى , وحتى أهون الأشياء و أقلها شأنًا , يمكن أن تكون له صلة ��ختام القصة , فإنه ما من شئ يجب تجاهله )

يبدو يا جماعة إن الأدب الأمريكي أفضل مما نتوقع (رغم تجاربي القليلة معه , فأنا لا أذكر الاطلاع على كثير من الأدب الأمريكي باستثناء أدب إدجا آلان بو و مجموعة قصصية لهيمنجواي , و رواية يتيمة لفيليب روث ) فالأدب الأمريكي من الآداب التي أشعر تجاهها بالذنب .

وها هي تجربة جديدة مع هذا الأدب , تجربة بطلها بول أوستر , وهي عبارة عن ثلاثية روائية (قصيرة) , هي ثلاثية نيويورك .

الرواية أمريكية الطابع بامتياز , تشعر وأنت تقرأها بأنك تتابع فيلم أمريكي تقليدي وتأكل طعام أمريكي وما إلى ذلك , ورغم كل ذلك فهي رواية جيدة .

العمل مفعم بالتفاصيل والتي قد تبدو مملة (ولكني من عشاق تفاصيل الروايات ) ففيها تندمج بكلك مع كل ما يكتبه الكاتب ويخطه قلمه , التفاصيل التي تنقلك لتعيش في قلب المجتمع الأمريكي وترسم بخيالك الخاص الأحداث التي تحدث .

هي رواية (جريمة ) ولكن ليست كأي رواية ولا كأي جريمة , وقد يكون من التجاوز لنا أن نصفها بالجريمة فالأقرب كما ورد في مقدمة المترجم , رواية تحري .

رواية صاخبة (كعادة الأمريكان العتيدة) , صاخبة في الأحداث والأفكار المطروحة خلالها , صاخبة في الأشخاص حتى ولو اتسموا بالهدوء , رواية يصعب عليك سرد أحداثها بل حتى التحدث عنها , فالأحداث مكثفة بصورة جيدة ومتماسكة للغاية .

هي ثلاثية روائية , قد تبدو للوهلة الأولى كل جزء منها بمعز عن الآخر , ولكن بمجرد تتابع قراءتك لها , ستجدها متماسكة يشد بعضها البعض .

الترجمة جيدة من وجهة نظري ومقدمة المترجم كانت أكثر من ممتازة .

الأشخاص : في غاية الشفافية والوضوح (الظاهري) ولكنهم كجبل الجليد لا يظهر منه إلا جزء بسيط , فتتابع المفاجآت وتكتشف تحت تلك الأشخاص الظاهرة نماذج إنسانية معقدة للغاية .
الأحداث : متتابعة سريعة كثيفة صاخبة , تحتاج منك تركيز وسعة دراية وحس بديهي واسع لتدرك تتابعها .

الكاتب : إنسان فذ بكل ما تحمله الكلمة , كل جملة قالها , وكل اسم شخصية ذكره , له دلالته المهمة للغاية .
في المجمل : عمل جيد وممتع وغريب .
March 31,2025
... Show More
City of Glass (1985), Ghosts (1986) and The Locked Room (1986): Meta as in metafiction, also metaphysics and metaphor. This is fiction about fiction, writing about the writer. Who’s writing whom? Who’s the author and who’s the imagined character? Auster's characters aren’t “real” people (even when they are autobiographical) in the sense that you might invite one over for dinner, but are real in the sense that you might imagine yourself dissolving into fiction, or have the sense that the self is fiction.
These are stories that demand that the reader NOT check her brain at the door: disquieting, self-weary perhaps, not particularly plot-driven. They include elements of detective fiction, of mysteries and thrillers. Detective stories in the sense that characters follow one another around and spy on one another. Characters disappear and/or mirror one another: one “self” becomes the “other.” Everyone here is lost and almost no one is found. Who is trailing whom becomes undecidable or indecipherable. Characters disappear. We don’t know where they go and neither does the author.

March 31,2025
... Show More
La trilogia di New York si compone di tre racconti: "La città di vetro", "Fantasmi" e "La stanza chiusa".

Son definite detective-stories... Mah!!! Nei racconti sì ci sono dei detective... ma con le affinità di genere per me la finiamo lì...
Il detective indaga sì, ma all'interno, nella stanza privata che è il suo cervello, alla ricerca di un senso della vita dell'uomo che non riesce a trovare.

Il detective chi è? E' lo scrittore? E' il lettore? Tale indagine ha un senso? In una ciclica rincorsa alla reciproca necessità di impersonificazione tra lettore e scrittore, la risposta che dà Auster è che un senso non c'è, che ogni vita è inspiegabile, fatta di fatti accidentali e fine a se stessa ("la morale è che ogni vita è fine a se stessa. Che è come dire: le vite degli uomini non hanno senso"). Nessuno è in grado di comprendere il prossimo (nemmeno lo scrittore che, scrivendo, tenta di indagarlo), in quanto rimane esso stesso imperscrutabile a se stesso.

I tre racconti, si comprende avanzando nella lettura, altro non sono che una storia sola, ma ad un diverso stadio di consapevolezza dell'autore (e di conseguenza del lettore che lo segue). Quindi, il lettore, arrivato alla terza lettura si è talmente scervellato per capire dove volesse andare a parare quest'uomo (Auster), che la terza storia non porta alcuna sorpresa, anzi forse è pure un po' troppo convenzionale con tutta la "palestra mentale" che ha fatto con i primi due racconti... :D

Ergo, di giallo a mio giudizio c'è poco poco, ma, in compenso, il "pipponico" e il cervellotico son dispensati a pienissime mani: in estrema sintesi definirei il romanzo un non racconto (uno e trino), in un non luogo, di non persone.
Di seguito i pensieri che mi hanno indotto i racconti da cui ho dedotto le riflessioni più sopra riportate.

"Città di vetro" --> Il significato preponderante del racconto, a mio parere, sta nel gioco di specchi che è la finzione narrativa, nella necessità dello scrittore di impersonificare i personaggi di cui scrive, o almeno il ruolo del personaggio di cui scrive. La risoluzione è la follia in cui cade lo scrittore che ad un certo punto è impossibilitato a distinguere tra finzione e realtà. Che crede di coglierla attraverso gli appunti che prende in un taccuino rosso, ma il taccuino rosso contiene, fatalmente, solo un pezzo della storia.
("Che significa per uno scrittore firmare un libro con il proprio nome? perchè alcuni decidono di nascondersi dietro ad uno pseudonimo? e, in tutti i casi, uno scrittore vive davvero una vita reale?")

"Fantasmi"--> Blue investigatore, sotto commissione di White, assume l'incarico di pedinare Black. Black non fa altro che scrivere una storia, e sembra vivere (o avere scopo di vita) solo per il fatto che qualcuno lo osserva. Ma l'unico scopo di Blue è osservare Black...Ma forse anche Black osserva Blue... Non succede nulla se non l'osservazione reciproca di Black e Blue. E alla fine il lettore capisce...che sta leggendo la storia di Blue che osserva Black, che a sua volta osserva Blue, e questo è l'unico senso della storia... E qui emerge l'ironico e sottile sfottimento che Auster opera nei confronti del lettore, che legge per cercare un senso, ma l'unico senso che si trova è costruito a tavolino...
(".. cosa ci faceva là dentro? Scriveva storie. Tutto qua Scriveva e basta? Scrivere è un mestiere per solitari. Ti prosciuga. In un certo senso, lo scrittore non ha una vita propria. Anche quando lo hai di fronte non c'e' veramente. Un altro fantasma. ")

"La stanza chiusa" --> L'ultimo racconto rientra un po' più nei canoni di un racconto tradizionale. C'e' una trama appena piu' sviluppata, un racconto in cui c'e' pure un amore, c'è pure una presunto abbandono di un uomo della moglie, c'è pure un accenno di sviluppo amoroso, c'è una indagine, c'è sempre uno scrittore, c'è sempre un detective, c'è sempre una ricerca di identificazione tra chi insegue e chi è inseguito che porta a frustrazione per presa consapevolezza che la vita non ha senso.

Auster quindi si mette a tavolino e svela attraverso i tre racconti il raffinato processo intellettuale di costruzione in laboratorio della storia, sempre la stessa storia che si sviluppa man di mano nella testa dello scrittore. I primi due racconti pare contengano il messaggio e l'idea, mentre il terzo racconto li "veste", è il racconto vero e proprio abbellito di particolari (ovviamente mia interpretazione)

Auster talentuoso è talentuoso. Il romanzo così concepito e architettato per me ha del geniale. Il piacere che si trova in questa lettura non è nella lettura stessa ma nelle elucubrazioni che induce nel lettore, negli arrovellamenti che ti fa fare, nel compiacimento di esserti districato in mezzo alle matasse aggrovigliate e parecchio cerebrali.

In questo romanzo ho trovato Auster forse un po' troppo compiaciuto, un po' troppo costruito...ma il grande merito che gli riconosco è che, alla terza lettura di una sua opera, non ho ancora visto una ripetizione, nè nello stile, nè nel genere di romanzo. Muta. E' capace di mutare. E per farlo, per me, bisogna essere bravi.

Quattro stelle quindi ad Auster e al suo talento. Io, che ho il gusto del cervellotico durante la lettura mi son divertita, ma non è sicuramente un romanzo che consiglierei a cuor leggero.
March 31,2025
... Show More
Paul Auster
پل استر نویسنده ی مشهور امریکایی
سه کتاب شهر شیشه ای، ارواح و اتاق در بسته با استقبال بی نظیری همراه شد که باعث ادغام این سه کتاب در یک مجموعه به نام سه گانه ی نیویورک شد


نمی شود آنقدر از کسی متنفر بود مگر آنکه قسمتی از روح مان آن را بسیار دوست داشته باشد
March 31,2025
... Show More
“But the present is no less dark than the past, and its mystery is equal to anything the future might hold. Such is the way of the world: one step at a time, one word and then the next.”

The elaborate setup, leading to the open ending finale, the utter ambiguity of the three stories, might have been frustrating in the hands of a lesser author. I really enjoyed Auster's beautiful prose. As a reader, you (vainly) try to grasp the meaning of this whole book, though, in Auster’s view (or at least in his narrator’s view), sense cannot be made of the story of anyone’s life. Perhaps the best summary of Auster’s point is the narrator’s synopsis of Fanshawe’s work:

It is as if Fanshawe knew his final work had to subvert every expectation [the reader has] for it.

I'll be reading more of his books.
March 31,2025
... Show More
„Нюйоркска трилогия“ е заплетена и многопластова книга, която надхвърля границите на криминалния жанр! Тя се състои от три отделни части, които се преплитат по сложен начин. Пол Остър потапя читателите в напрегната детективска история в Ню Йорк, появява се и като един от героите в нея, както и предизвиква размисли по важни теми... Не успях напълно да разбера книгата, но пък останах с много добри впечатления от нея!
March 31,2025
... Show More
El lector es un detective. Persigue pistas con un afán parecido al que los sabuesos emplean en rastrear trufas, obviando inconscientemente todo lo demás. Auster es sabedor de esto, y juega con nosotros haciendo de ello su principal virtud y su peor defecto. Me explico: narra los hechos desde una distancia tal que siempre cuenta, jamás muestra, atendiendo a la diferencia de Ezra Pound; los personajes tienen siempre motivaciones dramáticas que aparecen como justificación a sus actos (la muerte en el pasado de algún ser querido, o un viejo trauma, del que sólo tenemos conocimiento de puntillas) y aunque en muchos casos éstas son completamente inverosímiles y están tan sólo mencionadas de paso, meramente esbozadas, no prestamos atención al truco, pues estamos demasiado distraídos persiguiendo la trufa.

Es el clásico narrador que está contando una historia una noche alrededor de una hoguera: voy a contaros esto. No se detiene más que en los detalles que le interesa referir, olvida lo que le interesa olvidar, va y viene por ella poniendo en boca de sus personajes afirmaciones ladinas y contradictorias, por no decir tramposas; alguien supo en un momento que iba a morir pronto, y después tuvo la certeza de que no iba a morir nunca, o supo que alguien era el asesino, y después supo que el asesino era él. Estos recursos le permiten jugar con el lector creando potenciales expectativas y deshaciéndolas una y otra vez por medio de giros argumentales que, de no ser por esa distancia narrativa, nos harían cerrar el libro y arrojarlo por la ventana. Es algo tan viejo como el género detectivesco, y no necesariamente rechina. Sin ir más lejos, una de mis películas favoritas, Testigo de cargo, es de lo más tramposa que se pueda ser en aquello de desviar la atención, y sin embargo funciona. Cuando termina estás tan noqueado que no reparas en el engaño. Apenas te das cuenta de que te han tomado el pelo.

Teniendo en cuenta que el narrador que nos habla conoce casi siempre la totalidad de la historia y es deliberadamente tramposo por una mera cuestión de efectismo, casi todas las novelas de Auster logran sostenerse más o menos bien sustentadas en la expectativa, que normalmente se haya esbozada desde la primera frase. Y si siempre hay algo que el narrador nos oculta esperando el momento apropiado para soltarlo como un deus ex machina y lograr la máxima impresión, y no sólo eso, sino que trata una y otra vez de desviar nuestra atención hacia cuestiones baladíes... ¿Por qué funciona tan sobresalientemente entonces La trilogía de Nueva York frente a otros de los libros del autor? Por el mero hecho de que frente a posteriores trabajos, y frente al género policiaco en sí mismo aquí no se pretende llegar nunca a satisfacer la expectativa. Más bien se pretende no satisfacerla.

Entramos así en un terreno metaliterario y filosófico de sumo interés, según nos vamos barruntando que no obtendremos respuestas. O por decirlo de otro modo más claro, que la respuesta es la expectativa. De hecho, de sernos dada una resolución, este libro sería muy pobre comparado con cualquier otro del género. Pero no es así. La trilogía de Nueva York activa en nosotros mecanismos fundados en la costumbre para jugar con ellos y desarmarlos. Entramos en conflictos de onomástica. ¿Quien es Quinn? ¿Es el Paul Auster detective el mismo que el Paul Auster escritor? ¿Existe realmente el Paul Auster detective? ¿Son Peter Stillman padre y Peter Stillman hijo la misma persona? ¿Es el Peter Stillman de La habitación cerrada que hallamos en París el mismo que el neoyorquino de Ciudad de cristal? La solución podría ser dada en las nomenclaturas de Fantasmas: White, Black, Brown, Orange... Al igual que en Reservoir Dogs los personajes del relato central son sólo colores en una realidad daltónica en la que en un determinado momento ya no sabemos si Black es también White, o quién demonios es, y volviendo a lo que refería al principio, no nos importa que el protagonista viese a White al principio y después vea a Black y no nos haya referido en ningún momento que pudieran ser la misma persona, que no reparase en el parecido; no importa, ni siquiera importa el hecho de que lo sean o no. Lo que subyace es que frente al espejo de los personajes de estas historias estamos nosotros mismos; ellos son capaces de perderse en otras identidades con suma facilidad, ¿y nosotros? ¿Somos la misma persona que éramos hace cinco, diez años?

Lo primero que se aprende en semiótica es que el signo es una entidad de dos caras indivisibles, como una moneda. Esto es verdad hasta cierto punto. El significante no cambia, pero el significado sí, pues las palabras se van llenando de connotaciones con el paso del tiempo, con las mutaciones de la moral. Esto es bordeado en Ciudad de cristal, donde Stillman pretende crear un nuevo lenguaje, alegando que el significado de las palabras ha ido cambiando con el paso del tiempo hasta perder el sentido. Las cosas ya no son las cosas sin más. De igual forma nosotros arrastramos un nombre por la vida, que representa cada uno de nuestros actos, lo que somos en totalidad, pero eso sólo lo sabemos nosotros, y acaso lo sepamos entre una maraña de dudas. ¿Cómo llegar a conocer a los otros, que van y vienen por nuestras vidas, y osar a darles un nombre que represente a la totalidad de lo que son, cuando sólo tenemos de ellos una visión parcial? En La habitación cerrada el protagonista se compromete a escribir la biografía de su mejor amigo de la infancia, a quien supone muerto, mientras vive con su mujer y su hijo. Los hechos que recuerda no casan con los hechos de su investigación. El Fanshawe del presente no parece tener nada que ver con el del pasado. Cuando finalmente se encuentran, incluso, el propio Fanshawe rechaza ser llamado así. “¡Nada de Fanshawe, nunca más!” dice.

Todo este juego de expectativas sin resolver, relaciones nominales, semiótica, me parece fascinante. Entiendo la decepción de algunos lectores, pero este no es un libro de detectives, es otra cosa. En un pasaje se citan las palabras de Humpty Dumpty en Alicia a través del espejo. “Cuando yo uso una palabra, significa exactamente lo que yo quiero que signifique, ni más ni menos. La cuestión es, dijo Alicia, si puede hacer que las palabras signifiquen tantas cosas diferentes. La cuestión es, dijo Humpty Dumpty, quién es el amo, eso es todo”. Ante esto cabe preguntarse. ¿Es el amo el escritor o el lector? Las palabras que dispone un escritor pueden tener un significado, pero nunca será exactamente el mismo significado que poseen esas mismas palabras para el lector. El escritor puede jugar a aproximarse, urdir, pero el lector, me parece a mí, es quien tiene la última palabra en este libro; quien ha de decidir la identidad de Fanshawe, la de Quinn, la de Stillman. O la suya propia, si es tan osado para creerse capaz.
Leave a Review
You must be logged in to rate and post a review. Register an account to get started.