Amazon 2008-07-26, impulse purchase upon reading the Wikipedia summary of Primo Levi.

Pretty outstanding....Levi's fire burns on every page. This guy is quickly becoming a new favorite, cherished author of mine.

Тази книга е изключително важна не само за подрастващите поколения, но и за всички нас. Леви успява да пресъздаде , до най- малката подробност , както живота в лагера , така и трудния път след спасяването , унижението , вината за това , че ти си жив , а някого другиго е умрял вместо теб.

Un testo intenso e devastante, una lucida riflessione sociale e filosofica sui campi di annientamento nazisti. Il Primo Levi narratore scompare in queste pagine per lasciare il posto ad un uomo che, passando attraverso l'esperienza più dolorosa della storia del '900, analizza con grande lucidità la logica feroce e perversa del nazismo.
Attraverso la lettura di questo volume ci rendiamo conto di come tutto, all'interno dei Lager, fosse minuziosamente studiato per ottemperare a due scopi: l'annientamento brutale degli esseri umani che vi entravano e la decostruzione totale della memoria storica di quanto stava accadendo. Vessazioni come la nudità, la rasatura, l'obbligo di nutrirsi sprovvisti di posate, erano solo una piccolissima parte di quanto veniva inflitto agli ebrei per ridurli allo stato animale e privarli di tutto ciò che li rendeva uomini. L'eliminazione sistematica dei prigionieri, il loro isolamento linguistico e sociale, la brutalità di alcune pratiche erano poi un tassello fondamentale per far in modo che nessuno all'interno del lager potesse capire fino in fondo gli orrori che si consumavano a soli pochi metri dalla propria baracca. Levi racconta in modo magistrale, in alcuni passaggi, come i tedeschi fossero convinti che, anche successivamente alla liberazione, nessuno avrebbe creduto all' assurda ferocia raccontata dai superstiti. Per fortuna così non è stato, ma la storia rimane beffarda e tutto ciò che è già avvenuto potrebbe ripetersi. Da qui nasce per Primo Levi la necessità della memoria, l'importanza del ricordo e della consapevolezza, che hanno un ruolo centrale in questo saggio.
Un libro necessario, dai grandi temi, che va letto per rendere onore ad una generazione ormai quasi estinta ma che ha ancora grandi lezioni da impartirci.

"Veramente si è indotti a pensare che, nel Terzo Reich, la scelta migliore, la scelta imposta dall'alto, fosse quella che comportava la massima afflizione, il massimo spreco di di sofferenza fisica e morale. Il nemico non doveva soltanto morire, ma morire nel tormento".
E' un dovere leggere e rileggere le parole lucide e pacate di Primo Levi, e prestare la massima attenzione al suo ammonimento: " è avvenuto, quindi può accadere di nuovo".

lettura perenne

Questo libro non lo finirò mai.
Perchè non riesco a leggerlo dall'inizio alla fine, ma sta lì, e ogni tanto lo apro a caso, e ogni pagina è densa di lacrime, di orrore, di pensieri, e di lucida analisi sull'uomo e le sue contraddizioni.
Sta lì, sul comodino, a ricordarmi sempre il valore della libertà, che non si baratta con "qualcosa di buono fatto comunque" o con qualche riforma promessa, rischio di cui non siamo immuni anche oggi.
Sta lì, come un'arma contro chi pensa di stuprare una donna solo perchè ebrea, come una croce di frassino contro i vampiri dell'intelligenza che ancora popolano le nostre città, e pretendono di tornare come "albe dorate" a promettere ordine e sicurezza.
Alcuni miei alunni sono oggi sul Treno della Memoria.
So che l'hanno letto.
E questo mi fa ben sperare .

Approfondire. Quanto è importante.
Tra le zone grigie e un'umanità che non esiste più, conoscere è fondamentale.

Ovviamente, c’è ben poco da commentare riguardo all’esperienza qui descritta da Primo Levi: la prigionia nel campo di sterminio di Auschwitz; mi soffermerò quindi sullo stile. Assocerei la scrittura di Primo Levi al velluto, qualcosa di morbido e piacevole al tatto. Qualsiasi cosa che legga dell’autore, che siano racconti sulle esperienze di vita o racconti di pura fantasia, mi lascia stupefatta.
La delicatezza e la lucidità mentale che riesce ad avere nell’analisi del contesto storico-sociale dei lager è sorprendente: aver vissuto l’esperienza in prima persona e riuscire a scriverne in questi termini e invogliare il lettore a saperne sempre di più, per resistere, per non dimenticare...

Messcherp maar met mededogen en begrip ontleed Primo Levi het kampmodel dat zo was gemaakt "om alle weerstand te breken".

"Door de meedogenloosheid van de onderdrukker werden de onderdrukten bereid om te collaboreren." "Zij kregen niet alleen marginale taken want de beste manier om hen te binden was door hen met schuld te belasten, hen met bloed te besmeuren (...) zodat ze medeplichtig werden en niet meer terug konden."

"Dat iemand slachtoffer is, betekent niet dat hij geen schuld kan hebben, en dikwijls is die schuld objectief zwaar; maar ik ken geen menselijk gerecht dat de maat ervan zou kunnen bepalen."

"De wens om te vereenvoudigen is gerechtvaardigd, maar de vereenvoudiging zelf is dat niet altijd." Immers, hoe kan men een wereld vereenvoudigen waarin de kampbewoner al van bij de binnenkomst alle houvast verliest. "De vijand was niet alleen buiten, maar ook binnen." In hun wanhopige, onophoudelijke strijd was geen plaats voor solidariteit.

Speciale aandacht wordt besteed aan de Sonderkommando's, "de meest demonische misdaad van het nationaal-socialisme," "waarbij de slachtoffers zelfs de troost zich onschuldig te weten werd ontnomen." Primo Levi vraagt dan ook om "hun geschiedenis met piëteit en een onvertroebelde blik te overdenken, maar het oordeel over hen op te schorten."

Verder geeft Primo Levi het ook uitgebreid over het schaamtegevoel van de slachtoffers, "de schaamte die de gerechte voelt om het door een ander gedane kwaad, omdat dat nu bestaat, (...) en zijn goede wil nietig of ontoereikend is geweest en het niet heeft kunnen verhinderen." En "de schaamte om de wereld. (...) Het kon nooit meer uitgewist worden, het was daar om te bewijzen dat de mens (...), wij, het vermogen bezitten om een berg van lijden te creëren, en dat lijden de enige kracht is die men schept uit het niets, zonder kosten en zonder moeite. Niet zien, niet horen, niets doen is genoeg."

Primo Levi waarschuwt voor systemen als het nationaal-socialisme die "een griezelige zuigkracht uitoefenen." Hij waarschuwt "dat ook wij zo verblind worden door macht en aanzien dat we de broosheid van ons wezen vergeten, dat we ons, of we willen of niet, schikken naar de macht." "Van weinig landen kan men garanderen dat ze immuun zouden zijn voor een nieuwe vloedgolf van geweld (...). Daarom moeten we onze zintuigen scherpen en profeten, verleiders, al diegenen die uit de lucht gegrepen 'mooie woorden' zeggen en schrijven, wantrouwen."

En dan een laatste quote die het scherpe inzicht van Primo Levi aantoont: "Goede en kwade trouw gescheiden houden is duur: het vergt een verregaande eerlijkheid jegens zichzelf, een onophoudelijke intellectuele en morele inspanning."

Levi, who survived the horrors of Auschwitz, shares his thoughts on how we remember such atrocities and the heavy weight of guilt survivors often carry. His stories and reflections urge us to confront the painful truths of history and consider our own roles in preventing similar tragedies. Levi's words resonate in empty Auschwitz halls, because, as he states - only the ones that didn’t survive can actually bear witness to the atrocities that happened at the time.

A necessary reading. I read "If this is a Man"a very long time ago and it was a difficult reading. The same with this one, mostly because they are no words that can be added coming from somebody like me who has had an easy life in a time of peace without to have had to proof true courage, disobedience in the face of totalitarian power, dignity in times of adversity. I hope nobody will ever have to live such utter horror amidst indifference, ignorance, submission or enthusiastic adhesion to rotten ideologies.

Five deep 5 stars...
Primo Levi became a thinker and an intellectual after his experience as lager prisoner. He survived the Holocaust, but never acknowledged the reason why. He defined him self as a non believer and died the same way. Ironically, His books prove that he was wrong, because after all this time, the reason of his survival is undenieable: He lived to become a witness and give testimony to all of us, so we can learn, so we can avoid evilness and try to be tolerant, respectful and peaceful, because otherwise we could only be instrument of our own destruction...
LZM

"Nessuno può sapere quanto a lungo, ed a quali prove, la sua anima sappia resistere prima di piegarsi o di infrangersi. Ogni essere umano possiede una riserva di forza la cui misura gli è sconosciuta: può essere grande, piccola o nulla, e solo l’avversità estrema dà modo di valutarla." (p. 45)