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Un "sequel that equals" assai più trascurato del ben più noto "Niente di nuovo sul fronte occidentale", inizia direttamente dalle ultime scaramucce tra prussiani e americani per poi catapultare i protagonisti, dei sopravvissuti legati alla compagnia del primo capitolo (Tjaden è l'unico che appare come personaggio in entrambi i romanzi), nella "via del ritorno" verso una Germania umiliata, immiserita, con un'inflazione rampante e la rivoluzione spartachista in corso. Sebbene i boati e le visioni orribili delle trincee siano solo dei ricordi, ritornare alla vita borghese di tutti i giorni sembra difficile per chiunque a discapito della propria classe sociale, la quale aliena ogni senso di cameratismo formatosi attraverso le irripetibili esperienze in trincea. In un clima che inoltre non comprende il trauma dei reduci e li accusa di disfattismo, codardia o bolscevismo a seconda del caso, pur riuscire a sbarcare il lunario o trovare un affetto non sembra portare conforto e ridare un senso a queste esistenze troncate, ma che comunque lottano per rigenerarsi.