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April 17,2025
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Sylvia è una creatura demoniaca. Impari a odiarla come fosse naturale, come è facile compatire qualcuno.
Provi pietà per la voce narrante per poi iniziare a detestare anche lei: perché non lascia Sylvia?
Non puoi fare a meno di farti questa domanda mentre ti logori per lui, per quest’uomo solo al mondo. Lui cerca di convincersi di non dipendere da Sylvia.
-Non voglio amarla più. Troppo difficile. Non ce la faccio.-
Fallisce miseramente in questo intento non appena il pensiero di perderla si fa vivido nella sua mente.
Per metà del romanzo sono stata lì a chiedermi chi o cosa mi ricordasse il romanzo stesso e poi, come se Michaels volesse esaudire questo mio desiderio, nominando un regista, sbroglia nella mia mente quei fili aggrovigliati che acquisiscono un senso.
Sylvia ha infatti il sapore amaro de La notte di Antonioni; Sylvia è anche un po’ il Moravia de La provinciale; Sylvia è in Simenon, ne La finestra dei Rouet; Sylvia è contenuta in Ti ho sposato per allegria, oppure in Amore mio aiutami con Monica Vitti. Ci ho visto dentro anche l’infelicità pervicace di Revolutionary Road mista alle pellicole di Fellini e i suoi intellettuali sfiniti dalla loro esistenza vuota.
Sono borghesi annichiliti, insoddisfatti che sviluppano nevrosi vivendo nel loro reale innaturale, incarnando il decadentismo borghese del 1900.
Solo la voce narrante sembra, sporadicamente, prendere contatto con la realtà:
-Non sapevo che eravamo perduti.-
Oltre la trama logorante, quello che più ho apprezzato è il modo dell’autore di parlare dei personaggi.
Quando comincia la descrizione di Agatha (per altro personaggio minore) sentiamo il suo spirito.
-Il castigo pareva averle conferito una compostezza silenziosa, spirituale. Un vero e proprio look. Semplice e puro e santo, a anche sexy. Ma era proprio il look di Agatha non l’invenzione di un creatore di moda. Agatha al naturale, l’aspetto della sua anima, il suo essere vero e basilare. Ogni nesso con il suo vecchio se e con il mondo materiale del lusso e della depravazione era stato reciso. Sembrava in buona forma e anche una buona persona.-

Leonard Michaels è poesia, è ansia, angoscia e agonia.
April 17,2025
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Stile e tematiche alla Kerouac (l’agente del protagonista/autore è lo stesso di Jack), non mi è andato per niente a genio. Ossessivo, senza meta, confusionario, a suo modo suggestivo, ma decisamente not my cup of tea.
April 17,2025
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Sono entrata nella vita di Sylvia senza chiedere il permesso, è questa la sensazione che mi ha investito nelle prime pagine.
Non oggettivamente considerata una bellezza, Sylvia ha qualcosa di indefinibile che attrae quello che sarà poi suo marito, l'autore del romanzo. Sylvia ha affascinato subito anche me: dietro i lunghi capelli neri, il naso non proprio perfetto - secondo lei, almeno - c'è la sua anima insicura e imperfetta, come quella di ognuno di noi. La nascita di un amore e il suo sviluppo malsano, distruttivo e insaziabile. L'impotenza e l'accettazione passiva di una situazione inspiegabile. Gli anni sessanta a New York, tra jazz e cinema.
E' una storia dolorosa - mi ha subito ricordato Follia di Patrick McGrath - il cui inevitabile epilogo è percepibile già dalle prime pagine, ma non per questo non meritevole di lettura.
April 17,2025
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Almost a memoir, it's about his first wife's suicide. Micheals's prose is so clean and pure throughout this book. It avoids the woe-is-me aspect of bad relationship memoirs because of its frank honesty. There's also some fun factoid elements scattered throughout, like when Michaels gets his first literary agent and then meets Jack Kerouac. Let me give you one little sample of this book's beauty (this part is about his wife Sylvia and their friend Agatha): "They are close even in their looks--same height, same shape. I found them asleep together, on the living room couch, one black-haired girl, one blonde. The difference only showed how much they looked the same, two girls lying on the couch in late afternoon. They looked like words that rhymed."
April 17,2025
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Nadie sabe cómo llegó (el libro), y no es buen principio. Seré elevado en la reseña: el autor, que es coprotagonista, resulta despreciable en lo que revela de su biográfica relación. Luego está el prologuista (mejor no leerlo al inicio, pues tiene a bien adelantar la trama) que de puro cargante hace añorar el libro.
April 17,2025
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Quattro stelle e mezzo

Sylvia è un libro difficile, inquietante e... magnifico. Non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine, dovevo assolutamente sapere come sarebbero andate avanti le vite dei protagonisti. Volevo, e dovevo, quasi fosse un'esigenza scoprire se il loro amore sarebbe sopravvissuto e in quale forma.

Siamo negli anni Sessanta, Sylvia e leonard si innamorano come tanti ragazzi della loro età. Ma quella che sembra una storia normale, seppur passionale, si trasforma ben presto in un'ossessione.

Leonard sogna di fare lo scrittore ma di fatto non ha ancora combinato nulla nella vita, Sylvia studia all'università copione profitto ma anche con grande sforzo. Ben presto la loro vita, decidono di andare subito a convivere, prende sfumature inquietanti. Ferocia, paranoia e sofferenza sono all'ordine del giorno. Liti, sesso sfrenato che lascia insoddisfatti entrambi, e lacrime.

Rinchiusi in una minuscola stanza si comportano come due persone che si odiano ma che non possono far altro che nutrirsi a vicenda, e quindi nutrire un amore malato. Attorno a loro ruotano figure altrettanto particolari. Agatha, imprigionata in uno schema di vita che la destina alla sofferenza, e altri amici che lavorano nel campo della droga.

Passano mesi, e poi gli anni. I due decideranno di sposarsi ma la paranoia di Sylvia aumenta. Dolori psicosomatici, il sospetto di tradimento e l'insofferenza verso qualunque tipo di attività del marito, trasformeranno questa relazione in un incubo dal quale Leonard vorrà uscire
April 17,2025
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Really did not enjoy this as I was reading but now I can’t stop thinking about it..
April 17,2025
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Mi aspettavo di meglio. Sicuramente la scrittura è valida, ma l’ho trovato a tratti noioso. Non mi sono sentita immersa nella storia, mi aspettavo un alternarsi di momenti belli e momenti catastrofici per la relazione in realtà mi è sembrato di leggere quasi sempre momenti “brutti” o inutili, senza capire per quale motivo il protagonista amasse davvero Sylvia. Fin dal loro primo incontro non c’è stato nulla per cui valesse la pena volerle bene. Inoltre tanti dettagli su altra gente per me evitabilissimi.
April 17,2025
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Leonard Michaels taught my senior essay course on Flannery O'Connor at Cal. This is the second book of his that I've read in the last couple of years, and, once again, I'm astonished. I adored that class anyway, but I wish now that I'd realized at the time just how terrific a writer he was. Michaels' prose is pared down and polished, but it nevertheless richly expresses a delicate sensibility in this painful fictional (not quite sure what that means) memoir of his first marriage. I guess what I'm trying to say is that he manages to be at once terse and lyrical. The evocations of time and place, both homey (his parents' Lower East Side apartment) and glamorous (a Greenwich Village in the process of transformation from a genuine bohemia to a Disneyland for wannabes) are rich in carefully chosen sensual detail.
April 17,2025
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Non ricordo perché questo libro sia finito nella mia wishlist: ho proprio un vuoto, il nulla, un immenso spazio bianco. Eppure, per qualche motivo, mi sono decisa a prenderlo comunque in prestito, e a leggerlo. Forse perché la Sylvia del titolo, senza nessun motivo - o forse sì, dato che di affinità credo ce ne siano - mi ha fatto pensare a Sylvia Plath, o forse perché la bellissima copertina Adelphi mi ha fatto pensare al rosso cupo, quasi melodioso, profondo e venato di blu dei mattoni di St. Louis di Harold Brodkey, ma ero davvero convinta che questo piccolo libro di un autore che non avevo mai sentito nominare avrebbe potuto avere molto da dirmi.
Scopro invece che la Sylvia del titolo altri non è che Sylvia Bloch, la prima moglie di Leondard Michaels, morta suicida prima di compiere i venticinque anni. Questo libriccino - che si leggerebbe in poche ore, non fosse per l'angoscia opprimente che costringe a lunghe pause - nasce come memoir, poi rimaneggiato dall'autore per cercare di assomigliare ad un romanzo. Ed è forse proprio questo ciò che mi ha impedito di entrare davvero nelle pagine di questo libro e di lasciarmi andare del tutto alla lettura: che ogni cosa in queste pagine sia estremamente reale, è evidente fin dalle prime righe. Che il dolore, la confusione, il rimpianto e il senso di colpa di chi resta trasudino da ogni riga è lampante. Eppure, ad ogni pagina avevo l'impressione che non avrei dovuto trovarmi lì: questo libro racconta del dolore di Michaels, è il suo modo di venire ai patti con una relazione distruttiva e ossessiva e con un dolore che nessuno vorrebbe mai provare, tanto che il romanzo viene ad assumere una dimensione dualistica: c'è Leonard Michaels e ci sono le sue parole, ma non c'è posto per il lettore. In un certo senso, credo, non può esserci posto per il lettore: Michaels non cerca mai, neppure per un momento, di aprire un po' di più lo spiraglio della sua intimità e dei suoi ricordi per fare posto al lettore, ma resta ripiegato su sé stesso, chino sulle sue parole, chiuso in una spirale discendente. E va bene così, da un memoir del genere non credo si possa pretendere altro, ma allora, mi vien da chiedere, che senso ha fare quel passo in più?
Attorno a pagina sessanta, sono stata tentata di abbandonare la lettura: intendiamoci, ho apprezzato molto la scrittura di Michaels, credo sia un autore di tutto rispetto e forse, tra qualche tempo, proverò anche a leggere qualcuno dei suoi racconti, eppure la lettura di questo romanzo o memoir o qualsiasi etichetta gli si voglia dare mi ha messo talmente a disagio che, probabilmente, se solo avesse avuto qualche pagina in più non lo avrei mai terminato.
Il punto è che pur sapendo dalla quarta di copertina dove sarebbe andato a parare il racconto, non sono mai, mai riuscita ad entrare in empatia con Sylvia, perché la sfera emotiva dell'autore è sempre talmente forte da diventare un filtro capace di appiattire tutto il resto. La loro storia nasce in maniera ossessiva, da una fissazione e un pomeriggio di sesso senza parole, e prosegue in una spirale di odio, nevrosi e ossessioni a dir poco claustrofobico, e tutto quello che avrei voluto fare sarebbe stato prendere i protagonisti e i loro amici e scuoterli per le spalle, urlando loro di correre lontano da quella ferocia distruttiva, di cercare aiuto, di fare qualcosa . Qualcosa che ovviamente non può essere fatto, perché la follia di Sylvia è talmente profonda e distruttiva che fluisce come lava dal suo centro, e si insinua in ogni crepa, distruggendo e corrodendo tutto quello che le sta attorno.
Leggendo, tutto quello che avrei voluto fare era correre il più lontano possibile da questo romanzo, ma al tempo stesso, a distanza di giorni da quando l'ho terminato, la mia mente continua a tornare in quello squallido appartamento al Village, continuo a sentire le grida disperate di Sylvia e i suoi ricatti emotivi, mi rivedo davanti agli occhi il suo sguardo timido nascosto dietro la frangia troppo lunga.
Temo che il fantasma di Sylvia resterà con me ancora molto a lungo, accusandomi di essermi infilata a forza in una storia che, forse, avrebbe dovuto rimanere privata.

April 17,2025
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living for the hwapm universe (hot women and pathetic men)
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