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Non ho le basi.
Sul serio, non ho le basi per commentare questo libro. Per questo, con lo stile pacato che mi contraddistingue la butterò in caciara come al solito.
Premessa:Stephen Hawking ha pubblicato questo libro nel 1988 e, se la legge della scienza è giusta, quelle che ho letto potrebbero essere teorie superate. O quasi.
È una breve storia del tempo e di tutte le teorie ad esso collegate.
Questa cosa dello spazio-tempo che si curva e fa cose, non è proprio intuitiva ma io penso quadrimensionalmente già dal 1985 quindi, almeno per le prime 4 dimensioni, ero preparata.
Essendo un testo di divulgazione, grazie a Dio, è privo di formule ed equazioni, eccetto quella famosa di Einstein che tutti conoscono almeno di nome.
Ma è anche il suo limite perché niente può essere spiegato davvero.
Il problema della fisica teorica, pare, sia questo: Einstein (e tutte le leggi che regolano le cose enormi che girano per l' universo) nn va d'accordo con la fisica quantistica (e tutte le cose molto piccole che girano per l'universo), quindi l'ideale sarebbe trovare una teoria unificata che risolva il tutto. Per ora, dice Stephen, si razzola nel buio e si creano soluzioni con incomprensibili(per me) virtuosismi matematici che mi ricordano tanto quando in un compito in classe facevo operazioni a caso e senza apparente giustificazione logica a parte far venire fuori il risultato che volevo.
Un 4+ assicurato con menzione d'onore per "la scaltrezza e l' inventiva dimostrata nel raggiungimento dell'obiettivo". Ora finalmente capisco il senso di quella nota. Un 2 sarebbe stato scientificamente irrispettoso, grazie prof!
Una parte che ho adorato è quella sui buchi neri, luoghi spaventosi e affascinanti. Sublime è il momento in cui SH fa body shaming alle stelle che diventano buchi neri perché troppo grasse. Lo dice davvero(più o meno) e per questo l'ho amato.
Ora.
La prima regola dei buchi neri è che chi cade in un un buco nero, rimane nel buco nero. E nel mentre muore male.
Sembra però che alcuni emettano delle radiazioni che noi per comodità chiameremo "rutti di apprezzamento digestivo" . Ma ciò non è possibile perché infrangerebbe la prima regola di cui sopra.
Ma non è il buco nero a ruttare, dice, ma sono solo alcune particelle che si trovano proprio lì vicino al punto di nn ritorno e riescono a sfuggirgli.
E poi si lancia in questa entusiasmante spiegazione che io riassumeró così :
Una particella è come un cavaliere dello Zodiaco. Per ogni Pegasus Bianco esiste un AntiPegasus Nero che girano per le galassie uniti come gemelli siamesi.
Pegasus nero è quello sfigato destinato a morire ma chi lo sa, magari no.
Cmq quando la particella siamese Pegagus si avvicina con arroganza a un buco nero, può succedere che Pegasus Bianco ci cada dentro MA se Pegasus Nero è più furbo e più forte può riuscire a separarsi e scappare. E quella è la radiazione che noi scambiamo per rutto.
E poi ho crashato.
Connessioni neurali in down per sollecitazione eccessiva.
Parlando seriamente, si vede lo sforzo di spiegare cose complicatissime, lo apprezzo, può essere un inizio e poi appassionarsi e approfondire. Non per me, ci vorrebbero almeno 20 anni di lacune da colmare.
Di sicuro quello che ho apprezzato è l'umorismo. Davvero. Era un simpaticone e avrei tanto voluto una sua biografia su Newton, dipinto alla fine del libro come una persona davvero a modino.
La cosa bella che mi ha consolato è stata la parte in cui dice che sì, è roba complicata, ci vuole tempo e dedizione per capire queste teorie e gli stessi scienziati che se ne occupano per ora non riescono a comprenderne che una minima parte dopo anni di studio.
La scienza è un processo in in divenire, va sempre avanti anche se ogni tanto imbocca la strada sbagliata. Fa parte del gioco.
Per questo mi aspetto che un giorno un tizio se ne uscirà con "erano tutte csxxate, i conti erano sbagliati!" E cambierà di nuovo tutto. Che poi è quello che ha fatto Galilei, che poi ha fatto Newton che poi ha fatto Einstein...perché oggi dovrebbe essere diverso?
Sul serio, non ho le basi per commentare questo libro. Per questo, con lo stile pacato che mi contraddistingue la butterò in caciara come al solito.
Premessa:Stephen Hawking ha pubblicato questo libro nel 1988 e, se la legge della scienza è giusta, quelle che ho letto potrebbero essere teorie superate. O quasi.
È una breve storia del tempo e di tutte le teorie ad esso collegate.
Questa cosa dello spazio-tempo che si curva e fa cose, non è proprio intuitiva ma io penso quadrimensionalmente già dal 1985 quindi, almeno per le prime 4 dimensioni, ero preparata.
Essendo un testo di divulgazione, grazie a Dio, è privo di formule ed equazioni, eccetto quella famosa di Einstein che tutti conoscono almeno di nome.
Ma è anche il suo limite perché niente può essere spiegato davvero.
Il problema della fisica teorica, pare, sia questo: Einstein (e tutte le leggi che regolano le cose enormi che girano per l' universo) nn va d'accordo con la fisica quantistica (e tutte le cose molto piccole che girano per l'universo), quindi l'ideale sarebbe trovare una teoria unificata che risolva il tutto. Per ora, dice Stephen, si razzola nel buio e si creano soluzioni con incomprensibili(per me) virtuosismi matematici che mi ricordano tanto quando in un compito in classe facevo operazioni a caso e senza apparente giustificazione logica a parte far venire fuori il risultato che volevo.
Un 4+ assicurato con menzione d'onore per "la scaltrezza e l' inventiva dimostrata nel raggiungimento dell'obiettivo". Ora finalmente capisco il senso di quella nota. Un 2 sarebbe stato scientificamente irrispettoso, grazie prof!
Una parte che ho adorato è quella sui buchi neri, luoghi spaventosi e affascinanti. Sublime è il momento in cui SH fa body shaming alle stelle che diventano buchi neri perché troppo grasse. Lo dice davvero(più o meno) e per questo l'ho amato.
Ora.
La prima regola dei buchi neri è che chi cade in un un buco nero, rimane nel buco nero. E nel mentre muore male.
Sembra però che alcuni emettano delle radiazioni che noi per comodità chiameremo "rutti di apprezzamento digestivo" . Ma ciò non è possibile perché infrangerebbe la prima regola di cui sopra.
Ma non è il buco nero a ruttare, dice, ma sono solo alcune particelle che si trovano proprio lì vicino al punto di nn ritorno e riescono a sfuggirgli.
E poi si lancia in questa entusiasmante spiegazione che io riassumeró così :
Una particella è come un cavaliere dello Zodiaco. Per ogni Pegasus Bianco esiste un AntiPegasus Nero che girano per le galassie uniti come gemelli siamesi.
Pegasus nero è quello sfigato destinato a morire ma chi lo sa, magari no.
Cmq quando la particella siamese Pegagus si avvicina con arroganza a un buco nero, può succedere che Pegasus Bianco ci cada dentro MA se Pegasus Nero è più furbo e più forte può riuscire a separarsi e scappare. E quella è la radiazione che noi scambiamo per rutto.
E poi ho crashato.
Connessioni neurali in down per sollecitazione eccessiva.
Parlando seriamente, si vede lo sforzo di spiegare cose complicatissime, lo apprezzo, può essere un inizio e poi appassionarsi e approfondire. Non per me, ci vorrebbero almeno 20 anni di lacune da colmare.
Di sicuro quello che ho apprezzato è l'umorismo. Davvero. Era un simpaticone e avrei tanto voluto una sua biografia su Newton, dipinto alla fine del libro come una persona davvero a modino.
La cosa bella che mi ha consolato è stata la parte in cui dice che sì, è roba complicata, ci vuole tempo e dedizione per capire queste teorie e gli stessi scienziati che se ne occupano per ora non riescono a comprenderne che una minima parte dopo anni di studio.
La scienza è un processo in in divenire, va sempre avanti anche se ogni tanto imbocca la strada sbagliata. Fa parte del gioco.
Per questo mi aspetto che un giorno un tizio se ne uscirà con "erano tutte csxxate, i conti erano sbagliati!" E cambierà di nuovo tutto. Che poi è quello che ha fatto Galilei, che poi ha fatto Newton che poi ha fatto Einstein...perché oggi dovrebbe essere diverso?