Tornando dalla Croazia, ho trascorso un giorno a Jesolo, da amici veneti. E non so come si è cominciato a parlare di libri. Ovviamente, su sei adulti e vaccinati, nessuno era lettore. Mi sentivo come un pigmeo tra Titani o, secondo i punti di vista, un Titano tra pigmei. Ma ad un certo punto, proprio uno fra i sei non-lettori-soddisfatti-e-felici-della-propria-esistenza-avulsa-da-cartacei/digitali mi giunge un suggerimento prezioso: “Se ti piace la lettura allora devi assolutamente leggere Hemingway perché qui a Caorle (che è quasi limitrofa a Jesolo) Hemingway ha vissuto, ha combattuto, ha cacciato e ci ha lasciato il cuore”. “Be grazie molte del suggerimento, non mancherò”.
E’ proprio vero: a volte e inaspettatamente i consigli migliori vengono da dove meno ci si aspetterebbe. Di là dal fiume e tra gli alberi è un racconto quasi totalmente autobiografico. Hemingway parla di sé, della sua esperienza come corrispondente di guerra, dando voce a un colonnello americano in pensione, malato di cuore e pieno di ferite di battaglia, che torna nei luoghi dove da giovane ha combattuto. Il colonnello soggiorna all’hotel Gritti di Venezia e ama Renata, una giovane aristocratica veneziana in un rapporto quasi figliale.
Renata è avida di assorbire il passato del suo compagno per recuperare quella distanza temporale che la fa sentire lontana da lui. Abbracciati, percorrono il reticolo di stradine di Venezia, fredda e spazzata dal vento. Il colonnello conosce meglio quelle calli di uno stesso veneziano e, sul filo del ricordo, come in un viaggio della nostalgia, fa rivivere per lei e nel suo ricordo quei luoghi, quella gente, la caccia alle anatre nella laguna ghiacciata e brumosa prima dell’alba. Tuttavia, lo stile è il suo, tipicamente hemingwayano: dialoghi brevi asciutti, essenziali privi di orpelli, senza concedere una parola in più anche a rischio di non farsi capire, paesaggi descritti con pochi tratti ma con grande verità di resa.
Devo dire però che nonostante Hemingway è una lettura che non mi ha convinto pienamente, come avrei preteso e desiderato. Tre stelle un po’ scarse ma è un autore a cui devo moltissimo in termini di educazione alla lettura e non riesco, né voglio, essere obiettiva, verso Hemingway sarò sempre e totalmente piena di pregiudizi, quelli positivi.