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Si può definire “romanzo di formazione” una graphic novel a carattere storico ed autobiografico?
Direi di sì, perché per quanto coadiuvata dalle immagini, la storia che qui si racconta è proprio quella di una crescita, un’evoluzione che dall’infanzia all’età adulta porta l’autrice Marjane Satrapi a definire la propria personalità.
Un traguardo non facile da raggiungere e costellato da molteplici ostacoli.
A 23 anni dalla prima pubblicazione, “Persepolis” assolve, essenzialmente, un doppio compito: quello di far luce sulla storia iraniana e quello di enfatizzare la questione femminile in un contesto di regime islamico.
Non a caso, il titolo in originale è proprio: “Persepolis. Histoire d'une femme insoumise”, ossia « Persepolis. Storia di una donna ribelle ».
Trentanove capitoli tematici suddivisi in quattro parti, questa la versione integrale dell’opera.
Le prime due parti raccontano di una bambina che assiste ai cambiamenti epocali della sua terra. La rivoluzione che si credeva liberale e caccia l’ultimo scià si trasforma ben presto in quel regime islamico che ancora oggi è sedimentato in terra iraniana.
Marjane cresce in una famiglia progressista e conosce ben presto la sorte dei detenuti politici come suo zio materno o lo stesso nonno. Il suo senso critico è stimolato dai genitori e questo spesso la metterà nei guai.
Si parte da un foulard che all’improvviso deve coprire e nascondere.
E’ il 1980, lei ha dieci anni e a scuola il foulard è d’obbligo. Fino all’anno prima frequenta una scuola francese e laica che il nuovo regime chiude.
All’improvviso si ritrova velata e separata dai compagni maschi. Mentre sua madre scende in piazza a protestare, Marjane assiste confusa alla graduale ma imperterrita radicalizzazione islamica.
Nella terza parte vediamo Marjane che, a soli 14 anni, si troverà da sola a Vienna.
Una decisione non facile da parte dei genitori che vogliono per lei un’istruzione adeguata che in Iran non è più possibile. Ma cosa significa integrarsi soprattutto per una rgazzina ancora in cerca di una propria definizione?
La quarta parte è, invece quella del ritorno dove descrive benissimo il forte impatto psicologico dopo quattro anni di assenza..
Un’opera meravigliosa che la Satrapi ha elaborato con disegni in sé molto semplici e la scelta di un bianco e nero che non permette distrazioni dal testo.
Questa è una storia di identità e corpi che vengono repressi e manipolati.
E’ la storia di una donna che ha toccato il fondo ma con forza e coraggio ha saputo riemergere.
Direi di sì, perché per quanto coadiuvata dalle immagini, la storia che qui si racconta è proprio quella di una crescita, un’evoluzione che dall’infanzia all’età adulta porta l’autrice Marjane Satrapi a definire la propria personalità.
Un traguardo non facile da raggiungere e costellato da molteplici ostacoli.
A 23 anni dalla prima pubblicazione, “Persepolis” assolve, essenzialmente, un doppio compito: quello di far luce sulla storia iraniana e quello di enfatizzare la questione femminile in un contesto di regime islamico.
Non a caso, il titolo in originale è proprio: “Persepolis. Histoire d'une femme insoumise”, ossia « Persepolis. Storia di una donna ribelle ».
Trentanove capitoli tematici suddivisi in quattro parti, questa la versione integrale dell’opera.
Le prime due parti raccontano di una bambina che assiste ai cambiamenti epocali della sua terra. La rivoluzione che si credeva liberale e caccia l’ultimo scià si trasforma ben presto in quel regime islamico che ancora oggi è sedimentato in terra iraniana.
Marjane cresce in una famiglia progressista e conosce ben presto la sorte dei detenuti politici come suo zio materno o lo stesso nonno. Il suo senso critico è stimolato dai genitori e questo spesso la metterà nei guai.
Si parte da un foulard che all’improvviso deve coprire e nascondere.
E’ il 1980, lei ha dieci anni e a scuola il foulard è d’obbligo. Fino all’anno prima frequenta una scuola francese e laica che il nuovo regime chiude.
All’improvviso si ritrova velata e separata dai compagni maschi. Mentre sua madre scende in piazza a protestare, Marjane assiste confusa alla graduale ma imperterrita radicalizzazione islamica.
Nella terza parte vediamo Marjane che, a soli 14 anni, si troverà da sola a Vienna.
Una decisione non facile da parte dei genitori che vogliono per lei un’istruzione adeguata che in Iran non è più possibile. Ma cosa significa integrarsi soprattutto per una rgazzina ancora in cerca di una propria definizione?
La quarta parte è, invece quella del ritorno dove descrive benissimo il forte impatto psicologico dopo quattro anni di assenza..
Un’opera meravigliosa che la Satrapi ha elaborato con disegni in sé molto semplici e la scelta di un bianco e nero che non permette distrazioni dal testo.
Questa è una storia di identità e corpi che vengono repressi e manipolati.
E’ la storia di una donna che ha toccato il fondo ma con forza e coraggio ha saputo riemergere.