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March 26,2025
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Roth is a masterful writer. I was immediately drawn into this alternative history. Written as a memoir recalling his childhood in a Jewish neighborhood in Newark, Roth creates an America where anti-Semitism is unleashed by the rhetoric of President Lindbergh who has aligned the U.S. with Hitler. If I wanted a scary October read, this book was it. Could America ever be seduced by a charismatic arrogant celebrity spouting hate-filled language? Would Americans ever elect an inexperienced anti-establishment figure, with leanings toward a foreign dictator as our president? And, if we did, what violence and hatred are we capable of unleashing? My only disappointment with this novel was its abrupt and inconclusive ending.
March 26,2025
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Cosa sarebbe successo se, nel 1940, Roosevelt avesse perso le elezioni contro un candidato repubblicano filonazista?
E’ questa la domanda che si pone Roth in questa ucronia, ambientata negli Stati Uniti tra il 1940 e il 1942.
 
Protagonista del romanzo è una famiglia ebrea di Newark, la famiglia Roth. Nel 1940, le elezioni presidenziali vengono vinte dal repubblicano Lindbergh, il famoso aviatore, diventato, negli anni, filonazista. La vittoria di Lindbergh causa una progressiva frattura nella famiglia Roth: alcuni si schierano contro il presidente, altri, più opportunisti, lo appoggiano, altri ancora sono indifferenti alle vicende politiche e altri confusi e spaventati. Il tutto è narrato dal punto di vista di Philip, un bambino di nove anni che ammira tutti i membri della sua famiglia e che, vedendoli litigare e separarsi, si sente sempre più perso.
 
Il romanzo ha, come tema centrale, le conseguenze che un regime sempre più totalitario ha sulle famiglie. Tutte le famiglie ebree, anche quelle più integrate, sono colpite dall’amministrazione Lindbergh e finiscono, pian piano per disgregarsi. Inoltre, quando manca la democrazia, tutti, bambini inclusi, sono costretti a compiere delle scelte - scelte che, anche se giuste, comportano sempre qualcosa di sbagliato. Per Roth, infatti, vivere significa commettere errori e provare sensi di colpa.
 
“Il complotto contro l’America” ha tanti aspetti positivi: una voce narrante originale - che trasmette tutta la confusione e la paura per il periodo storico -, dei personaggi molto ben caratterizzati - alcuni dei quali, come il padre e la madre di Philip, molto forti e di esempio per i figli - e delle descrizioni dettagliate e autentiche della vita degli anni ’40.
Ha, però, anche degli aspetti che non mi hanno convinta: delle pagine di storia (finta e non) eccessivamente nozionistiche, un finale molto affrettato e, soprattutto, uno stile pacato, molto distante da quello pungente e a volte dissacrante di Roth.
Ho preferito di gran lunga altri romanzi dell’autore come “La macchia umana” o “Lamento di Portnoy”.
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