Susan Jeffers has a lot of sound, practical advice for taking the step to overcome the nagging fears that are standing in the way of getting to the places you want to be in your life and career.

The first year I was teaching at a university I was really nervous and anxious whenever I stepped into the classroom. I loved what I was doing, but hated not being an expert with years of experience yet. What if a student asked me a question I didn't know the answer to?


I used to read a little bit of this book every morning in the car before going in to class to psych me up. It was good to have a reminder that I could handle whatever situation I was placed in, even if it was new and unfamiliar.

There is some good things in here, but the problem is that there have been many self help books published that have covered the same issues. I didn't learn anything new or really enjoy her style: it felt more like a preachy lecture in places than a book.

The premise summed up in the title of this book is the only useful thing in it. ‘Things will be scary, that’s okay, take action regardless’ is sensible and actionable advice.

Beyond that, the author says lots of things which are categorically untrue, lots of things which rely on the reader being in some sense a person of faith and a LOT of things which amount to victim blaming. The most notable and offensive elements of this include insinuating that a person trapped in an abusive relationship is responsible for their abuse, that a cancer patient is responsible for their cancer, and that both of these people are wrong for failing to treat these traumatic experiences as tools for positive development.

I understand the value in taking responsibility and control of things in life, but this book is both ridiculous and offensive, and it saddens me greatly to realise that my mother was reading it while herself dying of cancer, and trying to engage with its judgemental bile which accused her of being responsible for it, which she was not.

Questo libro ha aspettato due anni nella mia libreria prima che io mi decidessi a prenderlo in mano. E ora che sono arrivata alla fine di questo libro, mi viene persino difficile esprimerne un parere. Credo di avere una sorta di resistenza verso questo tipo di opere, che mi spinge a credere poco a quello che trovo scritto. In alcuni punti mi è sembrato che l'autrice la facesse troppo facile e mettesse in mostra i suoi successi dovuti anche alla fortuna, e questo un po' mi ha fatto storcere il naso, ma ho trovato anche spunti di riflessione davvero interessanti, che meritano una rilettura e un tempo di approfondimento. Credo possa essere anche un percorso efficace, quello proposto da Susan Jeffers, un cammino per ritrovare il pieno controllo della propria vita e superare le paure, imparando a conoscerle e ad accettarle. Per poterlo però affermare con certezza, dovrei sperimentarlo. E in questo trovo che nel libro manchi una sorta di indicazione progettuale,
per quanto, l'ultimo capitolo, sia centrato sull'aver a disposizione tutto il tempo necessario. Credo sarebbe stato utile avere questa riflessione all'inizio, come una sorta di guida temporale, un invito, insomma, ad affrontare la lettura per gradi, in modo da creare veramente questo cammino. Per quanto mi sia piaciuto negli spunti che mi ha dato, alla fine mi sono ritrovata con la sensazione di aver ricevuto un sacco di informazioni che però non mi erano rimaste pienamente dentro, perché mi era mancata la guida, che ho trovato poi appena accennata nelle ultime pagine.
Motivo per cui questa recensione la considero un po' parziale, mancando l'applicazione pratica a tutti gli effetti, che ho deciso di provare, passo passo, senza fretta, nei prossimi mesi, seguendo gli appunti e le note che ho fatto durante la lettura.

Non possiamo sfuggire alla paura. Possiamo solo trasformarla in una compagnia delle nostre più eccitanti avventure.