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Non è uno di quei libri che si possono definire "belli" o "brutti" perchè non sono fiction.
Questa è la storia vera di Primo Levi, raccontata in maniera puntuale e precisa, quasi distaccata, dal momento in cui entra a Monowitz, campo satellite di Aushwitz, fino alla liberazione del campo.
È un libro duro, che fa venire i brividi e le lacrime agli occhi. Non è per nulla pesante, è una descrizione senza fronzoli, diretta e non edulcorata.
Ed è un libro necessario per capire.
Perchè è stato necessario per Levi "tornare mangiare e raccontare" e per noi è necessario mantenere la memoria di quegli orrori per non ripeterli più.
Questa è la storia vera di Primo Levi, raccontata in maniera puntuale e precisa, quasi distaccata, dal momento in cui entra a Monowitz, campo satellite di Aushwitz, fino alla liberazione del campo.
È un libro duro, che fa venire i brividi e le lacrime agli occhi. Non è per nulla pesante, è una descrizione senza fronzoli, diretta e non edulcorata.
Ed è un libro necessario per capire.
Perchè è stato necessario per Levi "tornare mangiare e raccontare" e per noi è necessario mantenere la memoria di quegli orrori per non ripeterli più.