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4,5
In Shalimar il clown ho ritrovato il Rushdie di I figli della mezzanotte. Amo i suoi giochi di parole, la sua ironia, la sua impertinenza, i suoi personaggi. Abbiamo sì una storia di amore, gelosia, tradimento e vendetta, ma il fulcro è la situazione storica del Kashmir (che se la passa molto male ancora oggi). Di solito nei romanzi si parla di background storico, ma con Rushdie la storia viene portata in primo piano grazie ai personaggi che in qualche modo incarnano e rappresentano i vari paesi coinvolti. La storia la fa da protagonista e impariamo della nascita dei conflitti nel Kashmir, del terrorismo jihadista (dall'Afghanistan alle Filippine), ma anche dell'occupazione nazista in Francia durante la seconda guerra mondiale. Rushdie analizza le debolezze umane (soprattutto l'avidità), che alla fine sono quelle che portano a perpetrare il male e ai conflitti. Ci sono anche descrizioni dell'arte, la cultura, le usanze e i paesaggi kashmiri.
Solo cinque capitoli, ognuno dedicato a un personaggio, in cui impariamo a conoscere i personaggi principali e la loro storia partendo dall'infanzia. Il primo capitolo è stato il più lento e mi ci è voluto un po' per ingranare, ma poi il romanzo diventa scorrevole e coinvolge interamente.
In Shalimar il clown ho ritrovato il Rushdie di I figli della mezzanotte. Amo i suoi giochi di parole, la sua ironia, la sua impertinenza, i suoi personaggi. Abbiamo sì una storia di amore, gelosia, tradimento e vendetta, ma il fulcro è la situazione storica del Kashmir (che se la passa molto male ancora oggi). Di solito nei romanzi si parla di background storico, ma con Rushdie la storia viene portata in primo piano grazie ai personaggi che in qualche modo incarnano e rappresentano i vari paesi coinvolti. La storia la fa da protagonista e impariamo della nascita dei conflitti nel Kashmir, del terrorismo jihadista (dall'Afghanistan alle Filippine), ma anche dell'occupazione nazista in Francia durante la seconda guerra mondiale. Rushdie analizza le debolezze umane (soprattutto l'avidità), che alla fine sono quelle che portano a perpetrare il male e ai conflitti. Ci sono anche descrizioni dell'arte, la cultura, le usanze e i paesaggi kashmiri.
Solo cinque capitoli, ognuno dedicato a un personaggio, in cui impariamo a conoscere i personaggi principali e la loro storia partendo dall'infanzia. Il primo capitolo è stato il più lento e mi ci è voluto un po' per ingranare, ma poi il romanzo diventa scorrevole e coinvolge interamente.