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I quattro libri delle Piccole Donne
Quattro libri in un'unica raccolta, molto diversi tra loro.
Il primo, il più famoso (Piccole Donne), mi ha tanto ricordato la mia infanzia quando l'ho letto per la prima volta. Come allora mi è molto piaciuto: scorrevole ed accattivante.
Ma devo ammettere che sono gli altri ad avermi colpito di più.
Il secondo (Piccole Donne crescono), con i viaggi di Amy e le disavventure di Laurie è volato via in modo molto scorrevole e veloce, mi ha intrigato ed interessato.
Peccato solo per il "frettoloso" matrimonio di Jo con il professore tedesco. Non so dire, ma mi è sembrato un po' forzato perchè, mentre gli altri personaggi (fatta eccezione forse per il padre stesso delle 4 sorelle) sono molto ben tratteggiati e caratterizzati, lui resta sempre vagamente in ombra, con un fare un po' da "tonto", nonostante tutti si affannino tanto a ribadire quanto lui sia intelligente. L'uso sgrammaticato della lingua che gli attribuiscono (ma qui forse c'entra anche la traduzione!) è di sicuro di parte del problema!
In Piccoli Uomini il professore si riscatta sia dal punto di vista lessicale (finalmente parla in modo corretto), che caratteriale, o meglio, il romanzo si incentra sui ragazzi, sono loro i veri protagonisti con le loro storie, le difficoltà di adattamento e le complicazioni tipiche dell'adolescenza (e pre-adolescenza) e quindi è più corretto che gli adulti vengano lasciati un po' in secondo piano.
L'ultimo racconto (I ragazzi di Jo) scade leggermente, come se fosse stato scritto più per "dovere" che per reale ispirazione.
Si ripercorrono le fila di tutti i vari ragazzi di Jo e si chiude un ciclo iniziato con lei che giovane e ribelle sfuggiva dal matrimonio, salvo poi finire malinconicamente tra le braccia del professore e conclusosi con la caparbia Nan che prima di tutto insegue il suo sogno, le sue aspirazioni, ed mette il matrimonio in secondo piano, perchè per lei la realizzazione personale come medico e come donna è la cosa più importante! ;-)
Un piccolo appunto vorrei farlo riguardo pesantezza a volte delle parti "moralistiche", ma è abbastanza tipico dei romanzi dell'epoca quindi basta farle filare via veloci e concentrarsi sulla storia in sè! ;-)
Quattro libri in un'unica raccolta, molto diversi tra loro.
Il primo, il più famoso (Piccole Donne), mi ha tanto ricordato la mia infanzia quando l'ho letto per la prima volta. Come allora mi è molto piaciuto: scorrevole ed accattivante.
Ma devo ammettere che sono gli altri ad avermi colpito di più.
Il secondo (Piccole Donne crescono), con i viaggi di Amy e le disavventure di Laurie è volato via in modo molto scorrevole e veloce, mi ha intrigato ed interessato.
Peccato solo per il "frettoloso" matrimonio di Jo con il professore tedesco. Non so dire, ma mi è sembrato un po' forzato perchè, mentre gli altri personaggi (fatta eccezione forse per il padre stesso delle 4 sorelle) sono molto ben tratteggiati e caratterizzati, lui resta sempre vagamente in ombra, con un fare un po' da "tonto", nonostante tutti si affannino tanto a ribadire quanto lui sia intelligente. L'uso sgrammaticato della lingua che gli attribuiscono (ma qui forse c'entra anche la traduzione!) è di sicuro di parte del problema!
In Piccoli Uomini il professore si riscatta sia dal punto di vista lessicale (finalmente parla in modo corretto), che caratteriale, o meglio, il romanzo si incentra sui ragazzi, sono loro i veri protagonisti con le loro storie, le difficoltà di adattamento e le complicazioni tipiche dell'adolescenza (e pre-adolescenza) e quindi è più corretto che gli adulti vengano lasciati un po' in secondo piano.
L'ultimo racconto (I ragazzi di Jo) scade leggermente, come se fosse stato scritto più per "dovere" che per reale ispirazione.
Si ripercorrono le fila di tutti i vari ragazzi di Jo e si chiude un ciclo iniziato con lei che giovane e ribelle sfuggiva dal matrimonio, salvo poi finire malinconicamente tra le braccia del professore e conclusosi con la caparbia Nan che prima di tutto insegue il suo sogno, le sue aspirazioni, ed mette il matrimonio in secondo piano, perchè per lei la realizzazione personale come medico e come donna è la cosa più importante! ;-)
Un piccolo appunto vorrei farlo riguardo pesantezza a volte delle parti "moralistiche", ma è abbastanza tipico dei romanzi dell'epoca quindi basta farle filare via veloci e concentrarsi sulla storia in sè! ;-)