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La valutazione su questo libro è funzione del modo in cui lo si vuole guardare.
Se lo si guarda come un' opera di narrativa, non credo sia un capolavoro. Non ho trovato che la trama fosse una di quelle per cui non puoi posare il libro. Non ho trovato che l'autore sia riuscito a creare dei personaggi verso cui il lettore possa provare empatia. Il ritmo non accelera mai. Mi è dispiaciuto dato che considero tuttora “Le porte di fuoco” dello stesso autore, il più bel romanzo storico che abbia mai letto. Tuttavia qui non ho trovato altrettanto pathos, eventi epici, cambiamenti di ritmo. Qualuno ha detto che non ci sia da stupirsi se a un veterano della guerra del Vietnam come Pressfield possa venire bene intutivamente un libro come “Le Porte di Fuoco” incentrato sugli spartani e possa fallirne un altro come “I venti dell’Egeo” basato sulla democrazia ateniese. In “Le porte di fuoco”, vi era un gran finale verso cui tutti gli eventi erano risucchiati, qui invece il ritmo resta costante nella narrazione di una guerra che si trascina per l’intera vita dei protagonisti.
Se però si guarda a “I venti dell’Egeo” come un saggio sul mondo greco, ove le vicende dei protagonisti sono solo degli intervalli tra un argomento e l'altro, allora il libro può essere molto piacevole. Pressfield tratta alcuni argomenti molto interessanti come la peste, la vita dei mercenari, la politica, la giurisprudenza greca, la filosofia e lo fa con cognizione di causa.
Se lo si guarda come un' opera di narrativa, non credo sia un capolavoro. Non ho trovato che la trama fosse una di quelle per cui non puoi posare il libro. Non ho trovato che l'autore sia riuscito a creare dei personaggi verso cui il lettore possa provare empatia. Il ritmo non accelera mai. Mi è dispiaciuto dato che considero tuttora “Le porte di fuoco” dello stesso autore, il più bel romanzo storico che abbia mai letto. Tuttavia qui non ho trovato altrettanto pathos, eventi epici, cambiamenti di ritmo. Qualuno ha detto che non ci sia da stupirsi se a un veterano della guerra del Vietnam come Pressfield possa venire bene intutivamente un libro come “Le Porte di Fuoco” incentrato sugli spartani e possa fallirne un altro come “I venti dell’Egeo” basato sulla democrazia ateniese. In “Le porte di fuoco”, vi era un gran finale verso cui tutti gli eventi erano risucchiati, qui invece il ritmo resta costante nella narrazione di una guerra che si trascina per l’intera vita dei protagonisti.
Se però si guarda a “I venti dell’Egeo” come un saggio sul mondo greco, ove le vicende dei protagonisti sono solo degli intervalli tra un argomento e l'altro, allora il libro può essere molto piacevole. Pressfield tratta alcuni argomenti molto interessanti come la peste, la vita dei mercenari, la politica, la giurisprudenza greca, la filosofia e lo fa con cognizione di causa.