Una raccolta di tre articoli scritti da Joan Didion nel 2003, tradotti e pubblicati in Italia nel 2021 in occasione dei 20 anni dalla tragedia dell’11 settembre. Articoli che sottolineano con forza che quell’attacco non fu un caso. Fu la conseguenza di errori politici internazionali portati avanti per anni. Ma è difficile farlo comprendere, soprattutto a chi ha in testa idee fisse, radicate con forza, impossibili da estirpare. Idee fisse che negano pensieri, ragionamenti e riflessioni che provano a scalfirle.
C’è chi dice che questa traduzione è solo un’opera di marketing della casa editrice. C’è chi pensa che non fosse necessario raccogliere questi articoli in un libro. Resta il fatto che i ragionamenti che Joan Didion fa in queste poche pagine dovrebbero essere letti da chiunque, perché sono applicabili alla maggior parte dei conflitti in atto tuttora.
In dieser Sammlung von Reportagen gibt Joan Didion einen tiefen Einblick in die amerikanische Gesellschaft und ihre politischen Entwicklungen zwischen 1988 und 2000. Die Texte sind von Didions scharfem Blick und ihrer präzisen Sprache geprägt, die es ihr ermöglicht, die komplexen Verstrickungen von Politik, Religion und Macht in den USA offenzulegen. Besonders spannend fand ich das Vorwort von Antje Rávik Strubel, das eine hilfreiche Einführung für Leser*innen bietet, die vielleicht noch nicht mit Didions Werk vertraut sind. Es machte mir Lust, tiefer in Didions Analysen einzutauchen.
Allerdings empfand ich die Zusammenstellung der Texte als etwas unstrukturiert und wenig aktuell im Hinblick auf die bevorstehende US-Wahl 2024 (konträr zur Beschreibung im Klappentext) . Die Themen reichen von den Anschlägen am 11. September über die Affäre von Bill Clinton mit Monica Lewinsky bis hin zu Nancy Reagans Beziehung zu Raissa Gorbatschow, was manchmal den Eindruck erweckte, als seien die Reportagen willkürlich angeordnet. Auch wenn die Texte stilistisch brillant und inhaltlich tiefgründig sind, fehlte mir an manchen Stellen ein klarer roter Faden, der die Texte in einen Zusammenhang mit der heutigen politischen Landschaft setzt.
Für deutsche Leser*innen könnten die Reportagen teilweise schwer zugänglich sein, da sie stark auf den amerikanischen Kontext und spezifische historische Ereignisse und Persönlichkeiten eingehen. Hier hätte ich mir Fußnoten oder zusätzliche Erklärungen gewünscht, um den historischen und kulturellen Hintergrund besser verstehen zu können. Trotz dieser kleinen Hürden sind Didions Beobachtungen messerscharf und ihre Texte so geschrieben, dass man schnell durch die Seiten fliegt. Wer sich für die Entwicklung der US-amerikanischen Demokratie interessiert und bereit ist, sich auf die Feinheiten der amerikanischen Gesellschaft einzulassen, wird hier sicherlich einiges mitnehmen können.
Didion introduce la sua riflessione sugli Stati Uniti post 11 settembre dalla propria esperienza personale. Ricorda come lei abbia vissuto i giorni dell’attentato, per poi ampliare lo sguardo verso la popolazione americana.
L’autrice nota una generale rielaborazione dell’evento, spesso distorto e semplificato, reso più “gestibile”. La celebrazione livellante delle vittime, l’aggressiva idealizzazione dell'ignoranza storica, la manicheizzazione degli schieramenti (il nemico è cattivo, l’America detiene un potere benigno) impediscono di esaminare in maniera approfondita ciò che è accaduto.
Il libro è ricchissimo di informazioni, nomi, eventi, con una precisione e un’accuratezza storica notevoli. La critica al governo è chiara: ha diffuso pubblicamente una narrazione distorta, mentre in segreto prendeva accordi pericolosi e contraddittori.
Ma, per fortuna, molte delle “idee fisse” prima così popolari oggi non convincono più. Forse anche grazie a figure di spicco come Didion, che hanno cercato, attraverso riflessioni approfondite, di diffondere maggiore consapevolezza.
It was refreshing to read this essay with words of four syllables and more. No tweets here. It was also good to be reminded that Bush and company were already bent on “regime change” and the natural crowning of America as liberator of the Iraqis, even before the tragedy of 9/11 came along as an excuse. Of course, Dideon couldn’t know of the subsequent tragedies: the deaths of hundreds of thousands of people, the displacement of millions of refugees, and the rise of ISIS that resulted from Bush’s war.
This was an essay written by Joan Didion as published by the New York Review of Books on January 16, 2003, several weeks before the U.S. invasion of Iraq. Fixed Ideas: America Since 9.11 sees America's response to the events of 9/11/2001 as a blindered perpetuation of old ideas indicating that the U.S. government and media's response to the terrorism was divorced from (a) reality and (b) the views of most Americans outside Washington and New York.