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La Pietra di Luna si presenta già dal titolo come una storia intrigante.
Cos'è e che poteri ha questa pietra? Effettivamente nelle prime pagine è lei ad essere la protagonista. Il narratore torna indietro di qualche decade raccontando un episodio apparentemente disconnesso dalla storia centrale ma in realtà decisamente rilevante per comprenderne alcuni aspetti.
Da qui parte la narrazione.
Così come in La Donna in Bianco, ancora una volta Collins si dimostra un gran maestro nel sapersi muovere tra una moltitudine di narratori, sono almeno quattro o cinque in questo caso, se non sbaglio.
Si passa dal primo narratore, il maggiordomo Mr Betteredge che come gli altri personaggi della storia avrà il compito di fornire una sua versione dei fatti, a Drusilla Clack - altra testimone e 'amica di famiglia' - alla quale segue la narrazione dell'avvocato Mr Bruff fino a chiudere il cerchio con la testimonianza conclusiva apportata sempre dal maggiordomo.
Sono diverse le tematiche affrontate da Collins in quello che è uno dei romanzi più rappresentativi del genere sensation noveloltre che un precursore delle detective stories.
Una di esse è indubbiamente il rapporto tra la Gran Bretagna e il suo grande impero e come esso influenzi i rapporti interpersonali tra i diversi personaggi. A questo proposito, ho notato come spesso Collins tenda a rappresentare alcuni personaggi quasi come delle caricature con diversi aspetti ironici, sembra quasi prendersi gioco di coloro che nella storia mostrano un atteggiamento spiccatamente pro imperialista come Mr Betteredge, ad esempio. Sfumature di ironia si ritrovano anche nella raffigurazione di Drusilla Clack, cugina di Rachel, apparentemente pia devota ma in realtà rappresentativa di un falso perbenismo e una filantropia di facciata.
Oltre a ciò vengono affrontate, e non è una novità in Collins, anche tematiche di genere. La storia infatti sembra chiedersi quale sia il ruolo della donna nel rapporto uomo-donna e nella società, pensiamo in primo luogo alla relazione tra Rachel Verinder e Franklin Blake e il furto della pietra.
Da un punto di vista formale è interessante la figura del narratore o meglio dei narratori e del loro grado di affidabilità. Fino a che punto la testimonianza da loro fornita è riconducibile alla verità? Quali opinioni si costruisce il lettore? E soprattutto riesce quest’ultimo a farsi un quadro chiaro della situazione prima che essa venga svelata? Man mano che la storia prosegue sembra ci sia sempre più difficoltà a dipanare quella matassa che si è venuta a creare se non grazie all'aiuto dei personaggi stessi che con il concludersi della narrazione andranno ad aggiungere i pezzi mancanti di un grande e complesso puzzle.
Intrigante ed avvincente ma al tempo stesso leggero e con dei tratti ironici. Forse il libro da cui partire se ci si approccia per la prima volta a questo grande autore.
Cos'è e che poteri ha questa pietra? Effettivamente nelle prime pagine è lei ad essere la protagonista. Il narratore torna indietro di qualche decade raccontando un episodio apparentemente disconnesso dalla storia centrale ma in realtà decisamente rilevante per comprenderne alcuni aspetti.
Da qui parte la narrazione.
Così come in La Donna in Bianco, ancora una volta Collins si dimostra un gran maestro nel sapersi muovere tra una moltitudine di narratori, sono almeno quattro o cinque in questo caso, se non sbaglio.
Si passa dal primo narratore, il maggiordomo Mr Betteredge che come gli altri personaggi della storia avrà il compito di fornire una sua versione dei fatti, a Drusilla Clack - altra testimone e 'amica di famiglia' - alla quale segue la narrazione dell'avvocato Mr Bruff fino a chiudere il cerchio con la testimonianza conclusiva apportata sempre dal maggiordomo.
Sono diverse le tematiche affrontate da Collins in quello che è uno dei romanzi più rappresentativi del genere sensation noveloltre che un precursore delle detective stories.
Una di esse è indubbiamente il rapporto tra la Gran Bretagna e il suo grande impero e come esso influenzi i rapporti interpersonali tra i diversi personaggi. A questo proposito, ho notato come spesso Collins tenda a rappresentare alcuni personaggi quasi come delle caricature con diversi aspetti ironici, sembra quasi prendersi gioco di coloro che nella storia mostrano un atteggiamento spiccatamente pro imperialista come Mr Betteredge, ad esempio. Sfumature di ironia si ritrovano anche nella raffigurazione di Drusilla Clack, cugina di Rachel, apparentemente pia devota ma in realtà rappresentativa di un falso perbenismo e una filantropia di facciata.
Oltre a ciò vengono affrontate, e non è una novità in Collins, anche tematiche di genere. La storia infatti sembra chiedersi quale sia il ruolo della donna nel rapporto uomo-donna e nella società, pensiamo in primo luogo alla relazione tra Rachel Verinder e Franklin Blake e il furto della pietra.
Da un punto di vista formale è interessante la figura del narratore o meglio dei narratori e del loro grado di affidabilità. Fino a che punto la testimonianza da loro fornita è riconducibile alla verità? Quali opinioni si costruisce il lettore? E soprattutto riesce quest’ultimo a farsi un quadro chiaro della situazione prima che essa venga svelata? Man mano che la storia prosegue sembra ci sia sempre più difficoltà a dipanare quella matassa che si è venuta a creare se non grazie all'aiuto dei personaggi stessi che con il concludersi della narrazione andranno ad aggiungere i pezzi mancanti di un grande e complesso puzzle.
Intrigante ed avvincente ma al tempo stesso leggero e con dei tratti ironici. Forse il libro da cui partire se ci si approccia per la prima volta a questo grande autore.