Community Reviews

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99 reviews
April 17,2025
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Was für ein unfassbarer Opus!

Das Buch beginnt mit dem Satz "Der Hegemoniekonsul saß auf dem Balkon seines Ebenholzraumschiffs und spielte Rachmaninows Prélude in cis-Moll auf einem uralten, aber gut erhaltenen Steinway, während sich große grüne Saurierwesen unten in den Sümpfen drängten und heulten." ... wie passt das zusammen?

Einige Stunden fesselnde Lesezeit später ist man schlauer. Viele bildhaft umschriebene Lebenswege und Begebenheiten kanalisieren sich zu einem großen, verschlungenem und vor allem monumentalen Ende. Wie passen KI und Religion zusammen? Was macht den Menschen aus? Welche Rolle spielt Wissen und Technik im Gegensatz zu Urvertrauen und Liebe?
Und vor allem: wie nah liegen eine utopische und dystopische Zukunft nebeneinander?

1400 Seiten sind eine Ansage - und ja, man braucht stellenweise Durchhaltevermögen. Aber holy moly, das hat sich gelohnt!

April 17,2025
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¿Quiere saber más de estos dos libros, sin spoilers? Visite:

http://librosdeolethros.blogspot.com/...

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April 17,2025
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Lost access to my old account, so copy pasting the old review.

What an amazing science fiction book. A great journey in a universe set far in the future, where we are told about a world called Hyperion, home of a monster called the Shrike, and a looming galactic war. The book doesn't confuse the reader with phrases of technical jargon, instead it tells a story of hope, fear, love, revenge, justice, and of purpose.

You'll find yourself enthralled by it, and find yourself rooting for the pilgrims. Whether you like science fiction or not, it doesn't matter. This is a great literary work that anyone that loves to read will easily find themselves wanting to keep reading to see what happens next.

Deutsch:
Was für eine atemberaubende Buch. Einer riesige reise in einem Universum weit in der Zukunft wo wir wir von einer Welt namens Hyperion, heim eines Monster die man denn Shrike nennt, und einer Galakistchen krieg die über den Horizont liegt, erzählt wird. Das Buch verwirrt der Leser nicht mit technischen Jargon, sonder erzählt eine Geschichte über liebe, Hoffnung, angst, Rache, Gerechtigkeit, und Ziel.

Du wirst diesen Buch lieben, egal ob du Science Fiction magst oder nicht, denn es ist ein literarischen Meisterwerk, das jeder der es liebt zu lesen gefallen wird, und gespannt den nächsten Seite blättern, um zu lesen was am nächsten passiert.
April 17,2025
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Eight out of ten.

On the world of Hyperion, there waits a creature called the Shrike housed in the Time Tombs. Worshipped and despised the Shrike waits patiently. Seven pilgrims set forth seeking the answers to the unsolved riddles of their lives. One may hold the fate of humanity in his hands.

April 17,2025
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This is one of the most interesting sci-fi books out there. It encompasses themes of religion, faith, social structures, love, family, personal drive and much much more. I would recommend to dive in and enjoy the ride, no more information about the plot needed.
One important thing to note is that the first two books ("Hyperion" and "Fall of Hyperion") are actually one single story and the next two are also a single story. They have a closed ending, so you can read them on their own and decide if you wish to continue reading it, since there is a time skip between them. For me, I will wait and maybe read the next two in a few years since what I read felt good as-is.
April 17,2025
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The best syfy series I have ever read in my life. Bar none. There is absolutely NO ONE out there that can do what Simmons does.

There are no words that are adequate to describe these four books. I am not even going to try. I read all four and tried to write semi-competent reviews about them when I read them and feel I did a terrible injustice to these books.

If you read the first one, you will read all four and NOT be disappointed. There is nothing more to say!
April 17,2025
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Algo pesado de leer por momentos, aunque sigues en la historia simplemente por saber cómo concluye. Si bien la primera entrega (Hyperion) me pareció bastante dinámica por la estructura narrativa que sigue, esta secuela, narrada desde el punto de vista de la personalidad "cíbrida" de John Keats llamada Joseph Severn (que es capaz de, en sueños, ver lo que está sucediendo con los peregrinos), se hace un poco repetitiva al principio.

He de decir que, hacia el final, la historia remonta, con intrigas políticas y un par de revelaciones finales (sobre la historia de Kassad y la naturaleza de la ultralínea) que lo hacen mucho más entretenido de leer. El libro incluye algunas paranoias físicas finales (ya se sabe que "quantum" es un recurso fácil para explicar cualquier cosa), aunque sin llegar al extremo de, por ejemplo, "El problema de los tres cuerpos" de Cixin Liu. La derrota final del enemigo de los peregrinos está solucionada de manera algo precipitada a mi parecer.

En defensa de la novela diré que, cuando uno llega al epílogo con aparentemente todo resuelto, se queda con la sensación de que ha sido una historia bastante épica. Dejaré algún tiempo antes de comenzar con el siguiente de los libros, Endymion.
April 17,2025
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This review and the stars relate more to The Fall of Hyperion than Hyperion itself. The book is a beautiful masterpiece, capturing characters with depth and events on a grand scale, and all written before the advent of the internet (datasphere). The second book doesn't have the same creative and structured storytelling of the first book, but covers a lot of ground while explaining most of the apparent mysticism from the first book. I don't know how Simmons manages to keep track of the huge universe he has painted for us, while interweaving gems of philosophical pondering, but I've not seen much in the way of scifi that captures the true epic-ness of space the way Simmons does.
April 17,2025
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n  «Dio mio» mormorò Meina Gladstone, guardando il cadavere di [...]. «Faccio tutto questo sulla base di un sogno.»
«Qualche volta,» disse il generale Morpurgo, prendendole la mano «capita che i sogni siano l'unica cosa che ci distingue dalle macchine.»
n


Trovo difficile dare forma ai miei pensieri su questo libro. Mi ha accompagnato per 5 lunghe settimane in un viaggio incredibile tra le stelle di un universo costruito magistralmente. Il worldbuilding di Hyperion è terrificante in senso positivo: è l'atto d'amore di un autore che sa quello che fa, come lo fa e perché lo fa.

Partendo dall'edizione: Mondadori ha saggiamente unito "Hyperion" e "La caduta di Hyperion" in un unico volume, come del resto è giusto che sia. Il primo, infatti, non può essere letto senza tenere in considerazione il secondo. Questo nonostante l'enorme differenza strutturale - e di ritmo - tra i due libri.

"Hyperion" è una storia frammentata, inizialmente lenta e poco chiara. I termini sci-fi utilizzati da Simmons sono parte integrante della storia sin da subito, ma senza nessuna spiegazione sul loro significato. Nessun inforigurgito fastidioso, nessun personaggio che perde tempo a spiegare le cose al lettore. No, è il lettore a imparare, pagina dopo pagina.

Ed è sempre il lettore che deve compiere un atto di fiducia. Sì, perché dopo una settantina di pagine ero in parte demoralizzato e in parte confuso: dove sto andando? Dove mi porterà questa lettura?

La lettura, già. Il primo volume ci parla di 7 pellegrini. Il contesto è il mondo di Hyperion, alla periferia di una galassia ormai largamente colonizzata dall'uomo. Hyperion è una variabile instabile inserita in un universo matematico, meccanico, preciso. Il passato dei pellegrini, in un modo o nell'altro, si intreccia con questo pianeta lontano, ancora fermo a una condizione di sviluppo tecnologico inferiore rispetto agli oltre 200 mondi della "Rete". L'umanità ha potuto espandersi velocemente grazie alla tecnologia dei Teleporter, veri e propri portali che permettono a chiunque di attraversare lo spazio-tempo in una frazione di secondo.

Hyperion è, come già detto, una variabile instabile. È casa delle Tombe del Tempo, manufatti provenienti dal futuro e gettati a ritroso nel tempo. Ma non solo. È anche il luogo infestato dallo Shrike, una sorta di macchina-divinità non soggetta alle leggi fisiche, un vero e proprio "Dio della Sofferenza", come viene definitivo più volte nel corso della lettura. Ma lo Shrike non è un nemico da film horror o il mostro finale da sconfiggere: è solo un piccolo tassello di un'utopia fantascientifica brillantemente costruita, con il suo ruolo ben definito.

I pellegrini sanno solo che devono raggiungere le Tombe del Tempo, sia per fare i conti col proprio passato, sia per seguire il ruolo che gli è stato cucito da forze più grandi di loro. E così, durante il viaggio, raccontano. Lo fanno seguendo una struttura liberamente ispirata ai Canterbury Tales di Chaucer.

Capite, in principio era il Verbo. E il Verbo diventò carne nella trama dell'universo umano. E solo il poeta può espandere questo universo, trovare scorciatoie verso nuove realtà, così come il motore Hawking supera le barriere dello spaziotempo einsteiniano.
Essere un poeta, mi resi conto, un poeta vero, significava diventare l'Avatar incarnato dell'umanità; accettare il manto di poeta equivaleva a portare la croce del Figlio dell'Uomo, a sopportare le doglie dell'Anima Madre dell'Umanità.
Essere un poeta vero è diventare Dio.


I racconti dei pellegrini sono già di per sé grandiosi. È inevitabile preferirne alcuni ad altri, anche se personalmente li ho amati tutti, così come ho imparato ad affezionarmi alle loro voci mano a mano che procedevo nella lettura. La quantità di carne al fuoco che Simmons impiega è incredibile: il parassita crucimorfo di Padre Hoyt, Kassad e Moneta, Martin Sileno e il suo racconto tagliente, Sol e la piccola Rachel (quante lacrime), Brawne e Johnny. Infine il Console, col suo breve racconto, per me di una bellezza struggente, mentre ricorda sua nonna Siri e il suo meraviglioso mondo natale, Patto-Maui, la cui bellezza sarà forse persa per sempre a causa dell'ingordigia umana.

Ma quando arriverà il momento di giudicare, di capire un tradimento che si diffonderà come una fiamma per tutta la Rete e che porrà termine ai mondi, vi chiedo di non pensare a me - il mio nome non era neppure scritto sull'acqua, come avrebbe detto lo spirito del vostro poeta perduto - ma alla Vecchia Terra morta senza un valido motivo, ai delfini e alla loro carne grigia che secca e imputridisce al sole; vi chiedo di vedere, come ho visto io, le isole mobili senza più spazio dove andare, i pascoli distrutti, le Secche Equatoriali incrostate di piattaforme di trivellazione, le isole soffocate da turisti vocianti e rompiscatole che puzzano di lozione UV e di spinelli.
O, meglio ancora, non pensate a niente di tutto questo. State fermi, come ho fatto io dopo aver azionato l'interruttore. Un omicida, un assassino, ma comunque orgoglioso, con i piedi fermamente piantati sulla mobile sabbia di Hyperion, che grida a testa alta e con il pugno alzato contro il cielo "La peste su tutt'e due le vostre case!"
Vedete, ricordo il sogno di mia nonna. Ricordo come sarebbe potuto essere. Ricordo Siri."


È quindi inevitabile che le storie dei pellegrini non possano chiudersi nell'arco di un libro. Terminato Hyperion, il lettore sarà appena arrivato alle Tombe del Tempo. Ma è come se ci fosse stato altre 100 volte. Come se anche lui, insieme ai pellegrini, dovesse essere giudicato dallo Shrike.

Su queste premesse si apre il secondo volume, "La caduta di Hyperion". 370 pagine e oltre di puro spettacolo fantascientifico. Spesso ho pensato "è come andare al cinema e guardare qualcosa di immenso, una sorta di nuova Odissea nello Spazio". A un primo libro meditativo e più lento ne segue uno esplosivo a un livello sbalorditivo. E proprio in questo volume si chiudono le varie storie, con finali che ho trovato per la maggior parte soddisfacenti e adeguati.

Ne "La caduta di Hyperion", Simmons mischia guerre, battaglie, assemblee governative e continui passaggi tra i portali teleporter a pagine intrise di religione, filosofia e - naturalmente - poesia.

«Mi piacerebbe avere la tecnologia per combattere Dio alla pari» disse in tono basso e leggero. «Prenderlo per la barba nel suo stesso covo. Ripagarlo di tutte le ingiustizie accumulate sull'umanità. Fargli passare l'arroganza, o altrimenti sbatterlo all'inferno.»

Poesia perché il nome stesso di Hyperion suggerisce l'influenza marcata di Keats sull'intera opera. Ma Keats non sarà soltanto un'ispirazione superficiale: entrerà proprio a gamba tesa nella narrazione, in modi così singolari da far sorridere.

Ci sono immagini intrise di tale sense of wonder da lasciare a bocca aperta. La maggior parte sono off-limits per questa recensione causa spoiler, ma vi invito a fare anche voi un atto di fiducia e credermi. L'ho detto all'inizio e lo ripeto: il worldbuilding di Hyperion è immenso. I mondi sono descritti in maniera vivida, reale, credibile. Le tecnologie sono splendide, sempre realistiche, possibili, a uno schioppo di dita. È tutto così reale da mettere i brividi. E anche il finale, per quanto riguarda la Rete e la guerra in atto, è perfetto. Sono saltato sul divano e ho bonariamente esclamato che cazzo di figata!

Hyperion è un libro scritto come si dovrebbero scrivere sempre i libri. Senza compromessi, con tanta fantasia e tanto talento.

Camminarono insieme sotto il sole caldo, stonando e cantando a tempo, perdendo le parole e cominciando da capo; risalirono il pendio verso la nave in attesa.
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