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Secondo romanzo del ciclo 'i signori di Roma', con la narrazione corale delle battaglie, delle congiure, dei sotterfugi che hanno lentamente portato la Repubblica a diventare Impero. Caio Mario e Lucio Cornelio Silla diventano antagonisti, ed è davvero difficile parteggiare per l'uno o per l'altro: quello che il primo guadagna in rettitudine, per il secondo è fascino.
Verso la metà mi sono incagliata nella lettura perché le guerre italiche erano un lungo elenco di formazioni, schieramenti, battaglie vinte e perse, morti irrilevanti (ai fini della trama, storicamente è un'altra cosa), e non sono proprio le cose che mi appassionano di più. Poi, con il ritorno sulla scena di Mitridate, le cose cambiano e la storia schizza verso la conclusione.
Verso la metà mi sono incagliata nella lettura perché le guerre italiche erano un lungo elenco di formazioni, schieramenti, battaglie vinte e perse, morti irrilevanti (ai fini della trama, storicamente è un'altra cosa), e non sono proprio le cose che mi appassionano di più. Poi, con il ritorno sulla scena di Mitridate, le cose cambiano e la storia schizza verso la conclusione.