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"Non sarà mai contenta della sua vita, se ha troppe idee in testa", ha sentenziato la nonna. "Come te. L'ho sempre detto a mio figlio che tu non saresti mai stata felice. [...] E avevo ragione. A te manca sempre qualcosa, ma tutte le tue idee non ti sanno dire che cos'è che vuoi."
Londra, inizio 1900. È appena morta la regina Vittoria, con lei finisce un'epoca: il suo successore, il figlio Edoardo, non sembra essere amato tanto quanto lei. Richard e Kitty Coleman insieme alla figlia Maude si stanno preparando per andare al cimitero come gesto di lutto e di rispetto nei confronti della sovrana deceduta. Lì incontrano i loro vicini di tomba: la famiglia Waterhouse con le figlie Lavinia e Ivy May. Secondo i Coleman, l'angelo dei Waterhouse non è ben fatto e stona con la loro urna, che, per i Waterhouse, è davvero troppo ingombrante. Livy e Maude si piacciono all'istante, iniziano insieme ad esplorare il cimitero e conoscono Simon, figlio del sig. Field che scava le tombe. Le due diventano amiche e dopo qualche tempo anche vicine di casa, trascorrono così molto tempo insieme, quasi sempre a casa dei Waterhouse. Maude soffre molto per l'assenza della madre: Kitty ha prima dei problemi di salute, che la portano a stare molti mesi a letto, poi, dopo l'incontro con Caroline Black, riversa tutte le sue energie nella causa delle suffragette.
La narrazione copre circa una decina di anni. Ogni capitolo è raccontato dal punto di vista di uno dei personaggi ed è grazie a loro che veniamo a conoscenza dei vari avvenimenti. Ne esce quindi un romanzo a più voci, che costruisce molto bene la fine del periodo vittoriano, dandoci uno scorcio sulle suffragette e le loro attività per dare il diritto di voto alle donne e sull'arte funeraria, in particolare dei cimiteri.
Il romanzo è circolare: si apre con Maude e Livy al cimitero e la morte della regina Vittoria e si chiude con la perdita del re Edoardo ed entrambe lì al cimitero, più grandi di dieci anni e con una consapevolezza diversa alle spalle.
È il mio primo libro di Tracy Chevalier e mi è piaciuto molto il suo stile. Leggerò sicuramente altro di suo in futuro.
"Potevo solo pensare che fossero simili ai miei per la perdita della mamma: un vuoto doloroso e un senso di precarietà nei confronti della vita, per la scomparsa di qualcosa che avevo sempre ritenuto una sicurezza garantita. In quegli ultimi anni mamma si era mostrata distratta e distaccata, questo è vero, ma era pur sempre una persona viva. Lei era come un parafuoco, e ora che era stato improvvisamente rimosso sentivo sul volto il calore bruciante delle fiamme."
Londra, inizio 1900. È appena morta la regina Vittoria, con lei finisce un'epoca: il suo successore, il figlio Edoardo, non sembra essere amato tanto quanto lei. Richard e Kitty Coleman insieme alla figlia Maude si stanno preparando per andare al cimitero come gesto di lutto e di rispetto nei confronti della sovrana deceduta. Lì incontrano i loro vicini di tomba: la famiglia Waterhouse con le figlie Lavinia e Ivy May. Secondo i Coleman, l'angelo dei Waterhouse non è ben fatto e stona con la loro urna, che, per i Waterhouse, è davvero troppo ingombrante. Livy e Maude si piacciono all'istante, iniziano insieme ad esplorare il cimitero e conoscono Simon, figlio del sig. Field che scava le tombe. Le due diventano amiche e dopo qualche tempo anche vicine di casa, trascorrono così molto tempo insieme, quasi sempre a casa dei Waterhouse. Maude soffre molto per l'assenza della madre: Kitty ha prima dei problemi di salute, che la portano a stare molti mesi a letto, poi, dopo l'incontro con Caroline Black, riversa tutte le sue energie nella causa delle suffragette.
La narrazione copre circa una decina di anni. Ogni capitolo è raccontato dal punto di vista di uno dei personaggi ed è grazie a loro che veniamo a conoscenza dei vari avvenimenti. Ne esce quindi un romanzo a più voci, che costruisce molto bene la fine del periodo vittoriano, dandoci uno scorcio sulle suffragette e le loro attività per dare il diritto di voto alle donne e sull'arte funeraria, in particolare dei cimiteri.
Il romanzo è circolare: si apre con Maude e Livy al cimitero e la morte della regina Vittoria e si chiude con la perdita del re Edoardo ed entrambe lì al cimitero, più grandi di dieci anni e con una consapevolezza diversa alle spalle.
È il mio primo libro di Tracy Chevalier e mi è piaciuto molto il suo stile. Leggerò sicuramente altro di suo in futuro.
"Potevo solo pensare che fossero simili ai miei per la perdita della mamma: un vuoto doloroso e un senso di precarietà nei confronti della vita, per la scomparsa di qualcosa che avevo sempre ritenuto una sicurezza garantita. In quegli ultimi anni mamma si era mostrata distratta e distaccata, questo è vero, ma era pur sempre una persona viva. Lei era come un parafuoco, e ora che era stato improvvisamente rimosso sentivo sul volto il calore bruciante delle fiamme."