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.”..uno spiraglio di bellezza”
Il pittore Jan Vermeer, nacque e mori nella cittadina olandese di Delft.
Grazie alla scarsità di notizie biografiche sull’artista, la scrittrice americana Tracy Chevalier è riuscita ad intessere una storia che ha del verosimile in un contesto storico e reale.
Il romanzo è suddiviso in quattro capitoli che suddividono cronologicamente la storia (1664-1665-1666-1676).
A causa del disagio economico in cui versa la sua famiglia, la sedicenne Griet viene mandata a servizio presso la casa del pittore Vermeer.
Figlia di un pittore di piastrelle, Griet non solo è sensibile all’Arte ma ne è affascinata.
Questa partecipazione e la giovane età la porteranno a trasferire la passione alla pittura verso il suo esecutore.
La Chevalier riesce bene laddove usa la stessa tecnica che ha reso Vermeer un artista celebre, ossia l’uso della luce.
La storia reale del quadro (detto anche “La ragazza col turbante) è tutt’oggi misteriosa e la scrittrice americana riesce a far sì che ogni dettaglio diventi un meccanismo narrativo.
Alcune cose meno credibili ma tutto sommato un buon romanzo storico, soprattutto per la rivendicazione dell'Arte come momento di bellezza nella dura vita di una giovane fantesca:
” Anni a tirar su acqua dal pozzo, a torcere biancheria carica d’acqua, a raschiare pavimenti, a svuotare vasi da notte, senza uno spiraglio di bellezza o colore o luce nella mia vita mi si prospettarono davanti agli occhi come un paesaggio piatto dove, in lontananza, si vedeva quel mare che non avrei mai raggiunto. Se non potevo lavorare con i colori, se non potevo stare vicino a lui, non sapevo come avrei potuto continuare a sgobbare in quella casa.”
Il pittore Jan Vermeer, nacque e mori nella cittadina olandese di Delft.
Grazie alla scarsità di notizie biografiche sull’artista, la scrittrice americana Tracy Chevalier è riuscita ad intessere una storia che ha del verosimile in un contesto storico e reale.
Il romanzo è suddiviso in quattro capitoli che suddividono cronologicamente la storia (1664-1665-1666-1676).
A causa del disagio economico in cui versa la sua famiglia, la sedicenne Griet viene mandata a servizio presso la casa del pittore Vermeer.
Figlia di un pittore di piastrelle, Griet non solo è sensibile all’Arte ma ne è affascinata.
Questa partecipazione e la giovane età la porteranno a trasferire la passione alla pittura verso il suo esecutore.
La Chevalier riesce bene laddove usa la stessa tecnica che ha reso Vermeer un artista celebre, ossia l’uso della luce.
La storia reale del quadro (detto anche “La ragazza col turbante) è tutt’oggi misteriosa e la scrittrice americana riesce a far sì che ogni dettaglio diventi un meccanismo narrativo.
Alcune cose meno credibili ma tutto sommato un buon romanzo storico, soprattutto per la rivendicazione dell'Arte come momento di bellezza nella dura vita di una giovane fantesca:
” Anni a tirar su acqua dal pozzo, a torcere biancheria carica d’acqua, a raschiare pavimenti, a svuotare vasi da notte, senza uno spiraglio di bellezza o colore o luce nella mia vita mi si prospettarono davanti agli occhi come un paesaggio piatto dove, in lontananza, si vedeva quel mare che non avrei mai raggiunto. Se non potevo lavorare con i colori, se non potevo stare vicino a lui, non sapevo come avrei potuto continuare a sgobbare in quella casa.”