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C'EST MOI
Meravigliosa come sempre, semplicemente perfetta, Isabelle Huppert nell’adattamento del 1991 firmato da Claude Chabrol.
Letto un paio di volte e sempre amato. Uno dei massimi capolavori della letteratura, secondo me.
Flaubert è uno dei sommi: me lo immagino di notte, solo nella sua casa di Rouen, che sono ovviamente stato a visitare, al lume di candela, che 'recita' le parole scritte, ancora e ancora, urlandole, cancellando, limando, riscrivendo, fino a trovare la formula giusta, quella perfetta. Le mot juste.
Perché, lui è con la perfezione che si misurava.
E alla perfezione si è avvicinato, e, secondo me, la perfezione ha raggiunto.
Realistico, il romanzo certamente lo è: non contiene nulla che non sia esistito nella vita reale (e facilissimo da riscontrare attraverso sopralluoghi e testimonianze); e anche se sbuffa ogni tanto "nulla in questa storia è tratto dalla vita, è totalmente inventata", non c'è dubbio che questo autore ha seguito con scrupolo il precetto dello 'scrivere solo di ciò che si conosce'.
Però dopo aver scritto la scena di seduzione nel bosco, nella Corrispondenza si trova: Che delizia scrivere! Non essere più se stessi, ma spaziare per l'universo che si descrive! Oggi, per esempio, mi sentivo uomo e donna, amante e amata, cavalcavo per una foresta in un pomeriggio d'autunno sotto le foglie gialle, e io ero i cavalli, le foglie, il vento, le parole dette da lui e da lei, e il sole scarlatto sopra le loro palpebre semichiuse, gonfie per la passione....
Alberto Arbasino: Certi romanzi, pp 131-132
Meravigliosa come sempre, semplicemente perfetta, Isabelle Huppert nell’adattamento del 1991 firmato da Claude Chabrol.
Letto un paio di volte e sempre amato. Uno dei massimi capolavori della letteratura, secondo me.
Flaubert è uno dei sommi: me lo immagino di notte, solo nella sua casa di Rouen, che sono ovviamente stato a visitare, al lume di candela, che 'recita' le parole scritte, ancora e ancora, urlandole, cancellando, limando, riscrivendo, fino a trovare la formula giusta, quella perfetta. Le mot juste.
Perché, lui è con la perfezione che si misurava.
E alla perfezione si è avvicinato, e, secondo me, la perfezione ha raggiunto.
Realistico, il romanzo certamente lo è: non contiene nulla che non sia esistito nella vita reale (e facilissimo da riscontrare attraverso sopralluoghi e testimonianze); e anche se sbuffa ogni tanto "nulla in questa storia è tratto dalla vita, è totalmente inventata", non c'è dubbio che questo autore ha seguito con scrupolo il precetto dello 'scrivere solo di ciò che si conosce'.
Però dopo aver scritto la scena di seduzione nel bosco, nella Corrispondenza si trova: Che delizia scrivere! Non essere più se stessi, ma spaziare per l'universo che si descrive! Oggi, per esempio, mi sentivo uomo e donna, amante e amata, cavalcavo per una foresta in un pomeriggio d'autunno sotto le foglie gialle, e io ero i cavalli, le foglie, il vento, le parole dette da lui e da lei, e il sole scarlatto sopra le loro palpebre semichiuse, gonfie per la passione....
Alberto Arbasino: Certi romanzi, pp 131-132