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L’Edipo Re è un esempio magistrale della tragedia classica, in quanto incarna tutte le sue prerogative e mette in scena in modo impeccabile il lento scivolare di Edipo verso la catastrofe. Sofocle, con la sua ironia drammatica e la scrittura vigorosa e intensa, mette in risalto la piccolezza dell’uomo e l’impossibilità del libero arbitrio di reagire e prevalere contro la Fortuna (Τύχη), il Destino (forza indecifrabile di concezione puramente greca) che colpisce inesorabilmente chi è predestinato a una fine tragica. Allo stesso modo, un tema fondamentale è quello della colpevolezza: la colpa (ὕβρις) di cui si sono macchiati i Labdacidi si riversa sui discendenti, travolgendoli in un susseguirsi di eventi disastrosi. Edipo è l’eroe tragico per eccellenza: guidato dalla Fortuna a commettere irrimediabilmente gli errori a cui è destinato, continuando ad essere ignaro delle proprie azioni (mentre il pubblico conosce la verità e viene travolto anch’esso dai sentimenti devastanti che derivano da tale consapevolezza). Edipo è dunque destinato alla cecità, poiché in vita è stato cieco, incapace di vedere e comprendere le colpe di cui si stava macchiando.
La letteratura greca riesce ad esprimere concetti profondamente attuali, su cui ancora oggi l’uomo si interroga (colpa e innocenza, consapevolezza e ignoranza, destino e libero arbitrio), e proprio per questo l’Edipo Re continua a risuonare nel mondo moderno, grazie al modo in cui affronta profondamente la precarietà della condizione umana.
La letteratura greca riesce ad esprimere concetti profondamente attuali, su cui ancora oggi l’uomo si interroga (colpa e innocenza, consapevolezza e ignoranza, destino e libero arbitrio), e proprio per questo l’Edipo Re continua a risuonare nel mondo moderno, grazie al modo in cui affronta profondamente la precarietà della condizione umana.