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Dunque, la mia prima esperienza con Hunter risale all'anno della sua morte. Rolling Stone fece uscire un suo pezzo per commemorarlo. Non ricordo di cosa parlasse, ma me ne innamorai. Come tutte le mie passioni, esplose e si esaurì nel giro di una paio d'anni. Leggevo i reportage disponibili quando li trovavo. Avrò letto Paura e disgusto a Las Vegas decine di volte. Miracolosamente, trovai una copia delle Cronache del rum nella biblioteca di paese alcuni anni dopo. Ma di Hell's Angels nemmeno l'ombra. Introvabile. Fino alla fine dell'anno scorso: non trovo mai niente che valga la pena prendere nei negozi di libri usati, ma lui era lì che mi aspettava. E avrei speso anche il triplo dei miseri 4 euro che l'ho pagato, pur di averlo. Thompson non ha bisogno di presentazioni. Basta leggere qualsiasi cosa di suo, per capire che si è di fronte a un giornalista con un talento enorme, con una vocazione da storyteller da far paura ai migliori. In quest'opera, esce il meglio di entrambi i lati. Hell's Angels aka Ascesa e declino di un caso montato ad arte, unisce il giornalismo d'assalto - Thompson visse nove mesi con la banda di motociclisti eponima - a un lavoro certosino di ricerca e analisi dei dati. Monta e smonta passo passo la costruzione di un mito americano in parte creato a tavolino, con uno stile incredibile. Spazia dal trattato antropologico su una classe di fuorilegge ai margini della società, alla denuncia sociale, al debunking di informazioni ingannevoli. La società americana ne esce a pezzi, come già succedeva in Paura e disgusto. Ed è forse questo che colpisce maggiormente, a prescindere dal talento indiscusso dell'autore. Negli Hell's Angels si rivede lo spirito della frontiera, il selvaggio West, in qualche modo l'impresa più importante degli americani, e pure il fallimento degli outsider all'interno di una società civile che non sa che farsene di questi spiriti liberi su due ruote. E Thompson racconta tutto questo non con l'intenzione di mitizzare dei nuovi eroi, ma facendone una ricostruzione esatta che non indulge nell'edulcorazione, riportando i fatti e le conseguenze con precisione cronometrata. Questo è il Reportage.