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Quello che dicono le varie recensioni entusiatiche della critica, per una volta, mi trovano d'accordo.
Quello che dicono tutti gli altri utenti che hanno letto questo libro e ne sono rimasti folgorati, mi trovano d'accordo.
E poi nient'altro. Se non che è uno dei più straordinari libri (romanzo sarebbe un termine assai riduttivo) che abbia mai letto, che è scritto in maniera esemplare, con una chiarezza narrativa e sintattica clamorosa. Poi la profondità dei pensieri e dei temi trattati, la meravigliosa ricostruzione storica, la trama cupa e commovente che si espande nella mente del lettore con lentezza, catturandolo.
Continuo a pensare che la scelta di questo gigantesco autore che scopro, ora, essere stato Vidal di raccontare le gesta, l'utopia, la caduta di uno fra i più grandi perdenti della storia sia forse, semplicemente, dovuta all'ammirazione per un uomo arrivato oltre tempo massimo, che se fosse nato qualche secolo prima sarebbe stato ricordato come uno dei più grandi personaggi dell'antichità ma che invece, com qualche volta capita, si trovò nel posto giusto ma al momento sbagliato.
Fu un Napoleone, un Ottaviano all'incontrario questo Giuliano, a cui poi la storia dei vincitori affibbiò il nomignolo di Apostata, offuscò il genio e ingigantì i difetti. L'ultimo re d'un mondo ormai finito, prossimo al collasso e sconfitto sia dai nemici esterni (i barbari) che da quelli interni (il cristianesimo). Ma un gran re, e ringraziamo di cuore Vidal per questo capolavoro che rende giustizia a Giuliano e permette a noi di conoscerlo un pò meglio, pur inevitabilmente mediato dalla ricostruzione dell'autore.
Che non sarà certamente storicamente ineccepibile, né biograficamente totalmente aderente a quello che fu. Ma che mi piace pensare lo sia. L'impressione che si ha alla fine è proprio questa, c'è poco da fare. E ci si commuove davvero e intensamente.
Un gioiello. Un cammeo intarsiato.
Leggetelo...
Quello che dicono tutti gli altri utenti che hanno letto questo libro e ne sono rimasti folgorati, mi trovano d'accordo.
E poi nient'altro. Se non che è uno dei più straordinari libri (romanzo sarebbe un termine assai riduttivo) che abbia mai letto, che è scritto in maniera esemplare, con una chiarezza narrativa e sintattica clamorosa. Poi la profondità dei pensieri e dei temi trattati, la meravigliosa ricostruzione storica, la trama cupa e commovente che si espande nella mente del lettore con lentezza, catturandolo.
Continuo a pensare che la scelta di questo gigantesco autore che scopro, ora, essere stato Vidal di raccontare le gesta, l'utopia, la caduta di uno fra i più grandi perdenti della storia sia forse, semplicemente, dovuta all'ammirazione per un uomo arrivato oltre tempo massimo, che se fosse nato qualche secolo prima sarebbe stato ricordato come uno dei più grandi personaggi dell'antichità ma che invece, com qualche volta capita, si trovò nel posto giusto ma al momento sbagliato.
Fu un Napoleone, un Ottaviano all'incontrario questo Giuliano, a cui poi la storia dei vincitori affibbiò il nomignolo di Apostata, offuscò il genio e ingigantì i difetti. L'ultimo re d'un mondo ormai finito, prossimo al collasso e sconfitto sia dai nemici esterni (i barbari) che da quelli interni (il cristianesimo). Ma un gran re, e ringraziamo di cuore Vidal per questo capolavoro che rende giustizia a Giuliano e permette a noi di conoscerlo un pò meglio, pur inevitabilmente mediato dalla ricostruzione dell'autore.
Che non sarà certamente storicamente ineccepibile, né biograficamente totalmente aderente a quello che fu. Ma che mi piace pensare lo sia. L'impressione che si ha alla fine è proprio questa, c'è poco da fare. E ci si commuove davvero e intensamente.
Un gioiello. Un cammeo intarsiato.
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