Community Reviews

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April 26,2025
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Solo palta e distintivo

Chiedo scusa in anticipo a tutti coloro che amano questo libro e che lo considerano un capolavoro: in questo mio commento sarò sarcastica, forse anche un po' acida, ma non offensiva. A me non è piaciuto per niente. Un anno fa avevo assegnato una stellina singola a La forma dell'acqua di Del Toro e Kraus, e ora mi ritrovo a leggere la stessa identica zuppa. Potrei darne due, di stelle, a Dick, visto che la zuppa l'ha scritta per primo: però poi dovrei di nuovo togliergliene una perché nella scrittura è stato ancor meno accurato dei due di cui sopra; ed inoltre il duo DelToro&Kraus riesce a risollevarsi leggermente con un piccolo guizzo inaspettato nel finale, mentre Dick nel finale riesce solo ad arrotolarsi su sé stesso in un presunto ermetismo che al Guardian suona come complessità filosofica ma a me, povera ignorante, suona come vuoto pneumatico.

Alcuni giorni fa mi era capitato di riandare con la mente ad un racconto di Asimov che avevo amato particolarmente: Consolazione garantita, e così ho iniziato a leggere questo libro sperando di trovarvi una qualche assonanza. E invece niente, nemmeno l'ombra di un'emozione in comune, tant'è che alla fine sono tornata direttamente a rileggermi Asimov, cosa che avrei dovuto fare sin dall'inizio. Mi sono sentita come quel tizio della barzelletta che a fine giornata, togliendosi le scarpe tanto più strette della sua misura, prova un sollievo altrettanto maggiore.

Il romanzo risente chiaramente dei suoi anni: come giustamente osserva @Roberto, il robot umanoide o androide era un'ossessione tipica degli anni sessanta in cui fu scritto, e leggere nel 2019 di una storia che ambienta nel 1992 un ipotetico futuro il quale però sa già di stantio perché è già stato superato dalla realtà, sia nelle tecnologie esistenti che nel tipo di visioni rivolte al futuro, tutto questo crea uno sfasamento spiacevole. Per spiegarmi meglio, sottolineo il paradosso: il capolavoro di Zamjatin, Noi, pur essendo scritto cento anni fa, e dunque ben più anziano di questo di Dick, è molto più moderno e non risente di alcuno sfasamento di obsolescenza della futuribilità. Del resto, l'androide è presente anche nel racconto di Asimov che ho appena indicato, e dunque l'invecchiamento precoce non sta tanto nella presenza degli androidi in sé, quanto nello sviluppo della trama.

Le pecche più gravi sono l'incoerenza e la goffaggine, sia nella trama che nella scrittura. Incoerenza non con la realtà, visto che Dick sta inventando una storia di fantasia, come si suol dire: suo il castello, sue le regole. Ma non sa essere coerente nemmeno con sé stesso: un minuto prima l'androide Rachael non sapeva di essere lei stessa un androide, e un minuto dopo è lei che spiega con aria saputa mille cose a proposito degli androidi, proprio come se sapesse da sempre di esserlo. Un minuto prima Rick vuole fare sesso con sua moglie, un minuto dopo vuole andare con l'androide, e dopo un minuto ancora mentre è con l'androide dice che deve andare da sua moglie. Un minuto prima fa saltare la testa ad un androide e schizzano via circuiti elettrici, ma un momento dopo per distinguere un androide da un umano bisogna fargli un'analisi del midollo. Da un lato si parla dell'esistenza di androidi che non sanno di essere tali, ma dall'altro si accenna al fatto che essi non sentono il bisogno di nutrirsi come gli umani. Un minuto prima essi sono algidi e perfetti e impenetrabili calcolatori, e un minuto dopo sono in grado di commettere lapsus e sfornare battute. Gli androidi evasi da Marte hanno avuto il tempo di nascondersi, insediarsi sulla terra, insinuarsi nel corpo di polizia addirittura costituendo una centrale parallela a quella vera, uno di loro è divenuto una famosa cantante lirica perciò si suppone che il raggiungimento della fama abbia richiesto un periodo di mesi se non di anni, però a un certo punto dicono che "è stato un viaggio faticoso" alludendo al fatto di essere arrivati sulla terra praticamente poche ore prima. E via discorrendo, potrei andare avanti con una lista infinita di esempi di incoerenze tutte interne alla trama. Tanto per fare un altro paragone: la Niffenegger, molto meno osannata di Dick, ne La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo si inventa una cosa ancora più astrusa dell'androide: un tizio che viaggia nel tempo a causa di una sorta di epilessia. Ma una volta stabilite le regole della malattia (o super-potere, o lo si può definire come si vuole), le rispetta e le mantiene fino alla fine del romanzo, e anzi proprio su quelle costruisce trama e finale.

La goffaggine deriva, oltre che dagli improvvisi salti di logica, anche dal modo sbrigativo con cui si descrive un mondo che invece richiederebbe mille dettagli in più. A metà strada tra la pedante spiegazione scolastico-didascalica e la sbrigativa e goffa omissione, dovrebbe pur esserci qualcosa. Dovrebbe trasmettere l'angoscia dei sopravvissuti e del disastro post-nucleare, ma io ho percepito solo un'aria compiaciuta derivante dal mettere al centro di tutto la distopia in sé, un disastro fine a sé stesso ma che non trasmette mai veramente l'angoscia al lettore. Un precursore del shabby chic interior design, ma questa roba va bene per la sceneggiatura dei videoclip di Madonna, non per un romanzo che dovrebbe potersi definire "epocale" e "capolavoro". Non fa che parlare di empatia, ma intanto non c'è un personaggio o un dettaglio con cui si possa entrare in empatia, e del resto nemmeno in totale dispatia, solo fredda distanza. Prefazione e postfazione non fanno che decantare i grandi pregi filosofici di questo romanzo ma io non vi ho trovato alcuna filosofia: solo il buono contro i cattivi, con il più cattivo lasciato per ultimo, come accade regolarmente in ogni buon cartoon giapponese o in ogni videogame con il mostro alla fine di ogni livello. E se per caso il lettore non se ne fosse accorto, è il narratore stesso a farglielo notare in maniera esplicita: il più cattivo resta per ultimo... caspita, che originalità! E come se non bastasse, la scrittura è di una piattezza disarmante (anche se in questo caso bisognerebbe sempre sapere qual è il concorso di colpa della traduzione...). Cito solo un esempio, il momento in cui la sciatteria della scrittura giunge al parossismo, a pagina 239: "una collina affollata gli si parò dinanzi". Ma come fa a essere affollata, mi dico, se tre righe sopra parlava di una zona desertica, "uniformemente grigia e cosparsa di rifiuti"?. La collina è affollata ma semplicemente non si sa, non si dice di cosa: di persone? Di abitazioni? Di massi e pietre? Di rifiuti? Di animali? Amen: ho tirato fino in fondo giusto perché mancavano solo poche pagine.

Il paragone con il geniale Asimov di cui sopra risulta a dir poco impietoso: mentre Dick per spiegarsi ha bisogno di goffe e contorte evoluzioni e circonvoluzioni con l'empatia, gli istinti predatori, la religione e quant'altro; Asimov in poche paginette, senza nessunissimo bisogno di indulgere e impressionare con drammatici scenari post-apocalittici, dipinge il quadro fantascientifico mettendo veramente al centro le reazioni psicologiche dell'uomo nella loro semplicità, dunque costruendo qualcosa di futuribile utilizzando mattoncini tanto antichi quanto elementari.

Dick bocciato su tutta la linea, eccomi servita un'altra sonora e deludente batosta.
April 26,2025
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I ended up reading Do Androids Dream of Electric Sheep? because of a book bingo challenge, which challenged me to read a book that reminded me of my favorite song. I don’t believe in favorite songs but decided to settle with a song I like well enough which, for some reason I can’t explain, reminds me of Blade Runner. So first there was a song, then a movie, then a book. I don’t know if I can now, after finishing the book, still can say that the song reminds me of the book, it probably doesn’t but how can you know before reading the book anyway?

So naturally I have been comparing Blade Runner to Androids in my head, which isn’t really fair to both works because they work both on different levels, focus on different things. Take for instance, the title Do Androids Dream of Electric Sheep?, which I always thought in terms of counting sheep at night, but it actually bears quite a literal meaning as well as a religious one, both aspects the film lacks (but which doesn’t mean it is a less rich or worthwhile work).

I was amused by the animal subplot, main character Deckard’s wish to own a real, living animal and thanks to the excellent analysis buddy reader Berengaria gave, I was amazed by their literal use in contrast to androids, who don’t profit from the same social esteem as the living status symbol, establishing all the while a parallel to groups of people which have been historically oppressed.

Another part I didn’t recognize from the movie was a weird god-like figure called Mercer who would appear as a vision in certain situations and give weird religious speeches, of whose I personally couldn’t make much sense, (but Berengaria does, just look at her review explaining it!)

As with most works from that time, there’s unfortunately some casual misogyny which always annoys, the writing isn’t all that brilliant, but I nevertheless enjoyed reading it. Between us, I think I prefer the movie, but both are definitely worth your time. Reminds me it’s time for refresh, it’s been years since I last watched Blade Runner.

Buddy read with the lovely Berengaria, thank you it was fun!
April 26,2025
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تابستون رو با این کتاب شروع کردم. توی نظرسنجی که گذاشته بودم، آخرین امتیاز رو آورده تا الان. ولی به پیشنهاد دوستی، تصمیم گرفتم تا تموم شدن رای گیری بخونم و زود جمعش کنم.
۳ ستاره رو به آقای ک.دیک دادم. چون ترجمه به شدت بد بود و اصلا امتیاز نمیگیره.
ایده داستان هم عالیه و خیلی درگیر میکنه ذهن آدم رو. ولی چون انگار دارم وارد فاز پایینم میشم باز، یه حس افسردگی و ناامیدی عمیق و فراگیر بهم القا شده بعد خوندن کتاب و از درک مفهومش غمگینم.
نمیدونم، شاید یدونه از اون دستگاه‌های کنترل عواطف لازم داریم واقعا. الان که تا سرحد مرگ دلتنگ و پشیمون و ناامید و کلی چیز داغون دیگه ام، مثلا میزاشتمش روی فرکانس ۱۳.۶۷ و احساس می‌کردم چقدر همه چیز شگفت انگیز و زیباست. و اهمیت نمیدادم که این حس واقعی نیست.
....
این کتاب رو هم هدیه گرفته بودم از کیمیای عزیزم. ازش ممنونم ❤
April 26,2025
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„Мечтаят ли андроидите за електроовце?“( по-известен като „Блейд Рънър“) е много силен постапокалиптичен роман на Филип Дик, който ни пренася в един футуристичен свят, където голяма част от човечеството е напуснало Земята и колонизирало други планети, чрез използването на интелигентни андроиди. Земята се е превърнала в западащо място с много тягостна обстановка... Животът на андроидите е ограничен до около 4 г. като тяхното основно предназначение е да се трудят в космическите колонии, но понякога част от тях бягат, връщайки се нелегално на планетата ни. Заради такива случаи, съществуват специални ловци на андроиди, които срещу заплащене трябва да ги издирват и „пенсионират“ (не го възприемат като убийство)... Такъв е и главният герой на романа Рик Декард, на когото е възложена задачата да се справи с 6 трудно разпознаваеми робота от последната версия „Нексъс 6“, които наскоро са се завърнали на Земята.“ За разпознаването той използва т.нар. „тест на Войт-Кампф“, който измерва способността на емпатия на съмнителните субекти.

В книгата на Филип Дик андроидите са свръх интелигентни машини, на които им липсва човещина и състрадание. Но основният проблем, засегнат от автора, е доколко в хората са останали тези чувства... Основната мотивация на Декард, за да продължава с лова на роботи е паричната награда, понеже със съпругата си отдавна мечатаят да си купят истинско животно за домашен любимец. В тази постапокалиптична реалност отглеждането на домашни любимци е станало задължително, въпреки че голяма част от животинските видове вече не съществуват... Който не може да си позволи лукса да притежава истинско животно е принуден да купи и гледа електрическо такова... какъвто е случаят с Декард, който си има електроовца. Освен това, в домовете на хората са поставени модерни „уреди за емпатия“, и се е наложила нова религия, наречена „Мерсеризъм“, което говори за вече все по-рядко срещащите се сред хората човещина и състрадание...

От „Мечтаят ли андроидите за електроовце?“ е вдъхновен култовият филм на Ридли Скот – „Блейд Рънър“, в който Харисън Форд“ играе ролята на Декард. Въпреки че между двете произведения има съществени разлики, те имат своите достойнства, затова ви препоръчвам, както да прочетете книжката, така и да гледате филма!
April 26,2025
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Re-reading some 20 or thirty years later - mainly because the 3 stars I attributed on joining GR wasn't really reflective of my vague memories of the novel.
I will avoid comparison with the film (I will only say it cuts away some of the content and simplifies the flow, which was probably the right thing to do. Harrison Ford is perfect casting for Deckard though... ok I will stop).

There is no real need to plot outline, almost everyone who will read this novel probably already has. But noting it was written in 1968, and is set in futuristic 1992 (updated to 2021 in newer editions?) (where are our hovercars we were so blatantly promised by SciFi?) post-nuclear war, where most of the humans live off-planet. Only those who don't qualify to leave, corporates, law enforcement employees and I guess people who can't be bothered, stay on earth. Radioactive dust contributes to their deterioration (physically and mentally). Deckard is a bounty hunter, tracking down androids who have made their way to Earth to get up to no good.

There are issues with the novel - there are some nonsensical events, but they can be forgiven in the context of the human vs andy (android) situation, with this fast paced read - all taking place in a single day.

Themes I enjoyed - the replacement of religion with following of media - Mercer and Buster Friendly; the principle of the empathy test - how badly that would fail to assess humans in modern society!; the use of the term 'kipple' for useless objects people accumulate in their houses - the crap we buy, with no good use, probably quite presaging of the future for 1968.

Probably 4.5 stars, but I will round down.
April 26,2025
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Stay Human

La guerra mondiale finale ha devastato la Terra. Cielo oscurato, pioggia acida, vegetazione quasi scomparsa. Detriti di ogni tipo ricoprono tutto. Animali pressoché estinti sono rimpiazzati da robot-animali. Gli umani hanno colonizzato Marte, coadiuvati da androidi, costruiti con le più innovative tecniche e sempre più simili all’uomo. Nel nostro vecchio pianeta rimangono umani “speciali”, cioè in qualche modo minorati. E androidi ribelli in fuga, braccati da agenti specializzati che hanno come obiettivo quello di “congedarli”.


Damien Hirst, Away from the flock, Tate

PKD crea un mondo alternativo molto credibile e possibile, oggi forse più di allora. Come non riscontrare temi ora attualissimi quali le implicazioni dell’intelligenza artificiale ed i cambiamenti climatici. Il messaggio forte - ricordiamoci che è scritto nel 1968 - è però, credo, quello di rimanere umani, di non perdere ciò che ci definisce e cioè l’empatia, la capacità di quel comune sentire con i nostri simili, quando i sistemi sociali, politici, economici ci spingono a rincorrere cose inutili e ad isolarci.



«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire.»

Rutger Hauer / Roy Batty in Blade Runner (spoiler: nel libro non c’è)
April 26,2025
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La película de Ridley Scott es una de mis preferidas, pero es que he encontrado el libro taaan diferente que me acabo de dar cuenta que el director solo se inspiró un poquito en la novela para hacer la película. Es uno de esos pocos casos en los que la película la considero superior al libro. La atmósfera del mundo que muestra Scott en la película es insuperable.

Así que tras esto lo mejor que puedo hacer es dejar de comparar el libro con la peli porque apenas tienen nada que ver.

La novela me ha gustado mucho. Me ha gustado sobre todo esa obsesión por tener animales naturales y cuanto más grandes mejor, el anhelo que tiene Deckard por tener un animal de verdad en vez de la oveja eléctrica que tiene en la azotea. Siempre he tenido mucha curiosidad por el porqué del título, porque claro comparado con la historia que conocía de la película no tenía ningún sentido.

La actitud de los androides también me ha sorprendido, ya que una vez los descubren y atrapan no luchan por evitar que los “retiren” y aceptan bastante sumisamente su destino, aunque claro no dejan de ser máquinas.
Toda la cuestión de la empatía es muy interesante.

Lo que me ha descolocado un poco es esa religión virtual y el final del libro no me ha acabado de convencer del todo (yo me esperaba el discurso tan precioso de las lágrimas en la lluvia de Roy Batty…)

Ahora toca volver a revisionar la película que hace unos añitos que no la veo y me apetece.
April 26,2025
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Very interesting story on which the epic film Blade Runner was based. The ideas are certainly original and I'd imagine that Ghost in the Shell was at least partially inspired by the ideas. I just felt the character development was rather shallow and the action somewhat predictable even if I was impatient to push on to see what would happen next. Well, I'll try a few more PKD stories, but perhaps it just isn't my style - sort of inventive like Isaac Asimov but trying to be trashy like Elmore Leonard, but not really surpassing either. But then, maybe his other books will be more to my liking.
April 26,2025
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Este libro es excepcional, un hito de la ciencia ficción.



Los conceptos manejados por Dick en este libro son tan complejos que sorprende que todo esté tan magistralmente colocado en esta historia tan simple y tan corta. Demuestra que no es necesario hacer un libro de 1000 paginas para hacer una obra maestra, lo que parece ser la tendencia actual en escritores.

A ver... ¿Cual es el tema principal de este libro?

Según entiendo surgen dos temas: La necesidad básica humana de la religión y de identificarse con ideales que te den la sensación de estar haciendo lo correcto y la relación de los humanos con los androides. El cual son tratados como esclavos siendo inmoral tener emociones empáticas hacía estos. Estos dos temas se funden en uno solo, la realidad.

¿Quienes somo nosotros?, ¿Quienes son los androides?, ¿Cual es el nuestro verdadero propósito en un mundo devastado?, ¿Como puedo saber si ser un ser humano me hace mejor persona que un androide?

A lo largo de la novela destaca la idea de unión espiritual entre todos los seres humanos a través de una máquina con la que los sentimientos de cada persona individual son compartidos por el resto. Sin embargo, es curioso que para lograr esta unidad los seres humanos deban recurrir a una máquina. Así se ahonda en la idea de que todo lo que parece real para los humanos es algo falso, como ocurre en el caso de los androides. Por otro lado, en muchos aspectos, los objetos artificiales son más perfectos que los reales puesto que no degeneran: los animales eléctricos no enferman y los androides humanos parecen más conscientes de la importancia del concepto de humanidad que los propios hombres.

Es curioso como el hecho de poseer un animal te de un estatus social en esta sociedad distopica. Es absurdo desde nuestro punto de vista ver los esfuerzos de Rick Deckard por reemplazar su oveja eléctrica que le trae vergüenza. Me hace preguntar sí desde otro punto de vista nuestras vidas son vista de igual manera, es decir tal vez no andemos detrás de animales para criarlos pero en la actualidad eso es fácilmente sustituible por otra cosa. Como Rick mas pronto que tarde nos daremos cuenta que la búsqueda incansable de aquellos que consideramos necesario en nuestras vidas pronto resulta carecer de sentido.

Podría hablar largo y tendido de este libro, pero prefiero dejarlo acá. Recomendado furiosamente.

5/5
April 26,2025
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Questo è il quarto libro che leggo di P. K. Dick : cambiano gli scenari, i nome e i volti dei protagonisti ma sento di respirare sempre la stessa aria. E dicendo “stessa” non ne voglio rimarcare una ripetitività di tematiche che mi annoia o altro, anzi…
Pubblicato nel 1968, questo romanzo mette in scena una giornata futura (il 3 gennaio 1992) in cui il cacciatore di taglie Rick Deckard deve “ritirare” un gruppo di androidi scappato da Marte.
Tutto si svolge in ventiquattr’ore in uno scenario post-atomico dove la polvere radioattiva fa da padrona.
Un mondo che si sgretola (”Il silenzio del mondo non riusciva a tenere a freno la propria avidità. Non poteva aspettare ancora. Non quando aveva già virtualmente vinto.), però, non solo nella sua materialità ma nelle certezze stesse dell’Uomo che, ancora una volta, Dick coglie in tutta la sua fragilità.
Mi è piaciuto? Sì, molto!

”Dovunque andrai, ti si richiederà di fare qualcosa di sbagliato. È la condizione fondamentale della vita essere costretti a far violenza alla propria personalità. Prima o poi, tutte le creature viventi devono farlo. È l’ombra estrema, il difetto della creazione; è la maledizione che si compie, la maledizione che si nutre della vita. In tutto l’universo.»”
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PS- Non credo abbia molto senso fare paragoni con Blade Runner perché il film è ”liberamente” ispirato al romanzo di Dick. Non sono un’esperta in materia ma, credo, che dicendo ciò uno sceneggiatore si consideri libero di saccheggiare e plasmare (non necessariamente in senso negativo) un’opera letteraria.
Dunque se nel libro non compare la famosa frase («Ho visto cose che voi umani…») non ha proprio senso rimanerne delusi.

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EDIT RILETTURA

Rileggo questo libro per un Gdl ad una distanza abbastanza ravvicinata dalla prima lettura.
Seppure la mia capacità mnemonica sia logorata dal tempo e dall'usura(!!!), la storia (con i suoi colpi di scena) me la ricordavo.
E’ stata, pertanto, l’occasione, per tarare semmai il mio giudizio con una seconda lettura più attenta ai particolari che alla storia generale.
Devo dire che quelli che possiamo chiamare difetti, certamente non mancano e si riferiscono particolarmente ad un intreccio che in più punti è confuso così come alla questione del Mercerianesimo (il credo di questo mondo apocalittico).
Elementi che, devo dire, per un attimo, mi hanno fatto pensare di togliere una stella.
Poi, però, come nella prima lettura, ho ammirato Dick per la costruzione visionaria che parte da una parola che oggi (soprattutto oggi!!!) dovrebbe esserci molto famigliare:
--- e s t i n z i o n e –

L’epigrafe che Dick ci mette sotto gli occhi subito è un’agenzia di stampa datata 1966 che riferisce una notizia dalla Nuova Zelanda:

” Una testuggine donata dall’esploratore Cook al re di Tonga nel 1777 è deceduta ieri all’età di quasi duecento anni.
L’animale, il cui nome è “Tu’imalila”, è morto nei giardini del palazzo reale a “Nuku Alofa”, capitale di Tonga.
Il popolo di Tonga considerava l’animale alla stregua di un membro della famiglia reale e custodi particolari erano destinati ad accudirlo. Era divenuto cieco in seguito a un incendio alcuni anni prima.
Radio Tonga ha dichiarato che la carcassa di “Tu’imalila” verrà inviata al museo di Auckland in Nuova Zelanda.”


Dick legge questa notizia e comincia a sviluppare l’immagine di un mondo totalmente distrutto nella flora e soprattutto nella fauna.
La scomparsa del mondo animale è un segno tangibile della rovinosa decadenza del genere umano. E’ il segno di come (nonostante, il progresso tecnologico sia talmente sviluppato da poter supportare l’uomo persino nella sua sfera emotiva) l’Umanità abbia perso una componente importante.
Il mondo animale, infatti, rappresenta il collegamento stesso con la Terra. La perdita degli animali è privazione della relazione stessa con la Natura.
Per questo Dick sogna pecore elettriche; il surrogato necessario a mantenere l’illusione che questo rapporto sia vivo.
Un inganno su cui si basa l’intera società apocalittica e che racconta di menzogne che gli uomini fanno a se stessi negando di aver distrutto tutto solo perché sono in grado di ricostruire il simulacro della natura collegando dei circuiti.

Dick inventa una religione che unisce e struttura queste esistenze altrimenti senza speranza.
Il suo nome è “Mercerianesimo” (dal nome del suo fondatore, Mercer) e la sua pratica ricorda molto il racconto di un consumatore di Lsd e le sue allucinazioni.
Per fare quest’esperienza mistica si deve impugnare una macchina, cosiddetta, empatica.
Ci si ritrova catapultati in un paesaggio di rovine dove le menti degli adepti si fondono sulla stessa immagine: un vecchio che arranca salendo una collina; più cerca di salire e più scivola sotto.
Come se non bastasse, forze maligne, agiscono per contrastare questa riuscita e tirano pietre che con una sorta di materializzazione colpiscono le stesse persone che sono collegate alla scatola empatica.

Al di là di una probabile traduzione che Dick ha voluto fare di qualche suo “viaggio” personale, il nocciolo sta nell’empatia.
Vocabolo che tiene duro per tutta la storia ed è una preziosa carta d’identità che distingue l’umano dall’androide. Una distinzione che vale la vita.

Come non cadere nella disperazione quando il mondo è avvolto nel silenzio, sommerso dalla polvere? Tutti i segni visibili della distruzione hanno bisogno di un appiglio, una speranza che Dick incarna nella partecipazione emotiva con gli altri di gioie e dolori.

Il fattore palta è quello che fa scomparire il mondo e solo la scatola empatica può far sì che il sogno umano non svanisca:

«è l’oggetto più personale che si possa avere! È una prolunga del proprio corpo; è lo strumento che ci mette in contatto con gli altri umani, che ci fa smettere di essere soli.

Come Munch ne “Il grido” rappresentava la disperazione dell’essere umano inabissato nella sua stessa angoscia del vivere, così Dick ci rappresenta una società che si è persa e che può ritrovarsi solo nella consapevole ammissione di essere in torto:

«Dovunque andrai, ti si richiederà di fare qualcosa di sbagliato. È la condizione fondamentale della vita essere costretti a far violenza alla propria personalità. Prima o poi, tutte le creature viventi devono farlo. È l’ombra estrema, il difetto della creazione; è la maledizione che si compie, la maledizione che si nutre della vita. In tutto l’universo.»


E gli androidi? Non sono macchine perchè l’evoluzione tecnologica per mano dell’uomo stesso li ha resi esseri organici e specchio del loro creatore.
Gli androidi hanno un’anima?
Gli androidi sognano?
Se l’anima è la tensione a sopravvivere e se il sogno è il desiderio di essere liberi, allora la risposta è sì.
Ma il sogno degli androidi non sarà lo stesso degli uomini...


April 26,2025
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Philip K. Dick's books are what I call sci-fi-lite. His books are entertaining and not at all cerebral. Nothing in the way of actual science.

For the most part, I do not care for this type of SF but make an exception for classics due to them generally having a much higher quality of writing than most of today's fare (yeh you, you Young-Adult-Sounding-Dumbed-Down-Poor-Excuse-For-Sci-Fi stuff). The classics also tend to have at least one thing that gets the grey matter going and makes you think.

This book was the inspiration for the 1982 film Blade Runner. I've not seen it, so I can't say how much it resembles the book.

It was a fun read though, about android-killing bounty hunter Rick Deckard who takes care of his mental health with the aid of a Mood Organ. No need for meds when you can dial any emotion or mental state you wish to have.

I found this very amusing, especially when Rick's wife Iran uses it to feel depressed - specifically "self-accusatory depression" - because she found it unhealthy to not feel the emptiness of life on the bleak planet they live on.

The year is 2021 and so of course Rick has a hovercraft to fly around on. The other bit of new and exciting technology is.... a vidphone!

Dick, like many of his contemporaries, was far too optimistic about our ability to fill the skies with our own personal flying machines, but at least he got it right that we'd be able to see each other while talking on the phone.

Deckard has an empathy testing machine he uses to determine if the "people" on his bounty list are indeed androids, in which case he is to "retire" them.

It's a fun ride with the tables often turned and the androids growing ever smarter, making Deckard question if he himself is an android.

If you enjoy classic science fiction, you've probably already read this one. If not, I think it's very much worth reading when you need a little escape.

PS In my recent review of The Martian Chronicles, where I said I couldn't look past the impossibility of the characters living on Mars as on Earth, GR friend Phrodrick suggested pretending like it was another planet. I did that for this book (people had emigrated to Mars and "other" planets) and it made a big difference . Thanks, Phrodrick!
April 26,2025
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HA! What a surprise!

If you've seen the 1982 Blade Runner movie, you already know Deckard is a bounty hunter....works for law enforcement....and has a license to kill rogue androids aka replicants.

DO ANDROIDS DREAM OF ELECTRIC SHEEP was the inspiration for the old movie as well as Blade Runner 2049 in theatre's now and is the same in some respects, but without the intensity and violence. It kind of has a strange calmness to it....almost like you've taken a mood enhancer, and there's a whole other plot going on. Very bizarre.

I don't want to be a "chicken-head" and give anything away so I'll just say....times are bleak, desperate and totally weird after W.W.T. (Word War Terminus) with people trying to survive on a contaminated earth....animals are a rare commodity....and most....those that have passed the test have defected to Mars.

Definitely MORE thought provoking than the movie....Definitely NOT the action-packed thriller with brutal fights between bounty hunter and a highly-intelligent & dangerous species of replicant.

n  "You kill only the killers."n

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