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Ironico, visionario, globale e sottovalutato.
"Il male è un movimento in direzione del nulla". Bucky Wunderlich è una rockstar che si muove in direzione del male; un male inteso non come morte, ma come trasformazione. Bucky si sta trasformando, lo sente, lo percepisce, e come un animale al capolinea, sceglie il posto in cui passare il tempo che gli resta (le mura della casa della sua fidanzata in Great Jones Street, a Manhattan, dove si ritira insieme alla sua band mentre è all'apice del successo) prima di approdare ad uno stadio della vita successivo . Si sottrae alla forza risucchiatrice di una generazione che lo ha incoronato icona degli eccessi e che vorrebbe ancora vederlo protagonista sulla scena. Per il pubblico è evidente l'importanza di avere un punto di riferimento, ovunque esso sia e sotto qualsiasi forma, che lo aiuti ad illudersi che nulla possa davvero cambiare. Ma Bucky non crede più all'importanza di servire quell'illusione. Accarezzerà comunque, per un breve periodo di tempo, l'idea di tornare a calcare i palcoscenici del mondo; gli si prospetterà la possibilità di propinare al pubblico alcuni inediti "canti della montagna", suoni giovani, scritti in età giovane, che non torneranno più e che per vari motivi, si perderanno.
Durante questa presa di coscienza che lo porterà ad inevitabile sbandamento, qualcuno proverà ad approfittare della sua condizione ed allora entreranno nella storia giornalisti spietati a caccia di notizie sensazionali e membri di una misteriosa comunità agricola che tenteranno di piazzare una droga dagli effetti misteriosi.
Sarà tra le vittime degli eccessi di cui cantava, predicando come un cattivo maestro, che Bucky cercherà se stesso dopo essersi smarrito - dopo aver perduto il suo ruolo in una società da cui si è sempre più distaccato e da cui ormai ha preso le distanze. Le voci sulla sua presunta fine si moltiplicheranno e tra le più seducenti prenderà corpo - proprio in chiusura - quella che lo vorrebbe a compiere "buone azioni, tra vagabondi e sifilitici, santo patrono di tutti gli individui che ascoltano il canto dei misteri delle sirene lungo il fiume e subito dopo tornano a dormire tra i fumi del vino ai confini meridionali della città".
Un libro straordinario sul genere umano e sulla società portato avanti col solito linguaggio ironico, visionario e globale di De Lillo.
"Il male è un movimento in direzione del nulla". Bucky Wunderlich è una rockstar che si muove in direzione del male; un male inteso non come morte, ma come trasformazione. Bucky si sta trasformando, lo sente, lo percepisce, e come un animale al capolinea, sceglie il posto in cui passare il tempo che gli resta (le mura della casa della sua fidanzata in Great Jones Street, a Manhattan, dove si ritira insieme alla sua band mentre è all'apice del successo) prima di approdare ad uno stadio della vita successivo . Si sottrae alla forza risucchiatrice di una generazione che lo ha incoronato icona degli eccessi e che vorrebbe ancora vederlo protagonista sulla scena. Per il pubblico è evidente l'importanza di avere un punto di riferimento, ovunque esso sia e sotto qualsiasi forma, che lo aiuti ad illudersi che nulla possa davvero cambiare. Ma Bucky non crede più all'importanza di servire quell'illusione. Accarezzerà comunque, per un breve periodo di tempo, l'idea di tornare a calcare i palcoscenici del mondo; gli si prospetterà la possibilità di propinare al pubblico alcuni inediti "canti della montagna", suoni giovani, scritti in età giovane, che non torneranno più e che per vari motivi, si perderanno.
Durante questa presa di coscienza che lo porterà ad inevitabile sbandamento, qualcuno proverà ad approfittare della sua condizione ed allora entreranno nella storia giornalisti spietati a caccia di notizie sensazionali e membri di una misteriosa comunità agricola che tenteranno di piazzare una droga dagli effetti misteriosi.
Sarà tra le vittime degli eccessi di cui cantava, predicando come un cattivo maestro, che Bucky cercherà se stesso dopo essersi smarrito - dopo aver perduto il suo ruolo in una società da cui si è sempre più distaccato e da cui ormai ha preso le distanze. Le voci sulla sua presunta fine si moltiplicheranno e tra le più seducenti prenderà corpo - proprio in chiusura - quella che lo vorrebbe a compiere "buone azioni, tra vagabondi e sifilitici, santo patrono di tutti gli individui che ascoltano il canto dei misteri delle sirene lungo il fiume e subito dopo tornano a dormire tra i fumi del vino ai confini meridionali della città".
Un libro straordinario sul genere umano e sulla società portato avanti col solito linguaggio ironico, visionario e globale di De Lillo.