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Dedicato dall’autore alle cinquanta spie al femminile inglesi che si dedicarono a opere di sabotaggio dietro le linee durante la seconda guerra mondiale, ed in particolare alle 14 che perirono in azione, Le gazze ladre è un romanzo solido, storicamente ben ambientato, che si legge (come direbbero gli apneisti) d’un fiato (io l’ho completato in una notte insonne fra toni, lampi e motociclisti che sgasavano sotto le finestre di un convento, ma questa è un’altra storia). Azione pagina dopo pagina, la giusta dose di suspense e l’unica pecca di indugiare eccessivamente su aspetti sentimental-romantici che a un bruto come me, a caccia di semplici sparatorie del ’40, sono apparse un filo melense. Tutto sommato promosso.