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Il libro mi è stato regalato per il mio compleanno e per questo (e per il titolo: l'avete visto il titolo??) non ho potuto resistere e l'ho inserito direttamente in cima alla mia coda di lettura.
"Come diventare buoni" mi è piaciuto moltissimo: la narrazione è scorrevole e la trama talmente assurda da strappare le sue brave risate, in più la... bontà estrema, diciamo, di BuoneNuove e del "nuovo David" mi hanno permesso di utilizzare alcune perle di puro cinismo che altrimenti sarebbero rimaste immagazzinate nella mia testa: un vero spreco! (Sì, mentre leggo capita che io parli - e rida, e pianga. E insulti personaggi e/o scrittori - da sola. Non ditemi che non l'avete mai fatto anche voi!).
Il punto di Nick Hornby è semplice. Essere profondamente e assolutamente Buoni non è possibile; non è possibile applicare le opinioni generali (e suvvia, anche particolari) che abbiamo su concetti idealizzati come la Giustizia, oppure la Bontà, o la Lotta alla Povertà, e così via, perché noi - e lo so che è sconvolgente - noi, dicevo, non viviamo in un mondo idealizzato. E tuttavia farlo presente in pubblico, esternare questa incredibile deduzione, non è appropriato proprio perché generalmente queste piccole pragmatiche verità non vengono accettate.
Che viviamo immersi in una realtà profondamente umana, e quindi imperfetta, e che noi stessi siamo altrettanto profondamente umani (e dunque profondamente imperfetti) è un dato di fatto che si contrappone sempre all'assurda idea che tutto quanto sia perfettibile, senza considerare che - dato che gli individui che dovrebbero apportare tali miglioramenti sono di per sé imperfetti - ci devono essere dei limiti alla "perfettibilità" stessa dell'Universo Mondo.
...Ci sarebbe poi anche quella piccola postilla che dice che, dato che siamo umani - dunque imperfetti e vedasi righe precedenti - una buona parte della quantità di male che esiste in questo mondo (la stessa che avanza dal limite di perfettibilità di cui sopra?) potrebbe esserci necessaria per sopravvivere, ma questo sarebbe un concetto ancora meno appropriato di quello a cui fa da corollario, presumo.
"Come diventare buoni" mi è piaciuto moltissimo: la narrazione è scorrevole e la trama talmente assurda da strappare le sue brave risate, in più la... bontà estrema, diciamo, di BuoneNuove e del "nuovo David" mi hanno permesso di utilizzare alcune perle di puro cinismo che altrimenti sarebbero rimaste immagazzinate nella mia testa: un vero spreco! (Sì, mentre leggo capita che io parli - e rida, e pianga. E insulti personaggi e/o scrittori - da sola. Non ditemi che non l'avete mai fatto anche voi!).
Il punto di Nick Hornby è semplice. Essere profondamente e assolutamente Buoni non è possibile; non è possibile applicare le opinioni generali (e suvvia, anche particolari) che abbiamo su concetti idealizzati come la Giustizia, oppure la Bontà, o la Lotta alla Povertà, e così via, perché noi - e lo so che è sconvolgente - noi, dicevo, non viviamo in un mondo idealizzato. E tuttavia farlo presente in pubblico, esternare questa incredibile deduzione, non è appropriato proprio perché generalmente queste piccole pragmatiche verità non vengono accettate.
Che viviamo immersi in una realtà profondamente umana, e quindi imperfetta, e che noi stessi siamo altrettanto profondamente umani (e dunque profondamente imperfetti) è un dato di fatto che si contrappone sempre all'assurda idea che tutto quanto sia perfettibile, senza considerare che - dato che gli individui che dovrebbero apportare tali miglioramenti sono di per sé imperfetti - ci devono essere dei limiti alla "perfettibilità" stessa dell'Universo Mondo.
...Ci sarebbe poi anche quella piccola postilla che dice che, dato che siamo umani - dunque imperfetti e vedasi righe precedenti - una buona parte della quantità di male che esiste in questo mondo (la stessa che avanza dal limite di perfettibilità di cui sopra?) potrebbe esserci necessaria per sopravvivere, ma questo sarebbe un concetto ancora meno appropriato di quello a cui fa da corollario, presumo.