La chiamano rivoluzione copernicana, tuttavia dimenticando l’importanza di Giovanni Keplero (1571-1630) nella costituzione della nostra attuale conoscenza delle leggi dell’universo. Teorizzatore delle leggi sul moto dei pianeti che portano il suo nome, l’astronomo tedesco è stato un personaggio insospettabilmente poliedrico seppur schivo e dalla vita tormentata da sfortuna e persecuzioni religiose – egli era luterano quando gli Asburgo promossero una campagna di purificazione cattolica in ambito accademico. Il suo lavoro fu stimato da Ticho Brahe, il quale lo volle con sé a Praga, e andò spalla a spalla con quello del contemporaneo Galileo Galilei. Fu anche altro: uomo idealista, marito e padre affettuoso, amante pure della musica e insospettabile autore di un racconto di fantascienza, ‘Somnium‘ (postumo, 1634).
È in questa totalità che ci viene presentato nel libro di John Banville, secondo di una trilogia dedicata agli eroi dell’astronomia moderna; in precedenza c’è l’ancor inedito in Italia ‘Doctor Copernicus‘ (1976), in seguito ‘La lettera di Newton: un interludio‘ (1982). Lo scrittore irlandese, oggi fra i più notevoli, allora poco più che esordiente, farebbe un’opera meritoria se non s’ispirasse in modo palese a ‘I sonnambuli‘ (1959) di Arthur Koestler. Simile l’interpretazione del personaggio, meno l’attenzione per il suo contributo scientifico in sé e per sé, e ciò pone qualche interrogativo. L’immagine dello scienziato ci appare romanticizzata in modo eccessivo e talvolta stucchevole.
Non una biografia vera e propria, ma neanche un semplice romanzo storico. Più che altro, un omaggio riuscito a metà che offre qualche suggestione poetica e il rammarico della scarsa maturità. Interessante la sezione in cui ‘La notte di Keplero’ si trasforma in romanzo epistolare, presumibilmente fondato sulla rielaborazione di documenti autentici.
“Questo, credevo fosse il nostro compito in terra: trasformare il caos esterno in armonia ed equilibrio perfetti dentro di noi. Sbagliato, sbagliatissimo: sono le nostre vite a contenere noi, noi siamo l’imperfezione nel cristallo, il granello di sabbia che va espulso fuori dalla sfera rotante”
As with Doctor Copernicus, Kepler is presented less as a scientist than as a tormented man of his time, though arguably Kepler takes a more active role in creating his own misery (including a stubborn refusal to budge on his religious faith, even though he himself admits that may be more due to intellectual contrariness--or even sloth--than real conviction). Banville makes a case for Kepler's inner torment and indecision as a reflection of the tumultuous times and politico-religious wars that raged around him.
Kepler suffers a bit by comparison with its predecessor, though only because, by definition, it lacks the novelty. Kepler is a different man, but some of the same themes--or, at least, roughly analogous preoccupations--in Doctor Copernicus apply here as well. Nonetheless, this is a beautifully written and confident work, and it leaves the reader curious about how The Newton Letter will compare.
"Se nos dice todo, pero nada se nos explica", Banville nos expone al genio, la fragilidad y el infortunio de Kepler. La brujería, la guerra, la superstición y el fanatismo religioso orbitando un mundo familiar castigado por la muerte y la histeria. Aún así, con muchas pinceladas de humor, la obra de Kepler persiste. Hermosa novela.
Straordinaria biografia romanzata del grande astronomo. Un personaggio che è di per sé perfettamente letterario: infanzia difficile e vita tormentata, ipocondriaco, afflitto da una continua altalena tra insicurezze e manie di grandezza, animato da furori mistici e da un perfezionismo maniacale. Banville lo rende con sapienza, e sebbene il linguaggio resti convenzionale per adattarsi con realismo al contesto storico, la struttura narrativa si concede sperimentazioni notevoli. Ce ne fossero di scrittori così bravi e così interessati alla scienza.
Ovo je knjiga koja prikazuje Keplerov život i borbu za objavu njegovih otkrića i radova. Prica je tim zanimljivija što je u pitanju fikcija pa je čitka i pruža više informacija o životu toga doba.
Johannes Kepler wants to unite the heavens in a glorious mathematical and astronomical harmony, and he has the genius to do that very thing. Everything else about his life is out of tune, from his own abrasive personality to his marriage and his religion, as well as his reliance on wealthy patrons to fund his scientific endeavours and with whom he is always at odds or out of step.
I think Banville's books are less about either the explicated sciences or the accurate biographies of these men, but about their hidden inner lives as they grapple with the huge questions of the universe and discover that they can gain knowledge but not meaning or understanding, and they are forced to question the worth of this undertaking when set against the banal vicissitudes of life and the looming certainty of death.
This is the 3rd book of Banville's I've ready -- he's a good writer (in terms of sentences & vocabulary), but each time I've found myself a bit disappointed.