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Il pacifismo è passivo, la non violenza è attiva. Essa deve prevenire non dalla debolezza ma dalla forza, e solo le persone più determinate e disciplinate possono sperare di raggiungerla.
Il saggio cinese Mozi identificava nell'amore reciproco (chien ai) la chiave per sanare i mali del mondo.
Il rabbino Hillel rispose aun suo discepolo che lo interrogava sulla Torah: "Ciò che risulta sgradevole a te stesso, non farlo al tuo prossimo. Il resto non è altro che un commento a questo pincipio".
Coloro che praticano la non violenza vengono da sempre percepiti come una minaccia, un affronto diretto allo stato che intende invece mantenere il diritto di uccidere come privilegio esclusivo.
Lo scontro fra violenza e non violenza è sempre una controversia di natura morale e se la fazione non violenta si converte alla violenza, perde il vantaggio e diventa solo una questione di forza bruta.
La storia passa dai movimenti religiosi istituzionali (cquando correotti dal potere temporale divengono
guerrafondai) e di ribellione. Passa quindi attraverso la disamina di concetti quali Pax dei, jihad, chanukah, e analizza vari movimenti cristiani più o meno monacali (anabattisti, valdesi, catari, quaccheri...).
Descrive anche l'operato di vari personaggi di spicco nel mondo non violento come Te Whiti, David Low Dodge, William Garrison, Ghandi ("la forza non deriva dalla capacità fisica. Essa deriva da un'indomita volontà"), MLK, Badshah Khan, Richard Gregg.
Interessante anche se la storia racconatata è sbilanciata enormemente dalla parte occidentale, soprattutto americana.
Il saggio cinese Mozi identificava nell'amore reciproco (chien ai) la chiave per sanare i mali del mondo.
Il rabbino Hillel rispose aun suo discepolo che lo interrogava sulla Torah: "Ciò che risulta sgradevole a te stesso, non farlo al tuo prossimo. Il resto non è altro che un commento a questo pincipio".
Coloro che praticano la non violenza vengono da sempre percepiti come una minaccia, un affronto diretto allo stato che intende invece mantenere il diritto di uccidere come privilegio esclusivo.
Lo scontro fra violenza e non violenza è sempre una controversia di natura morale e se la fazione non violenta si converte alla violenza, perde il vantaggio e diventa solo una questione di forza bruta.
La storia passa dai movimenti religiosi istituzionali (cquando correotti dal potere temporale divengono
guerrafondai) e di ribellione. Passa quindi attraverso la disamina di concetti quali Pax dei, jihad, chanukah, e analizza vari movimenti cristiani più o meno monacali (anabattisti, valdesi, catari, quaccheri...).
Descrive anche l'operato di vari personaggi di spicco nel mondo non violento come Te Whiti, David Low Dodge, William Garrison, Ghandi ("la forza non deriva dalla capacità fisica. Essa deriva da un'indomita volontà"), MLK, Badshah Khan, Richard Gregg.
Interessante anche se la storia racconatata è sbilanciata enormemente dalla parte occidentale, soprattutto americana.