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Ho deciso di leggero questo libro sapendo che era molto diverso da Memorie di una Geisha e quindi non posso dire di essere rimasta sorpresa dalla differenza (secondo me abissale) tra i due libri.
Storia proibita di una geisha è la testimonianza diretta di Mineko Iwasaki che è stata la geisha (termine scorretto ma per semplicità lo uso) più famosa del suo tempo: l’intento è di smontare pregiudizi e stereotipi che nella cultura occidentale circondano la figura della geisha, soprattutto l’idea che parte dei servizi offerti sono di tipo sessuale.
La scrittura, secondo me, è piuttosto piatta e, leggendo, si ha spesso la sensazione che il testo non sia stato rielaborato ma si tratta della trascrizione della risposta alle domande poste da Rande Brown, coautrice del libro. Gli eventi narrati sono interessanti perché consentono di capire meglio l’ambiente delle geishe e il tipo di vita che conducevano ma la narrazione non è riuscita ad emozionarmi, probabilmente perché il punto di vista è molto diverso da quello occidentale: in alcune situazioni la valenza emotiva attribuita agli eventi è dissonante rispetto alle mie aspettative, soprattutto in relazione alla strenua difesa che Mineko Iwasaki fa dei suoi genitori, condannando invece aspramente la sorella maggiore che non ha mai accettato di essere stata ceduta per motivi economici che, quindi, è diventata una geisha contro la sua volontà.
Memorie di una geisha invece è un’opera di fantasia, probabilmente per certi aspetti verosimile, che però non descrive l’intero mondo delle geishe (ma del resto è un romanzo, non un saggio con pretese di adesione alla realtà) e il suo autore, essendo un “occidentale”, riesce a far leva sulle emozioni del suo lettore “occidentale” con cui condivide, a grandi linee, lo stesso sistema di valori. Forse anche il libro di Mineko Iwasaki descrive solo una parte di quel mondo e, se si è curiosi di approfondire, il riferimento anche ad altri autori giapponesi può aiutare ad avere un quadro più completo (ad esempio a me sono piaciuti molto la graphic novel Una gru infreddolita: Storia di una geisha e la serie tv n The Makanai: Cooking for the Maiko Housen).
Storia proibita di una geisha è la testimonianza diretta di Mineko Iwasaki che è stata la geisha (termine scorretto ma per semplicità lo uso) più famosa del suo tempo: l’intento è di smontare pregiudizi e stereotipi che nella cultura occidentale circondano la figura della geisha, soprattutto l’idea che parte dei servizi offerti sono di tipo sessuale.
La scrittura, secondo me, è piuttosto piatta e, leggendo, si ha spesso la sensazione che il testo non sia stato rielaborato ma si tratta della trascrizione della risposta alle domande poste da Rande Brown, coautrice del libro. Gli eventi narrati sono interessanti perché consentono di capire meglio l’ambiente delle geishe e il tipo di vita che conducevano ma la narrazione non è riuscita ad emozionarmi, probabilmente perché il punto di vista è molto diverso da quello occidentale: in alcune situazioni la valenza emotiva attribuita agli eventi è dissonante rispetto alle mie aspettative, soprattutto in relazione alla strenua difesa che Mineko Iwasaki fa dei suoi genitori, condannando invece aspramente la sorella maggiore che non ha mai accettato di essere stata ceduta per motivi economici che, quindi, è diventata una geisha contro la sua volontà.
Memorie di una geisha invece è un’opera di fantasia, probabilmente per certi aspetti verosimile, che però non descrive l’intero mondo delle geishe (ma del resto è un romanzo, non un saggio con pretese di adesione alla realtà) e il suo autore, essendo un “occidentale”, riesce a far leva sulle emozioni del suo lettore “occidentale” con cui condivide, a grandi linee, lo stesso sistema di valori. Forse anche il libro di Mineko Iwasaki descrive solo una parte di quel mondo e, se si è curiosi di approfondire, il riferimento anche ad altri autori giapponesi può aiutare ad avere un quadro più completo (ad esempio a me sono piaciuti molto la graphic novel Una gru infreddolita: Storia di una geisha e la serie tv n The Makanai: Cooking for the Maiko Housen).